» Ramen e affini «
“…Allora,
Kushina, ti andrebbe di venire a mangiare del ramen con me?”.
Minato te lo chiede gentilmente, subito dopo averti tratta in salvo, come il
perfetto principe azzurro; occhi azzurri, capelli biondi… insomma, non ha
nulla da invidiare ai personaggi delle favole.
Alcuni
shinobi di Kumogakure ti avevano attaccato alla sprovvista, per poi rapirti e
approfittare del tuo particolare chakra per chissà quale malvagio piano.
Ma
Minato è corso in tuo aiuto, ha seguito la strada lasciata dai lunghi
capelli rossi e alla fine… beh, alla fine ti ha trovato.
Glielo
devi, accettare il suo invito ti sembra il minimo, ma hai ancora qualche
riserbo nei suoi confronti.
Abbassi
gli occhi, fissi la punta dei tuoi sandali, imbarazzata come non mai; non ne
conosci il motivo, ma non riesci a far altro che nascondere la tua gratitudine
dietro uno strano velo di timidezza.
Inaudito.
“No”
rifiuti con un filo di voce, arrossendo. “Non sei obbligato a invitarmi”
ribadisci scuotendo la testa. “Davvero!”.
Il
ragazzo ti squadra spaesato, gli occhi cerulei spalancati e perplessi.
“O-obbligato?”
domanda quasi balbettando; sembra non credere alle tue parole.
“Sì”
rispondi allora risoluta. “Sto bene, non devi sentirti obbligato ad
essere gentile con me! Sono pur sempre la pedante e presuntuosa ragazzina di Uzu!”.
Minato
sorride.
“Ma
mi farebbe molto piacere offrirti il pranzo. O la cena, come preferisci.”
ribatte gioviale. “E in ogni caso non ti trovo presuntuosa: sei
ambiziosa. È una buona cosa, no?”.
Arrossisci
nuovamente di fronte alla disarmante gentilezza del ragazzo. Non sai se
accettare o meno, sei… spaesata; all’accademia non ti hanno
preparata per certe situazioni, cavolo!
“Beh,
non lo so… a dire il vero io… f-forse dovrei allenarmi,
però…”.
“Per
favore” mormora gentilmente, sorridendo.
Sei interdetta,
non hai la minima idea di cosa fare. Le tue guance sono in fiamme; Minato Namikaze
riesce sempre a metterti in imbarazzo, sia con la sua bravura, la sua
genialità, sia col suo modo di fare scherzoso e allo stesso tempo
garbato.
“Devo
chiedere al sensei!” sbotti infine, cercando una scusa per allontanarti.
Non vuoi mostrarti debole come una ragazzina qualunque, tu sei Kushina Uzumaki!
“Va
bene” concorda lui, seraficamente. “Fammi sapere, ok? Sono certo
che Shisui ti lascerà un po’ di tregua… dopo tutto quello
che hai passato, intendo!”.
Rabbrividisci
leggermente.
Sei
grata a Minato perché ti ha salvato, ma quando sei in sua presenza ti
senti strana.
“O-ok,
glielo chiederò”.
La
conversazione finisce.
Sedete entrambi
al chiosco dell’Ichiraku e, involontariamente, il gomito di Minato sfiora
il tuo. Non puoi fare a meno di sorridere: non hai mai provato tante emozioni
diverse in un solo giorno.
Paura,
quando ti hanno rapita; terrore, quando hai compreso ciò che volevano da
te; sollievo, quando sei stata salvata; gioia, quando ti sei resa conto che si
trattava di Minato; infantile imbarazzo, quando quest’ultimo –da
sempre irraggiungibile- si è dimostrato gentile con te.
Non con
una dodicenne qualunque, ma con Kushina Uzumaki, l’ultima arrivata, la
mocciosa soprannominata “pomodoro” per via del suo volto paffuto e
dei suoi curiosi capelli vermigli. Sei decisamente in preda
all’incredulità: non pensi di meritarlo. A Konoha, fin ora,
nessuno si era mostrato tanto cordiale e gentile nei tuoi confronti.
“Ti
piace il ramen?” ti chiede Minato con tono gioviale, rompendo il silenzio
che si è creato tra voi.
“Scherzi?
Io lo adoro!” esclami, forse troppo entusiasta, infatti ti correggi
subito “Cioè… volevo dire che… sì, mi piace!
Non volevo urlarlo… sai, a volte sono un po’ troppo…”.
“…troppo?”
conclude lui al posto tuo.
“Beh,
sì” ammetti imbarazzata. “Mi spiace”.
Lui
scoppia in una delle sue solite risate cristalline.
“Non
deve dispiacerti!” ti rassicura. “Lo trovo carino! È
qualcosa di spontaneo, naturale… mi piace”.
Lo dice
come se fosse la cosa più normale del mondo, ma la tua faccia acquista
il medesimo colore dei tuoi capelli.
“Dai,
adesso basta” sbotti vagamente a disagio. “Rischi di farmi andare
il ramen di traverso!”.
“Allora…
spero di fartelo andare di traverso per sempre”.
Spalanchi
gli occhi, incredula.
“No,
scusa!” esclama lui, finalmente impacciato. “Volevo solo…
essere romantico, ecco!” conclude, ridendo di se stesso.
Non puoi
fare a meno di sorridere.
“Non
era per nulla romantico, sei proprio una frana” lo prendi in giro.
Vi
guardate in silenzio per un breve istante, poi continui.
“In
ogni caso anch’io vorrei che mi andasse di traverso per sempre”
dici rallegrandoti. “Nei limiti del possibile, ovvio!”.
In quel
momento entrambi capite che siete fatti l’uno per l’altra.
Più
o meno.
<3
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Ennesima
MinaKushi made in Mela, smielata e tutto il resto. Mi scuso per queste
cavolate, ma ora che ho finito anche la maturità la mia vita è
priva di senso!
Spero vi
piaccia comunque, nonostante faccia cariare i denti <3
Clà-senza-ragione-di-vita