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Autore: Julia Weasley    08/08/2010    12 recensioni
La storia è ambientata nel settembre 1943, all'inizio del sesto anno di Tom Riddle. L'anno precedente ha aperto la Camera dei Segreti, durante l'estate ha assassinato suo padre e adesso ha scoperto che cosa sono gli Horcrux. La storia è interamente riflessiva e si concentra sui pensieri di Tom riguardo alle decisioni che ha preso e al proprio futuro di Mago Oscuro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom Riddle/Voldermort
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Sesta classificata al contest "One Day: raccontami di..." indetto da Fabi_Fabi sul forum di EFP

Disclaimer: i personaggi non appartengono a me ma alla zia Rowling. Non scrivo a scopo di lucro.

Note
come ha detto la giudicia, ho fatto un po' un casino con  la cronologia, perché ho trovato notizie discordanti che mi hanno solo confuso le idee. Nei libri non si dice se gli Horcrux possono essere creati in ritardo oppure se è obbligatorio crearli subito dopo un omicidio. Io ho preso per buona la prima ipotesi, anche perché altrimenti Tom avrebbe già creato due Horcrux (il diario e l'anello) prima di chiedere a Lumacorno se era pericoloso farne più di uno (non poteva essere così rimbambito già a quell'età, no? XD). Quindi ho immaginato che avesse prima compiuto i due omicidi (di Mirtilla e di suo padre) per poi creare i due Horcrux quasi nello stesso periodo. Insomma, sicuramente ho sbagliato io, ma ormai questa fanfiction devo pubblicarla, quindi è meglio chiarirvi le idee prima che mi mandiate a quel paese. Nel dubbio, ho inserito l'avvertimento What if, ma solo per questo.
Detto con tutta sincerità, se fossi in voi non leggerei, ma se proprio non potete farne a meno, fate pure...


Dedicata a Circe

La scelta giusta
 
“L’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi.” (François De La Rochefoucauld)
 
