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Autore: eleanor89    28/07/2010    23 recensioni
"«Molly, sei sicura che Ninfadora possa farcela?» domandò Remus con espressione seria, «Sono almeno tre rampe di scale e credo che sia al di sopra delle sue poss-» dovette rapidamente battere in ritirata per evitare un colpo di borsa da Tonks.
«Sei un essere ignobile!»
«Lo so, sono un lupo mannaro.» rispose Remus, ridendo mentre arretrava verso la porta.
«Un lupo mannaro sfacciato.» precisò lei, «Io e questo tizio poco raccomandabile qui ora portiamo le cose di sopra insieme, non preoccuparti, Molly.»«Ah, ammetti di aver bisogno di aiuto, Ninfadora?» la stuzzicò Remus, sorridendo incontrollabilmente[...]"

A Carota: Remus e Tonks felici senza mettersi troppi problemi, per una volta.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
- Questa storia fa parte della serie '70's students.'
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«Tieni, vai e compra i regali per i ragazzi.»
Remus si voltò verso Sirius, che aveva lanciato il suo portafogli sul tavolo e ora lo guardava con aria speranzosa, e lo fissò scettico.
«Io non posso uscire di casa.» proseguì lui, «E visto che tutti passeranno il Natale qui vorrei che ne prendessi uno anche per Ginny.»
Remus aggrottò la fronte: «Ginny?»
Sirius scrollò le spalle, «E Fred e George. Quindi anche Ron ed Hermione e gli altri, i soldi non mi mancano visto che non posso certo uscire a sperperare l'eredità di famiglia. Non ancora. Muoviti ora che sono tutti di sopra.»
Remus abbassò la voce: «Cosa mai potrei comprare a Ginny? Per Hermione è facile, un libro o qualcosa di simile...»
«Non ne ho idea.» ammise candidamente Sirius, «Vai a chiedere a Tonks, lei ci ha fatto amicizia quest'estate ed è una donna.»
«E Tonks dov'è? È già arrivata?» si stranì Remus, visto che erano le dieci e Tonks non era esattamente mattiniera quando non aveva impegni.
«No, penso sia ancora a casa sua.»
«Sei molto utile.» sbuffò Remus, prendendo il portafogli.
«Puoi segnare anche il tuo nome nei biglietti, del resto li scegli tu.» offrì Sirius con disinvoltura probabilmente artificiale.
«No. È già tanto se l'ho segnato in quello di Harry.»
«Ma-»
«No.» tagliò corto Remus, «Sono i tuoi soldi e i tuoi regali.»
Ignorando le lamentele borbottate di Sirius Remus si diresse all'uscita, sentendo che l'amico ricominciava a cantare le carole abbastanza forte da svegliare il ritratto della signora Black.



Come stupidi adolescenti.



Quando i loro turni combaciavano e finivano a notte fonda Remus accompagnava sempre Tonks al suo appartamento, suscitando spesso l'ilarità della donna per la sua cavalleria, e quindi conosceva la strada come le sue tasche.
Tonks viveva in un condominio babbano vicino al centro di Londra; Remus arrivò nello stesso momento in cui una donna spingeva dentro il passeggino e le diede una mano, guadagnandosi un sorriso caloroso, poi andò alle scale, perché l'ascensore lo aveva sempre messo a disagio, e quando arrivò alla seconda rampa cominciò a sentire della musica familiare. Arrivato al secondo piano poté constatare che erano le Weird Sisters e che il baccano proveniva ovviamente dalla porta dell'appartamento della donna che cercava.
Ad ogni modo la musica cessò di botto prima ancora che lui potesse bussare, cosa che fece sorridendo.
Poco dopo Tonks spalancò la porta con aria furiosa, i capelli rosa spettinati più del solito, con addosso solo una canottiera e dei pantaloncini cortissimi; da dentro casa arrivava un getto d'aria calda e la musica, sebbene a volume più basso.
«Oh.» fece Tonks, spalancando gli occhi, «Non sei il vicino.»
Lui si morse l'interno delle labbra per non ridere, «Sembra di no.»
