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Autore: L_Fy    31/10/2005    10 recensioni
E’ credenza comune che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. In realtà, una certa megalomania prettamente inglese ha influenzato il pensiero popolare. Per gli addetti ai lavori, per coloro, cioè, che possono valutare con cognizione di causa la preparazione degli studenti che terminano gli studi, è indubbio che la migliore scuola del mondo magico sia la scuola di magia e stregoneria di Durmstrang.
Genere: Commedia, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1 : Nuovo anno a Durmstrang

Mentre Costanza Malatesta rimuginava sui suoi pensieri tutt’altro che soavi, una nuova figura si avvicinò alle sue spalle rigide, sfidando bellamente il chiaro messaggio di ostilità della proprietaria.

"Costanza!" trillò una voce piacevolmente festosa.

La ragazza si girò e un lampo di gioia passò sul suo viso, rapido come un’ombra passeggera.

Prima ancora che potesse rispondere, venne avvolta da un abbraccio fin troppo espansivo per l’atmosfera pomposa e formale che l’ambiente suggeriva.

"Ti trovo benissimo" continuò con voce melodiosa la seconda ragazza, schioccando un sonoro bacio sulla guancia pallida della prima "Devi piantarla di diventare sempre più carina: mi rovini la piazza e mi toccherà farti una fattura pustolizzante per riprendermi il primato"

"Baronessa Iljovich" rispose con voce musicale e fintamente sprezzante Costanza "Non lo vedi che sto facendo la sceneggiata della studentessa remota e solitaria? Se fai così mi rovini l’effetto autoritario sulle caccole del primo anno, accidenti a te"

La baronessa Nadja Iljovich fece un sorrisetto storto e malizioso scrollando con graziosa indifferenza le spalle.

"Ah, tanto lo capirebbero subito che è tutta una bufala" rispose noncurante "Di nuovo di corvèe alle barche?"

"Ovviamente" rispose Costanza, lasciando che un piccolo sorriso malevolo le increspasse le labbra "Vuoi che il puzzide Caccaroff si lasci scappare una possibilità di farmi decapitare da un fulmine prima ancora di mettere piede a Durmstrang?"

"Non succederà" rispose con noncuranza Nadja arrotolando una graziosa ciocca bionda sul dito in un gesto civettuolo "Nessuno sa evocare le nebbie come te"

"Ciò non toglie che qualche ragazzino in crisi pre-adolescenziale si farà sicuramente prendere dal panico e finirà dentro al lago: e di chi sarà la colpa, secondo te? La nomina a Maestra di Cerimonie è una garanzia di almeno un giorno nella Stanza delle Punizioni"

"Dì la verità, scommetto che hai nostalgia di quella stanza, visto tutto il tempo che ci hai passato" ribatté Nadja con una smorfia sadica.

"Come no" sbuffò Costanza "Come ho nostalgia di quella faccia da Troll decerebrato di…"

"…Valenskij!" mormorò Nadja, disinteressandosi all’istante di Costanza quando avvistò un’alta e arrogante figura dal mantello svolazzante, circondata da alcune persone intente a salutarla con entusiasmo.

"Ti pareva" mormorò Costanza trattenendo a stento un moto di insofferenza: aveva sperato di incontrare Valenskij il più tardi possibile, magari verso Natale o giù di lì…e invece, eccolo che si incamminava sul molo, il passo indolente e sicuro di un vero Durmstaghiano, un sorriso da schiaffi stampato sul viso e la sua corte di zombie appresso come un corteo funebre.

Dopo il preside Karkaroff, la persona che Costanza Malatesta odiava di più al mondo era Sasha Valenskij. Primo, perché detestava cordialmente i burbanzosi e snob figli di papà che affollavano Durmstrang, e Valenskij sembrava esserne l’esatto vessillo: altezzoso, ferocemente caustico, narcisista fino al parossismo e con tanta puzza sotto il naso da sembrare che avesse sempre un calzino sporco appeso alle narici. Secondo, Costanza disprezzava i giocatori di Quidditch, dai cervelli più piccoli del boccino a cui davano così affannosamente la caccia e Valenskij era il capitano della squadra della Torre dei Lupi; il fatto che Costanza avesse fatto le audizioni per il ruolo di cacciatrice e fosse stata da lui scartata nonostante avesse volato meglio di chiunque altro incideva non poco su questo indelicato giudizio.

