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Autore: Rucci    30/06/2010    11 recensioni
Ed ora veglio
sono Tuo e Mio
la notte mi annunziasti come vita
mi hai fatto uomo.

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni.
Centootto diversi demoni. "Inno alla notte" è per uno di loro.
{spectre-centric, original character}
Genere: Dark, Sovrannaturale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

I.

 

Quale vivente,

dotato di sensi,

non ama tra tutte

le meravigliose parvenze

dello spazio che ampiamente lo circonda,

la più gioiosa, la luce -

coi suoi colori,

coi raggi e con le onde;

la sua soave onnipresenza

di giorno che risveglia?

 

 

Stevan era nato a Kladovo, sulla riva destra del Danubio.

Un posto come un altro per nascere, che non aveva mai tenuto in grande considerazione. Il Danubio blu era l’unica cosa che valesse davvero la pena vedere: era grande come un dio, ed il resto era noia.

Si barcamenava fra la scuola, pochi amici e le partite della domenica. Litigava con sua sorella. Ogni tanto aiutava suo zio in rimessa.

Stevan aveva vissuto sedici anni di luce, prima che arrivasse la notte.

Sedici estati intere, che s’infilavano nei suoi capelli assieme al vento e i semi di pioppo. Aveva i capelli biondi, Stevan, che qualcuno era riuscito a paragonare a campi di grano maturo o qualcosa del genere, guadagnandosi una grande risata in faccia – durante l’adolescenza si riesce ad essere davvero antipatici. Ma i suoi capelli erano veramente biondi. Abbastanza da catturarla tutta, la luce, e sembrare un’aureola calda intorno alla testa quando si sollevavano per il vento e il sole ci batteva contro.

I capelli erano biondi, gli occhi castani, molto scuri, i tratti delicati. Il corpo era magro e svelto. Giocava a calcio e si arrampicava sugli alberi o sui tetti per prendere la palla. Alle ragazze piaceva molto.

Sedici anni di luce piena, nel bene e nel male, tra i libri di scuola e quelli che invece gli piacevano, le urla delle vecchie, mezzo in serbo e mezzo in rumeno, una madre e una sorella sempre in casa.

Stevan viveva la sua vita in una comoda apatia, senza scosse né rivelazioni.

Kladovo era un posto come un altro per nascere, lì, sulla riva destra del Danubio, di faccia alla Romania e i suoi castelli arroccati. O almeno, era così, prima che la stella si risvegliasse.

 

Ci sono centootto stelle che in verità sono demoni. Centootto demoni diversi fra loro.

Sono demoni in esilio, del cielo e della terra, e tutti servono un unico padrone.

Un padrone splendido e terribile, che ogni duecento anni circa va in guerra per una nobile missione.

Rilasciate dal confino, allora, le centootto stelle rinascono sulla Terra.

Il signore la cui destra ha il potere di vita e di morte li ama come figli, ma come figli hanno un onere non da poco: ogni volta liberi, s’incarnano come uomini. Poiché il potente signore li ama, li vuole con sé di vita in vita; poiché essi amano il loro signore, piegano il ginocchio, e si rimettono al giogo dell’umanità. Della sua sofferenza, dei suoi mostruosi limiti. Per amore, si fa.

 

Stevan aveva vissuto sedici anni di luce, e a modo suo l’aveva amata. Ma non passò molto tempo che al giorno si sostituì la notte, e la notte fu amata con molta più feroce passione, anche nel versare il sangue. Allora, quando il suo signore alzò la destra, e il suo cosmo esplose, capì tutto: Kladovo, la notte, il sangue che aveva versato. Era il destino della sua stella. Il suo demone era il Vampiro.

 

 

 

 

 

 

Un paio di avvisi, prima di dirvi qualsiasi altra cosa. Avvisi a cui tengo.

 

- Questa storia è spectre-centrica, e io sono un saint di Athena. Non sarà facile. E immergermici sarà grosso, molto grosso. Dovrò chiudere gli occhi e farmi risucchiare dal buio. Sarà pesante.

- Questa storia ha al suo centro un personaggio originale. È la prima volta che punto così tanto su un personaggio originale: questa storia sarà solo su di lui. Interverranno personaggi che conoscete, ma sarà perlopiù giocata in solitaria, perché è una storia molto solitaria. La riuscita per me sarebbe nel caso in cui voi vi affezionaste abbastanza a questo personaggio da desiderare di seguirlo comunque. A quel punto, direi che avrei raggiunto il mio scopo e ne sarei molto felice. Se no, pazienza.

- Questa storia racconta dello spectre di Vampire, ed oggi esce Eclipse al cinema. Non lo trovate tremendo? Io sì. O__o;

 

I capitoli si articoleranno in una o più flashfic (101-500 parole). Le flashfic sono ispirate dal primo “Inno alla notte” di Novalis, un poeta tedesco romantico dal nome impronunciabile che ha fatto bene a trovarsi uno pseudonimo e che ha scritto questa tamarrata dark che non potevo non sfruttare: seguo la poesia passo passo, ed ogni gruppo di versi darà forma al capitolo. Sarò brava, lo giuro.

 

 

…e in realtà ho finito.

Finisco spucciando i miei goldies.

Chi studia, chi scrive, son tutti qua.

E mi amano! E io amo loro! çOç

 

…E su Stevan non sono imparziali, quindi commentate pure spietatamente voi.

 

  
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