«Allora entra e dammi un secondo per cambiarmi.» disse lei, facendosi da parte e invitandolo dentro con un gesto della mano, «È per il... lavoro?»
«No, va tutto bene. Sono qui perché mi serve un favore.» rispose Remus, sganciando i bottoni del cappotto malandato per fronteggiare l'ondata di calore. Tonks lo notò e spense il riscaldamento con un gesto della bacchetta.
«Scusa i vestiti, pensavo fosse il vicino! Dammi un secondo e sono tutta tua!» esclamò, allontanandosi per il corridoio che dava alla sua stanza.
«Ti vesti così per il vicino?» domandò Remus, perplesso e divertito dal suo modo di fare.
Tonks rispose urlando da camera sua: «Sono corsa per dargli un pugno in faccia! Credevo volesse lamentarsi ancora per la musica: l'ha fatto già quando la tenevo a basso volume, quindi ho deciso di tenerla alta!»
«Ha senso. Se sei imparentata con Sirius, ovvio.» commentò Remus.
«Come dici?»
«Niente.» rispose lui a voce più alta.
«Insomma,» riprese lei, «Io non mi lamento anche se il loro stupido cane abbaia tutta la notte, quindi...»
La sua voce si interruppe di botto. Qualche secondo dopo la sua testa fece capolino dalla porta: «Perché sei qui? Come mi devo vestire per questo favore?»
«Compere di Natale da parte di Sirius.» rispose, sperando di non suonare implorante. La sua conoscenza nel campo dei regali per ragazzine era pari a zero, se non si trattava di Hermione che era facilmente accontentabile.
Tonks sorrise radiosamente: «Bene!»
Sparì di nuovo e poco dopo giunse il rumore di qualcosa che veniva urtato e si infrangeva a terra, mista a qualche imprecazione della donna. Remus sbuffò una mezza risata e tentò di contenersi per pura educazione, ma poco dopo giunse di nuovo la voce di lei: «Ridi, ridi! Almeno non puoi dire che non ti diverti quando vieni qui!»
Tonks ricomparve in jeans scuri e maglietta rossa fin troppo leggera per il freddo esterno, una borsa in spalla e una mano occupata a massaggiarsi un fianco.
«Non avevate ancora preso il regalo per Harry?»
«Devo prendere quelli per i Weasley e mi serve qualche consiglio...»
«Ginny?» domandò lei, specchiandosi e assumendo un'aria concentrata e colorando i propri capelli di rosso.
«Indovinato. Lei e Sirius complottano di continuo ed evidentemente hanno fatto amicizia, quindi ci vuole qualcosa di speciale.»
«Dici che è abbastanza normale per i babbani?» domandò lei, indicandosi i capelli, «Il rosso oggi non mi ispira, dimmi tu un colore.»
Remus si strinse nelle spalle, «A me il tuo rosa piace. »
Tonks gli rivolse di nuovo il sorriso radioso di sempre mentre i capelli viravano di botto al rosa: «Davvero? E rosa sia. Al diavolo i babbani oggi! Ora, hai visto per caso una giacca di pelle nera?» domandò, guardandosi attorno, «Stamattina è passata mia madre, mi sono svegliata che stava riordinando, neanche fossi una bambina! Quella donna è peggio di due Molly!»
«Questo spiega molto.» commentò lui, alludendo all'ordine che regnava nel soggiorno.
«Accio giacca.» tentò Tonks; un secondo dopo si udì chiaramente il rumore di qualcos'altro che si schiantava in una delle stanze e lei chiuse per un istante gli occhi, alzando il braccio e afferrando la giacca che arrivava al volo. Poi guardò Remus e sorrise ammiccante: «Mi dai un altro secondo?»
«Tutti quelli che vuoi.» ridacchiò lui.
«Ovviamente mia madre non è arrivata sino alla camera da letto e al bagno.» disse lei, correndo a vedere cos'aveva distrutto.
«Ovviamente.»
«Non ti consiglio di vedere la cucina, è dove abbiamo litigato e ho spento il fuoco poco fa.»
«Ho pena per tuo padre quando vi ritrovate sotto lo stesso tetto.»
«Buffo.» commentò Tonks, tornando indietro, «Lo dice anche lui.»