Terzo, Costanza diffidava dei ragazzi belli e Valenskij era bello in maniera quasi offensiva: le poche ragazze che potevano essere alleate di Costanza nella sua personale guerra contro Valenskij dimostravano una resistenza pastosa degna del peggior burro fuso davanti al fascino di quel suo sorriso ironico. Quarto e principale motivo: Valenskij era il suo odiatissimo fratellastro, involontariamente ereditato dal matrimonio del padre di Costanza con la madre di Valenskij otto anni prima. Al tempo, Costanza era una ragazzetta bruna e secca come un chiodo piuttosto timida e schiva che portava due occhialoni fumèe a fondo di bottiglia: Valenskij, pur essendo poco più di un bambino pestifero, aveva dato prova di una ferocia e di una cattiveria unici, umiliandola in tutte le maniere possibili e facendola sentire in imbarazzo e fuori luogo dovunque lui riuscisse ad infilare il suo lungo naso patrizio. Essere approdati alla stessa scuola e addirittura essere smistati nella stessa Torre non aveva fatto altro che moltiplicare i motivi di scontro tra i due. L’odio che provavano l’uno per l’altra era proverbiale in tutte le Torri di Durmstrang e, alle loro spalle, si scommettevano fior di galeoni su chi sarebbe stato il primo a sparare una maledizione Cruciatus verso l’altro.

Il fatto di essere nemica pubblica di Valenskij aveva inciso non poco sulla già traballante attività sociale di Costanza, che attualmente era quasi nulla. Nadja in lei non aveva sicuramente una rivale in campo sentimentale: bastava l’ombra del fratellastro per rendere Costanza più indesiderabile di un foruncolo ricoperto di puzzalinfa, agli occhi dei ragazzi. Non che le importasse ricevere attenzioni da quegli ammassi ambulanti di sterco di vermicoli, pensava lugubremente mentre la squadra di Quidditch di Torre dei Lupi si avvicinava a lei ed a Nadja sul molo. Bè, doveva ammettere che Detlef Himmell, battitore, aveva messo insieme una presenza fisica piuttosto notevole (se non si considerava la sua ben nota povertà neuronica) e che Dimitri Korsakov, cacciatore, aveva un sorriso indubbiamente affascinante (superati i problemi di acne giovanile che l’avevano afflitto per i primi quattro anni di scuola; problemi che erano stati abbondantemente ingigantiti dalle fatture segrete di Costanza e socie). L’unico che sembrava un po’ fuori luogo in quel branco di boriosi manichini era il giovanissimo Viktor Krum, allievo al secondo anno ma destinato a rimanere negli annali della storia di Durmstrang come uno dei migliori cercatori degli ultimi anni: era un ragazzino timido e serio che, quando scendeva dalla sua scopa, perdeva qualsiasi attrattiva agli occhi delle ragazze: era goffo, ombroso e, rispetto ai compagni, molto silenzioso. Per questo motivo era l’unico di cui Costanza sopportasse la presenza.

"Stanno venendo qui!" chiocciò Nadja con la voce eccitata di una vecchia comare, sistemandosi i capelli febbrilmente. Costanza alzò gli occhi al cielo: ormoni del cavolo, pensò cupamente mentre la sua amica si trasformava, non senza imbarazzo da parte di Costanza, in una bambola tutta sorrisi all’indirizzo dei sette ragazzi che si stavano avvicinando. Costanza si girò a fronteggiarli con un segreto sospiro di rassegnazione: evidentemente, dopo due mesi di astinenza, Valenskij aveva bisogno di una nuova dose di vetriolo verbale per iniziare bene l’anno scolastico. Venisse pure: ne aveva fatto scorta per dieci anni a venire, pensò con una rabbia che non trasparì minimamente dal bel volto serio.

