Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Laitalee    20/07/2010    3 recensioni
una dramione a dieci anni dalla fine della scuola... i personaggi sono ooc, ma credo sia lecito considerando che sono invecchiati... buona lettura! La libreria si chiamava Akasha e il loro motto era “Vi troviamo tutto ciò che sia mai stato scritto!”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Erano anni che non tornava a visitare il quartiere magico di Dublino, chiamato Owl Lane. Era in visita da amici che stavano per avere il secondo figlio e voleva fare un po' di compere, mentre aspettava l'uscita dell'amica dall’ospedale magico, dopo gli esami di routine. Tutto sommato le faceva piacere riuscire a fare shopping magico di persona e non per corrispondenza, come aveva fatto da un anno a questa parte, per evitare l’ex marito che era andato ad abitare a Diagon Alley dopo la separazione; e soprattutto voleva vedere la sua libreria preferita, in cui non aveva mai messo piede, malgrado fosse aperta ormai da diversi anni, perchè Ron era sempre troppo pigro per viaggiare. Era da diversi anni che c'era, due o tre dopo la sconfitta di Voldemort, avvenuta per mano di Harry Potter.

La libreria si chiamava Akasha e il loro motto era “Vi troviamo tutto ciò che sia mai stato scritto!”; si vantavano di avere anche il famigerato diario di Tom Riddle che tanti guai aveva causato a Hogwarts, parecchi anni prima, inoltre disponevano di un catalogo enorme. Era la prima e più fornita libreria multiculturale del mondo magico, poiché vendeva anche libri e musica dei Babbani ed aveva un equivalente nel mondo Babbano, dove vendeva libri di magia approvati dal ministero purché non fossero pericolosi per i Babbani, visto che alcuni contenevano incantesimi che potevano essere messi in atto anche da gente comune. Lo chiamavano esoterismo ed aveva scoperto, leggendo i libri di Akasha, che tra i Babbani erano in parecchi a interessarsi di magia, a studiarla ed a cercare di praticarla. Nella libreria c'erano anche impiegati Babbani, ma dovevano avere almeno un parente magico, perchè avevano competenze specifiche sul loro mondo e che i maghi non disponevano, inoltre dovevano avere una spolverata di conoscenze sul mondo magico. Era stato il suo ex suocero a fargliela conoscere, in quanto ci ordinava tonnellate di libri, ma quasi nessuno conosceva il proprietario, anche se giravano strane voci che fosse un Magonò, o una società di maghi stranieri, ma non si sapeva con certezza. Lei stessa conosceva solo la sua elegante calligrafia, con cui vergava consigli di lettura sulle nuove uscite ogni volta che le mandavano il catalogo a casa, una volta al mese, e la D ed il sigillo a forma di drago che si morde la coda che usava come firma. Ci azzeccava sempre, ma probabilmente, dopo aver visto quali erano i suoi acquisti, si era fatto un’idea dei suoi gusti e la consigliava di conseguenza, tuttavia erano sorprendenti l’acutezza e la precisione di alcuni suggerimenti, pareva quasi che la conoscesse, perché erano sin troppo pertinenti, alle volte.

Guardò a lungo la vetrina, studiandone i libri esposti ed ammirando le due penne incantate e multicolori che scrivevano con inchiostri fosforescenti i titoli delle ultime uscite e il motto della libreria su una pergamena che tornava bianca dopo ogni passaggio. Aprì la porta ed un campanellino annunciò la sua entrata; il negozio pareva vuoto, finché non vide un uomo arrampicato su una scala che sistemava libri sullo scaffale in alto. Aveva jeans, una camicia verde chiara e un cappellino da baseball, da cui spuntavano lunghi capelli chiarissimi stretti in una coda, non riusciva a capire se biondi o bianchi. Un commesso, pensò, chissà se è un mago o un Babbano? Ormai erano parecchi a vestire alla Babbana, anche tra i maghi, soprattutto i più giovani. Probabilmente un Babbano, si disse, un mago avrebbe messo a posto i libri con un semplice colpo di bacchetta. Lui era alto, spalle larghe, movimenti atletici, poteva anche essere un ragazzo appena uscito da Hogwarts, effettivamente.

Arrivo subito” disse questi senza girarsi, con una voce stranamente familiare. Si guardò attorno, mentre aspettava e infine il commesso scese dalla scala, buttò nel retro gli scatoloni, si tolse il cappellino e mentre arrivava dietro il bancone cominciò a dire: “come posso aiut...”

Si interruppe, di stucco. Si guardarono negli occhi, troppo sbalorditi per parlare, poi, contemporaneamente, dissero:

Hermione Granger!”

