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Autore: Laitalee    25/07/2010    6 recensioni
una dramione a dieci anni dalla fine della scuola... i personaggi sono ooc, ma credo sia lecito considerando che sono invecchiati... buona lettura! La libreria si chiamava Akasha e il loro motto era “Vi troviamo tutto ciò che sia mai stato scritto!”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Luna Lovegood, Neville Paciock | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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III CAPITOLO

REDENZIONE DI UN MANGIAMORTE

La versione di Draco

di Hermione Granger.

La libreria Akasha, in Owl Lane, è la più grande e nota libreria multiculturale del mondo magico. Il negozio ha due entrate: una sul lato magico della strada ed una sul versante Babbano; è tagliata in due da una grande libreria a giorno, che divide le due parti, in modo che i Babbani non riescano ad entrare nel lato più specializzato in magia del negozio, ma che i maghi possano andare a loro piacimento nell’altro versante per avventurarsi nel mondo Babbano, attraverso le ultime novità editoriali, la musica ed il cinema, quest’ultimo sempre più importante nella cultura europea. Il negozio vende anche per corrispondenza, ma ora stiamo per scoprire che vale la pena venire a visitarla di persona, per vedere tutto quello che propone. A farci da anfitrione in questo viaggio, uno dei due titolari della libreria, la persona più inattesa: si tratta niente meno che di Draco Malfoy. Ultimo discendente delle due famiglie magiche più antiche e tristemente celebri del mondo magico, i Malfoy ed i Black, celebri per aver dato i natali, oltre a lui, a Bellatrix Lestrange Black, torturatrice dei Paciock, a Sirius Black, noto per esser stato ingiustamente condannato ad Azkaban per l’uccisione di 12 Babbani, causata invece da Peter Minus ed a Lucius Malfoy, padre del protagonista della nostra intervista, uccisore di 5 persone nello scontro noto come Battaglia del Ministero, morto ad Azkaban, dopo esser stato catturato alla sconfitta di Voldemort. La prima domanda che gli rivolgiamo riguarda proprio gli anni della prigione.

Gazzetta: quando sei uscito da Azkaban, e perchè?

Draco: sono uscito dopo un paio d’anni dalla sconfitta del Signore Oscuro, quando mia madre si è ammalata gravemente. Ero il suo solo parente rimasto e, a parte la cospirazione per aver attentato alla vita di Albus Silente ed il favoreggiamento di Mangiamorte, sono stato prosciolto da qualunque accusa grave, poiché mia madre mi aveva tenuto lontano dal campo di battaglia, e non ho mai partecipato a nessuna delle fasi salienti della guerra, così sono stato graziato, a patto che rinunciassi alla magia, ma per starle accanto avrei rinunciato a tutto. Ed è stato così, in un certo senso.

G: perché?

D: perché ci siamo ritrovato soli e praticamente allo sbando. Tutti quelli che erano dalla parte di V. erano in prigione o avevano tagliato la corda, dei nostri parenti non restava più nessuno, la comunità magica ci ha allontanati come se fossimo appestati, i nostri beni erano stati confiscati come quelli di tutti i Mangiamorte per ripagare le vittime di guerra, così non sapevamo che fare di noi stessi... abbiamo attraversato periodi terribili, abbiamo dovuto vendere praticamente tutto quello che possedevamo a prezzo stracciato, perché nessuno voleva le cose della famiglia Malfoy... Mia madre deperiva sempre di più, io ho attraversato periodi di sbandamento che mi hanno fatto desiderare la morte... Confesso di aver tenuto duro solo per lei. Non potevo lasciarla sola. È stata dura ricominciare, ho dovuto vivere e lavorare come un Babbano tra i Babbani, in quel periodo; sono stato tra di loro parecchio, per trovare i soldi per sopravvivere, e mi sono adattato a fare gli stessi lavori che fanno loro: il commesso, il centralinista... Ho imparato tantissimo su di loro in quel periodo. È stata molto dura, con il mio background, riuscire ad adattarmi, ma non avevo scelta. Ho pensato spesso di farla finita e dio sa se non ho anche avuto comportamenti autodistruttivi, in quel periodo, ma ce l’ho fatta grazie anche all’aiuto di una persona. Devo a lui se sono ancora qui, il solo che quando andavamo al San Mungo per le cure di mia madre accettava di visitarla e che mi è stato accanto quando ho cercato di cancellarmi il Marchio con il fuoco...

