Capitolo sei: un giorno
in…. Famiglia?
Mentre prendeva la mano di Adrien per aiutarlo a scendere dall’autobus dei
babbani, che avevano usato per giungere al centro della città, Severus Piton cercava di
ricordare da quanto tempo non utilizzava un mezzo pubblico di quel tipo…
forse da quando era un bambino, prima di iniziare a
studiare a Howarts… si sentì un
po’ strano nel viaggiare insieme ad Adrien,
doveva ammetterlo; il bambino era rimasto in silenzio, ma non sembrava
spaventato come il giorno precedente; Piton
pensò che fosse normale che Adrien si
mostrasse timido, soprattutto perché lui stesso non aveva una minima
idea di come iniziare una conversazione con lui. Gli sarebbe piaciuto poter
dire qualcosa, tuttavia si limitò ad osservarlo e a pensare a tutte le
cose che doveva comprare… sicuramente avrebbe riempito il frigorifero,
non solo per Adrien, ma anche per lui, infatti non poteva continuare a mangiare i cibi precotti;
dopo sarebbe andato in qualche negozio per
comprare dei vestiti al bambino, aveva notato che aveva solo qualche
paio di pantaloni e delle camicette, e lui supponeva che Adrien
avesse bisogno di più cose… e, senza dubbio, avrebbe comprato dei
giocattoli… Questo era qualcosa su cui aveva pensato a lungo… che
tipo di giocattoli avrebbe dovuto comprare ad Adrien?
Era logico pensare che Adrien potesse essere un mago
e allora avrebbe potuto comprargli giocattoli per stimolare le sue
capacità magiche, ma era anche possibile che fosse un semplice bambino e
che quindi non avesse bisogno di tali giocattoli… in ogni caso, Piton era certo che il bimbo non
aveva la benché minima idea che esistesse un mondo magico; era
sicuramente abituato a vivere come i babbani e quindi era logico pensare che
gli piacessero i giocattoli dei babbani, dunque era quella la cosa migliore da
fare, almeno per il momento…
Quando scesero dall’autobus Piton lasciò la mano del bimbo, anche se si
assicurò del fatto che gli camminasse di fianco; non gli piaceva la
sensazione che provava quando Adrien lo toccava. Era
come essere indifesi, come se si indebolisse, e Severus
non era abituato a sentirsi vulnerabile; si rese conto che Adrien
lo aveva guardato stranito quando gli aveva lasciato
la mano. Il piccolo era abituato a stringere la mano di sua madre
quando uscivano… soprattutto se andavano in luoghi affollati, e
normalmente sua mamma lo sgridava quando lui cercava di liberare la sua piccola
mano per un qualsiasi motivo.
Invece suo padre si limitava ad osservarlo, senza toccarlo, e Adrien non sapeva se ciò era
dovuto a un rifiuto, sempre un rifiuto… ciò era quello che Adrien temeva di più, nonostante suo padre lo avesse
aiutato la notte precedente, e sebbene avesse dormito con lui per proteggerlo, Adrien aveva paura di essere rifiutato, temeva di rimanere
da solo di nuovo e di non sapere dove lo avrebbero portato se suo padre non lo
avesse voluto con se’… ricordava che il
signor Burns gli aveva detto che, se Severus Snape avesse rinunciato
alla tutela, ci sarebbero state tante altre persone desiderose di prendersi
cura di lui, ma Adrien temeva tutto ciò; non
gli piaceva stare da solo…
Severus
prese uno di quei carrelli che si trovano sempre nei
centri commerciali babbani e non si sentì proprio a suo agio; fare le
compere come i muggle non gli si addiceva
molto…aveva imparato da piccolo a usare le monete dei non maghi grazie
all’impegno di sua madre, e a usare le carte di credito ma non gli
piaceva affrontare i negozianti i quali lo guardavano sempre con una faccia
strana quando lui si sbagliava e dava loro molto più denaro di quello
che doveva.