Draco Malfoy!”

Draco scoppiò a ridere, riprendendosi per primo dalla sorpresa. Fece il giro del bancone, porgendole la mano.

La mia più fedele cliente!” esordì “Mi chiedevo da parecchio quando saresti venuta a vedere il mio negozio, ce ne hai messo del tempo!”

Hermione era ancora più sbalordita: “T - tuo?” balbettò.

Mio, certo! Non mi vorrai dire che proprio tu non lo sapevi?”

No, non lo sapevo... oh cielo!” arrossì.

Draco rise ancora: ”Ma no, non ci credo! Sono anni che ci scriviamo e non lo sapevi? È vero che non mi firmo, ma chi altri pensi che possa usare un drago verde ed una D per sigillo? Dracula?”

Oh, non avevo mai collegato... ma com’è possibile, sei l’ultima persona che avrei mai pensato che potesse aprire una...” esitò, guardandosi intorno.

Una libreria multiculturale?”

Draco sorrise, forse con un po’ di amarezza, e si appoggiò al bancone, le braccia conserte, preparandosi a spiegarle e Hermione si concesse un istante per guardarlo meglio, mentre lui evidentemente radunava le idee. Oltre all’abbigliamento da Babbano, aveva piccole rughe sottili attorno agli occhi e agli angoli della bocca e nel biondo chiarissimo si intuivano molti capelli bianchi, dandogli l’impressione di avere qualche anno in più dei 34 che doveva avere. Ma gli occhi grigi, lungi dall’esser freddi e arroganti come li ricordava, erano caldi, sereni, con una traccia di divertimento. Tutta la sua postura trasmetteva calma, serenità, persino sensualità, si sorprese a pensare. Diamine, era davvero bello! Lo era stato anche a scuola, ma come poteva anche solo sfiorarla l'idea di trovare attraente un dannato bullo arrogante come lui? Sbirciò brevemente il braccio sinistro, dove le maniche un po’ arrotolate svelavano il marchio nero, ormai molto sbiadito e solcato da diverse cicatrici bianche che lo deturpavano. Doveva aver visto brutti momenti, senza dubbio, ma quello che aveva davanti era un Draco diverso, maturo, adulto, consapevole. Come Ron non era mai arrivato ad essere, pensò di sfuggita.

Draco si accorse dello sguardo e si carezzò distratto il braccio: “Già, è una lunga storia...” disse, restituendole una lunga occhiata indagatrice.

Hermione era diventata davvero bella, pensò. Se la ricordava al ballo del ceppo, quasi vent’anni prima, la prima volta che aveva pensato che lo fosse, ed ora la sua opinione poteva essere ampiamente confermata: il viso e le forme si erano arrotondate, era maturata parecchio ed il corpo era diventato più femminile e sensuale, sotto la veste estiva da strega. Solo negli occhi e nella piega delle labbra si intuiva qualcosa di amaro, una tristezza recente che non aveva ancora inciso troppo profondamente di rughe la pelle delicata, ma solo l’anima.

Vuoi un caffé, un tè? Abbiamo anche un angolo bar” chiese Draco per superare il momento di imbarazzo. Mentre preparava il tè entrò in negozio un ragazzo di circa 18/19 anni, vestito alla Babbana con ampi jeans a vita bassa, una maglietta enorme con il logo di Hogwarts sulla schiena e lo stemma di Tassorosso sul petto, uno zainetto viola e uno skate dello stesso colore.

Mi scusi il ritardo, signor Malfoy” disse entrando “purtroppo la mamma ieri ha rotto la macchina e stamane ho dovuto accompagnarla al lavoro in metropolitana, perchè lei aveva paura di perdersi, e così ho tardato”

Non ti preoccupare, David, come vedi sono riuscito ad aprire anche senza di te...” disse Draco sorridendo “Alle 11 dovrebbe arrivare anche Steve, per quell’ordine da 2 scatole per il signor Harris. Come vedi io ho una cliente piuttosto speciale, stamane, per cui se non ti spiace ora ci ritiriamo in ufficio, ok?”

Il ragazzo assentì, guardando Hermione con curiosità, finché non chiusero la porta dell’ufficio. Restarono in silenzio, Draco lasciò a Hermione il tempo di guardarsi attorno, ammirando la mobilia semplice e le casse di libri accumulati contro le pareti. La cosa più sorprendente fu che nell’ufficio c’erano il telefono e l’elettricità, come dimostrava la lampada sul soffitto e soprattutto il personal computer poggiato su una scrivania dietro la porta. Lei lo guardò a dir poco sbalordita e Draco sorridendo le spiegò, mentre versava il tè nelle tazze “Lo usa Steve, di solito, mi fa da segretario personale: con la clientela e soprattutto con fornitori Babbani è necessario essere dotati di computer e di cellulare, ma io devo dire che li apprezzo ancora pochino. Riesco a leggere e spedire la posta elettronica, navigo un po' in Internet, ma senza Steve sarei del tutto smarrito!”