Mentre ce lo racconta ci mostra l’avambraccio, dove il tatuaggio simbolo dei Mangiamorte si svela deturpato da cicatrici bianche e larghe, che lo percorrono in tutti i sensi.

G: chi è stato e come ti ha aiutato?

D: è stato Neville Paciock, un medico straordinario ed una persona di grande umanità, nonché socio e comproprietario di Akasha. Mi ha curato con metodiche Babbane, su mia richiesta, dopo avermi spiegato che a differenza delle cure magiche, mi avrebbero lasciato le cicatrici che vedete. Ha capito, solo guardandomi, il perché di ciò che avevo fatto e senza giudicarmi mi ha dato una mano. Mi ha aiutato con mia madre e mi è stato vicino quando lei è morta, circa un anno dopo che mi ero ferito. Ed è stato lui a parlarmi della necessità di integrare la medicina magica con quella Babbana, perché ci sono cose nella medicina non magica che noi non immaginiamo nemmeno.

G: per esempio?

D: il supporto emotivo ai malati, per esempio. Tutto il lato di psicoanalisi, di cui noi abbiamo solo parzialmente conoscenza. Mi ha fatto leggere dei libri di psicologia, scritti dai Babbani, in cui si analizzavano cose come la sindrome post-traumatica e l’elaborazione dei lutti, che mi hanno aiutato moltissimo a capire meglio che cosa è accaduto a me ed a tutta la nostra generazione, cose di cui nessuno al San Mungo aveva sentito parlare. Noi curiamo i nostri malati di depressione con le pozioni, ma nessuno li sta ad ascoltare. Ci sono persone che sono uscite da quell’esperienza con la sensazione di aver perso una parte di sé stessi, di aver smarrito il senso della propria vita, si sentono sconfitte e lasciate sole, solo perché hanno avuto un familiare morto o perché parenti di Mangiamorte, che sono fuggite dall’Inghilterra, per non confrontarsi con l’indifferenza e la volontà di dimenticare dei conterranei, che della guerra di Voldemort non vogliono più sentir parlare, mentre la nostra generazione ha la necessità di parlarne, per elaborarla. Eravamo tutti ragazzini, quando ci siamo finiti dentro. Il Signore Oscuro mi ha marchiato quando avevo 16 anni, come potevo anche lontanamente rendermi conto di cosa voleva dire? Ero stato cresciuto nell’odio, non avevo mai avuto occasione di vedere altro che quella visione del mondo, non avevo praticamente scelta. E quando la guerra è finita, ne avevo 22, l’età in cui di solito si studia, si lavora, si comincia ad avere relazioni che portano spesso a costruirsi una famiglia, una vita... ed io ero ad Azkaban, a confrontarmi con l’orrore che avevo visto e prodotto, mentre altri degli stessi anni di Hogwarts erano alle prese con cicatrici emotive che non si sono mai rimarginate del tutto, altro che saette in fronte!

G: è inutile chiederti a chi sia diretta questa frecciata... ma il rapporto con Potter non è cambiato, con il tempo?

D: certo che sì, visto che è uno dei miei clienti assidui, non gli porto nessun rancore, ormai. Da qui ad essere amici fraterni ce ne corre, ma non ho più nulla contro di lui e Harry sa che sono sincero. Dico solo che non è l’unico a portare addosso cicatrici di Voldemort, anche se le sue sono le più celebri e le più visibili. Penso che ci sia in giro gente che soffre ancora per le ferite inflitte dalla guerra, ma ora che è finita da 10 anni nessuno si occupa di loro.