Ridacchiarono entrambi e poi Tonks aprì la porta, si fermò ad aspettare che lui uscisse e sfoderò il sorriso di poco prima: «Ciao, Remus, cosa posso fare per te?»
«Cara Ninfadora, mi domandavo se volessi accompagnarmi a fare compere natalizie...»
«Primo: il mio nome È TONKS! Secondo: mi farebbe molto piacere! Che fortuna che io sia già perfettamente pronta per uscire di casa!» osservò con disinvoltura, chiudendosi la porta alle spalle e poi smettendo di sorridere di botto. Remus ne seguì lo sguardo e vide un uomo sulla cinquantina che la guardava con odio almeno quanto lei trafiggeva lui. Dietro di lui una donna che la guardava altrettanto male.
Fece appena in tempo a tornare a guardare Tonks che la trovò che puntava un dito verso di loro, cominciando a cantare: «Can you dance like a hippogriff? Na na na na na na na na na!» poi la donna continuò a cantare “Do the hippogriff” come se fosse la cosa più normale del mondo, lasciando che i suoi capelli si agitassero per aria – col senno di poi doveva averli lasciati lunghi apposta per sembrare pazza quando agitava la testa – muovendo le spalle e, Remus non poté fare a meno di notarlo subito, con queste anche il petto e il fondoschiena a tempo di musica.
Le facce dei vicini erano maschere di orrore.
«Whell around and around and around!» continuò lei, reggendosi per un istante al passamano e poi scendendo per le scale stando ben attenta a non cadere con la scusa di scendere a tempo di musica. Remus quasi le corse dietro, ridacchiando come un ragazzino inseguito da un Filch troppo lento, e finirono con l'uscire dal condominio sghignazzando.
«Ti rendi conto che era una canzone del nostro mondo cantata davanti ai babbani e tu lavori come Auror per mantenere l'ordine?» domandò Remus quando finalmente si ritrovarono a Diagon Alley, e Tonks ancora quasi saltellava euforicamente per la sua performance qualche passo davanti a lui.
«E quindi?»
«No... Niente, contenta tu.»
Tonks alzò il viso verso il cielo bianco e scoppiò a ridere allegramente, «Rilassati! Ginny ama il Quidditch quanto i fratelli, comunque. Qualunque cosa possa aiutarla a provare a entrare in squadra l'anno prossimo sarà gradita. Quanti soldi ti ha lasciato Sirius?»
«Non ho ancora avuto il coraggio di controllare.» ammise lui, incupendosi appena. Con tutta probabilità dentro quel portafogli c'era una piccola fortuna, «Comunque sicuramente tanto, ho l'impressione che Ginny sia la sua preferita.»
«Ginny è adorabile.» convenne Tonks, «Ha imparato subito le fatture che le ho insegnato ed è brillante quanto Fred e George... ed impossibile da contraddire quanto Molly.»
«Le fatture che le hai insegnato?» ripeté Remus, «Non voglio saperlo.»
Tonks rise di nuovo, «Cos'avete comprato a Harry?»
«Un set di libri di Difesa. Tu gli hai preso qualcosa?»
«Un modello di mini-firebolt. Secondo te mi prenderà per scema perché non ci conosciamo molto e non c'entro nulla coi regali?» domandò, voltandosi a guardarlo con aria improvvisamente preoccupata.
«Penso che nessuno si ponga problemi simili sui regali, tanto meno un ragazzo.» la rassicurò Remus, infilando le mani nelle tasche logore. Uno dei suoi gomiti sporgeva più dell'altro e Tonks tornò indietro per prenderlo a braccetto con un sorriso sfacciato.
«Ho appena trovato il regalo per me.»
Remus inarcò le sopracciglia: «Per te?»
«Per me da parte di Sirius.» precisò lei, indicando un negozio di bigiotteria da due soldi, «Mi servono orecchini. Lì ne vendono anche a uno zellino.»
«E ti accontenteresti?»
Tonks sgranò gli occhi come se avesse appena detto un'irripetibile bestemmia: «È il pensiero, Remus! Il pensiero!»
