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Autore: ArtysSexKitten    13/09/2010    9 recensioni
Angeline Fowl costringe il cinquenne Artemis a farsi scattare una foto con... Babbo Natale. Artemis è disgustato all'idea: Babbo Natale? Andiamo, come si fa a credere a queste storielle da bambini? Tuttavia proprio il Babbo Natale del centro commerciale farà vacillare le sue certezze...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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NOTE DELLA TRADUTTRICE: Salve! Visto che il fandom di Artemis Fowl conta poche storie (sigh!), ho pensato di contribuire con questa traduzione! Anche se mi rendo conto che è un po' fuori stagione, spero che la apprezzerete comunque, almeno un po' ^^ 
Se vi va di leggere la storia nella sua versione originale, potete trovarla QUI !
Vi lascio alla storia!
Baci, la traduttrice _Heather

NOTE DELL'AUTRICE: Ho avuto quest'idea tre minuti fa, mentre ammiravo Gaara di Naruto. Volevo scrivere una storia sul Natale, con Artemis, perché non importa quanto sia sexy Gaara, Artemis è comunque meglio. XD
Si, Arty ha un vocabolario piuttosto fornito per avere cinque anni. Ma non dimentichiamoci che è un genio! Non si discute :)

Disclaimer: Artemis Fowl non mi appartiene! E' di proprietà di Eoin Colfer, anche se a volte mi piacerebbe che non lo fosse...


The truth about Santa

Fu con estremo sconcerto che Artemis Fowl Junior si ritrovò in piedi, accanto a sua madre, a fare la fila per vedere Babbo Natale. 

La sua mente di bambino di cinque anni non riusciva a capire perché la donna, che in teoria avrebbe dovuto saperne più di lui, lo stesse costringendo a sedersi in braccio ad uno sconosciuto e dirgli cosa voleva per Natale. Se quell'uomo era davvero chi allegramente affermava di essere, non avrebbe dovuto già saperlo? 
Sua madre era al corrente del fatto che Babbo Natale non esisteva, giusto? Di certo era grande abbastanza da capire che era scientificamente impossibile per un sessantenne in sovrappeso e un branco di renne visitare ogni casa, in ogni Stato del mondo,in una sola notte. Per non parlare poi di quanto avrebbe dovuto essere pesante e ingombrante il sacco dei giocattoli. Come avrebbe fatto a mettere così tante cose in un sacco tanto piccolo? 
Era impossibile, e Artemis non aveva tempo per simili storielle da bambini. 

“Madre, non vedo la necessità di stare qui” disse con calma, guardando in alto verso la donna, che invece sembrava così felice di essere lì. 
La signora Fowl guardò suo figlio e sorrise dolcemente, ricevendone in risposta uno sguardo torvo. 
“Arty, caro, non vuoi incontrare Babbo Natale? Essere ancora più sicuro di trovare i tuoi regali sotto l'albero?” 
“Improbabile. So già che tu e mio padre state comprando quello che ho chiesto... E comunque, difficilmente quest'uomo potrebbe permettersi quello che desidero. E poi, perché dovrei chiedere ad un perfetto sconosciuto?” 

Leale, alle spalle della coppia, concordò silenziosamente con il suo giovane datore di lavoro. Era d'accordo che i bambini credessero in Babbo Natale, ma lasciare che Artemis sedesse sulle ginocchia dell'uomo era qualcosa che proprio non gli andava a genio. Buona parte di quei Babbo Natale non erano pedofili? 
Ad ogni modo,la signora Fowl ignorò la risposta del figlio e gli scompigliò affettuosamente i capelli; Artemis la guardò infastidito. 
“Non fare il guastafeste. Entra nello spirito natalizio! Guarda, siamo i prossimi.” 

Artemis cercò di restare al suo posto puntando i piedi, ma aveva solo cinque anni e sua madre era molto più forte di lui. Guardò oltre la sua spalla, verso Leale, in cerca d'aiuto. La guardia del corpo seguì la coppia. 

 “Signora Fowl, crede sia saggio lasciare che quest'uomo tocchi il signor Artemis? Voglio dire...” 
 “Sciocchezze, Leale, Babbo Natale non è un delinquente, è puro come la neve! Andiamo, Arty.” 
Il bambino permise, riluttante, che sua madre lo guidasse su per le scale verso l'uomo seduto su di un trono rosso e oro. 
Artemis lo trovò stupido: non era un esponente della famiglia reale, perché doveva sedersi su un trono? 
 
 “Ho, ho, ho! Salve, giovanotto!” esclamò cordialmente Babbo Natale, salutando Artemis con la mano. 
Artemis gli rispose con lo sguardo più velenoso che potesse lanciare un bambino della sua età... che era parecchio velenoso. Sua madre indietreggiò e Leale fu costretto a seguirla, benché avesse lanciato a Babbo Natale un'occhiata significativa. Una giovane ragazza, vestita da elfa, prese per mano Artemis e lo guidò per il resto delle scale verso il trono di Babbo Natale. Lo prese in braccio e lo sistemò sulle ginocchia dell'uomo. 