G: ciò che dici è pesante, ma come si concilia questo con l’idea di aprire una libreria multiculturale? Non è un po' strano, per uno col tuo passato?

D: no, non lo è affatto, a mio modo di vedere. Dopo tutto quello che è successo, dopo aver visto morire mia madre di dolore per la perdita di mio padre, per quello, bada, non per come era finita la guerra, e tutto il dolore che io stesso ho provato quando lei è morta, trovandomi solo, sarei stato un completo idiota se non avessi messo del tutto in discussione le mie idee, se non avessi rivisto la mia vita per capire dove avevo sbagliato. E leggendo i libri Babbani con Neville ho cominciato a capire quanti errori ci sono nella nostra cultura, noi consideriamo i Babbani tutt’al più ridicoli, buffi, ma non ne sappiamo nulla. Hanno anche loro fatto guerre devastanti, conoscono anche loro l’odio razziale, di casta, la xenofobia e fanno i conti con essa da secoli. Ci sono culture diversissime con cui confrontarci e restare chiusi nella nostra comunità porta anche noi a combatterci per questioni assurde come quella del sangue puro. Ho scoperto, studiando i rami ripudiati della mia famiglia, che un parte dei Malfoy è di origini ebraiche, e che gli ebrei sono stati perseguitati nel mondo Babbano fino al secolo scorso. Non solo, un paio di miei parenti sono finiti in campi di deportazione, dove sono stati massacrati senza pietà, durante una delle guerre più devastanti che ci siano state in Europa tra i Babbani. Noi non possiamo continuare a considerarci un mondo a parte, intoccabile da loro ed a pensare di poter fare a meno delle conoscenze Babbane in campi come la medicina, la filosofia, l’etica... Noi non abbiamo prodotto nulla di comparabile a Gandhi, a Martin Luther King... Ci sono stati grandi pacifisti, enormi pensatori tra i Babbani e noi non sappiamo nemmeno che esistano. Per questo ho aperto questa libreria, perché è ora di allargare le nostre vedute, anche quelle del più democratico dei maghi. Ti pare un buon motivo?

Con questa domanda si conclude l’intervista e la giriamo a voi, gentili lettori, vi pare un buon motivo, tutto quello che Draco Malfoy ci ha detto, per cominciare a leggere i libri Babbani come ci consiglia? A noi pare proprio di sì. Buona lettura!

IV CAPITOLO

Draco osservò per l’ennesima volta la sua foto in prima pagina. Era vestito alla Babbana, con pantaloni neri eleganti, camicia bianca e giacca nera, seduto davanti al bancone, con un gomito appoggiato su una lunga pila di libri, sia magici che Babbani, il solito codino, sorrideva e si guardava attorno. Pensò che pareva un po' troppo imbarazzato, ma lo era stato realmente, quando lei era arrivata in negozio, con il fotografo della redazione. Aveva attaccato l’articolo dietro il bancone, ed ora lo stava guardando in uno dei rari momenti di pausa, visto che da quando era uscito il pezzo, la libreria era stata letteralmente presa d’assalto dai curiosi, quasi tutti venuti solo a vederlo in faccia, ma che poi uscivano con parecchi libri sotto braccio.

Era stata davvero dura raccontarle tutte quelle cose, ma alla fine lei era rimasta molto colpita, addirittura commossa da quello che aveva sentito, ed era riuscita a far pubblicare solo una parte di tutto quello che si erano detti. Si erano salutati con molto calore e si erano sentiti qualche volta, ma era stato solo il giorno prima, ad un mese dall’uscita dell’articolo, che finalmente Draco si era deciso ad invitarla a cena, per farsi raccontare le reazioni all’uscita del pezzo. Neville si era già complimentato e si era abbondantemente schernito per le lodi sperticate dell’amico, sostenendo che per fortuna Luna non era gelosa, altrimenti si sarebbe potuta arrabbiare per una dichiarazione d’amore così plateale. Draco aveva ribattuto che ormai si era rassegnata al pensiero che la loro relazione durava da più tempo ed era più stabile, per quello non si lamentava e poi si erano salutati, ma non prima che Neville incoraggiasse l’amico a farsi avanti con Hermione, invece di continuare a sospirare e basta. Allora il biondo si era deciso, ed aveva invitato Hermione nel suo ristorante indiano preferito, nel cuore Babbano di Dublino.