Adoro la notte. È il momento della giornata che preferisco. Regnano silenzio e tranquillità ma anche misteri e pericoli nascosti. Mi sento a mio agio nella notte e nel buio, forse perché l’ignoto mi affascina, e il mio interesse per le Arti Oscure lo dimostra: la mia vita è tutta in funzione del mistero. Solo a notte fonda riesco a godermi pienamente l’atmosfera misteriosa e quasi surreale che permea questo enorme sotterraneo dalle pareti di pietra, sempre illuminato dalla luce verdastra delle lampade pendenti dal soffitto e del lago soprastante. Lo considero il mio regno, la mia vera Casa; perché Hogwarts è l’unico luogo in cui mi sento a mio agio, perché sono un Serpeverde, ma anche perché discendo da Salazar in persona. Questa sala comune, in un certo senso, è di mia legittima proprietà. Perciò nessuno può permettersi di disturbarmi quando mi ritiro qui in solitudine.
Mi accomodo sul divano di pelle nera di fronte all’elegante camino scolpito e, nel più completo silenzio, mi immergo nella lettura di qualche libro sulle Arti Oscure, proveniente dal reparto Proibito.
Comodamente seduto, indosso ancora la divisa nera, la cravatta verde-argento e la mia spilla da Prefetto. Sulle mia ginocchia c’è un grosso volume dalla copertina nera, intitolato Segreti dell’Arte più Oscura.
Lo sfoglio, sentendo la carta antica e ingiallita tra le mie dita, ruvida al tatto; leggo avidamente ogni riga, rileggendo le frasi che più mi colpiscono e alimentando il mio desiderio di potere e conoscenza.
Non mi sono mai spinto così in là nelle Arti Oscure. E non sono disposto a fermarmi; mi spingerò ancora oltre, dove nessun mago ha mai osato puntare.
Gli altri sono tutti fragili, deboli, mortali: io non voglio essere come loro. Sarò il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi. Ho tutti i requisiti per diventarlo: Prefetto, studente brillante con un’innata abilità di affascinare le persone e la capacità di parlare Serpentese ma, sopra ogni altra cosa, con un’ascendenza magica invidiabile. Sono l’ultimo Erede di Salazar Serpeverde in persona.
Nessun altro può essere come me, neanche i Purosangue che al primo anno invidiavo a morte. Mi sentivo inferiore perché non sapevo ancora da quale famiglia provenissi e credevo di essere solo un Nato Babbano.
Tutta colpa di quella stupida di mia madre: lei, una Gaunt, discendente del grande Salazar, sarebbe dovuta essere fiera di quello che era. E invece ha tradito il suo sangue, sposando un comune Babbano; ha tradito la sua essenza di strega, smettendo di usare la magia; ha tradito me, lasciandomi in quell’orfanotrofio e dandomi il nome di quello sporco Babbano di mio padre.
All’estremità del braccio posato sul bracciolo del divano, la mia mano si serra all’improvviso, mentre la mente riesuma i ricordi di appena due mesi fa. Rammento con piacere il giorno in cui, dopo aver seguito le indicazioni di Orfin, sono entrato in casa Riddle per la prima volta in vita mia.
Un ghigno mi si forma sul volto mentre rivedo la scena, nitida come se vi assistessi dal vivo. Erano tutti Babbani e non si aspettavano di morire per mano di un ragazzo di soli sedici anni. Ho ucciso i due vecchi per primi e poi ho trovato lui. Mi ha riconosciuto immediatamente, considerata la nostra somiglianza.
Serro i denti: il fatto di avere lo stesso aspetto di mio padre mi rovina il bel ricordo che ho della sua morte.
Non una sola parola è uscita dalle mie labbra. Lui ha urlato, mi ha detto di non sapere che mia madre fosse incinta. Menzogne. Lo sapeva eccome. Ha anche cercato di darmi del denaro… denaro babbano. In cambio, io avrei dovuto risparmiarlo. Non ho distolto lo sguardo dai suoi occhi colmi di panico nemmeno per un istante, restando completamente muto e godendo del suo terrore. E infine l’ho ucciso.
Sollevo la mano, ammirando l’anello con una pietra nera e graffiata, ricordo di quella gloriosa giornata. Il mio primo vero omicidio. Ho già ucciso Mirtilla Malcontenta, vero, ma indirettamente. E la sua morte non è stata neanche lontanamente meravigliosa come quella di Tom Riddle. Non provo alcun rimorso: lui se l’è meritato ed io ho estirpato il lato impuro del mio sangue.
Vorrei fare lo stesso qui a Hogwarts: sterminare tutti i Sanguesporco. L’anno scorso sono riuscito ad aprire la Camera dei Segreti, a controllare il Basilisco, a fare la prima vittima… Ma poi Dippet mi ha detto che la scuola rischiava di chiudere e sono stato costretto a prendere una decisione drastica e difficile.
Abbandonare la missione cui Salazar mi ha destinato non rientrava nei miei piani, ma a quel punto ho dovuto valutare le mie priorità: continuare a studiare le Arti Oscure per poi usarle e, con esse, dominare il mondo è stata una scelta preferibile a quella di uccidere qualche altro Sanguesporco a Hogwarts ma farla chiudere per sempre. Se avessi scelto la seconda possibilità, non avrei più potuto studiare i libri del Reparto Proibito.
Così, non ho più aperto la Camera dei Segreti, giurando tuttavia a me stesso di riprovarci in tempi meno sospetti. Ed è quello che farò. Devo solo avere molta pazienza e attendere. È inutile avere fretta.
In fondo, le mie aspirazioni vanno oltre la sola epurazione della scuola dai Sanguesporco. Io voglio diventare onnipotente e immortale: questo è il mio più grande obiettivo.
Ho deciso di aspettare, anche se fino a poco tempo fa avevo la fortissima tentazione di liberare un’altra volta il Basilisco. Era Salazar che mi chiamava a proseguire lungo il suo cammino e io desideravo accontentarlo con tutta l’anima. Ma sapevo che non fosse saggio. E sapevo anche che questa tentazione sarebbe passata, perché non era minimamente paragonabile all’altra. Sarebbe bastato solo aspettare: l’attesa attenua le passioni mediocri e aumenta le grandi.
Ho scelto l’attesa… e ora so di aver deciso bene.
Abbasso lo sguardo di nuovo sul libro e continuo a leggere il paragrafo che mi interessa. Pervaso dall’eccitazione della scoperta, i miei occhi scorrono incessantemente le pagine ingiallite e piene di muffa, senza neanche fare caso a tutto quel che mi circonda. Nella mia testa risuonano gli echi delle parole che ho l’impressione di divorare: omicidio, anima spezzata, immortalità, Horcrux.
Continuo a leggere, portando il busto in avanti e chinando il viso sul libro. Senza neanche rendermene conto, sorrido. Non sono mai stato così eccitato in vita mia: il mio volto sembra bruciare a causa del sangue che vi affluisce, pompato dal cuore che martella nel petto.
È tutto quello che ho sempre desiderato. Se creassi un Horcrux potrei ingannare la Morte, l’unica forza dell’universo che temo e che credevo di non poter sconfiggere. Adesso so di poterla aggirare. E su questo libro c’è scritto tutto quello che devo sapere per mettere in atto il mio piano.
Ora la mia passione per il potere e l’immortalità ha preso il sopravvento sul desiderio, inferiore e ristretto, di liberare la scuola dai Sanguesporco.
Quando raggiungerò il mio obiettivo potrò dedicarmi di nuovo alla Camera dei Segreti. Tutti sapranno che l’Erede dei Serpeverde sono io. Il diario in cui ho annotato le istruzioni per trovarla e riaprirla guiderà chi verrà dopo di me… e credo anche di aver scoperto come poter controllare che tutto vada secondo i miei piani, che nessuno mi sottragga il merito.
Il libro dice che il frammento di anima che risiede in un Horcrux lo può governare a proprio piacimento e, a sua volta, può riuscire ad assumere il controllo di chi gli apre il proprio cuore. Sapevo che avrei trovato la soluzione.
Poso nuovamente lo sguardo sull’anello sottratto a Orfin. È un cimelio dal valore inestimabile. Sarebbe interessante trasformarlo a sua volta in Horcrux. Chissà se se ne può creare più di uno: in fondo ho già compiuto due omicidi. Perché no? Anche più di due… sette, per esempio: il numero magico per eccellenza. Prima però devo informarmi sulle possibili conseguenze. Non voglio correre rischi.
Quel tredici giugno, incastrando Hagrid, ho fatto davvero la scelta giusta. Se la scuola fosse stata chiusa, chissà quando avrei scoperto degli Horcrux. Sapevo che il sacrificio dell’attesa mi avrebbe ripagato e infatti ora posso perseguire il mio vero e più grande scopo: diventare il mago più forte e temuto ed esercitare il dominio ogni cosa, anche sulla Morte stessa.

