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Autore: EryVeg    04/07/2010    1 recensioni
Certe volte è meglio non prestare troppa attenzione alla propria curiosità...! E' un breve racconto che scrissi molto tempo fa. Sono ben accetti commenti e critiche!
Genere: Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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l'uccisore
Era una calda mattinata d’estate.
Io e la mia famiglia dovevamo andare a visitare una casa nella via di fianco alla nostra perché la nostra casa attuale era troppo piccola: ora eravamo in cinque.
Arrivati davanti alla casa, attendemmo l’agente immobiliare.
Arrivò una macchina nera. Da questa scese una donna sulla trentina, capelli lunghi e neri, alta, molto carina e all’apparenza gentile.
- Salve, mi chiamo Anna Davins e sono l’agente immobiliare.- Strinse la mano ai miei genitori. Anna suonò al campanello. Niente, silenzio.
Altra suonata, altro silenzio.
Suonò ancora.
Questa volta apparve il volto di un uomo: capelli neri brizzolati sulle tempie, volto magro e scavato, occhi neri e piccoli.
- Entrate.- disse con voce profonda e rauca.
Entrammo. Percorremmo pochi metri poi ci trovammo davanti una porta: - Qui si entra in casa mia- disse l’uomo.
- Andiamo a vedere le varie stanze-
Lo seguimmo.
- Qui c’è la sala – Era molto grande, con due divani, una televisione, con grandi puzzle incorniciati e appesi alle pareti.
- Ora passiamo al corridoio…- disse indicandolo con una mano – non fate caso ai quadri.-
“ Li avrà dipinti lui” pensai mentre mi avviavo.
Ma appena varcata la soglia, mi accorsi che non era così: c’erano quattro foto incorniciate che ritraevano donne nude, tutte ritagliate da riviste pornografiche.
Mi voltai verso l’agente immobiliare e vidi che aveva anche lei una faccia alquanto stupita. “ Ma come” pensai “ lei dovrebbe essere già stata qui e invece sembra che veda i quadri per la prima volta. Mah!!”
Visitammo due stanze da letto e, arrivati alla terza, notai che c’era un’altra foto di una donna nuda e nella stanza c’era un frigorifero.
Guardammo i due bagni poi passammo alla cucina: sul tavolo c’era un candelabro antico con incollate sopra le medesime foto, anche qui c’era un frigorifero.
- Ora lo sgabuzzino-, era piccolo ma anche qui c’era un frigorifero.
- Ora andiamo a vedere le cantine-
“ Certo che ha una casa grande anche se vive da solo!!”
Nella prima cantina vi erano tantissime cianfrusaglie e roba vecchia: mobili in legno con qualche sportello rotto, bambole, un letto e roba varia.
- Mi dispiace ma la seconda cantina non posso farvela vedere perché lì ci sono i miei uccelli che adesso si stanno riproducendo, socchiuderò solo la porta.-
Guardai dentro: c’erano centinaia di uccelli di tutti i tipi, di tutti i colori che cinguettavano.
Tornammo nell’ingresso, pronti per uscire.
-Bene, spero che la mia casa vi sia piaciuta. Arrivederci e buona giornata.- e chiuse la porta.
- Un tipo molto strano- commentò mia madre.
- Mi scusi- dissi all’agente immobiliare – ma lei non è mai venuta qui?-
- Bè, veramente no perché l’agente immobiliare che si occupava di vendere questa casa è… diciamo sparita senza motivo. Arrivederci!- concluse, poi si avviò verso la macchina, facemmo la stessa cosa anche noi.


Il pomeriggio mi incontrai con la mia amica Sara e le raccontai ciò che avevamo visto quella mattina.
- Erika! Tu sei andata a casa di un maniaco che molesta le donne e poi le uccide, sai dove le mette!? Nei frigoriferi!!!-
- Ma smettila!! Hai visto troppi film di C.S.I.!!-
- Perché non ci andiamo! Tanto abbiamo le biciclette e siamo pure vicine!