Draco si era preparato alla serata meticolosamente, era persino andato dal barbiere per farsi dare una tagliata ai capelli, che lasciava sempre più spesso crescere allo stato brado. Si era vestito da Babbano, con semplici jeans, una camicia di lino verde chiaro, una giacca leggera, visto che cominciava già a rinfrescare, ed aveva atteso Hermione in negozio, visto che si sarebbe materializzata; era meglio che lo facesse in un luogo sicuro, dove non poteva esser vista dai Babbani. Apparve alle 7,30, puntualissima, lasciando Draco senza fiato. Per l’occasione aveva indossato un bellissimo sari azzurro, con un lungo scialle verde chiaro, della stessa nuance della camicia di Draco, drappeggiato sulle spalle. I capelli erano stati stirati e divisi in centro; si era disegnata il bindi sulla fronte e truccato gli occhi con il kajal. Draco era estasiato, la salutò quasi balbettando, riuscì a malapena a dirle che era bellissima; venne salvato solo da David, che lo salutò prima di andarsene e gli permise di riprendere il fiato per chiudere la cassa e la serranda esterna. Uscirono dal lato Babbano e camminarono per un po' senza parlare, a disagio. Fino al ristorante discussero vagamente del più e del meno, finché, seduti alle prese con il primo piatto, cominciarono a parlare più serenamente.

Sei davvero splendida stasera, sai?”

Grazie. Anche tu stai bene, in abiti Babbani”

Già... ormai i clienti se lo aspettano quasi che io sia vestito alla Babbana, se mi vedono vestito da mago storcono un po' il naso!”

Davvero?” sorrise Hermione “ne sono venuti di più, dopo l’articolo?”

Eccome! Sono tutti curiosi di vedere la faccia del Mangiamorte redento! Tra l’altro il titolo non è tuo, vero?” chiese con espressione dolente Draco.

No” rise Hermione “il mio titolo era quello che hanno utilizzato come sottotitolo, ma la caporedattrice come al solito cercava qualcosa più d’impatto... mi spiace.”

No, non ti preoccupare,” continuò sorridendo “solo che i Paciock ed i miei commessi mi hanno preso in giro fino allo sfinimento per quel titolo, che vuoi farci. Mi hanno persino chiesto quando mi sarebbe arrivata l’aureola, figurati, ma è una forma di affetto …” sogghignò “Piuttosto, come sono state le reazioni al giornale?”

Strepitose! Ci sono arrivate centinaia di lettere! Tu non immagini quanta gente si sia riconosciuta nella tua descrizione delle ferite interiori, siamo stati sommersi di richieste di informazioni sui libri e sugli autori che hai citato, per quello che ti hanno invaso il negozio, credimi! Certo, ci sono stati anche quelli che ti hanno attaccato, sostenendo che non sia vero quello che hai detto e che stai cercando solo di farti pubblicità, ma sono stati solo una minoranza. Credo che ti abbiano creduto tutti.”

Wow! Sono toccato, non pensavo...” sorrise prendendo un sorso di vino. Restò a guardarlo pensoso, poi chiese “E qualcuno che mi consideri traditore della causa, c’è stato?”

Si, incredibile. Ci sono arrivate un tot di lettere anonime che ti hanno insultato perché hai voltato le spalle alla causa di Voldemort, che ti davano del traditore del sangue, che inneggiavano al Signore Oscuro e contenevano minacce ed insulti pesantissimi... sono già finite sul tavolo di Harry, che sta indagando con il gruppo di Auror che si occupa degli ex Mangiamorte, per capire da dove arrivino.”

Già, me lo aspettavo... ce ne sono ancora in giro, incredibile. Ed Harry, come ha preso l’articolo?”