Lui alzò gli occhi al cielo: «Allora facciamo che è da parte mia, vai a sceglierne un paio.» la sentì ridere e sospettò che fosse tutto stato programmato per arrivare a questo. Conoscendola era ben probabile.
«Se è un tuo regalo sceglilo tu, no?»
«E se poi non dovessero piacerti?» domandò, chinando la testa per guardarla.
Lei sorrise con uno sguardo stranamente dolce, «È un tuo regalo, certo che mi piacerà. Fila, professor Moony.»
«Ucciderò Sirius per quel nomignolo.» borbottò, liberandosi della sua presa e cercando di ignorare il salto che il suo cuore aveva appena fatto. La sentì ridacchiare ancora.
A volte aveva la sensazione che Tonks non facesse altro che ridere, e sapere che era così specialmente in sua compagnia lo riempiva di un bizzarro orgoglio che non si sapeva spiegare; così come non capiva perché si sentisse sempre come se fosse ancora un adolescente a Hogwarts quando era con lei, dato che non aveva frequentato la scuola con lui e non c'entrava nulla.
«Posso aiutarla?» domandò l'anziana strega al bancone.
«No, sì, io... cercavo solo un paio di orecchini per la ragazza fuori.» rispose, imbarazzato. Gli occhi gli caddero immediatamente su quello che sembrava proprio un orecchino a forma di zampa di troll, come il vaso su cui lei inciampava sempre a Grimmauld Place 12. «Questi andranno più che bene.»
«Strana scelta.» commentò lei, divertita probabilmente dalla sua espressione. «Rosa o verdi?»
«Rosa, assolutamente.» rispose, sperando che Tonks non lo uccidesse e indicando anche una collana, del resto il regalo doveva farlo anche da parte di Sirius, «E quella.»
«Quaranta falci la collana e tre zellini gli orecchini.»
Quando Remus uscì dal negozio Tonks gli saltò quasi addosso nel tentativo di afferrare il pacchetto.
«Su, siamo troppo cresciuti per aspettare a Natale!»
«Quanto... sei... Accidenti, ma quante braccia hai?» sbottò lui quando cercò di bloccarla per i polsi e lei riuscì a sgusciare via e quasi togliergli il pacchetto di mano.
«Peccato che tu non sia una donna, potrei risponderti “così disse il tuo fidanzato ieri notte”. È sempre il momento per un “così disse”.» osservò lei serenamente, cercando ancora di prenderlo, «Su, non renderti le cose difficili. Dammelo.»
«Il “così disse” non si applica tanto bene a “ma quante braccia hai”.» ribatté Remus con un mezzo sorriso.
Tonks ghignò.
«Si vede che non sei un mio ex.»
Per la sorpresa Remus si fece rubare il pacchetto.
«Bene, che dici: apro il tuo o quello di Sirius? Uno me lo voglio lasciare per il venticinque.»
«Eh? Apri il mio, quello di Sirius è ovviamente il migliore. Anche se il mio è molto sentito.»
La donna gli lanciò un'occhiata incuriosita, sogghignando di nuovo alla vista delle sue orecchie ancora rosse, Remus non era abituato a certi commenti da parte sua e forse da parte di nessuno, e scartò velocemente il regalo più piccolo. Dopo un secondo la sua risata squillante fece voltare più di un passante.

Quando entrarono a Grimmauld, intirizziti dal freddo e pieni di buste, Tonks riuscì a evitare il vaso a forma di zampa di troll con una piroetta. Dopodiché aggiustò la giacca tirandola per i lembi inferiori con uno scatto delle mani che ancora tenevano le buste e guardò Remus con aria incredibilmente soddisfatta.
«Sono troppo fantastica per questo posto.» decretò serissima e Remus quasi scoppiò a ridere, rischiando di svegliare il ritratto della madre di Sirius. Questo ovviamente provocò un attacco di risatine anche a Tonks, che dovette spostare le buste su una mano sola per portarsi l'altra alla bocca cercando di soffocarle. Remus la spinse con delicatezza urtandola con le buste sulla schiena per pilotarla verso la sala da pranzo, cercando di capire dove fossero i ragazzi in quel momento. Era drammatico ma stava diventando quel genere di situazione in cui tutto portava a ridere rumorosamente.
