Anime & Manga > HunterxHunter
Segui la storia  |       
Autore: dream_more_sleep_less    06/07/2010    0 recensioni
Questa è una mia idea di come possa essere stato il passato di Hisoka. I suoi genitori sono prestigiatori e viene allevato dalla sua balia Carmen, e ora che i uoi genitori partono per l' ennesima tourne lui incontra Miyu, la figlia di Carmen... (nuovo personaggio)
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hisoka
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Quelle carte comparivano e scomparivano dalle mani del prestigiatore con tanta grazia e maestria, nello stesso modo in cui una ballerina danza, davanti a lui c'era suo padre: grande prestigiatore come sua madre! Un asso di cuori diventava una rosa rossa, e dalla sua manica uscivano colombe, ma quando vedeva le carte sparire e ricomparire da una mano all'altra! Erano i suoi trucchi preferiti!
Sua madre entrò in quel momento nella stanza, era una donna bellissima con lunghi capelli rossi, i quali sono stati ereditati anche da suo figlio. “Cosa c'è mamma?” “Nulla.. Ricordati che domani andremo via per tre mesi io e tuo padre, ricordi il tour?”
Il bambino aveva solo sei anni e da quando era venuto al mondo i suoi genitori lo lasciavano solo, per andarsi ad esibire nei più grandi e famosi teatri del mondo. La loro era pura e semplice passione, a volte loro figlio pensava che i suoi genitori amassero di più la loro carriera che lui, e molte volte se ne convinceva ma meno se ne dimenticava.
Il figlio della donna abbassò la testa, ma la madre dolcemente con le dita lo obbligò a guardarla negli occhi. “Tesoro. Questa volta non sarai solo con te ci sarà oltre a Carmen anche sua figlia, ha la tua stessa età sai? Non ti preoccupare andrà tutto bene. Appena finiremo con il tour torneremo subito a casa da te va bene? E ora fammi un bel sorriso.” Suo figlio esitò ma poi sorrise, un sorriso cristallino che solo i bambini sanno fare! “Mamma almeno questa bambina giocherà con me? Verrà nel bosco? E farà tutte le cose che faccio di solito io, o vorrà giocare con le bambole?”. La madre sorrise, gli diede un buffetto e disse “Lo vedrai da te! Ti porteremo tanti bei regali da ogni città che visiteremo te lo prometto.” Il figlio la guardò tristemente negli occhi e disse “Mamma io non voglio regali ma che tu e papà restiate più tempo con me”. Sua madre gli sorrise tristemente anche lei, lo baciò sulla fronte ed uscì dalla stanza.
Ogni volta che faceva quella domanda sua madre non rispondeva mai ma sorrideva tristemente e poi se ne andava baciandolo sulla fronte., non capiva il motivo del suo comportamento, forse era troppo piccolo per capire certe cose! Tornò così ad ammirare i prestigi e le illusioni del padre, si fece rapire come ogni volta da quei movimenti perfetti delle mani, suo padre era fantastico! Solo che era raro che gli insegnasse qualcosa, ciò che sapeva fare era perché glielo aveva insegnato la madre oppure da dei libri o più semplicemente osservando i gesti del padre. Per riuscire a mischiare bene le carte spese un mese ad osservare suo padre o sua madre a vederlo fare loro, alla fine ci riuscì
e quando andò a mostrare ciò che aveva imparato al padre, egli non disse nulla si limitò a borbottare qualcosa, prima di tornare ai suoi impegni. Inutile dire che suo figlio ci rimase male! Alzò lo sguardo per cercare quello del padre, ma lui non c'era più, era bastato quel millesimo di secondo di distrazione per non accorgersi che suo padre si era dileguato come a suo solito. Allora decise di uscire a giocare nel bosco, tanto che altro poteva fare? Se sarebbe rimasto li si sarebbe annoiato tutto il giorno. Passò il resto della giornata a zonzo per il bosco, andò anche a fare il bagno nel lago che era ai piedi della montagna, quando si incamminò per tornare a casa era ormai tardi e sicuramente sua madre era infuriata. Nell'arco di tempo di quella giornata aveva pensato molto, si era chiesto come poteva essere quella bambina che sarebbe arrivata l'indomani mattina a casa sua, sua madre oltre al fatto che aveva la sua stessa età non gli aveva detto nient'altro. Alzò lo sguardo al cielo ma non vide che i rami e le foglie degli alberi, si era già accorto che il sole stava tramontando ma ora era più che evidente che il sole era tramontato per lasciare posto alla notte.
Iniziava anche a fare già freddo, ma lui ci era abituato, iniziò a correre
perché altrimenti sua mamma si sarebbe arrabbiata ancora di più e poi non aveva intenzione di sentire anche la ramanzina del padre.