Bè, devo dire che pensavo l’avrebbe presa meglio. Gli ha dato fastidio più il tono generale dell’articolo che la tua frecciata alla sua cicatrice.”

Cioè? In che senso?”

Bè, mettiamola così: sei stato più realista del re. Sentir parlare te di pacifismo può essere strano, in considerazione del tuo trascorso, ma alla luce di quello che hai raccontato della tua vita, sei persino più credibile di lui. Dopo tutto, lui ha passato gli ultimi anni ad inseguire ferocemente i seguaci nascosti di Voldemort e non ha certo mai speso molte parole per la tolleranza e la comprensione, anzi ha spesso parlato della necessità di stanare tutti quelli che si erano nascosti, per punirli di essersi macchiati di crimini durante la guerra, per cui sei stato tu il primo a parlare apertamente di pacifismo, in pratica. Questo, oltre ad aver toccato molte corde scoperte nelle persone, ha premuto un tasto dolente del Ministero, che sta cercando da parecchio di mettere da parte le persecuzioni agli ex, per non inasprire troppo la situazione. C’è ancora un’atmosfera cupa, di inquisizione, in alcuni ambienti, e il mago comune ne risente, soprattutto chi ricorda come si stava prima che Voldemort tornasse, quando tutti facevano finta che fosse stato completamente sconfitto.”

Draco sogghignò. “ La solita cazzata, si stava meglio quando si stava peggio, giusto?”

Esatto... ma ora con quello che hai detto tu, si stanno muovendo quelli che pensano che sia ora di lasciarci tutto alle spalle per provare a risanare le ferite e perdonarsi a vicenda, e ad Harry questo lato della faccenda non va molto a genio. Ha sofferto talmente tanto da ragazzino che non gli va giù che altri possano pensare di rifarsi una vita ed un’innocenza.”

L’innocenza …” sorrise “Non siamo mai stati innocenti, Hermione, nemmeno da bambini, nessuno di noi, e ritrovarla da grandi dopo tutto quello che abbiamo passato è praticamente impossibile” aggiunse amaramente Draco “la cosa migliore è cercare ricostruirsi un cuore con i pezzi migliori di quello che è andato spezzato, come dice Amleto. Imparare che anche se siamo bravissimi a cercare di autodistruggerci in massa, singolarmente siamo ancora capaci di fare quella bellissima follia di amare...” il suo sguardo si fece ancora più cupo, lontano. Si rese conto del tono deprimente che stava prendendo la serata con la donna che stava cercando di corteggiare, ma non ci poteva fare nulla. Quello era parte del loro vissuto comune, anche se da versanti opposti, e dovevano farci i conti anche loro due, se si volevano davvero trovare a metà strada. E lo volevano, entrambi.

Tu ci sei mai riuscito?” chiese esitante Hermione “a rifarti un cuore, voglio dire” concluse avvampando, rendendosi conto dell’intimità della domanda.

Draco prima di rispondere la guardò negli occhi e sorrise, dolcemente.

Non lo so, ci provo ogni giorno, credo. Non mi sono mai veramente innamorato, fino ad ora, se è quello che mi stai chiedendo, ma continuo a sperarci, anche se ormai alla bella età di 35 anni può sembrare un’impresa senza speranza...” si passò di nuovo le mani nei capelli, in un gesto familiare che a Hermione metteva la pelle d’oca, ormai. Avrebbe voluto accarezzargli il viso, cancellargli le rughe di amarezza dagli angoli della bocca, vederlo sorridere, e gli strinse la mano attraverso il tavolo. Lui la prese tra le proprie e la portò alle labbra, e prima che potessero pensarci, si stavano baciando sopra i bicchieri ed i piatti da portata, mentre la cameriera attendeva di posare il secondo sul tavolo.