* * *

"Un altro anno" pensò Sasha Valenskij, ignorando che poco distante da lui Costanza Malatesta stava rimuginando esattamente la stessa cosa "Ma è anche l’ultimo, se Merlino mi assiste"

Non aveva nemmeno fatto in tempo a mollare la sua passaporta che i suoi compagni di squadra l’avevano preso d’assalto; appena messo piede sul terreno fangoso sulle rive del lago, Dimitri Korsakov gli aveva mollato un pugno sul braccio che aveva rischiato di mandarlo lungo disteso per terra; fortunatamente, Detlef Himmell aveva bilanciato il colpo con una presa da lottatore di sumo che gli aveva strizzato fuori il fiato in un sibilo secco.

"Era ora che arrivassi, maledetto sterco di stercoraro!" aveva tuonato Dimitri sinceramente felice di vederlo.

"Dove diavolo eri finito, caccola di Troll!" aveva ribadito il concetto Detlef scrollandolo gioiosamente.

Sasha si era liberato dalla sua presa e si era sistemato i capelli con un’elegante scrollata di testa.

"Sono lieto di sentire che avete passato l’estate a raffinare il vostro linguaggio" disse con ironica pomposità "Comunque sto bene e anche voi, a quanto vedo. Dimitri, se mi molli un altro pugno così giuro che ti trasformo in un nargillo bavoso"

Dimitri se ne uscì nella sua classica risata a raglio d’asino che fece girare oltraggiate non poche teste.

"Nemmeno esiste, un nargillo bavoso" informò Sasha alla fine, ridanciano.

"Esisterà quando ti ci avrò trasformato" ribatté Sasha che intanto aveva cominciato a guardarsi intorno con blanda curiosità "Sbaglio o quest’anno ci sono ancora meno femmine che l’anno scorso?"

"Se vuoi considerare femmine quelle tavolette di legno che ti stanno guardando come se fossi Merlino in persona, direi che sì, il loro numero è tristemente bassissimo" brontolò Dimitri lanciandosi intorno uno sguardo torvo "Quest’anno promettimi che cercherai di convincere il puzzide Caccaroff ad organizzare un torneo di Quidditch con Beauxbaton: mi hanno detto che la loro squadra è composta solo da ragazze…"

"Ragazze francesi" specificò Detlef allusivo, come se questo spiegasse tutto. Un sorriso riottoso illuminò il viso di Sasha che scosse il capo.

"Farò del mio meglio, tovarich" rispose divertito.

Detlef, che già superava tutti in altezza di dieci centimetri buoni, si era alzato sulle punte dei piedi e sbirciava incuriosito una figura solitaria sul molo.

"Hei, Valenskij, la tua adorata sorellina è già arrivata" informò Sasha con un perfido sorriso.

Immediatamente, il buonumore sparì dalla faccia di Sasha per lasciare posto ad una studiata indifferenza: girò lo sguardo verso il punto indicato da Detlef e fissò con espressione corrucciata la giovane donna sul molo: nonostante fosse incappucciata e di spalle, la figura di Costanza Malatesta era riconoscibilissima, prima di tutto per la rigidità da principessa sul pisello della sua schiena, ma soprattutto per i capelli che sfuggivano al cappuccio e che danzavano intorno alla sua testa. Neri, ricciuti, un vero e proprio marchio di fabbrica del nobile e antico casato italiano di cui portava il nome. Proprio in quel momento, Nadja Iljovich le arrivò di spalle e le parlò e Costanza si girò offrendo loro un profilo sorridente mentre il vento le incollava addosso il pesante mantello disegnandone le forme.

"Diamine, che schianto" mormorò a mezza voce Dimitri attirandosi lo sguardo sprezzante di Sasha.

"Certo, se ti piacciono le scope di saggina con emettitore di ultrasuoni incorporato" gli rispose con la voce pericolosamente simile ad un ringhio. Dimitri gli lanciò uno sguardo sorpreso.

"Ho parlato ad alta voce?" borbottò vergognoso. Detlef iniziò a ridacchiare come un matto nel vedere la faccia disgustata di Sasha.

"Che dici, andiamo a darle una pacca sulla spalla giusto per vedere se cade di sotto?" ghignò poco dopo mentre Viktor Krum e gli altri compagni della squadra di Quidditch della Torre dei Lupi si avvicinavano a loro festosi.