«Venite qui.» li chiamò Molly dalla porta, «Sono tutti al piano di sopra.»
Riuscirono a trattenersi giusto fino all'entrata, poi Tonks scoppiò definitivamente a ridere e Remus con lei, attirando le occhiate sconcertate di Sirius, Bill e Moody che sedevano a tavola e di Molly che se ne stava tornando in cucina.
«Sciroccata.» commentò allegramente Remus, poggiando le buste a tavola. Tonks ne approfittò per dargli una gomitata allo stomaco mentre guardava Molly con espressione innocentissima.
«Qui ci sono i regali, dove li metto ora?»
«In... in camera mia, cara. Li farò comparire in camera dei ragazzi il giorno di Natale.»
«Sentito, professor Moony?»
«Molly, sei sicura che Ninfadora possa farcela?» domandò Remus con espressione seria, «Sono almeno tre rampe di scale e credo che sia al di sopra delle sue poss-» dovette rapidamente battere in ritirata per evitare un colpo di borsa da Tonks.
«Sei un essere ignobile!»
«Lo so, sono un lupo mannaro.» rispose Remus, ridendo mentre arretrava verso la porta.
«Un lupo mannaro sfacciato.» precisò lei, «Io e questo tizio poco raccomandabile qui ora portiamo le cose di sopra insieme, non preoccuparti, Molly.»
«Ah, ammetti di aver bisogno di aiuto, Ninfadora?» la stuzzicò Remus, sorridendo incontrollabilmente, e lanciò il portafoglio a Sirius che intanto stava sghignazzando.
Tonks si voltò lentamente a guardarlo: «Non chiamarmi in quel modo.»
«In quale modo, Ninfadora?»
Tonks guardò Molly con aria esasperata, scoprendo che stava trattenendo le risate.
«Io... Veramente...»
«Cosa, Ninfadora?» domandò Remus ridacchiando e sparendo dalla stanza.
«Sto per prendere a calci il sedere di un lupo mannaro!» ringhiò lei, correndogli dietro. Un attimo dopo, chiaramente, giusto il tempo di arrivare in corridoio, e inciampò sui suoi stessi piedi spiccando il volo e crollando su Remus, che si era voltato giusto in tempo per afferrarla e rideva forte.
«Oh! Era tutto un piano per avermi tra le tue braccia dunque!» lo accusò, dandogli una scherzosa manata sulla spalla e ridendo a sua volta. «Piccolo meschino provocatore!»
«Sssht!» fece lui, prima che qualcuno fraintendesse o che la signora Black si svegliasse, ma non poté trattenersi dal crollare a terra con lei, scosso dalle risa di entrambi. Tonks ormai piangeva e si teneva lo stomaco dopo tutte le risate della mattinata.
«Non so neanche più perché sto ridendo.» disse poco dopo, ancora tranquillamente seduta a terra.
Remus scosse la testa, incapace di parlare e cercando di prendere fiato. Aveva appena capito perché gli sembrava di essere tornato a Hogwarts quando si trovava con lei: perché era felice come non lo era da anni, perché poteva tornare all'allegria pura di quando tutto andava bene e non c'erano ombre. L'unica nota negativa era di non poter ricambiare il favore a James e correre a svegliarlo per raccontargli i suoi progressi con lei, come l'amico faceva con Lily.
Rendendosi conto dell'analogia terribilmente sbagliata che stava facendo recuperò il buon senso e si schiarì la gola.
«Dovresti recuperare le buste per portarle di sopra.»
«Perché io?» domandò Tonks allibita.
«Perché io mi sono già abbastanza distrutto l'immagine oggi e non ho il coraggio di riapparire davanti a Sirius e soprattutto Moody.»
«Mentre io non ci ho perso la faccia perché già non ne avevo una?» domandò lei scettica.
«Esattamente, felice che tu abbia capito-oh!» si lamentò quando gli arrivò una sberla neanche troppo leggera dietro la testa.