Hermione era sempre più sbalordita e non sapeva che dire. Draco lo notò e ne fu incuriosito: “Davvero non sapevi che sono io il proprietario di Akasha?”

No, non lo sapevo assolutamente, voglio dire, sapevo che avevi aperto una libreria, dopo la scarcerazione tua e di tua madre, ma non mi aspettavo assolutamente che fosse di questo genere, insomma...”

Già” sospirò Draco “col mio passato uno si sarebbe aspettato piuttosto che avrei rilevato Magie Sinister, vero?” c’era un vago accento di amarezza nella sua voce, ma sorrideva. “È curioso che tu non lo sapessi, dopotutto è stato Harry Potter in persona a venire a verificare il mio negozio quando ho aperto e in seguito lui e Ginny sono diventati miei clienti, per non parlare di Weasley padre! Avrei detto che dovevi saperlo anche tu, vista la quantità di libri che mi hai ordinato!”

Bè, ecco...” la verità era che se anche Harry lo sapeva, visto che ogni negozio che avesse contatti con i Babbani veniva controllato dall’ufficio Auror, di cui Harry era a capo da diversi anni, era da altrettanto tempo che lui e Ron non si parlavano più, per cui Hermione non aveva mai avuto occasione di chiedergli chi fosse il proprietario, ed ora che stavano ricucendo i rapporti, dopo il divorzio, non era certo la cosa principale di cui parlavano, insomma! Così come non ne aveva mai parlato con il suocero, visto come erano andate le cose con Ron...

Già, Ron... era diventato assurdamente geloso di Harry, della sua carriera, del rapporto che continuava ad avere con Hermione, malgrado non fosse altro che amicizia, ma lo mandava in bestia che andassero molto più d’accordo di quanto riusciva a fare lui con Hermione e dopo che lei era diventata giornalista alla Gazzetta del Profeta e che Harry era stato promosso, non aveva fatto altro che sprofondare in un abisso di autocommiserazione e depressione, aveva cominciato a mandare a quel paese tutti i suoi rapporti di amicizia, a chiudersi in se stesso, infine aveva preso a bere ed il loro matrimonio era naufragato, esattamente un anno prima. Purtroppo nemmeno Harry si era comportato troppo bene con Ron, alla fine della guerra si era costruito un atteggiamento di superiorità per la vittoria contro Voldemort che gli era costato molti rapporti, tra cui Ron e buona parte degli ex partecipanti all’Esercito di Silente, come Neville Paciock, i gemelli Weasley, Dean Thomas, Luna Lovegood e molti altri, per parecchio tempo si erano allontanati e solo di recente stavano riallacciando i contatti... Così, ora che Hermione era libera poteva viaggiare ed andare a trovare gli amici, quelli sopravvissuti alla guerra, e fare shopping senza la zavorra sbuffante e lamentosa del marito. Ma non era dell’idea di raccontare queste vicende a Draco Malfoy, certamente!

E’ una storia lunga” disse, distogliendo lo sguardo e arrossendo leggermente. “Non me l’ha mai detto, comunque”.

Già” commentò Draco, indovinando il disagio. Malgrado il tempo avesse sanato molte delle sue ferite interiori e lo avesse cambiato parecchio, anche per lui non era esattamente Hermione Granger la persona con cui agognava parlarne, ma era curioso di capire da dove arrivasse tutto il dolore che le vedeva negli occhi. I vincitori delle guerre non dovrebbero essere più felici dei perdenti?

Sicuramente saprai com’è andato il processo alla mia famiglia” disse, asciutto “dopo un paio di anni ad Azkaban mi hanno scarcerato per assistere mia madre, che in carcere si è ammalata, dato che ero il solo parente rimasto, dopo la morte di mio padre nella battaglia finale contro il Signore Oscuro, ma solo a patto che non usassi mai più la magia e così mi hanno spezzato la bacchetta... e dato che hanno congelato i nostri beni, ci siamo trovati nella Malfoy Mansion, senza un soldo e sommersi di debiti. Abbiamo cominciato a vendere le cose di minor valore e qualche libro e vendendo quelli ho scoperto che c’era un nuovo e fiorente mercato di libri, tra maghi e Babbani, ed ho pensato che poteva essere una buona occasione per tirarci fuori dai guai, visto che sono cresciuto tra libri antichi ed un po' me ne intendevo, visto che erano la passione di mio padre. E quando lei è morta, pochi anni dopo, mi hanno amnistiato per buona condotta, ed ho potuto tenermi la libreria e continuare a lavorare, da solo...” si interruppe, incupito dai ricordi.