"Certo, non vedo l’ora di farmi sputare addosso da quel rospo velenoso" pensò Sasha che però non tradì minimamente il suo stato d’animo e rispose ai saluti dei compagni con calore.

"Se proprio ci tieni, andiamo" rispose alla fine quando capì che Detlef stava ancora aspettando una sua risposta "Ho notato tra l’altro che Nadja Iljovich sembra aver migliorato la sua carrozzeria esterna. Devo assolutamente verificare"

In realtà non gliene fregava un fico secco di Nadja e avrebbe preferito farsi un bagno in una vasca di piranha piuttosto che subire lo sguardo sprezzante di Costanza. Ma non poteva di certo far capire ai suoi compagni che Costanza gli faceva soggezione…cosa peraltro falsissima, a ben pensarci. Solo, detestava con tutto il cuore quella maledetta strega che provava in tutti i modi a farlo sentire come letame di Thestral, cioè invisibile ma puzzolente.

Mentre con passo sicuro si incamminava sul molo, Costanza si girò verso di lui: la vide irrigidirsi e assumere quell’espressione altezzosa che gli faceva prudere le mani dalla voglia di tirargliela via con una fattura pustolizzante. Le sorrise da lontano, un piccolo velenoso sorriso che trasudava odio come il lago trasudava nebbia.

* * *

"Diavolo, che occhi che ha!" sospirò Nadja a mezza voce chiaramente riferendosi a Sasha e Costanza si costrinse a non schiantare l’amica almeno finché quel pallone gonfiato di Valenskij le stava davanti. Sasha si fermò a due metri da lei e fece un piccolo, arrogante inchino al suo indirizzo. Nadja se ne uscì con una specie di gorgoglio liquido che fortunatamente solo Costanza sentì mentre il giovane si drizzava di nuovo e la guardava dritto negli occhi.

"Adorata sorella" sospirò con voce grondante scherno.

Costanza non piegò nemmeno la testa in segno di saluto.

"Amatissimo fratello" rispose come se stesse sputando puzzalinfa.

"Che piacere vedere che sei già qui" continuò Sasha sempre con lo stesso tono di voce "Vedo che nessuno è riuscito a trattenerti in Italia…d’altra parte, gli italiani sono sempre stati famosi per il loro buongusto"

Detlef e Dimitri se ne uscirono con una risatina nasale che Costanza accolse con un altezzoso sopracciglio alzato.

"Però anche tu sei qui" tubò con un sorriso angelico "Eppure in Albania siete famosi per la vostra completa mancanza di buongusto. Come hai fatto a sfuggire all’orda indiavolata delle tue fans?"

"Non potevo di certo lasciare le nuove generazioni in balia della tua sclerosi galoppante" rispose Sasha amabilmente.

"Mica fai loro un favore se poi gli propini la tua" ribatté Costanza sullo stesso tono.

"Per lo meno, io sono decorativo mentre tu…"

"Oh, Valenskij, ti dirò una cosa che potrebbe spezzare il tuo piccolo, inutile organo pompatore di sangue. Non per tutti sei decorativo. Alcune persone ti trovano persino disgustoso"

"Se è così, stai allegra! Al mondo ci sarà sicuramente qualcuno che non troverà disgustosa te"

"E chi ti dice che non l’abbia già trovato?"

"Per favore… nessun Troll è stato avvistato da queste parti, ultimamente"

"Come no…e i tuoi amici che diavolo sono, allora?"

Mentre i due si scambiavano piacevolezze i compagni intorno spostavano interessati gli sguardi da uno all’altra: quello di Dimitri aveva cominciato ad essere vacuo e perplesso intorno all’"orda indiavolata" nominata da Costanza. Sulla "sclerosi galoppante" di Sasha, invece, le labbra di Nadja avevano tremato pericolosamente davanti ad un sorriso represso. Tutti comunque si scostarono millimetricamente per paura di beccarsi qualche imprevista fattura Orcovolante quando videro la faccia di Sasha rannuvolarsi seriamente.

"Sei più velenosa di un crotalo cornuto"

"Sei più vanesio di un ricciocorno schiattoso"

"Strega"

"Babbeo"

"Ragazzi! Stanno arrivando le barche!"

