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Autore: lames76    21/07/2010    3 recensioni
Un ragazzo come tanti altri del XX secolo viene investito da un compito importante, entrare in un'ordine di cavalieri che devono vegliare sul passato. Riuscirà ad adattarsi? Come si comporterà nella sua prima missione?
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Settimo Cavaliere'
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Menion si ritrovo' nella radura vicino al villaggio gallese in cui era apparso quando era tornato per telefonare ai suoi genitori. Senti' immediatamente un brivido corrergli lungo la schiena e si giro'.
Ad un centinaio di metri da lui il Segugio lo stava fissando.
Il ragazzo sollevo' la spada magica usandola come uno scudo e cercando di farsi coraggio. L’essere maligno inizio' ad avanzare verso di lui. Sembrava fluttuare nell’aria e la sua espressione, se di espressione si poteva parlare, era esultante.
Man mano che la distanza che li separava diminuiva Menion senti' tutta la sua sicurezza scomparire come neve al sole, le gambe gli iniziarono a tremare con sempre maggiore vigore, le braccia gli parevano di burro e la spada sembrava un semplice pezzo di metallo morto tra le sue mani. La magia della lama sembrava scomparsa.
Quando il Segugio gli arrivo' a cinque metri non riusci' piu' a guardarlo, mentre le sue braccia crollarono di fronte a lui come prive di forza. La paura che lo pervadeva era troppo forte. La spada gli sfuggi' di mano e cadde a terra sonoramente. Non poteva fare niente per resistergli.
Il mostro gli arrivo' a pochi passi ed il ragazzo si ritrovo' a ranicchiarsi a terra in un ultimo tentativo di resistere al terrore... un tentativo completamente inutile.
Un semplice tocco e lui sarebbe letteralmente morto di crepacuore. Senti' una gelida risata risuonargli nelle orecchie mentre il Segugio si chinava per toccarlo.
Ebbe solo il tempo di pensare ai suoi genitori ed a Olimpia e poi... nulla.
Improvvisamente la paura svani' e lui senti' di essere di nuovo in grado di agire. Si alzo' ed afferro' la sua spada mettendosi in guardia. Ora sarebbe riuscito a battere quel mostro...
Sbatte' gli occhi sorpreso. Il Segugio si stava contorcendo dal dolore, mentre la lama di una spada gli spuntava dal mezzo del suo oscuro petto. Menion capi' che il terrore si era interrotto perche' il mostro era ormai morente. L’essere agonizzo' ancora un istante e poi scomparve in uno sbuffo di fumo nero. Cerco' di raccapezzarsi meglio e guardo' il suo salvatore.
Era una persona che indossava un’armatura da cavaliere completa di elmo con celata abbassata. Sotto i raggi del sole, la sua corazza sembrava risplendere di luce propria e dai suoi gesti calmi e ragionati emanava un senso di pace e calma.
"Grazie", si afferro' a dire lui ancora poco sicuro di cio' che era successo.
"Non c’e' di che", la voce dell’altro rimbombava da dentro il cimiero.
"Chi sei?", Menion ormai era curioso di sapere chi fosse il suo salvatore.
"Io sono il Primo Cavaliere di Faerie...", rispose l’altro rinfoderando la spada e spostando le mani per togliersi l’elmo. Menion si aspettava di vedere il viso di un arcigno uomo di mezza eta', magari con il viso adornato da qualche cicatrice, ricordo di epiche battaglie, ma si ritrovo' a scrutare le dolci fattezze del volto di una giovane ragazza. Aveva i capelli castani tagliati molto corti, occhi verdi con sfumature grigie e sul suo viso non v’era ombra di trucco. Il suo sorriso gli parve essere il riflesso del sole, tanto lo abbaglio'.
"...ma tu puoi chiamarmi, Giovanna", fini' la ragazza con voce dolce.
Il ragazzo rimase un lungo attimo a fissarla, stupito. Poi il suo occhio da archeologo e storico riconobbe le insegne dell’armatura della sua salvatrice.
"Insegne francesi", penso', "Giovanna... possibile che sia..."
"Si sono, la Pulzella d’Orleans", disse la ragazza come a leggergli nella mente, "Giovanna d’Arco"
"Perche' mi hai salvato?", chiese Menion allora.
"Perche' tu sei diverso da noi altri cavalieri di Faerie", spiego' la ragazza avvicinandosi a lui, "Noi siamo tutti morti...", il viso del ragazzo lascio' trasparire tutto il suo stupore, "...si, siamo morti per il nostro tempo e per le persone che conoscevamo, tu no. Tu potrai continuare la tua vita anche se resterai un cavaliere"
Menion era confuso da quella spiegazione.
"Prendi queste cose", Giovanna gli stava porgendo una collana e lo specchietto che aveva usato nella sua missione, "Lo specchio sai come usarlo e ti servira' per tornare a Faerie quando ti sara' richiesto", il ragazzo se lo infilo' in una tasca, "Questa collana servira' per chiamarti. Quando sentirai divenire calda la pietra che le fa da ciondolo saprai che c’e' bisogno di te"
Menion la prese e la indosso'. Il ciondolo era fatto di un materiale simile all’ematite, riflettente quasi come uno specchio.
"Ma la spada?", chiese allora, "Come potro' portarla con me nella mia vita di tutti i giorni..."
"Ti bastera' pensare che sparisca e lo fara'", rispose il Primo Cavaliere, poi vide il volto incredulo del ragazzo ed aggiunse, "Si, proprio cosi'. Desidera che sparisca e lo fara', se poi la rivuoi in pugno pensa a lei e la tua lama ti riapparira' in mano"
Per un istante Menion penso' che lo stesse prendendo in giro, ma poi noto' lo sguardo serio della ragazza e decise di provarci. Penso' intensamente che la spada gli scomparisse di mano e, come per magia, la spada lo fece! Dopo un attimo di sgomento penso' di rivolerla e la sua lama magica riapparve nel suo pugno.
"Bravo!", si complimento' con lui Giovanna, anche se c’era un pizzico di ironia nella sua voce, "Ora posso tornare a Faerie tranquillamente", dopo averlo estratto da una tasca, la ragazza poso' a terra uno specchietto simile a quello del ragazzo, "Un’ultima cosa, ti rimarra' anche la capacita' di poter capire e parlare tutte le lingue che sentirai"
"Un attimo!", la blocco' Menion confuso, "Ti potro' parlare di nuovo?"
Aveva mille domande da porgere a quella ragazza che per lui era sempre stata una grande eroina.
"Certo", rispose lei con un sorriso, "Sai dove trovarmi"
Intanto aveva estratto la sua spada e l’aveva piantata sulla superficie dello specchietto. Un passaggio di luce si era gia' formato ai suoi piedi.
"Un’altra cosa...", la blocco' ancora Menion, "Grazie"
Lei gli sorrise un’ultima volta mentre il sole luccicava sui suoi capelli corti, poi entro' nella luce.
Un istante dopo Menion era solo nella radura.




E così si conclude questo racconto.
Spero di avervi regalato qualche ora di divertimento e di svago.
Vi ringrazio tutte/i per avermi seguito fino alla fine, grazie per la pazienza e la compagnia.
Vi aspetto sul prossimo racconto del nostro Settimo Cavaliere, che inizierò a pubblicare dalla prossima settimana.
Ciao a tutte/i ed ancora grazie!
   
 
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