La strada per casa sua era abbastanza lunga, ci mise una mezzora buona e non smise mai di correre, e quando arrivò davanti alla porta di casa sua, la madre lo aspettava con un espressione che non augurava nulla di buono. “Ti sembra l'ora di tornare a casa?” disse risoluta e con le mani sui fianchi, il figlio abbassò la testa “Scusami mamma mi dispiace non volevo arrivare così tardi a casa è che...”. Non finì la frase che la madre gli disse subito “Fila in bagno a lavarti o ti lascio fuori per tutta la notte chiaro?” più che una domanda se avesse capito o meno era un ordine, erano rare le volte in cui sua madre si arrabbiava ma quando lo era veramente diventava una furia: diciamo che in quel momento non era al cento per cento, ma solo al cinque per cento, perché se no altro che rimprovero. Entrò in casa di corsa e si fiondò in bagno, aprì l'acqua calda e vi versò il bagnoschiuma, poi si spogliò e si immerse nella vasca, quando poi fu piena, chiuse l'acqua e si immerse completamente sott'acqua. Non aprì gli occhi, perché quando lo aveva fatto la volta prima gli bruciarono per due giorni interi, non sapeva che il sapone irritava gli occhi. Quando riemerse dall'acqua per prendere fiato e finire di lavarsi vide sua madre ai bordi della vasca, indossava il vestito che aveva da quella mattina: bianco con dei fiori rossi, e con le spalline. “Sai che sono esattamente due minuti che sei senza fiato? Potresti fare il sommozzatore da grande sai?”. Aveva un espressione sorpresa sul bel viso, lui la guardò timidamente “Sei ancora arrabbiata con me mamma?” “Dipende!”. “Dipende?” Fece eco il figlio. “Dipende se riuscirai a lavarti in meno di cinque minuti e presentarti in cucina per mangiare potrei non esserlo più.”
E uscì dalla stanza facendogli l'occhiolino. Il bambino allora iniziò a fare ciò che le aveva chiesto la propria madre, lui teneva molto a lei e non voleva recarle dispiacere. Così come promesso in meno di cinque minuti riusci a presentarsi a lei pulito e profumato, la donna lo esaminò attentamente e alla fine decretò il verdetto: “Va bene ti perdono in quanto sei riuscito ad arrivare sano e salvo fino a qui.” disse scherzosamente con tono solenne. “E ora a tavola che devi mangiare se vuoi crescere”. Al piccolo tornò il sorriso sulle labbra e si andò a sedere a capotavola, la madre gli spiegò che il padre aveva già mangiato e che era andato a letto perché era stanco, domani si sarebbe dovuto svegliare presto. Lui ci rimase male perché a sentire dalle parole dette da sua madre, suo padre non sembrava preoccupato minimamente per il suo ritardo a casa, così il sorriso se ne andò di nuovo. Sua madre se ne accorse e ne intuì anche il motivo
“Non era preoccupato per te perché sapeva che non ti era successo niente, e anche io non ero preoccupata per te ma perché avevamo stabilito un accordo e tu non lo hai mantenuto; capito ora?” lui le sorrise e divorò lo spezzatino in un attimo. Quando ebbe finito, la madre gli disse di andare a lavarsi i denti e che al resto ci avrebbe pensato lei, lui corse in bagno si lavò i denti velocissimamente e
corse in camera sua ad infilarsi sotto le lenzuola. La sua camera da letto era grande, appena entravi sulla destra c'era un comodino con sopra una lampada, e al muro c'era l'interruttore del lampadario che era attaccato in mezzo alla stanza,
poi c'erano degli scaffali bassi sotto la finestra, poi un altro comodino con sopra una lampada, un mazzo di carte, una cornice con la foto di lui e dei suoi genitori
e una scatolina piena di sassi e biglie di vetro. Poi c'era il letto, era fatto in legno
con il piumone blu e le lenzuola bianche, poteva sembrare scomodo ma in realtà era il contrario, mentre appena si entrava ma dalla parte sinistra c'era un comò con dentro tutti i suoi vestiti, mentre sopra c'erano appoggiati libri disegni e un paio di vasetti pieni di sabbia colorata e la porta del bagno, invece la parete davanti alla porta era vuota. In quel momento sentì la porta aprirsi e vide sua madre entrare e andare verso di lui, “Allora domani ti sveglierò presto perché anche Carmen e sua figlia arriveranno presto proprio perché noi partiremo appena lei arriverà va bene?” il figlio sbadigliò e chiese con la voce impastata dal sonno “Mi dici com'è la bambina che verrà a farmi compagnia? Perché non melo vuoi dire?”.
“Perché lo vedrai tu va bene? E ora vai a nanna se no domani col cavolo che ti svegli presto non è vero?” annui. La donna gli diede un bacio sulla fronte e gli augurò la buonanotte e i sogni d'oro, lui sorrise e si addormentò come un sasso.