 “Allora, giovanotto, come ti chiami?” 
 Artemis lo guardò, indifferente. “Non dovrebbe saperlo?” rispose. 
Babbo Natale sorrise senza scomporsi, e pose una mano guantata sulla spalla di Artemis. Poco più in là, Leale storse il naso. 
Babbo Natale guardò verso la signora Fowl, che sillabò il nome di Artemis senza emettere suono. 
 “Ma certo, ti chiami Artemis. Che bel nome!” 
 “Mia madre gliel'ha appena detto. Vedo il riflesso nell'albero di Natale di plastica alle sue spalle.” 

I due si guardarono per un momento. Poi Babbo Natale si riscosse e sforzò un sorriso. 
 “E cosa vorresti per Natale, Artemis?” 
 “Niente che lei possa permettersi, ne sono certo” fu la fredda risposta. Il bambino continuò a fissarlo. 
 “Sai, se continui ad essere così sgarbato, potresti ricevere solo del carbone. E tu non vuoi che succeda, vero? Tu vuoi essere un bravo bambino educato. So che ne sei capace.” 
Artemis lo guardò; riusciva a vedere la barba finta e le guance scarne che vi erano sotto. Era un falso, proprio come pensava. 
 “Riceverò esattamente ciò che ho chiesto, a prescindere dal mio comportamento, perché mio padre me lo comprerà. Io non credo a Babbo Natale, so che non esiste: ho visto Leale mettere i regali sotto l'albero lo scorso Natale. Non sei vero.” 
L'occhio di babbo Natale ebbe uno spasmo. 
 “Va bene, Artemis, ti dirò la verità, ma tu devi mantenere il segreto, d'accordo?” 
Suo malgrado incuriosito, Artemis si fece un po' più vicino per ascoltare il “segreto”. 

 “Io non sono Babbo Natale. Non quello vero, nessun Babbo Natale del centro commerciale lo è” disse l'uomo. 
Artemis annuì, questo lo sapeva già.
 “Il vero Babbo Natale è al Polo Nord, che si prepara per la vigilia di Natale. Noi lavoriamo per lui, raccogliamo informazioni. Quando abbiamo controllato tutti i ragazzini, gli mandiamo le informazioni tramite un network privato su internet. La lista completa è contenuta in un database al Polo Nord.” 
Artemis lo fissò. Era plausibile. Informatori, computer e database non erano solo i prodotti di storielle per bambini. Qui si parlava di scienza e tecnologia. 
 “E come fa a girare tutta la Terra in una sola notte?” chiese il piccolo. 
L'Agente di Babbo Natale rispose in tono cospiratorio: “Manda degli inviati speciali in tutto il mondo. Lasciano i giocattoli impacchettati davanti all'ingresso, e i genitori li prendono e li mettono sotto l'albero.. E' per questo che alcuni bambini vedono le loro mamme e papà, e non il Grand'Uomo.” 
Sembrava tutto logico. 
 “Ma quindi esiste Babbo Natale?” domandò Artemis. 
 “Ma certo, è il direttore della nostra attività! Ogni organizzazione ha bisogno di un capo. E' lui che ha creato tutto questo; vive in una base segreta al Polo Nord. E' segreta perché così nessuno può rubare niente. Abbiamo molte tecnologie sofisticate, nella nostra base. Pensala come se fosse l'Area 51. Conosci l'Area 51, non è vero?”
Il bambino annuì, rapito dal racconto.
 “E che mi dice degli elfi?” 
 “Nessun elfo, solo normali lavoratori. Non costruiamo noi i giocattoli, non più: li compriamo. Insomma, non si può costruire una TV con un martello e dei chiodi.” 
Artemis fece un altro cenno, gli occhi blu spalancati per l'interesse. 
L'Agente di Babbo Natale annuì soddisfatto. “Quindi ora sai tutto, ecco il grande segreto. Dunque, Artemis, cosa vorresti per Natale? Ricordati che devo fare rapporto, e se io non so cosa vuoi... Non lo sapranno nemmeno al Polo Nord.” 
 Un'ondata di panico sttraversò il corpo magro di Artemis, mentre iniziava a parlare. 
 “Mia madre vorrebbe che ricevessi dei giocattoli, ma io vorrei tanto un microscopio e un nuovo computer...”
L' Agente annuì e si picchiettò un dito sul lato del naso. “ Registrato, lo farò sapere al grand'uomo così può ordinarli. Ricorda che questo è il nostro piccolo segreto, Artemis. Non dirlo a nessun altro.” 
 “Va bene.” disse il piccolo, saltando giù dalle ginocchia dell'uomo e tornando da sua madre, che gli sorrise radiosa. 

Artemis le fece un sorriso innocente in risposta. 
 “Allora, hai detto a Babbo Natale cosa volevi?” gli chiese allegramente la donna, mentre lasciavano lo stand.
 “Si, mamma” rispose lui. 
 “Fantastico! Sono orgogliosa di te, caro! E ora andiamo a comprarti un regalo per essere stato un così bravo bambino!” 
Artemis approvò, prendendo la mano di Leale, mentre la sua piccola mente brillante rielaborava tutto ciò di cui era appena venuto a conoscenza.
Una volta arrivato a casa, avrebbe tirato fuori ogni mappa del Polo Nord contenuta a Fowl Manor e avrebbe trovato la fabbrica. 
Non potevano stare nascosti ancora per molto.
Sorrise.
  
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