Adrien,
dal canto suo, guardò il carrello con curiosità. Di solito quando
lui andava a fare spese con sua mamma lo faceva salire
dentro perché non si stancasse camminando, ma non era sicuro che suo
padre avrebbe fatto lo stesso. In ogni caso il fanciullino
aveva deciso che era arrivato il momento di alcune richieste e, con molta
timidezza, tirò la punta della giacca che portava Severus,
pensando che doveva avere molto caldo cosi imbottito e
domandandosi perché non usasse dei vestiti un po’ più
freschi…suo padre lo guardo attentamente, non aspettandosi quel gesto da
parte del bambino, cercò di scoprire il motivo per il quale Adrien richiamava la sua attenzione.
-posso salirci?- domandò
con voce debole, abbassando lo sguardo e aspettando una risposta negativa.
-cosa..?-Severus inizialmente non capì cosa esattamente Adrien gli stesse chiedendo per cui dopo, indicando
l’interno del carrello, domandò-dentro?-
Adrien
affermò con la testolina guardandosi le punte dei piedi, aspettandosi un
“no”che ancora non arrivava.
-certo- Severus sorrise, lo alzò in aria con attenzione e lo
lasciò delicatamente sul carrello- se vuoi scendere devi solo dirmelo,
intesi?
-si, Severus.
Adrien
si pose nella parte anteriore, appoggiato sulle sue ginocchia e con le mani che
si tenevano con forza alla sbarre di ferro di quel
carrello. Suo padre iniziò una rapida corsa verso i grandi negozi e, un
po’ smarrito, si diresse verso il secondo piano, dove si trovavano tutti
gli articoli di svago, per cosi dire…era un centro commerciale per
fortuna non tanto grande: due piani, nel primo c’era un
grande supermercato, nel secondo tutti gli altri prodotti, c’era
anche un cinema, una sala ricreativa, vari fast food e infiniti negozi di
abbigliamento di ogni genere. Severus pensò che
sarebbe stato conveniente prima andare a prendere dei vestiti per Adrien, non c’era molta gente e forse qualche
commessa avrebbe potuto dargli una mano perché, Severus
non mentiva a sé stesso…cosa voleva saperne lui di abiti per
bambini? Assolutamente niente; a volte dubitava persino di sapere qualcosa
riguardo gli abiti per adulti, era sufficiente dare
un’occhiata al suo armadio: era tutto nero, tuniche, pantaloni,
camicie…non era un abbigliamento tra i più allegri, ciò era
chiaro e Adrien era troppo piccolo per vestirsi da
vampiro; inoltre, a giudicare dai vestiti che gli aveva visto il giorno prima e
quelli di quella mattina, senza dubbio comprati da Nancy, all’ometto
piacevano i colori allegri, e lui…bhe, lui non
ne sapeva niente di colori allegri…
Effettivamente, quando entrarono
nel primo negozio di abbigliamento, incontrarono solo pochi altri clienti, un
bambino che aveva più o meno l’età di Adrien,
biondo, dai capelli arruffati e dai grandi occhi azzurri, e una donna che
doveva essere sua madre a giudicare dalla somiglianza fisica che vi era tra i
due; forse sulla trentina e Piton dovette riconoscere
che abbastanza carina, non era magrissima, ma aveva una certa grazia innata nei
movimenti che risultava essere gradevole.
Una giovane commessa, di diciassette
o diciotto anni, mostrava le camicie al bambino che erano sistematicamente
rifiutate dal moccioso con una smorfia; in effetti il
bambino sembrava avere una attitudine abbastanza aggressiva che sua madre
cercava di controllare attraverso le ramanzine; Severus
li osservò per un momento, chiedendosi se Adrien
si sarebbe comportato cosi con il passare del tempo…a lui non piacevano i
bambini capricciosi e viziati…
-posso aiutarla in qualcosa?