- Spero che tu stia scherzando! E’ violazione di proprietà privata, pensa se ci becca! E’ capace anche di denunciarci!-
- Ti prego!!!- supplicò Sara.
- No!!!- insistetti io.
- Bene, vuol dire che ci andrò da sola! Pensavo che fossimo amiche! Ciao!- e se ne andò, lasciandomi sola.
Anche io ero curiosa ma se ci avessero denunciato………. Al diavolo la legge!!
- Aspettami!- gridai a Sara mentre pedalavo per raggiungerla.
- Lo sapevo che saresti venuta con me!- esclamò lei, con un sorriso di trionfo.
- Sono venuta per non lasciarti sola con il pericolo!- ribattei.
Giungemmo davanti alla casa: le finestre erano socchiuse e l’interno era buio.
- Bene, non c’è nessuno!-
Ma Sara stava già entrando dalla finestra semi- aperta: che imprudente! Se non ci fossi io con lei!
- Muoviti!- disse Sara dalla finestra.
- Arrivo!- e mi affrettai ad entrare.
All’interno era tutto come lo ricordavo: i tre frigoriferi, i quadri, i mobili, ma tutto era più scuro e inquietante.
- C’è.. c’è ne.. nessuno?- balbettai, in quella casa c’era una strana atmosfera surreale.
- Non dirmi che hai paura!- disse Sara cercando di fare la coraggiosa, ma si vedeva che anche lei ne aveva.
- Senti, va bene ho paura e voglio tornare a casa il più presto possibile! Forza, diamo un’occhiata veloce a questi maledetti frigoriferi!-
- Tranquilla, prima voglio dare un’occhiata a tutta la casa- si avvicinò ad una parete e premette l’interruttore della luce, questa si accese.
- Pensa se il Maniaco sta solo dormendo!- mormorai per paura che fosse davvero a letto.
- Stai tranquilla, ora vado a vedere per tutta la casa- e cominciò tutta l’ispezione.
Dopo pochi minuti tornò e sulla faccia aveva un’espressione inorridita:- Mamma mia!! Questi quadri sono davvero orribili!- anche io avevo avuto la stessa espressione quando li avevo visti per la prima volta.
Ora potevo stare tranquilla: non c’era nessuno in casa.
- Allora, apriamo questi frigoriferi o no?- borbottò spazientita Sara.
- Ok, quale apriamo per primo?-
- Quello più vicino alla finestra naturalmente! Così se troviamo qualcosa possiamo scappare in fretta.-
 Per una volta Sara aveva avuto una brillante idea ma, mi chiedevo se credesse davvero di trovarci qualcosa dentro questi maledetti frigoriferi o se lo faceva soltanto per divertirsi.
Anche se il frigorifero più vicino alla finestra era quello della cucina, decidemmo di aprire quello nella camera perché, normalmente, in quello in cucina si tiene roba da mangiare.
- Bene, ci siamo! E’ il momento della verità!!- esclamò Sara quando fummo davanti al frigorifero.
- Oddio!!!!- dissi eccitata ma anche spaventata, mettendomi le mani sulle guance.
Sara posò la mano sulla maniglia del frigo, pronta ad aprire.
Il mio cuore batteva a più non posso, la mano di Sara tremava; finalmente, dopo aver respirato a fondo, aprì e……trovammo solo lattine di Coca- Cola e aranciata.
- Visto, te lo avevo detto che non c’era niente!- esclamai sollevata.
- Che delusione! Mi aspettavo qualche cadavere!!- mugugnò Sara.
- Ora andiamo a casa e non raccontiamo a nessuno ciò che è accaduto!-
Così chiusi il frigorifero ma, per sbaglio urtai contro una lattina di Coca- Cola che cadde a terra; la raccolsi da terra, mi alzai e…..
Lo spettacolo che mi si presentò davanti fu il più orrendo che avessi mai visto: nello spazio lasciato dalla lattina era spuntato un dito di una mano umana.
-AAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!- gridai cadendo a terra dallo spavento, tremando come una foglia.
