Com'era verde la mia valle
Una commovente storia d'amicizia (?)

Minos di Griffon, Giudice Infernale della Stella Tenki Sei, camminava solo lungo i corridoi del Palazzo della Giustizia. Senza fretta, per impedire al tepore che il suo corpo aveva assorbito di venire rapito dalle fredde umidità del Primo Cerchio.
Si era assentato giusto un paio d'ore, convinto da Aiacos con mezzi sleali, volendo essere generosi.

“Aiacos?”
“Un attimo.”

L'arrivo del Garuda, venuto a conferire con il Sommo Minos, aveva suggerito in modo chiaro a chiunque che almeno per le due ore seguenti il Giudice non doveva essere disturbato per alcun motivo.

“Sto aspettando.”
“E arrivo!”

Che poi i due discutessero di gravi questioni legate alla gestione dell'Ade o di un demone estraneo agli Inferi infiltratosi nel Meikai – cosa di cui gli abitanti del Palazzo erano convinti – oppure che facessero sesso sul tappeto davanti alla scrivania di Minos, erano ovviamente fatti loro privatissimi.

“Insomma, Aiacos, quando hai finito di leggere del nostro entourage sulla scrivania, ti avevo fatto chiamare per una ragione seria” vociò Minos, e fu come un eco lontano che riscosse Aiacos dalle parole sul monitor. Poi, più forte, udì il puck! di una pallina che veniva colpita, senza nessun tonfo di conclusione: il Primo Giudice aveva evidentemente mancato il bicchiere.
“...eh?” fece eco, quindi.
Il suo sguardo era intenso, ma perso nel nulla.
Come se si fosse appena svegliato da un sogno.
“Che schifo.”
O da un incubo.
“Suvvia, non essere così impressionabile.” Minos, dall'altro capo della scrivania, diede un piccolo calcio alla pallina, correggendo la traiettoria e riportandosela ai piedi. “Ti farei stare sopra.”
Calibrò meglio il tiro, questa volta, misurandolo più volte. Ma mancò ancora. Una seccatura infinita.
“Non è quello il punto.” Aiacos, che era un uomo pragmatico, decise di elaborare e superare il trauma chiudendo la pagina di EFP e rubando la mazza da golf di mano a Minos. “Tocca a me. Cos'è che dicevi, prima?”
“Prima quando?”
“Prima che mi mettessi a leggere fanfic.”
“Giusto. Quante storie. Perché l'hai fatto?”
“Perché tu non la finivi più con quelle pratiche.”
Minos sospirò, e spostò la pallina col piede vicino al collega.
L'arrivo del Garuda, venuto a conferire con il Sommo Minos, aveva suggerito in modo chiaro a chiunque che almeno per le due ore seguenti il Giudice non doveva essere disturbato per alcun motivo.
Che poi i due discutessero di gravi questioni legate alla gestione dell'Ade o di un demone estraneo agli Inferi infiltratosi nel Meikai – cosa di cui gli abitanti del Palazzo erano convinti – oppure che giocassero a golf in ufficio, erano ovviamente fatti loro privatissimi.
“Allora?” Aiacos diede qualche colpetto al tappeto con la mazza, leggero, concentrandosi sulla pallina.
“Fra un po' è il compleanno di Rhadamanthys. E ho avuto un'idea bellissima. Forse supera persino quella dell'anno scorso.”
“L'hanno scorso gli abbiamo regalato una moglie.”
“E non era una bella idea?”
“Certo che la era” ghignò Aiacos, ricordando la faccia della Viverna quando la signorina era uscita dalla torta. “Ci eravamo impegnati tanto.”
“Era un pensiero disinteressato. L'avrebbe aiutato a levarsi dalla testa quel gold saint.” Minos disse gold saint come avrebbe detto mela marcia, aggiungendo una smorfia. “È lui che non l'ha voluta!”
“Questo perché è un ingrato.”
“Puoi dirlo forte.”
“E quindi? Più di così? Gli regaliamo due mogli?”
Minos ci pensò su.
“Brillante. Ma ripetitivo. No, l'idea mi è venuta quando ci ha detto di aver acquistato una quota della BBC. Così ho pensato...” Alzò le mani, teatralmente, davanti a sé, come se misurasse la sua bella idea a lettere cubitali nell'aria. “ 'Perché non ne compro una anche io?' ”
“...hai una quota della BBC anche tu?”
“...'e, con il conseguente peso decisionale acquisito, impongo le mie brillanti idee di trasmissione in consiglio?' ”
“Hai una quota della BBC.”
“No, non ancora. È in transazione, ma non credo ci siano problemi. Ora, per la programmazione del 30 ottobre, tu che cosa sceglieresti?”
