Si
appoggiò contro il muro esterno della magione, spazzolandosi
i peli irsuti
della folta barba. La sagoma di Fowl, si intravedeva a malapena,
immerso in un’
oscurità di petrolio. “Allora Sterro, hai compreso
esattamente cosa fare?” Lo
trattava come se fosse un’ idiota, scandendo le parole
lentamente. Bombarda
arricciò il naso di cuoio, offeso dal tono di voce del
ragazzino: disonesto sì,
stupido no! “Prendi questo, va allacciato al polso. Ti
indicherà l’esatta
posizione del bersaglio..” gli allungò un affarino
nero, simile ad un orologio.
Si chiese se, alla fine di tutto quell’ affare , sarebbe
riuscito ad
appropriarsi di quel bel giocattolino. “Questa invece va
inserita nell’
orecchio, ci terremo in contatto periodicamente.. Ogni 15 minuti dovrai
inviarmi un messaggio in cui confermerai la tua posizione,
chiaro?” Poteva
immaginarsi le sopracciglia di Artemis inarcarsi nel buio.
Annuì, sicuro e si
pinzò il microfono al bavero sporco della tuta.
Grugnì un saluto all’ indirizzo
dei giovani e con un gesto consumato si aprì la patta da
scavatore, immergendo
il muso nella terra bagnata. Aveva un ottimo sapore il terriccio
toscano,
speziato al punto giusto. Per non parlare della consistenza poi:
abbastanza
compatto da non generargli bolle d’aria nello stomaco.
Insomma, il terreno che
ogni gnomo desidera assaggiare almeno una volta nella propria vita.
Saggiò la
mascella snodata e cominciò la propria discesa sotterranea.
Due
ore e mezza dopo.
Fece
una stima del tempo passato dal momento della propria immersione.
Dannazione,
perché si era andato ad invischiare in questi sporchi
affari? Quei rimbecilliti
del Piccolo Popolo non riuscivano mai a lavarsi i panni sporchi da
loro, senza
coinvolgere dei poveri diavoli come lui? Sospirò, masticando
un grumo di terra
particolarmente impegnativo. Fowl tentò di mettersi in
contatto con lui, voleva
che piazzasse le cariche. Lo maledisse con tutta la forza che aveva nel
suo
irsuto e grassoccio corpo: era solo a metà del lavoro
necessario per causare i
principali cedimenti strutturali! Raddoppiò la
velocità, uno spiacevole
formicolio che si irradiava lungo la parte inferiore della mascella. In
un
bagno di sudore aprì la cerniera del marsupio assicurato al
petto. Cominciò ad
estrarre l’esplosivo, particolarmente colpito dalla misura in
cui erano
concentrate le cariche: ognuna era grande all’ incirca come
un fagiolo. E bravo
Fowl Junior! Allora non era solamente un ragazzino viziato con manie di
onnipotenza… Incastrò un ordigno dopo
l’altro nelle pareti di terra, in
posizione strategica: formavano un anello di cinque metri attorno allo
sputacchio rosso sul suo schermo, etichettato Stephan Meyer.
Captò
alcuni stralci delle discussioni al piano superiore, sembrava che per
il
ragazzo si stesse mettendo male, aggrottò le sopracciglia,
raggiunta la
distanza di sicurezza. “ Fowl, ci sono, le cariche sono state
correttamente
piazzate.. Meno dieci secondi all’ esplosione..”
rantolò
nel microfono. Premette
quel tasto, quel maledetto tasto rosso.
Non
avvertì l’esplosione, solo alcuni sbuffi
soffocati.. E poi il terreno cominciò
a tremare, con violenza. Bombarda riprese a salire, verso la salvezza,
senza
indugiare. Masticò terra, gli occhi che bruciavano, stanchi.
Masticò finche non
vi fu più nulla da ridurre in fanghiglia. Masticò
finche l’odore dell’ aria
buona non gli assalì le narici, coronato da un cielo di
velluto blu e stelle
argento. Bombarda Sterro aveva compiuto la sua missione.