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Autore: Naruto89    13/08/2010    3 recensioni
Naruto Uzumaki è uno studente universitario sfaccendato, che sogna di diventare un regista cinematografico; Sakura Haruno è la nuova barista del locale che si trova esattamente davanti alla Facoltà frequentata da Naruto. Lei viene da Hiroshima, è arrivata sino a Tokyo per dimenticarsi una volta per tutte del suo ex, Sasuke Uchiha, e ha deciso di non impegnarsi mai più in una relazione seria. La storia di Naruto e Sakura dura 500 giorni, che non verranno mostrati in ordine cronologico, bensì completamente sparpagliato, disomogeneo, come pezzi di un puzzle da ricomporre con molta pazienza. Durante questa storia Naruto e Sakura si incontreranno, si conosceranno, si prenderanno e si lasceranno. "Questa è la storia di un lui e di una lei ma, tanto vale chiarirlo subito, questa non è una storia d'amore." Forse.
Ispirato e dedicato al meraviglioso film indipendente "(500) giorni insieme - (500) days of Summer".
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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#21

“If it’s not love, then is the bomb that will bring us together.”

Ask – The Smiths

(500)

Naruto, quel giorno, si era vestito di tutto punto: giacca, cravatta e pantaloni neri, scarpe eleganti e la migliore camicia bianca che avesse. Gli avvenimenti successi negli ultimi – gli ultimi 500 – giorni lo avevano cambiato non poco, motivo che lo aveva spinto a rialzare la testa. Mentre era nella sala d’aspetto di quella grande casa produttrice giapponese, si era messo a ripensare a tutto quello che gli era successo.
Le poltrone di cuoio marrone, sempre un po’ troppo morbido per i suoi gusti, lo aiutavano in questa sorta di assopimento cosciente. Ogni tanto, però, preferiva concentrarsi su uno dei quadri di gusto atroce che erano stati appesi alle pareti bianchissime. Erano a metà tra l’astratto e il ritratto, come se il pittore avesse voluto deformare apposta il volto della persona per mostrare ciò che provava. Lui, o la persona stessa: non si capiva bene.
Sasuke, Sakura, Kiba, Shikamaru, Chouji, Ino… si era lasciato tutti alle spalle nell’ultimo mese e si era concentrato unicamente su sé stesso e su quello che voleva trasmettere: ne era uscito un film autobiografico, salvo per il finale inventato, e parecchio azzardato. Anche adesso, che mancava poco al suo colloquio con uno dei più importanti produttori del Giappone, non era sicuro che potesse convincere del tutto.
Ormai, però, non si poteva più tornare indietro e – quando due persone vestite di tutto punto, anche se un po’ rigide nei movimenti, lo vennero a chiamare – lui si alzò con uno scatto e, con ritrovato vigore, entrò da quella massiccia porta in legno decorato d’oro.
La grandezza di tutto ciò che era in quel palazzo lo aveva messo in soggezione sin da subito: un edificio altissimo, completamente trasparente, che strizzava più di un occhio alla modernità ma, all’interno, era arredato in gusto classico, feudale, con la ricerca del grande, dell’enorme, del maestoso.
Naruto non sapeva se dietro a tutto quello ci fosse l’idea di mettere in difficoltà colui che veniva a presentare i propri progetti, ma la sensazione che dava era proprio quella. Così, assorto in quei pensieri, aveva finalmente oltrepassato la porta dell’ufficio del produttore. Un respiro profondo, e via.