Mangiarono il secondo, sorridendosi e parlando d’altro, rievocarono i compagni di scuola, rispolverando pettegolezzi. Draco le rivelò che la vera ragione per cui Tiger e Goyle non lo lasciavano un attimo, a scuola, era perché erano disperatamente innamorati di lui, fino in quarta, quando si erano innamorati l’uno dell’altro, ma non osavano farlo sapere a nessuno per via dell’omofobia strisciante dei Serpeverde, un po' troppo macho per accettare una storia gay in casa o del tradimento di Pansy Parkinson, che dopo esser stata per anni sua fidanzata ufficiale, per di più cornificata come un cesto di lumache, lo aveva lasciato per Theodore Nott, con cui l’aveva sorpresa a letto nel loro dormitorio, ed Hermione raccontò dei turbamenti lesbo delle gemelle Patil e delle corna che Ginny metteva in testa a Harry ai tempi della scuola, quando, pur amandolo, non riusciva a dir di no a nessuno che sapesse lanciare un bolide attraverso un campo di Quidditch con un colpo ben assestato; ricordarono le lezioni che Harry aveva tralasciato di raccontare alla sua biografa, come le lezioni di musica o quelle di arte, visto che le saltava sempre per andare a farsi le canne in Guferia con Ron o Dean Thomas, o di tutte le gravidanze indesiderate, i lanci di preservativi riempiti d’acqua a San Valentino, altro che gli gnomi di Allock, il secondo anno... Risero allegramente, lasciandosi i discorsi tristi alle spalle.

Quando uscirono, le stelle sopra Dublino erano più luminose del solito e li accompagnarono al parco cittadino, nella passeggiata attorno al lago, dove il cielo si rifletteva più bello che mai. Si tenevano per mano, e conversavano sorridendo, finché non scelsero una panchina dove sedersi. Rimasero lì a lungo, parlando, finché il freddo non si fece più pungente. Si abbracciarono e baciarono ancora, finché la notte non fu troppo fredda ed Hermione tornò a casa col Nottetempo.

V CAPITOLO

Si scrissero e si rividero parecchie volte dopo quella sera, ed Hermione riuscì a raccontare a Draco la sua storia con Ron, per quanto le costasse molta fatica, ma ora era sicura che lui l’avrebbe capita, al punto che lui si commosse e si infuriò e la coccolò, quando sentì tutto quello che aveva passato, ed attese che lei si sentisse pronta a fidarsi di lui, prima di andare oltre le coccole, la serata prima di Halloween.

Owl Lane era tutta decorata, e cenarono nel ristorante magico più allegro del quartiere, ballando fino a notte fonda, poi andarono a spasso, ma faceva freddo e tornarono in negozio, e Draco pensò che fosse ora di mostrarle la sua casa. Abitava sopra il negozio, in un appartamento su due piani, che dava su entrambe le strade, pieno di libri e con l’elettricità. Hermione restò estasiata dalla vista, ma la cosa che la fece più ridere furono i due coinquilini di Draco: un gattone bianco e grigio, identico a Grattastinchi a parte il colore, che si chiamava Anacleto, ma soprattutto un furetto bianco, che dormiva tranquillamente dentro il cappello a punta da mago di Draco, che si chiamava Alastor.

Un regalo di Luna – spiegò Draco ridendo, mentre preparava una tisana – lo trovava spiritoso, e chi sono io per darle torto?”

Si misero sul divano per bere la tisana, ma le tazze restarono sul tavolino a raffreddarsi. Chiacchierarono degli scherzi dei Weasley, a scuola, dei preservativi magici di loro invenzione, ne avevano creati di ritardanti, che facevano andare avanti per due ore, quelli che accompagnavano i movimenti degli organi e portavano all’orgasmo in pochissimi istanti, ottimi per incontri fulminei nei bagni, quelli danzanti che si mettevano a fare sesso per conto loro, quelli ansimanti per amanti timidi, quelli corroboranti, con l’unico guaio che mantenevano il pene in erezione per 48 ore...

Risero tutta la sera, e si guardarono, mentre lasciavano che il desiderio crescesse, poi si baciarono e finirono per fare l’amore tutta la notte, addormentandosi solo all’alba.