Una donna di mezza età e
sorridente lo distolse dai suoi pensieri; aveva una espressione
gentile e, quando vide Adrien, il bambino le
regalò un sorriso incantevole, sicuramente perché la donna le
aveva fatto una buona impressione. Piton agitò
un momento la testa e guardò la dipendente che aspettava la sua
risposta.
-a dire il vero, si- disse mentre fece scendere Adrien
dal carrello come se fosse di cristallo- il fatto è che vorrei comprare
qualcosa al bambino, ma non so…
-oh gli uomini!- la donna
guardò Severus con indulgenza e dopo si
chinò un po’per vedere meglio Adrien
negli occhi- ciao piccolo, come ti chiami?
-Adrien,
signora
-oh che bel nome!e quanti anni
hai?
-questi, signora- e, come aveva
già fatto il giorno prima, le mostrò la sua età con le
dita della sua piccola mano, strappando ancora un sorriso a Severus.
-oh, ma quanto siamo
grandi!- la donna si ricompose, prese Adrien per mano
e lo condusse nella parte più interna del negozio- dovremmo dei vestiti
da vero uomo che sei…cosa ne pensi?
-mi piacciono i vestiti da veri
uomini- disse Adrien con voce acuta…quell’idea gli piaceva proprio!
Severus
seguiva Adrien e la commessa
meravigliato dalla facilità con la quale la donna era riuscita a
guadagnarsi la fiducia di suo figlio.
-uhm…vediamo!-
allungò la mano per prendere uno di quei pantaloni che sembravano fatti
di lino con delle tasche davvero graziose- ti piacciono questi?
-sì, signora-Adrien
fece un salto dall’emozione.
-cosa gliene pare?- la donna si
girò per vedere Severus, che si limitava a
osservare con calma quanto avveniva.
-eh…bene…se piacciono
a lui…-fu tutto ciò che riuscì a dire.
-e qual è la sua taglia?
Severus
rimase in silenzio; quella era una bella domanda…che taglia portava suo
figlio? La verità è che non ne aveva la più che ben minima
idea, l’unica cosa di cui era sicuro è che non doveva essere una
taglia molto grande dato che Adrien era un piccoletto
tanto piccolo quanto magrolino…non seppe cosa rispondere e se ne
vergognò un po’, e non solo per quanto riguardava la taglia;
probabilmente molti genitori non sapevano tutti quei dettagli, ma il fatto
è che lui non sapeva nemmeno quando era il
compleanno di Adrien e si sentì
scomodo…la donna capì e si rivolse di nuovo al bambino e sedendosi
vicino a lui lo esaminò.
-bene, credo proprio che dovremmo
cavarcela solo noi due, Adrien- disse la donna che era
già abituata a cose di questo genere-vedrai che troveremo molte cose che
ti piaceranno…-poi guardando Severus aggiunse-
perché non si siede e si rilassa? Mi occupo io
del piccolo, non si preoccupi.
-ne è sicura?
-sicura- e guardò Severus come a voler dire:”non
vorrei che il bambino vesta come lei…”
Severus
seguì il consiglio e si sistemò su un piccolo divanetto per
bambini di un colore rosso e con un gran Topolino disegnato nella parte
posteriore del divano. Si sentiva decisamente ridicolo, totalmente fuori luogo,
come un pesce fuor d’acqua, ma pensò che ne valeva
la pena mentre osservava Adrien, che rideva
continuamente mentre la donna gli mostrava gli abiti di mezzo negozio; in
verità a Severus era piaciuto tutto ciò
che Adrien si era provato e, dopo un ora, aveva speso
più soldi del dovuto in pantaloni, magliettine,
camicie e scarpette; gli prese persino un paio di capellini, che tra
l’altro gli stavano molto bene e infine alcune cinture per i pantaloni.