“Ecco perché, secondo me, il lungometraggio dovrebbe finire così.”
Dopo immani sforzi per riuscire a spiegare nel migliore dei modi ogni passaggio, finalmente il biondo era riuscito a descrivere anche la scena finale e a giustificarne l’apparente assurdità. Lei che si sposa con l’Altro, ma che qualche giorno dopo chiede a Lui di diventare il suo amante, senza – appunto – tuttavia voler lasciare il suo sposo: era sicuramente qualcosa di mai visto e, nello stesso tempo, probabilmente troppo estremo, quasi comico.
Anche Naruto, quando la stava scrivendo, non era per nulla convinto di come si sarebbe dovuto porre davanti a quell’idea: aveva buttato giù tutta la sceneggiatura seguendo passo passo la sua vicenda, ma quando si era trovato davanti al problema di inventarsi un finale, forse aveva lasciato uscire fuori un po’ troppo la sua anima ribelle, che va contro ad ogni meccanismo classico del film. Un autore sicuramente interessante, e parve proprio che anche il produttore ne fosse rimasto da una parte stupito, ma dall’altra anche fermamente convinto.
Il giovane, dopo aver finito di parlare, sospirò profondamente: era finalmente arrivato alla fine di tutta quell’avventura e forse stava per cominciarne un’altra, ancora più stupefacente. Quando si vuole scrivere, si ha bisogno assoluto di fare esperienza: le idee non nascono dal nulla e deve esserci – oltre ad un talento di base – un fatto scatenante che ti metta la voglia di descrivere una certa vicenda.
Così, però, se ne andava anche una parte importante della sua vita, fatta di amicizie ed amori, di scontri, di rivalità, di gelosie: probabilmente non avrebbe più incontrato né Sakura, né Sasuke, si sarebbe concentrato solo sul suo lavoro e sarebbe diventato un regista di fama mondiale. Tuttavia, in quel momento esatto, provò una certa nostalgia per la fine di quella fase.
“Grazie mille. Sono molto soddisfatto del suo lavoro, le farò sapere quanto prima.”
Con questa frase, che sul momento Naruto non capì se fosse solo di congedo o venisse dal cuore, il grande produttore cinematografico congedò il biondino che uscì lentamente da quella sala e, poi, si precipitò giù dalle scale con rinnovato vigore.

Quando l’aria fresca della primavera gli sferzò il viso, il ragazzo respirò a pieni polmoni: dopo tanto, tantissimo tempo poteva finalmente assaporare un sentimento, una sensazione che gli era stata negata troppo a lungo. Finalmente, qualsiasi cosa fosse successa, era libero: libero da una storia che lo aveva trascinato a fondo troppe volte, libero da due persone incapaci di decidersi e che gli avevano rovinato gli ultimi due anni.
Ormai aveva smesso di illudersi, lui non credeva più nell’amore: non è che non fosse un sentimento meraviglioso, la questione non era più se facesse o meno soffrire. Semplicemente, dannatamente più semplicemente, non esisteva. In quei momenti, sorridendo, non riusciva a non pensare a Sakura: negli ultimi tempi, in alcuni casi, era arrivata ad odiarla. E invece, alla fine dei conti, lei aveva sempre avuto ragione. L’amore non esiste, è inutile aggrapparvisi.
Con questa certezza ben piantata in testa, il giovane si diresse a passo spedito verso un lungo viale alberato con i ciliegi in fiore in duplice filare: i petali rosa, grazie al debole vento che tirava quella mattina, si muovevano vorticosamente in aria per poi ricadere, con una lentezza ed una dolcezza disarmanti, a terra.
Lo sai a che velocità cadono i petali di ciliegio? Cinque centimetri al secondo. Naruto, osservando quel meraviglioso spettacolo offertogli da Madre Natura, non poté non pensare a questa frase: l’aveva sentita in un film d’animazione che apprezzava parecchio: 5 cm al secondo – appunto – di Makoto Shinkai. Era ciò che la ragazza del protagonista gli diceva un giorno in cui si erano fermati ad osservare i ciliegi in fiore.
Però, mentre veniva trasportato lontano dai suoi pensieri e dalle sue fantasie, un’immagine improvvisa lo trascinò nuovamente con i piedi per terra: con i capelli che – anch’essi mossi leggermente dal venticello – si confondevano con il turbinio di petali, in mezzo alla strada c’era Sakura.
Il ragazzo tirò avanti senza darle troppo peso, ma appena gli fu arrivato quasi davanti, lei cominciò timidamente a parlare: aveva la voce rotta e persino lei sapeva quanto potesse essere difficile prendere sul serio le sue parole, visto quello che stava per dire.
“Naruto… io ti amo.”
Il biondino, pur stupito e confuso da tutto ciò, decise che non si sarebbe dovuto fermare per alcun motivo. La ragazza, quindi, continuò.
“Me ne sono accorta al matrimonio, quando ho sposato Sasuke: vederti andare via dopo la festa mi ha aperto una ferita insanabile. Io ho bisogno di te, rimani insieme a me: ti prego!”
Nessuna risposta.
“So che mi prenderai per pazza per quello che sto per dirti, ma… ormai è troppo tardi e non posso più lasciare Sasuke, quindi… vuoi diventare il mio amante?”
Silenzio.
“Io ti amo, Naruto” ripeté lei.
In quel momento, la testa del biondo era immersa nella confusione più totale. Le parole di Sakura, anche se stava facendo finta di nulla, lo avevano colpito: per quanto ancora il poco equilibrio – sia psichico che sociale – che affligge lei e Sasuke dovrà tormentarlo? Oppure accettare quell’offerta è la cosa migliore da fare?
Il giovane, dentro di sé, sospettava di amare ancora la ragazza dai capelli rosa, ma semplicemente non voleva ammetterlo: aveva deciso che non avrebbe più creduto nell’amore, quindi non poteva proprio fare una cosa del genere. Poi, però, gli venne una mezza illuminazione: mentre passava vicino a Sakura, le si avvicinò e – senza fermarsi – le bisbigliò in un orecchio.
“Ti farò sapere.”
Poi, dopo averla superata di una ventina di metri, prese in mano il cellulare e, sorridendo, digitò alcune frasi: un messaggio per lei.