*Angolo autrice*
Lo so, fa schifo. L'ho scritta due mesi fa e all'epoca ne ero entusiasta ma a ripensarci non è poi un gran che.
Comunque mi è andata fin troppo bene e sono soddisfatta del voto alla caratterizzazione!.
Non so se avete notato la novità ... Mi sento quasi male a pubblicarla: l'unica storia scritta da me in cui non viene nominato nemmeno un Black! Forse è per questo che non mi ispira...
Sono una lurida traditrice del mio sangue, dovrò scrivere altre mille storie sui Black per rimediare a questo oltraggio! Vergonati, Giulia, vergognati! La tua testa verrà appesa insieme a quelle degli elfi domestici, e te lo meriti u.u
Vado a fustigarmi e a fare ammenda delle mie orribili colpe. Intanto vi lascio ai giudizi.
Risponderò alle eventuali recensioni (sempre se avrete voglia di recensire questa cosa) come al solito via e-mail.


Sesto Posto: La scelta giusta - Julia Weasley -


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Grammatica e sintassi: 9.5/10
Non ho particolari appunti da farti, ho solo notato che a volte i periodi diventano un po’ troppo lunghi, il primo paragrafo ad esempio, mi è sembrato un po’ ripetitivo. La punteggiatura è utilizzata molto bene, sai scegliere le parole in modo adeguato. Il lessico è davvero appropriato.

Stile: 9.5/10

Il tuo stile è molto descrittivo, ma riesce a non essere quasi mai pesante, la lettura della storia è risultata scorrevole.
Rendere bene un racconto quasi totalmente introspettivo è molto difficile, e tu secondo me sei riuscita a non riportare il fiume di pensieri e ricordi in modo troppo pesante.

Originalità: 8/10

La storia di per sé racconta fatti già avvenuti, già raccontati un’introspezione ha il difetto di non essere troppo originale, ma davvero ho apprezzato il modo in cui hai sviluppato questo viaggio nella mente di Tom Riddle.

Caratterizzazione dei personaggi: 15/15

Sei riuscita a caratterizzare un Tom Riddle cinico, crudele ed egoista, il vero Tom, a mio parere. Anche la caratterizzazione di Tom padre è perfetta, seppure sia riassunta in poche righe.

Attinenza alla citazione e sviluppo della trama: 9/14

La citazione è ben inserita nella storia. Anzi, la storia sembra scritta per la citazione. L’oggetto è al centro della storia, e il luogo è inserito nel modo giusto.
Hai dato la massima attenzione ai dettagli, e questo è davvero apprezzabile, purtroppo però devo dirti che hai fatto un errore di tempistica: Tom usa la morte di Mirtilla per creare il suo primo Horcrux, quindi in realtà la tua storia è basata su un presupposto errato, e cioè che Tom non sapesse cos’erano gli Horcrux quando ha aperto la camera dei segreti, o che comunque non lo sapesse sei mesi dopo, in realtà non era così. Addirittura ha creato il suo primo horcrux (il diario) proprio usando l’uccisione indiretta di Mirtilla. Sei stata un po’ sfortunata, perché non l’avrei notato se non avessi scritto una fanfic proprio sulla morte di Mirtilla per un altro contest. Sarebbe bastato un what if? Per aggiustare la situazione.

Gradimento personale: 8.5/10

Mi è piaciuta. È scritta bene, ha il lessico appropriato, lo stile apprezzabile e le descrizioni sono curate e precise.
La trama è ordinata. Questo Tom mi ha davvero colpita. Un personaggio difficile, la sua personalità è davvero complicata da rendere, e secondo me tu ci sei riuscita davvero. Hai anche scelto un tema difficile, a volte è semplice fare ridere, qui si va su qualcosa di più ragionato. La sua decisione è la scelta di sacrificare qualcosa che non vorrebbe, ma lui vede tutto in grande.
Peccato davvero per la considerazione sbagliata.

Bonus Luogo/oggetto: 1 punto

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