Severus
uscì dal negozio pregando affinché tutto quello spreco di soldi
fosse valso la pena. Erano tanti anni ormai che non spendeva cosi tanti soldi
in una sola volta e quella giornata non era che iniziata.
A partire da quel momento, Adrien era così agitato che non volle più
tornare dentro al carrello; camminava con Severus
girandogli intorno e indicando senza alcun pudore tutte
le cose che gli piacevano. Quando passarono vicino ad un negozio di animali, si
avvicinò di corsa e si attaccò il naso alla vetrina per guardare
dei cagnolini marroni che piagnucolavano come se richiamassero la gente per
essere comprati; rimase così tanto tempo a guardarli che Severus non ebbe altra scelta se non quella di avvicinarsi
a lui per continuare con le compere… per un momento aveva pensato che Adrien gli avrebbe chiesto un cagnolino, e, be’!, lui non voleva
comprarne uno per niente al mondo; non gli piacevano quegli animali, gli
ricordavano troppo Sirius Black…e perché
diavolo si ricordava di Sirius Black in quel momento?
Per tornare a sentire quel rancore nel petto che riuscì a incupirlo?
Perché Adrien lo notasse
quando alzò lo sguardo e il suo viso perda un poco il sorriso?no,
doveva dimenticarsi di lui; ormai lui era morto, doveva smettere di
odiarlo…ma anche James Potter
era morto da molti anni e lui continuava ad odiarlo, come tutto oggi odiava suo
figlio e tutti coloro che avessero avuto a che fare con lui…
Severus
agitò la testa per lasciare a un lato tutti
quei pensieri e addolcì la sua espressione quando richiamò la
attenzione di Adrien; il bambino non aveva nessuna
colpa per le cose che gli erano successe in passato e doveva rimanere estraneo
a tutto ciò, era troppo piccolo per capire e si trovava con lui da
troppo poco tempo per rivelargli tutto ciò che era successo con quei
uomini…inoltre, era sicuro che ciò era quello che meno interessava
ad Adrien in un momento come quello…la sua
attenzione era tutta riposta su quei cagnolini come se fossero la sua vita.
-andiamo a vedere i giocattoli?-
domandò Piton con dolcezza, tentato a poggiare una mano sulla spalla del bimbo, ma senza farlo-
ti comprerò un paio di cose; quello che vuoi.
-quello che voglio?-Adrien si voltò rapidamente; anche se era piccolo
aveva capito che suo padre non pensava di comprargli quel cagnolino che tanto
gli piaceva, ma invece di abbattersi per quello pensò nei giocattoli che
voleva comprare…i vestiti gli piacevano davvero tanto, e aveva passato un
bel momento con quella signora tanto simpatica, ma i giocattoli…
-quello che vuoi.
-una bicicletta e una macchina
telecomandata?- suggerì Adrien, rendendosi
conto che quelli erano dei giocattoli molto cari.
-se è quello che
vuoi…
Severus
disse ciò senza sapere che gli sarebbero costati un occhio della
faccia…ma che cosa ne sapeva lui di giocattoli?esattamente quello che
sapeva riguardo agli abiti…quando uscirono da un
negozio di giocattoli, con una splendida bici rossa e una macchina
telecomandata verde e bianca, non era più tanto di buon umore come
prima; il denaro che gli rimaneva gli sarebbe bastato appena per il cibo
essenziale e, beh, lui era andato in quel supermercato basicamente per il cibo,
quindi aveva fallito nel suo obbiettivo…si rendeva conto ora che aveva
cominciato a viziare Adrien solo dopo alcune ore dopo
averlo conosciuto e questo non gli piaceva molto; se continuava cosi, se il
bambino rimaneva con lui, sarebbe diventato capriccioso, e pensare che il bimbo
non gli aveva chiesto nulla, tutto ciò che aveva fatto lo aveva fatto di
sua volontà, a suo rischio e pericolo…
Dopo aver comprato gli alimenti
che Severus ritenne necessari andarono a mangiare ad
uno di quei fast food all’interno del centro commerciale. Era
l’orario di punta, e se quando erano arrivati il luogo era
pressoché vuoto, a quell’ora il locale
era inondato di bambini scandalosi che correvano ovunque e che non smettevano
di strillare e picchiarsi; a Piton no
piacque per nulla quel panorama che gli si ergeva davanti ma si sedette lo
stesso vicino ad Adrien in un angolo da dove poteva
controllare tutto, e mentre mangiavano riconobbe due volti; quello della donna
e del bambino biondo che avevano incontrato nel negozio di abiti. Il bimbo era
ancora arrabbiato e anche sua madre lo era dato che
gli passava il suo vassoio senza nemmeno guardarlo. Severus
sorrise e guardò Adrien che aveva ancora gli
occhi fissi nelle tasche del padre.