La voce acuta ed eccitata di Dimitri mise definitivamente fine al duello verbale su un zero a zero che per il momento soddisfò entrambi. Intanto dalla nebbia erano emerse le snelle e scure figure di molte barche che si avvicinavano silenziose alla riva con inesorabile precisione pur senza avere nessuno alla guida.

"Costanza, gli altri Maestri di Cerimonia ti aspettano" disse Nadja segnando con il capo uno sparuto gruppo di studenti che aspettavano con aria mesta di svolgere il loro ingrato compito. Costanza drizzò le spalle e nemmeno guardò in faccia il fratellastro.

"Addio a tutti, spero" disse altezzosa. Poi, passando accanto a Viktor Krum, gli rivolse un sorriso e un cenno del capo quasi civile "Ciao, Viktor" disse con voce molto più morbida.

"Ciao, Costanza" rispose questi arrossendo penosamente ed affondando lo sguardo nel lago.

Senza volerlo, e senza nessun motivo ragionevolmente valido, Sasha si sentì montare dentro una collera bruciante. Si voltò verso la figura dritta che si allontanava ed usò un tono di voce molto più secco di quanto avrebbe voluto.

"Puoi evitare quel naso per aria, principessa sul pisello: è inutile che fai tanto l’altezzosa se poi tenti di concupire un minorenne del secondo anno come Krum"

Costanza non rallentò nemmeno l’andatura ma quando parlò la sua voce vibrava di ira repressa.

"Solo un malato di mente come te può scambiare un saluto civile con un tentativo di abbordaggio. Mi auguro che il mostro marino che abita nel lago si pappi in un sol boccone la tua barca, Valenskij"

"Altrettanto, cara sorella, altrettanto" rispose Sasha con un ringhio.

Dopo qualche secondo di silenzio divertito, Detlef sembrò accorgersi che lo scontro tra i due fratellastri era finito e che anche per quella volta nessuno aveva subito una maledizione senza perdono.

"Così non vale" piagnucolò mentre si allontanavano dal molo seguendo un Sasha con la falcata insolitamente pesante "Nemmeno uno schiantesimo piccolo così…in fondo ci ha praticamente detto che siamo dei Troll, potevamo anche vendicarci"

"Oh, già" brontolò Dimitri scrollando le spalle "Non ti ricordi cos’è successo l’ultima volta che hai provato a schiantarla?"

Dopo qualche secondo di dolorosa attività cerebrale, Detlef si illuminò e ricordò.

"Oh" disse, spegnendosi subito dopo "Era meglio se non ricordavo"

"Esatto" approvò Dimitri "Comunque, abbi fede. Abbiamo un sacco di tempo e ho tanti bei progetti per questo nostro ultimo, glorioso anno accademico. E poi, per quanto riguarda la principessa sul pisello…c’è sempre il mostro del lago su cui sperare, no?"

"Come no" brontolò Detlef, affranto "Come minimo quella ne fa polpette"

 

 

 

 

Note dell’autrice:

Oggi non riesco a smettere di scrivere…per favore, se qualcuno legge lasci un commento, anche solo un "fa pena", giusto per capire se è meglio che mi dia alla botanica o se posso continuare…

RINGRAZIAMENTI:

JY : La prima recensione è quella che ti si annida nel cuore e ti fa sospirare di sollievo: allora è vero, qualcuno sta leggendo la tua storia!! E non ti ha nemmeno mandato a fare il bucato!! Grazie per l’incoraggiamento, spero che continuerai a seguire i miei deliri mentali…

Pè: Che bello, una tua recensione!! Sono DAVVERO felicissima perchè quello che scrivi non è mai scontato e so che, se c’è da dare alla sottoscritta delle bastonate, tu lo farai senza pietà e sempre con quell’adorabile ironia che ti caratterizza. Caccaroff, come vedi, è amatissimo dagli studenti (affogarlo sarebbe troppo facile…ho altri progetto per lui, uaz uaz!!). Costanza Malatesta è italiana, anzi, italianissima. Le sue origini verranno spiegate più avanti. Per il momento ci tenevo a far capire quanto si odiano i due fratellini. A proposito, si è capito o non sono stata abbastanza chiara…?

Un saluto e un grazie anche a chiunque passi di qui.

  
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