«Te lo meriti.» dichiarò lei, mentre si alzavano e tentava di ricomporre un minimo di dignità. Varcò la porta della cucina e tutti la guardarono con la faccia di chi aveva appena smesso di ridere – o di parlare alle sue spalle – e cercò di non permettere alle sue labbra di arricciarsi in un sorriso.
«Le buste.» disse a Molly, che sembrava la più assennata, il che era tutto dire, e cercò di non pensare al fatto che Remus probabilmente se la rideva in corridoio. Nel momento stesso in cui riusciva a lasciare la stanza, un po' traballante per via delle buste che Remus si precipitò a prenderle, sentì le risate che temeva provenire dalla cucina.
«Sai che tormenteranno più te che me per la bella scena matura di poco fa, vero?» domandò Tonks, coi capelli che erano tornati di un rosso praticamente fosforescente.
«Tanto Sirius mi dà il tormento a prescindere.» sospirò Remus con aria abbattuta, strappandole un risolino, «Mi smaterializzo in camera di Molly per fare più in fretta e torno subito giù.»
«Cercherò di non perdermi nel frattempo.» disse lei sarcastica.
«Questo è assolutamente possibile, considerato il soggetto.» replicò lui con aria furba, prima di sparire con un “pop”.
«Prefetto perfetto del cavolo.» mugugnò la donna, indignata dall'ennesima presa in giro.
«Eccomi.» disse Remus, apparendo alle sue spalle e prendendola di sorpresa. Tonks strinse gli occhi con aria truce e, prima che lui potesse fare una qualsiasi mossa che non fosse allarmarsi, esclamò: «Aguamenti!»

«Ci si vede!» salutò Bill, alzandosi.
«Resta almeno a pranzo, tesoro!» lo riprese la madre.
«Te l'ho detto, ho già un impegno...»
«Sì, ma tua madre vuole sapere con chi.» sussurrò Sirius malizioso e Bill scosse la testa, divertito, prima di scoppiare a ridere e cascare di nuovo seduto.
«Bill?» azzardò Molly, alzando lo sguardo dai piatti che stava mettendo a tavola e spalancando la bocca, «Remus?»
«Sì, lo so.» disse lui, completamente inzuppato, «Ho lasciato la mia bacchetta sul tavolo quando quella mi ha dato una tutt'altro che femminile gomitata. Perdonami, asciugherò subito il pavimento.»
Sirius preferì non perdere tempo ricordandogli che era il suo pavimento e non quello di Molly, preferendo concentrarsi nella domanda cruciale: «Cosa diavolo ti è successo?»
A quel punto arrivò anche Tonks, che si stava asciugando con un getto d'aria calda dalla bacchetta.
«Opera mia!» esclamò allegramente.
«E allora perché sei bagnata anche tu?» domandò Moody, già aspettandosi la risposta e unico a non ridere a quel punto oltre a Remus.
«Perché poi sono scivolata sulla pozzanghera.» borbottò lei, «Grazie di averlo sottolineato.»
Remus camuffò una risata con un colpo di tosse, cercando di suonare di nuovo serio: «Ninfadora?»
«Tonks.»
«Volevo dirti che spenderò anche tutto il resto della mia vita per riuscire a farti pagare abbondantemente questo.» proclamò, ignorando la vera tosse di Sirius che quasi si strozzava.
«E allora io te le farò ri-pagare di nuovo con gli interessi e vincerò.» ribatté lei con un sorrisetto furbo.
Remus fece un passo verso di lei: «È una sfida?»
«E se lo fosse?» lo provocò, avanzando a sua volta.
«Mai sfidare un Malandrino, anche se è un Malandrino cresciuto.» disse lui, abbassando leggermente la voce, anche se era inutile dato che il silenzio era assordante tanto tutti cercavano di non perdersi una sola parola.
«Mai sfidare una donna.» replicò Tonks, beffarda e con un brillio inquietante negli occhi, «A prescindere.»
Ormai erano a pochi centimetri di distanza, occhi negli occhi e stessa espressione di determinato divertimento.
«Vedremo.» disse infine Remus, separandosi da lei.
«Vedremo.» confermò Tonks, prima di superarlo ammiccando e fare l'occhiolino a Sirius, «Molly, ti aiuto ad apparecchiare!»