Dieci
minuti prima erano entrati in un bagno con tutte le cose che
avevano comprato quel giorno e Severus, dopo essersi
assicurato che non ci fosse stato nessuno, rimpicciolì tutte le sue
compere fino a quando tutto quanto entrò perfettamente nella sua tasca,mentre
Adrien lo guardava a bocca aperta e senza parole,
come se temesse che qualsiasi parola in quel momento potesse rovinare quella
occasione; Severus non sapeva se fosse giusto o meno
usare la magia davanti a suo figlio. Era possibile che il bambino si spaventasse
ma fino ad allora tutti quei “trucchi”che aveva
usato gli erano piaciuti e, forse, il bambino non aveva ancora
l’età per mettersi a pensare se ciò che vedeva fosse oppure
no qualcosa di raro; gli piaceva e basta…
In realtà Adrien era uno di quei bambini che era credevano nella
magia, forse non in quel tipo di magia, ma sua mamma
molte volte gli aveva raccontato antiche leggende, come quella di Nessy, il mostro del lago, e a lui sembravano fattibili,
gli piaceva credere che tutto ciò potesse avverarsi…Severus gli aveva detto di non parlare mai a nessuno
riguardo alla magia e Adrien aveva promesso obbedire
senza fare domande; si vedeva che era un bambino obbediente ma un giorno avrebbe
avuto una grande curiosità, questo era inevitabile. Nel frattempo
però mentre si limitava ad ubbidire Severus
sarebbe stato felice e tranquillo…
Mentre Severus
si beveva il suo caffè, Adrien
gli chiese il permesso di poter andare a giocare nel piccolo parco infantile
che quel fast food aveva installato. Il bambino, che aveva mangiato come se non
lo avesse fatto da settimane, se ne andò con tutte le intenzioni di
divertirsi. Poco a poco gli era tornata la voglia di giocare da
quando sua mamma era morta e lui aveva trascorso un periodo molto
triste…quel giorno ad esempio si stava divertendo cosi tanto che gli
venne voglia di salire sullo scivolo un paio di volte, ma quando fece per
salire le scale, qualcuno lo spinse: era il bambino biondo che aveva visto
quella mattina dentro il negozio e continuava ad avere la stessa espressione
poco amichevole; nonostante questo Adrien non era di
certo uno di quei bambini che si lasciavano spingere senza reagire. Aveva
imparato a difendersi da quando era molto più
piccolo e si ostinò a impedire al suo rivale di salire la scalinata: se
non sarebbe salito lui per primo, non sarebbe salito nessuno…ma il
biondino non era da meno e lo spinse nuovamente, ma questa volta rischiando
seriamente di far cadere Adrien il quale si
infuriò…
-c’ero
prima io!- urlò, spintonando il biondino e impadronendosi della
scalinata.
-ma adesso no!- insistette
l’altro, spingendo Adrien nuovamente.
-tocca a me!- e Adrien spinse il “nemico”
-togliti di mezzo, idiota!- e il
biondo spinse Adrien.
