Da
Allievo A Maestro
PROLOGO
È
incredibile come il tempo scorra inesorabilmente senza che noi possiamo
accorgercene.
Mille
cambiamenti ci travolgono, ci stordiscono, ci spaventano. Il più delle volte
questi ci compaiono davanti dal nulla, sia che siamo pronti o meno. Niente è
per sempre e tutto può cambiare da un momento all’altro.
Capita
di desiderare di rimanere dei semplici ragazzi, pensando che il mondo degli
adulti sia troppo complicato, anche se, la maggior parte delle volte, gli
adulti hanno cose che da adolescenti non si possono avere.
Una
famiglia tutta loro ad esempio, nonostante le mille responsabilità che essa
comporta e che da giovani sembrano insormontabili.
Ma
sia che lo si voglia o meno, gli anni passano e ognuno prende il posto di
qualcun altro. Da figlio, si diventa genitore, da allievo si passa a fare il
maestro e via discorrendo.
I
giorni sono trascorsi velocemente anche qui a Konoha
e la mia generazione è cresciuta. Siamo ormai tutti adulti e ognuno ha una sua
vita, chi semplice, chi più difficile, ma tutti noi continuiamo a vivere
sperando sempre in un futuro felice e perchè no,
migliore
Nessuno
di noi è più un ninja inesperto
bisognoso di qualcuno che ci insegni le cose della vita. Ormai siamo
perfettamente in grado di cavarcela da soli, ma il momento di trasmettere
quello che è stato trasmesso a noi, è giunto.
Quando
Ero-sennin morì, Shikamaru,
nel tentativo di consolarmi, mi aveva accennato che un giorno saremo stati noi,
i maestri di qualcun altro e che avremo avuto la responsabilità di preservare
la vita ai nostri allievi come avevano sempre fatto i nostri sensei, ma allora mi sembrava una cosa così surreale,
lontana e invece…domani conoscerò quei tre ragazzini
a cui dovrò insegnare tutto quello che so.
Sinceramente
una missione di livello A o S mi inquieta di meno e a giudicare dal
comportamento dei miei amici, anche loro sono nella mia stessa situazione.
Abbiamo
tutti paura di non essere all’altezza dei nostri insegnanti.
In
quanto forza li abbiamo superati ormai da qualche anno, ma non è la forza
fisica che ti rende un buon istruttore. Bisogna avere pazienza e saper prendere
dei ragazzini.
Avevo
già fatto da insegnante a Konohamaru e magari
quell’esperienza mi sarebbe tornata utile, ma le circostanze erano nettamente
diverse.
Prima
di tutto ero semplicemente un ragazzo, un po’ troppo pieno di se, e nessuno
diceva niente se mi trovavo a litigare con il nipote del terzo hokage e, se sbagliavo qualcosa, avevo sempre la scusa di
poter dire, che stavo ancora imparando anche io.
Ora
però sarebbe stato tutto diverso. Quei ragazzini avrebbero contato su di me e
in missione, per quanto potessero essere spaventati, soprattutto le prime
volte, avrebbero avuto la certezza di tornare a casa, perché il loro sensei era in grado di proteggerli da qualunque pericolo.
Kakashi era
stato capace di adempiere a questo compito, ma io?
Non volevo
avere sulla coscienza dei ragazzini, che avevano tutta una vita davanti e con
me sono doppiamente in pericolo.
Spesso
parlavo delle mie incertezze con Shikamaru e Sakura.
Se il primo era quasi scocciato a sentirmi ripetere sempre le stesse cose, non
potendone più di ripetermi che nemmeno i nostri insegnanti sapevano come fare
con noi, Sakura mi sorrideva e mi
incoraggiava.
Entrambi
sono diventati amici importanti per me e penso che la cosa sia reciproca.
Ognuno di noi andava dall’altro quando aveva qualche incertezza e cercava come
meglio poteva di dare fiducia in se stesso all’altro.
Tutti
hanno sempre creduto, che io avessi una gran fiducia in me stesso e nelle mie
capacità, ma in realtà forse sono più insicuro di tutti e sia Shika che Sakura lo avevano compreso.
Anche
Sasuke sapeva di questa parte di me, ma con lui non
potevo, né volevo dimostrarmi debole. Ne avrebbe solo trovato un nuovo pretesto
per prendermi in giro…lui che si credeva e si crede
ancora superiore a tutti.
Ero
riuscito a farlo tornare al villaggio, ma qualcosa era cambiato. Non lo
consideravo più un fratello.
Si
mi sentivo capito per certi aspetti solo da lui, dato che sapeva cosa voleva
dire sentirsi solo, ma il suo solito atteggiamento di credersi superiore, il
fatto che essere un Uchiha sia la cosa più
eccezionale che esiste al mondo, cominciavo proprio a non sopportarlo più.
A
volte capitava infatti che lo ignoravo, anche se me lo trovavo davanti,
nonostante Sakura facesse di tutto per far tornare le cose a posto tra di noi.
Ero
convinto che una volta rientrato al villaggio, le cose tra noi sarebbero state
le stesse e invece ero stato proprio io fare che ciò non accadesse.
Lui
continuava a considerarmi il suo rivale da battere, io invece avevo superato
certe cretinate. Non serviva a niente mettersi in competizione. Forse ti
incitava a migliorare, ma preferivo trovare altre motivazioni per crescermi e rafforzarmi…alla fine sempre le stesse: la salvezza del
villaggio, le persone che amo e la sopravvivenza.
*************************
Ecco qua una nuova fanfic.
Non ho mai amato molto le fanfic,
dove ci sono personaggi o nuove generazioni, eppure eccomi qui a scrivere una
storia di quel genere.
Non ho la più pallida idea di cosa ne verrà fuori. Ho
qualche capitolo pronto e l’idea di base, ma sono curiosa di vedere come sarò
in grado di svilupparla.
Sperando di riuscirci, dato che come al solito, dopo un
po’ vado in tilt.
Vedremo.
Nel frattempo spero di avervi incuriosito e che vi possa
interessare.
Fatemi sapere se avete un po’ di tempo.
Ciao
A presto
Neko =^_^=