Sara si voltò di scatto, si avvicinò a me dicendo:- Hai visto una ragno per terra?!- ma anche lei tacque vedendo il dito che intanto si era trasformato in una mano completa e mozzata, mentre le altre bibite cadevano per terra perché avevo urtato anche con il piede quando ero caduta.
Lei si portò le mani alla bocca e incominciò ad indietreggiare.
Io ero ferma, immobile, incapace di fare un qualsiasi movimento, eccetto tremare.
Era lì, a nemmeno un metro da me, quella mano bianca e fredda, era una mano di donna perché aveva dello smalto sulle unghie.
Rimasi a terra a fissarla, finchè un rumore non mi fece sobbalzare.
Mi girai di scatto, Sara fece lo stesso.
Una voce profonda e rauca, purtroppo a me familiare,:- Che cosa ci fate qui? Ah.. ma guarda chi c’è, la ragazzina di stamattina! Non pensavo che fossi così interessata a casa mia.- e rise, aveva una risata malvagia, perfida che non prometteva nulla di buono.
- Ora mi divertirò con voi due, spero che siate contente di andare a fare compagnia alle altre ragazze, nel frigo!- e scoppiò ancora in una fragorosa risata.
Sara ed io tremavamo e pian piano le lacrime ci bagnavano il viso.
“ Fai che sia tutto un sogno, fai che sia tutto un sogno……” continuavo a ripetermi queste parole sperando che si avverassero.
Solo in quel momento mi accorsi che l’uomo aveva in mano un coltello da cucina affilato, pronto a penetrare nella mia carne.
Mi lasciai sfuggire un lamento.
- Che c’è? Hai paura?! Ah, ho capito, hai forse visto questo!- e mostrò il coltello che aveva in mano.
- Vediamo…da chi di voi due posso iniziare?! C’è qualche volontaria?!-
“ E’ pazzo…è pazzo… adesso ci fa fuori…adesso ci fa fuori!!”.
Ripensai a quanto fosse stato sciocco venire qui, non dovevo seguire Sara! Ma ormai era tardi per cambiare idea. Era la fine.
- Ho deciso, inizierò da te- e indicò Sara, che iniziò a tremare e piangere copiosamente.
Ci fece mettere in fila, una di fianco all’altra, minacciandoci con il coltello. Non avevamo il coraggio di ribattere.
- Ah! Bene, spero che voi siate pronte, pronte per MORIRE!!!!!-
Impugnò bene il coltello e… colpì Sara ma lei, pronta di riflessi, lo evitò chinandosi, afferrò le gambe dell’uomo facendogli perdere             l’equilibrio.
- Sara!!- esultai abbracciandola.
Ma intanto l’uomo si era alzato ed era già pronto a colpirci ancora.
Avanzava lentamente, si era ferito ad una mano quando era caduto a terra.
Impugnò ancora saldamente il coltello e si preparò a colpire questa volta me, non attendemmo oltre, cercammo di correre via, ma era tutto inutile.
Ormai il coltello era puntato su di me.
Abbassò il braccio e… lo afferrai in tempo. Lui era molto più forte di me e quindi non potevo trattenerlo oltre così gli diedi un calcio alla cieca ma quando cadde, senza volerlo, il coltello penetrò nella sua carne.
Rimanemmo a guardarlo morire in silenzio.
Poco dopo chiamammo la polizia che arrivò dopo dieci minuti, scatenando la curiosità del vicinato.
La polizia raccolse i cadaveri, tra cui quello dell’agente immobiliare scomparsa; per l’uomo non ci fu niente da fare.
Io mi beccai una bella sgridata dai miei genitori per essermi introdotta in casa di quell’uomo e per aver rischiato la vita.
Fu un’esperienza molto istruttiva per me e Sara che ci insegnò ad essere più prudenti.
Andammo anche su giornale e alla televisione.
Ma ciò che veramente conta è che si andato a finire tutto bene.


   The hand (ops,the end)
  
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