E, senza rendersi conto, i due si
erano fatti protagonisti di una violento scontro in
cui non mancarono pugni, calci, graffi, strattoni, e persino qualche morso. I
due sembravano voler marcare il proprio territorio con tutte le loro forze ed
erano decisi a non cedere, mentre tutti gli altri bambini si erano avvicinati
per guardare: alcuni, i più piccoli, piangevano spaventati, e altri, i
più grandicelli, sostenevano i contendenti con
un gran tifo.
Adrien
era riuscito a collocarsi sopra il biondo e tentava d’immobilizzarlo a
terra per poter salire sullo scivolo e finire cosi tutta
quella faccenda; il suo rivale era sul punto di arrendersi e Adrien era pronto a cantare vittoria, ma a quel punto
notò come due mani forti lo prendevano e lo alzavano in aria con molta
facilità…prima di girarsi per vedere il volto infuriato di suo padre, vide la
donna bionda avvicinarsi al suo nemico, prenderlo in braccio e metterlo in
piedi pronta a sgridarlo…Adrien notò che
suo padre lo lasciava di fianco all’altro bambino e i due si videro uno
di fronte all’altro, insieme ai loro genitori, senza più tanta
voglia di combattere…si erano cacciati in un bel guaio…
-Matt Brown…-disse la donna con voce acuta, e il bambino
abbassò la testa; sua madre era davvero arrabbiata-si puo’sapere cosa stavi facendo?
-ha cominciato lui.- quel Matt indicò Adrien accusandolo-
non mi lasciava salire sullo scivolo…
-c’ero
prima io!-disse Adrien, che aveva ricevuto un pugno
sul labbro inferiore e aveva un graffio sul collo; le condizioni dell’altro
erano però simili alle sue- lui mi ha spinto!!-e
guardò Severus per vedere se gli aveva
creduto.
-quante volte ti ho detto che non
voglio vederti fare a botte?- disse la donna riuscendo a fare in modo che suo
figlio smettesse di segnalare Adrien.
–chiedigli scusa!
-mamma!
-chiedigli scusa!
Matt
non sembrava molto convinto, ma sapeva che quello non era il momento per
contraddire sua mamma, per cui si rivolse verso Adrien, lo guardò con profondo odio e si mise le
mani in tasca.
-mi dispiace- biascicò tra
i denti.
-non ho sentito, Matt Brown!!-
disse la madre inflessibile.
-mi dispiace- Matt
parlò un po’ più ad alta voce e Adrien sorrise soddisfatto
credendo di aver vinto…ma Severus non gli aveva
ancora detto nulla, e nemmeno a lui piacevano molto le risse…anche se non
voleva sgridare Adrien cosi presto, doveva cominciare
ad educarlo se voleva che diventasse una persona matura.
-credo che anche tu, Adrien, abbia qualcosa da dire- disse con serietà;
il bambino guardò suo padre sorpreso…a giudicare dagli occhi del
padre era meglio non replicare e, dopotutto, anche lui aveva dato un po’
di botte al biondino, per cui…
-mi dispiace- disse, con voce
debole, ma perfettamente udibile.
-cosi va meglio- Severus incrociò le braccia.
-ora andate a giocare- disse la
donna, facendo movimenti frenetici con le mani; ai bambini non rimase niente da
fare se non andarsene e, curiosamente, si misero a giocare insieme…i
mocciosi non lasciavano di stupire Severus…-sono
davvero mortificata per Matt…alcune volte mi
riesce difficile controllarlo e gli piace picchiare gli altri bambini…se
suo figlio si è fatto male...
-credo sia stata una battagli equa- Severus sorrise
e guardò Adrien, che in quel momento saliva
sullo scivolo, seguito da Matt, che era imbronciato
come se non volesse divertirsi- e poi è normale che i bambini litighino-
almeno cosi credeva Severus…
La donna lo guardò di
sottecchi e sorrise porgendogli una mano con cordialità.