****




“Mamma io non ci voglio venire!” la peste di sei anni puntò i piedi in terra per fare in modo di non essere portata via contro la sua volontà, ma a sei anni contro una donna di ventotto era un po' dura soprattutto se era la propria madre.
“Questa me la paghi io non ci volevo venire, uffa non mi potevi lasciare a casa?” ora stava battendo i piedi per terra e strillava come la mocciosa la quale era. La madre le diede uno
cappellotto sul sedere poi le disse severa inginocchiandosi per essere alla sua altezza. “Sentimi piccola peste se non stai buona o ti mando dai tuoi zii e poi mi ridici se la cosa ti interessa chiaro?” la bimba abbassando gli occhi e sbuffando seccata rispose “Si mamma farò la brava non ti preoccupare”. La madre allora si ritirò su e continuò a camminare sul ciglio della strada tenendo per mano la figlia di sei anni che era una vera peste. La campagna che le circondava era immensa e deserta, ad un tratto però passò un camioncino rosso, la donna allora fece segno di accostare.
L' uomo abbassò il finestrino del vecchio
camioncino, “Scusi potrebbe darci un passaggio fino al paese, vedo che lei va nella nostra direzione? Vede io e mia figlia dobbiamo andare a casa di..” non terminò la frase che il vecchio con la barba sorrise e disse “Carmen!! Non ti preoccupare ti accompagno volentieri d altronde devo andare anch' io da loro per portare della verdura”.
Carmen sorrise. “Scusami non ti avevo riconosciuto, allora io e mia figlia possiamo salire dietro, tanto non manca molto vero al villaggio?” Il vecchi annui e scese per aiutarle a salire sul retro del vecchio furgoncino, c'erano due sacchi e due
cassette in legno, dove le due vi si sederono. Tra poco sarebbe stata l'alba.
Il vecchio risalì sul al volante e mise in moto la vecchia carretta.
Faceva freddo, soprattutto
perché loro non erano all'interno dell'abitacolo ma nella parte usata per trasportare le cose che servivano ai contadini.
La piccola si addormentò con la testa sulle ginocchia della madre, mentre lei ammirava il paesaggio; poteva dire di essere felice
perché fra poco lo avrebbe rivisto; per lei era come un secondo figlio e gli voleva bene quanto ne voleva a sua figlia. Però era triste per lui perché i suoi genitori non avevano mai tempo per lui soprattutto suo padre, quell'uomo non lo aveva mai capito ne tantomeno sopportato.
Accarezzò la testolina della figlia scompigliandole i capelli che erano sfuggiti alle due codine.