Incredibile” fu la sola cosa che riuscì a dire. Hermione era impressionata dal dolore che si era disegnato sul suo viso, e si chiese che cosa dovesse aver passato per trasformarsi da fiero Serpeverde e Mangiamorte a un appassionato conoscitore della cultura e del mondo Babbano, come dimostravano le sue note ai cataloghi... lui parve di nuovo indovinarlo, ed il suo sguardo di ghiaccio si indurì ulteriormente.

Ti sorprende così tanto, Granger, che si possa cambiare così drasticamente idea? Ma ci pensi mai a quanto eravamo giovani, quando siamo stati proiettati in tutto quell’incubo? Io sono stato educato per diventare Mangiamorte e ti assicuro che ce n’è voluta di sofferenza per farmi cambiare idea, ma ora sono convinto che chiunque abbia passato tutto quel dolore senza comprendere un po' di più della vita e delle persone possa essere soltanto un idiota! E mi vanto di non esserlo, grazie al cielo!” concluse duramente.

Hermione arrossì, era diventata assurdamente emotiva, le pareva di non esser più capace di rispondere a tono, dopo tutte le sfuriate di Ron, ma disse, velocemente “scusa, non intendevo offenderti! Volevo solo dire che non mi aspettavo fossi tu il proprietario di Akasha, certo devi averne passate di cose, anche tu...” si impappinò e distolse lo sguardo, cosciente di stare peggiorando la situazione.

Non ti scusare” disse piano Draco “è colpa mia, non intendevo aggredirti... è che ho dovuto difendere la mia posizione molto spesso, negli ultimi anni, per cui sono sempre sulla difensiva su questo argomento. Ho cercato di mantenere il più possibile il riserbo, sul fatto che la libreria fosse mia, per non dover sempre dare spiegazioni a tutti, ma poi chi lo scopre finisce col farmi il terzo grado, come se non avessi il diritto di rifarmi una vita, nemmeno fossi stato chissà quale criminale. Ma non sono mai stato coinvolto nella parte peggiore della guerra, dopo il mio fallimento il solo su cui si accese l’interesse del Signore Oscuro fu mio padre e lo usò come una marionetta finché non venne ucciso...” la voce di Draco si spense, guardava nel vuoto. Girò lo sguardo nell’ufficio, lo posò sulle scatole di libri e sul computer, e gli tornò il sorriso.

Per fortuna nella vita vengono date altre occasioni, ed arrivano dalle cose più impensate... Non ci crederai, ma sono stati anche i libri e la musica dei Babbani ad aiutarmi a superare i danni della guerra. Me ne sono letti tonnellate, negli anni, ed ho scoperto che anche nel mondo dei Babbani ci sono state guerre altrettanto insensate e piene di dolore, eppure hanno saputo produrre poesia e letteratura incredibile, che i maghi non sanno nemmeno che esistano! Ci limitiamo a stupirci per l’elettricità, per tutti gli aggeggi che si inventano, pensando che siano buffi, quando dei Babbani non abbiamo capito nulla, perchè non sappiamo nulla della loro storia, delle loro storie, del fatto che siamo semplicemente esseri umani, tutti quanti, indipendentemente dal grado di potere magico che possediamo... sono ormai diventato un sostenitore dell’idea del vecchio Weasley, che dice che dovremmo insegnare ai nostri ragazzi anche la loro letteratura, per capirli meglio e non rifare i loro errori, come abbiamo dimostrato con le guerre che ha scatenato il Signore Oscuro. Hai mai letto Shakespeare? O Dante Alighieri? O Kurt Vonnegut? O Steinbeck?” infervorato, Draco condusse Hermione di nuovo in negozio, mostrandole i nuovi arrivi ed i libri che amava di più e Hermione lo guardava con tanto d’occhi. Era una persona profondamente diversa, quella che aveva davanti, somigliava al Draco dell’adolescenza come una vecchia foto, la faccia era quella, la voce anche, ma l’anima era totalmente cambiata... Hermione si scoprì a chiedersi se fosse sposato, se avesse una compagna, ma non osava chiederlo. Si lasciò incantare dal suo entusiasmo e quando uscì, carica di libri, sperò che il caloroso “ci vediamo presto”, con tanto di abbraccio, con cui si erano salutati, volesse dire qualcosa di più di “torna a trovarmi in negozio”.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Laitalee