Settimane dopo, un lunedì mattina, Draco fu il primo a svegliarsi, sentendo Anacleto che grattava la porta per entrare, ma non si alzò, tanto il gatto era capace di aprirsi da solo, aggrappandosi alla maniglia, mentre lui voleva solo continuare a sentire la mano di Hermione posata sui suoi addominali ed i suoi capelli posati sulla sua spalla destra e sul petto nudo. Si girò a guardarla e mentre osservava il suo viso, sentì qualcosa dentro di lui che si scioglieva e si sentì più felice e completo di quanto si fosse mai sentito in tutta la sua vita adulta. Ripensò ai suoi, a come gli parevano felici le domeniche mattine d’estate, quando era bambino e non era ancora andato a Hogwarts, e si chiese se si sentivano come lui adesso. Ed in quel momento soltanto realizzò una cosa: questa volta era vero, si era innamorato. Poteva essere solo quello, il fuoco dolcissimo e caldissimo che sentiva in cuore. Gli venne da ridere e da piangere contemporaneamente, poi ebbe solo voglia di svegliare Hermione e di amarla di nuovo. Non scese in negozio, quel mattino, ma sgattaiolò al piano di sotto solo per chiedere a Steve di fargli un po' di spesa e di non passargli telefonate, a meno che non fosse una questione di vita o di morte. La sera, senza invito, si presentarono a casa dei Paciock, piacevolmente sorpresi dall’improvvisata.

Hermione era raggiante e Draco aveva in viso un’espressione che Neville non gli aveva mai visto in dieci anni d‘amicizia, ma assomigliava come una goccia d’acqua alla stessa che aveva avuto lui otto anni prima, quando aveva chiesto all’amico di fargli da testimone di nozze, perciò non si stupì affatto di sentirsi fare la stessa richiesta.

VI CAPITOLO

TAFFERUGLI AL MATRIMONIO DELL’ANNO

di Luna Lovegood.

È stato un matrimonio molto movimentato, quello del bel proprietario biondo della libreria dell’anno, come è diventata Akasha dall’uscita del celebrato articolo che ha anche fatto da cupido ai due sposi, Draco Malfoy e Hermione Granger. A sorpresa è arrivato l’ex marito della sposa, il rosso e triste Ron Weasley, che ha accusato lo sposo di essere ancora un Mangiamorte, di aver convinto la sposa al matrimonio facendole un incantesimo Imperio ed ha cercato di toglierlo strattonandola violentemente, come si trattasse di un brutto cappello, ma sono intervenuti Harry Potter e Ginevra Weasley, celebri Auror, invitati alla cerimonia in veste di amici della sposa, per sedare il nervoso ex marito a suon di Schiantesimi, a cui incredibilmente non reagiva, merito forse della quantità di spirito fermentato di drago di cui il rosso ex portiere di Grifondoro pareva rigonfio, il quale, in evidente stato di ebbrezza violenta, ha aggredito Potter inveendo ed ha cercato di malmenare chiunque gli capitasse sottomano. È stato infine sedato da Neville Paciock, medico dal grande talento e dal coraggio indomabile, di sensazionale bellezza e marito devoto della Vostra, che gli ha cacciato in gola una potente pozione sonnifera e disintossicante, tornando quindi accanto allo sposo in veste di testimone. La cerimonia si è conclusa serenamente, ed i due sposi sono partiti alla volta della Grecia, in viaggio di nozze. La Vostra inviata ha anche notato che la sposa pareva aver perso leggermente la linea filiforme che la contraddistingueva... dobbiamo aspettarci l’arrivo di una nuova generazione di Malfoy? A Hogwarts stanno già scommettendo su dove potrebbe finire il figlio di una Grifondoro e di un Serpeverde, accoppiata tra le più insolite! Io dico Corvonero, ma temo di essere di parte.... a presto!

 

grazie a tutti delle recensioni.. spero vi sia piaciuto il finale, anche se ho bistrattato il povero Ron... ;)
   
 
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