****




“Ei? Su svegliati! Fra poco sarà l'alba e Carmen sarò qua, svegliati su dormiglione”. La donna
scuoteva il figlio che dormiva come un sasso, ma senza troppo successo. “Se non ti svegli ti tiro un secchio d'acqua addosso.” Il bimbo aprì immediatamente gli occhi dicendo “Eccomi sono sveglio mamma!”. Lo guardò “Io avrei scommesso che ci avresti impiegato più tempo a svegliarti senza il mio metodo infallibile”. Il piccolo si grattò la testa rossa imbarazzato. “Ora vieni giù che la colazione è pronta ma prima vestiti fra poco arriverà Carmen con sua figlia ed esigo che tu sia per lo meno presentabile chiaro?” Lui sbuffò e saltando giù dal letto disse “Si va bene”.
Sua madre uscì dalla stanza facendogli segno di muoversi a vestirsi, allora sbuffò per la seconda volta annuendo. Si diresse verso il comò e prese un paio di pantaloni lunghi larghi e una maglia a maniche lunghe blu. Si lavò la faccia nel bagno che aveva in camera sua e poi corse di sotto a fare colazione.
Si mangiò tre fette biscottate con la marmellata alle fragole e bevve una tazza di
caffellatte, poi ritornò in camera sua per lavarsi i denti.
La madre del bambino era in cucina a sparecchiare quando udì qualcuno
bussare alla porta di casa, così “Scendi peste è arrivata Carmen!”gridò per farsi udire dal figlio. Aprì la porta e si trovò davanti una donna di ventotto anni con i capelli nere tenuti in una crocchia e un giaccone per il freddo. Poi notò una testolina castana! “Signora le ho portato la verdura come mi aveva chiesto” disse dietro Carmen un anziano signore dalla barba lunga. “Si mettete pure in cucina, scusa Carmen potresti aiutarlo mentre io vado a prendere la peste di mio figlio che non è ancora scesa?” L'altra rispose “ Si fai pure tanto basta che metto la roba dove la mettevo sempre no?” chiese, l'altra annui mentre scappava su per le scale a recuperare il figlio. Lo ritrovò bagnato fradicio “Si può sapere che cosa hai combinato?” chiese la madre inviperita, “Ehm....ehm...... beh... ecco è che...”
 “Shhh non lo voglio sapere ora vieni giù a conoscere la figlia di Carmen” lo agguantò per una mano e lo accompagnò di sotto. Quando arrivò giù l'anziano signore se ne era già andato e vide Carmen seduta in salotto con in braccio la bambina che aveva visto prima.
Il bambino vedendo Carmen iniziò a
correre e le saltò addosso abbracciandola non badò nemmeno alla bambina che fino a qualche attimo fa si trovava seduta in braccio alla donna. La rossa però lo riagguantò per la maglietta e lo costrinse a staccarsi dalla donna, “Pel di carota stai attento a quello che fai” si sentì dire il bambino, il quale si voltò verso una bambina della sua stessa eta con i codini. “E tu chi sei?” chiese il bambino stranito.
Carmen si alzò dalla poltrona bianca e disse “Questa è mia figlia Miyu, e ha la tua stessa età, è testona cocciuta ed è un maschiaccio” poi le scompigliò i capelli. Poi fu il turno della rossa e disse “Lui invece è Hisoka e ha sei anni come te Miyu, spero che ti
divertirai qui con lui”. I due bambini si guardarono in cagnesco e si fecero la linguaccia.
Arrivò il padre di Hisoka e disse “Su andiamo!” prese i bagagli e andò fuori ad aspettare che la moglie avesse finito di fare le raccomandazioni a Carmen e a
quella peste di Hisoka.
Nessuno sapeva che da quell'incontro tra Hisoka e Miyu molte cose sarebbero cambiate, infatti i due saranno legati da qualcosa di
indissolubile, ed incomprensibile per tutti se non che per loro.

 

 

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > HunterxHunter / Vai alla pagina dell'autore: dream_more_sleep_less