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Autore: SakiJune    02/11/2010    13 recensioni
"È di nuovo a Hogwarts, il luogo dove anche i suoi incubi peggiori rientrano in una dimensione sopportabile. E anche se questo non è un sogno da cui potersi svegliare, ma un pezzo della sua vita che lo abbandona per sempre, rimane così tanto per cui andare avanti."
Un momento doloroso nella vita di Neville. Uno, dieci, cento ricordi di carta che volano via con il vento...
Prima classificata al concorso "Classici Disney Contest" indetto da Lyrapotter
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neville Paciock
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Sono ancora sconvolta per il primo posto a questo contest indetto dalla fantastica Lyrapotter, sublime autrice e reviewer. Non ho molte parole, perciò vi lascio alla storia.

Questo era il prompt su cui costruire la fic.
Atlantis-L'impero Perduto - "
Le nostre vite si misurano dai regali che lasciamo ai nostri figli" (Signor Whitmore).




Wrappings

Volano via.
Il vento le disperde nel cielo d'inverno, così cupo da strappare un brivido anche al cuore più saldo.
Ma lui non trema, non più.

Il funerale è stato da dimenticare, d'accordo, sono arrivati parenti persino dal Lincolnshire (e chi se li ricordava, i cugini del Lincolnshire? Quelli che puzzavano di aglio... li aveva rimossi) e tutti a spettegolare sul divorzio di Enid, quasi fosse quello l'avvenimento della giornata. Merlino, un po' di rispetto, avrebbe voluto urlare. Vi siete mai fatti vedere all'ospedale, in questi anni? No, e non sto a rimproverarvi, ma almeno fate silenzio.
È stato orribile e ancora più triste è stato tornare in quella stanza, il giorno dopo, e trovare suo padre con la consueta, ingenua espressione. Non lo sa nemmeno, pensa. Non se n'è proprio accorto. Fa male, ma è una gran fortuna per lui non capire.
Bene, è finita. È di nuovo a Hogwarts, il luogo dove anche i suoi incubi peggiori rientrano in una dimensione sopportabile. E anche se questo non è un sogno da cui potersi svegliare, ma un pezzo della sua vita che lo abbandona per sempre, rimane così tanto per cui andare avanti. Ora, per esempio. È sulla Torre di Astronomia, un luogo che a molti suscita ancora un po' di soggezione. Di sicuro non fa parte di quella categoria, anzi, si sente perfettamente a suo agio, come non lo era stato da un tempo indefinito. Ha appoggiato il cofanetto e i gomiti sul davanzale, e guarda il cielo.
Pensa che perdere un genitore è una tappa inevitabile nel diventare adulti, e poi scuote la testa. No, lui ha perso entrambi già allora, anche se non erano del tutto morti. Era morta la loro parte migliore, l'intelligenza, la volontà... però, però... l'amore no, non del tutto. Quel cofanetto ne è una prova.
Pensa anche che ci sono regali e regali, e Draco Malfoy ha donato un set di scope nuove fiammanti alla squadra di Quidditch di Slytherin purché ammettessero Scorpius in squadra. Proprio come suo padre Lucius aveva fatto a suo tempo. Forse anche questo è amore: ma è penoso e imbarazzante, ancor più dei pettegolezzi ad un funerale.
Diventerà padre anche lui, manca pochissimo. E già s'infiamma di aspettative e di tenerezza e di sacro timore. Vuole già donare il mondo a quella creatura di cui non conosce ancora il volto, ma poi si ferma a riflettere - di che cosa avrà davvero bisogno? Che cos'è meglio per lui o per lei? Che cosa lo renderà felice? Che cosa, invece, appagherà solamente un suo capriccio temporaneo?

Sembra che sua madre sapesse di cosa aveva bisogno, persino dalla sua dimensione d'inquieta noncuranza, in quelle domeniche solenni riflesse nei pavimenti lustri del St. Mungo. E tutto ciò che poteva, gli aveva donato: il retaggio di un'esistenza irreprensibile, sacrificata per i fini più alti e nobili; la sua immagine, i suoi lineamenti, tutto ciò che di lei poteva ritrovare in uno specchio; e quei timidi pegni d'amore materno, che non mancavano mai di suscitare occhiate di disapprovazione.
Domeniche d'inverno, domeniche d'estate. Nel mezzo, la vita... perché non si può pensare sempre a ciò che abbiamo lasciato indietro - chiuso in un ospedale, o in un cofanetto.
 
C'era stato un periodo, alquanto fumoso per la verità, in cui aveva fantasticato di mostrarne il contenuto ai suoi figli, un giorno. Ma questo era prima. Prima che la guerra finisse, prima di innamorarsi davvero... e adesso tutto è così diverso! La vita è diventata semplice, e lo sarà ancora di più per chi non ha mai vissuto nel terrore. No, non imporrà a nessuno di comprendere il valore di un dono simile.
Ecco, la squadra di Slytherin si avvia verso il campo, in un vociare attutito dalla distanza. Alcuni di quei ragazzi sono i nipoti dei Mangiamorte che hanno combattuto vent'anni prima ma ehi, è Storia ormai. Spetta al professor Binns insegnargliela.
Scorpius Malfoy e i suoi amici hanno l'ultimo modello di scopa uscito sul mercato. Anche suo figlio lo avrà, un giorno. Lui ha avuto solo questo...

La serratura scatta. Il coperchio si apre. La prima cartina trema luccicante, poi scivola sulle altre e prende il volo.
(L'ultima visita, al ritorno dal viaggio di nozze. Breve e quasi insopportabile)
Una seconda, una terza. Il vento le trasforma in farfalle fuori stagione.
(Nelle stanze del St. Mungo non ci sono stagioni. Una Meteofattura eseguita ad arte serve allo scopo)
Le più vecchie - avevano un altro colore, quando lui era piccolo - sono appiccicaticce e rimangono sul fondo.
(Tutte le volte che è entrato da quella porta, che ha respirato quell'odore, che ha sperato invano in un guizzo di consapevolezza in quegli occhi identici ai suoi)
Le separa delicatamente con le dita, come se fossero petali o foglie. Poi le tiene tra le mani, offrendole al vento che ha ripreso a soffiare più forte.
E chiude gli occhi, ma non trema.

- Ciao, mamma... Grazie.

   
 
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