Ci sto.

Naruto

Tuttavia, non ebbe alcuna intenzione di fermarsi: tirò dritto per la sua strada e, premendo il pulsante di invio, non riuscì a non sorridere dolcemente. Finalmente, aveva capito tutto: non aveva bisogno di amarla, per stare con lei. E nemmeno di credere nell’amore. Perché questa non è una storia d’amore: è una storia di due amanti. Una storia di sesso e carezze, potremmo dire.

FINE

********************************************************************************

Ed è con una delle più belle frasi degli Smiths – come citazione iniziale, intendo! – che si conclude la nostra avventura: “se non sarà l’amore, allora sarà la bomba a tenerci insieme”. Ed è un po’ come è andata qui, tra Naruto e Sakura: ecco a voi il finale che avevo progettato da mesi. Molti di voi mi ucciderebbero, lo so. E i restanti, pure. Ma, mi spiace, non sono fatto per i finali scontati, per il romanticismo alla Moccia e per le storie d’amore viste con gli occhiali rosa: io ho una fede illimitata nel sentimento chiamato “Amore”, ma questo non mi impedisce di vederlo a mio modo, forse persin troppo cinico. Chiudendo, non posso far altro che ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito, tutti coloro che si sono voluti innamorare dell’Amore insieme a me, tutti quelli che si sono divertiti insieme a Naruto e compagnia bella: è a voi che ho pensato quando, scrivendo il numero (500) all’inizio del capitolo, ho provato una forte emozione. Ed ora, per l’ultima volta in questa fic, lo spazio delle recensioni:
LaGrenouille: Oddio, il tuo nick mi ricorda il mio amato N.C.I.S.!! xD Passando alle cose serie: sono felice di avere un’altra lettrice (però, stavo notando… le storie d’amore attraggono solo lettrici e non lettori? xD), che tra l’altro mi fa una recensione così completa. Innanzitutto, grazie: sia per i complimenti (ci tengo molto a fare un buon lavoro con i personaggi, e ti posso assicurare che Sasuke è stato scelto così: avevo bisogno, vista la storia, di qualcuno che incarnasse lo stereotipo del ragazzo ricco e bastardo capace solo di portare via la ragazza a quello sfigato ma buono. Stereotipo, lo so, ma a volte servono – o sempre, come dice Propp!!), sia per le critiche. Infatti ieri mi sono andato a rileggere la fanfic e ho notato quello che mi dicevi: sui tempi verbali, mi stavo mangiando le mani da solo. Un vero schifo, non so come sia stato possibile dal momento che – di solito – ci sto molto attento; sul secondo punto, invece, anche lì ho notato tutti gli errori e mi sarei nuovamente mangiato le mani (salvo che, dopo il punto uno, non le avevo più): solitamente sto attentissimo a certi particolari, soprattutto perché sono il primo a cui danno fastidio errori del genere! Sul terzo punto, invece, grazie infinite: non sapevo che per i cognomi maschili non si potesse mettere l’articolo davanti (la mia prof ha sempre detto che suonava male, ma non che non si poteva fare =_= Benedetti insegnanti che non sanno manco correggere gli errori degli alunni =_=).
Rinnovo il mio grazie di cuore a tutti quelli che mi hanno seguito! Intanto – se ne avete voglia – potete divertirvi con la storia originale che sto postando (“Start Line”), poi forse mi ritroverete con una nuova fanfic, sempre su Naruto (ho scritto un capitolo, ma preferisco avere il tempo di scriverne almeno alcuni altri prima di iniziare!). Ciao a tutti!!!

   
 
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