-Caroline Brown- disse con amabilità, presentandosi.
-Severus Snape.- disse lui stringendole la mano.
-Matt
ed io ci siamo appena trasferiti in città- disse Caroline,
guardando suo figlio- lei è di qui?
-si, sono cresciuto qui…
-è una bella
città…- Caroline guardò il suo
orologio e sembrò spaventata- oh!devo andare!Matt,
tesoro, andiamo!!- il bambino la guardò per poi
sbuffare- è stato un piacere.
-anche per me
-forse ci rivedremo…Matt sbrigati!
Il bambino arrivò di corsa
da sua madre e, in qualche secondo, entrambi sparirono dalla vista di Piton. Snape lasciò che Adrien giocasse ancora un po’, ma il piccolo non
sembrava divertirsi tanto giocando da solo, per cui
dopo una mezza ora i due si accingevano a prendere l’autobus per tornare
a casa.
-perché ti stavi azzuffando
con quel bambino?- domandò Severus, mentre lui
ed Adrien viaggiavano seduti in fondo
all’autobus.
-perché lui mi aveva
spinto- disse Adrien, abbassando lo sguardo,
leggermente in imbarazzo- mia mamma mi aveva detto che
non dovevo lasciare che nessuno mi picchiasse…
Severus
sorrise; sua mamma aveva fatto bene a dirgli quello,
però ora Adrien sembrava un po’pentito
per averlo fatto, per cui gli diede un leggerlo colpo sulla gamba per
rianimarlo.
-non è niente, Adrien- gli disse senza perdere il sorriso- fai bene a
difenderti, non sono arrabbiato, ma non voglio che cominci a prendertela con
bambini che non ti hanno fatto nulla, intesi?
-io non lo faccio mai- rispose Adrien velocemente, come se avesse fretta di chiarire quel
dettaglio.
-lo so…tranquillo…ma
mi sembra che alla fine Matt ti sia piaciuto…
-è simpatico…ma
picchia come una bambina…
-e quel labbro ne è la
conferma, vero?- Severus rise davanti alla
constatazione di Adrien- a casa sistemeremo anche
quello.
Dopo quel discorso, a malapena
parlarono , ma Adrien
continuava a sentirsi felice; era stata una bellissima giornata, gli aveva
comprato vestiti, giocattoli, si era fatto un nuovo amico (o nemico), ma
soprattutto si era reso conto che anche suo padre era capace di ridere e non
gli faceva più paura…né diffidenza.
Era stata una bella giornata per
entrambi… un po’ meno per il conto corrente di Severus
Snape, ma ne era valsa la pena….
Note autrice:
ciao!!!allora
vi sono mancata?spero proprio di si, ma spero anche che il capitolo sia stato
gradevole e non troppo pesante!
Ringrazio davvero tanto tutti coloro che avranno la pazienza di
lasciarmi un loro commentino.
Nihal93-grazie mille per le tue parole!!!credimi
mi fanno davvero piacere!!!e non aver paura che il prox
chappy lo posterò il prima possibile sia per
soddisfare te che gli altri lettori!intanto dimmi cosa ne pensi di questo chappy che non mi sembra proprio corto ecco.
Ladyhawke-ciao!probabilmente
suonerò ripetitiva ma ringrazio anche te per la
tua recensione che esprimono l’impazienza di voler leggere il seguito
della storia e questo mi sprona ad andare avanti!comunque presto vedrai Adrien ad Howarts…puoi
immaginare quante sorprese!
Juliasnape:hey
spero che tu non mi abbia abbandonata a neanche metà storia. Ti
ringrazio per sostenere questa idea malsana di far diventare Snape papà e spero che mi dica cosa ne pensi di
questo chappy!
Detto questo invito tutti a recensire e a dirmi le loro opinioni
e sensazioni. Non siete obbligati ma mi fate davvero
un gran favore a farmi sapere le vostre impressioni!
Alla prossima!!!