Povero
amore.
C’è
chi dice che
chiunque abbia amato porti una cicatrice.
Non
mi sono mai
curata di confermare o smentire questa frase, limitandomi a constatare,
con
l’aria della donna vissuta, quanto fossero belle le mie
ferite.
Solo
oggi mi
rendo conto che i segni che portavo con tanto orgoglio non erano vere
cicatrici, ma semplici graffietti.
Stavolta
ho
sentito male, ho incassato un colpo veramente duro. Posso vantarmi di
aver
amato davvero, adesso?
Eppure
ora non
esibisco le profondità del mio dolore, non me la sento.
È viscerale, è intimo.
È mio. Non voglio che qualcun altro ne abbia coscienza.
Perché
è dolore,
ma forse è anche un po’ amore. Anzi, è
soprattutto amore.
Odio
e affetto,
respiro e agonia.
L’orgoglio
tiene
le redini della corsa.
Ti
amo, non te
l’ho mai detto. Ti amo, non voglio dirtelo mai
più. Mai ho odiato così tanto il
rispetto che devo a me stessa, mai la dignità mi
è sembrata così pesante.
Ma
sono ancora
convinta che l’onore valga la solitudine, e non
lotterò. Non mi vedrai umiliata
ad elemosinare un po’ di calore. Non scrollerò le
spalle mormorando che non fa
niente, che questa volta rialzarsi fa solo un po’
più paura. Non morirò per te.
Addio,
povero
amore, non sei più niente. Ti lascio solo con le tue
maschere, sovrano di
menzogne in un regno di cristallo.
Addio,
povero
amore, ti lascio e non ti devo più nulla. E poco importa se
qualche filo mi
lega ancora a te.
Povero
amore,
addio…
Lo
so, lo so, dovrei fare
altro…ma oggi è una giornata piena di fantasmi, e
la mia penna ha partorito
solo questo. Spero apprezziate.
Un
bacio
*stan*