Griffon allargò ulteriormente le braccia, fissando in aria, e scandì i titoli che la sua ispirazione gli suggeriva.
“24-hours-about-Ireland? Oppure il Charles Dickens Memorial Day? Sai, sono indeciso.”
Aiacos venne preso da una crisi d'ilarità che gli fece tirare un colpo a vuoto.
Quando si riprese, cercò l'equilibrio e la postura corretta, e rispose occhi sulla pallina:
“Il secondo è magnifico, ma semplicemente non lo guarderebbe. Deve essere qualcosa di che lo indigni profondamente.”
“Ma pensa! Ventiquattro ore di programmazione fissa! Non potrà guardare altro!”
“Bah.”
“Una serie di documentari sulla Norvegia e sul Nepal?” Minos di Griffon, da raffinato stratega, propose una firma riconoscibile degli autori del misfatto. E aggiunse una crudeltà gratuita: “Così si fa una cultura.”
“Sarebbe capace di trovarli interessanti e rivoltarceli contro.” Lo liquidò l'altro, per venire poi colto da improvvisa ispirazione. Estrasse il telefono cellulare dalla tasca e controllò quanto campo c'era nelle profondità degli Inferi. Discreto. “Quello sull'Irlanda era bello.”
“Ventiquattro ore di allegri irlandesi?” Meditò Minos. “Film irlandesi...”
“Documentari sull'I.R.A..”
“Danze irlandesi!” Preso dal fuoco creativo, Minos gli afferrò un braccio. “Messe cattoliche!”
“Kilt ovunque e interviste alle vecchie signore. Magari alla nonna di Dylan.”
Il suono di un sms interruppe il delirio.
Aiacos lo lesse ad alta voce, rinfocolandolo.
“Sezione mattutina: l'angolo della cultura. Un bel servizio sui balli irlandesi. Stacco del primo pomeriggio: un bel classico hollywoodiano. Poi si tira un bel respiro, con un programma sulla preparazione del whiskey americano. Che è prodotto dagli scozzesi emigrati, vale doppio. E infine, sezione serale: film non stop.”
“I film di John Ford” mormorò Minos, in una condizione simile alla trance religiosa. “Il caro, vecchio John Ford.”
“Stai pensando a...?”
“Com'era verde la mia valle.”
Struggenti melodie, buoni sentimenti, paesaggi della memoria.
Il film della nostalgia di un irlandese emigrato in America.
Grossomodo, la nemesi incarnata di uno spectre inglese.
“E la sera una maratona dei suoi western vecchio stile.” Aggiunse poi Griffon, dando i primi segni di ripresa. Certo, quelli avrebbero dato il colpo di grazia. “Magnifico.”
Aiacos tacque, pacifico, intascando il cellulare. Era inutile precisare l'autore dei preziosi suggerimenti: Minos avrebbe comunque liquidato il contributo di un sottoposto, limitandosi ad assorbirlo come sua brillante idea. La Garuda invece non sottovalutava il potere di un solo, insignificante sms spedito alla persona giusta.
Pharaoh di Sphinx possedeva quel genere di mente malvagia che sarebbe stato sciocco non interpellare.
“Dovrai supportarmi in consiglio.” Decise Griffon, aggrappato al suo braccio. “Compro una quota anche a nome tuo!”
E detto ciò, corse al telefono.
Oh beh, fu il pensiero di Aiacos. Male non faceva.
Lui diventava un azionista, e il regalo di Rhadamanthys sarebbe stato grandioso anche quest'anno.
Fissò la pallina. Si concentrò.
Buca.

Verdi Note:

Fanfic a quattro mani di Minos e Aiacos Rucci e Kijomi, con il prezioso contributo di Pharaoh Shinji, che ci ha aiutato a risalire ai motivi della programmazione della BBC di oggi, sabato 30 ottobre, il giorno del compleanno di Rhadamanthys. Non ci credete? Andate a vedere. (Abbiamo presentato: il bluff più scarso della Storia.)
La fanfic che Aiacos sta leggendo all'inizio è Primo Cerchio, di ArcadiaLaNotte, che vi consigliamo calorosamente: è una Minos/Aiacos, shot molto breve e molto caliente (per ora, perlomeno: mi dicono dalla regia che si svilupperà in una serie di capitoli che attendiamo con piacere). E scritta davvero da dio. In questi lidi come avete visto il pairing non è contemplato, ma la situazione iniziale era così simile che non abbiamo potuto non fare una citazione (ironica, perché la demenzialità della fic non permetteva altrimenti). L'autrice ci ha dato il consenso e noi la salutiamo e la facciamo una sentitissima pubblicità!

Buon compleanno, Rhada!
(e attento ad accendere la televisione)