«Merlino... Voglio dire, grazie, cara, non ce n'è bisogno!»
Remus si sedette accanto all'amico, che scrollò il capo come per risvegliarsi.
«Oh, monsieur Moony, se quello non era flirtare allora non so più cosa flirtare sia. Tralasciando l'entrata da “siamo la coppia più felice del mondo e ve lo sbattiamo in faccia”.»
«Considerato che non flirti da anni, a meno che non debba preoccuparmi di quando ci troviamo soli a bere la sera, potresti davvero esserti dimenticato di come si faccia.» replicò malignamente Remus, punto sul vivo, «E no, stavamo ridendo perché siamo amici.»
«E questo lo dimostra il fatto che nomini persino Azkaban, o quasi, pur di scacciarmi.» ghignò Sirius, senza darsi per vinto, «Ah, quanto mi divertirò quest'anno.»
«Non dirlo neanche per scherzo.» borbottò Remus, senza prenderlo troppo sul serio. Non ancora almeno.
«Ora che ci penso io devo tornare a casa, ho delle cose da sistemare prima di Natale.» disse Tonks, «Comunque ci vediamo domani, d'accordo?»
«Remus, accompagnala alla porta.»
«Che padrone di casa educato.» mormorò lui a denti stretti, «Vieni, Ninfadora. Il tragitto è lungo e irto di pericoli.»
«Tu non ci arrivi a Natale.»
Ignorando l'espressione di nuovo beffarda di Remus lei procedette a passo spedito, controllando di tanto in tanto che non ci fossero ostacoli.
«Non meriteresti neanche il mio regalo.» aggiunse quando fu relativamente in salvo.
«Regalo?»
«Shht!» lo zittì lei, in vista del ritratto della signora Black, per poi annuire soddisfatta quanto il gatto che cattura il topo.
«Quanto devo preoccuparmi?» sussurrò Remus.
«Parecchio.» rispose lei, pensando al piccolo gufo che gli aveva comprato in modo che non dovesse sempre usare quelli degli altri, e che era pazzo quanto lei.
Era talmente impegnata a inquietarlo che si dimenticò del vaso a forma di zampa di troll, inciampandoci sopra e facendo partire gli strilli del ritratto. Si aggrappò a Remus giusto in tempo per non sbattere la faccia a terra.
«E così sono io che ne approfitto per metterti le mani addosso?» le ricordò lui.
«Un buon gentleman non usa le parole di una donna contro di lei!» ribatté Tonks, cercando di farsi sentire mentre chiudevano di nuovo la tenda con la forza.
«BESTIE IMMONDE! IBRIDI! E FIGLI DI TRADITRICI DEL PROPRIO SANGUE!»
«Scappa, ci penso io!» le urlò Remus, ma lei scosse la testa e infine, esausti, riuscirono a nascondere la vecchia raccapricciante dalla loro vista. Scoppiarono a ridere di nuovo e lei gli prese per un momento la mano.
«Lo amo.» cominciò lentamente, «Lo giuro: amo fare compere con te.» concluse ridacchiando e il sorriso di Remus si allargò, mentre nei suoi occhi passava una luce indefinibile.
«Anche io. Specie quando mi apri la porta in tenuta da combattimento contro i vicini.»
Lei gli diede uno spintone, «Ma che cretino!», e poi salutò con un gesto della mano e se ne andò via: i capelli rosa furono l'ultima cosa che sparirono dalla sua vista.
Remus strinse a pugno la mano che lei gli aveva preso per quei pochi secondi: era piacevolmente calda.
E ora si sentiva davvero del tutto uno stupido adolescente.







Lo so, generalmente Remus non è così scanzonato davanti a Harry, ma il punto è quello, no? A volte amore è quello che ti rende stupido.
(A volte?)
E poi in futuro avranno tristezza a palate, quindi...
Tra l'altro Harry ha smesso di starsene recluso in camera e sanno che Arthur sta bene, quindi se lo possono permettere.
Questa storia è per Carota, con la promessa che poi arriveranno anche le angst col Remus depresso, se questo è troppo felice per te!
Grazie Laly per averle dato un'occhiata!
   
 
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