Ciao. Con questo piccolo crossover, vi anticipo la storia di uno dei personaggi della mia storia principale.
Credetemi quando vi dico che sarà diverso da tutti gli altri. Buona lettura.
Aprii la
porta della mia stanza e vi entrai.
Sapevo che quella sarebbe stata
l’ultima volta che
avrei varcato quella soglia: che per tanto tempo era stato il mio
piccolo
mondo.
Si sa: bisogna crescere, anche se spesso non lo vorresti.
Mi avvicinai al comodino del mio letto e mi chinai
sull’unica cornice: dove era stato immortalato il momento
più bello della mia
infanzia, con la ragazza che mi fece sentire parte di questo mondo.
Chi sono? Sicuri di volerlo sapere?
Badate: la mia non
è una storia per i deboli di cuore.
Se qualcuno dirà che sono strano: avrà ragione,
almeno
in parte.
Salve, chiunque siate: io sono Sauron Folgore
Sandtimes e mi chiamano il Lupo, ma chiamatemi semplicemente Sauron.
Ho solo quindici anni, ma mi sembra di averne vissuti
100. Forse, in seguito, capirete il perché.
Se mi dovessi descrivere: direi che sono alto un metro
e settanta, ho un corpo snello ed atletico, la mia pelle è
leggermente
olivastra, tratto materno.
Il mio viso? Direi che è sottile, incoronato dai miei
capelli per natura alzati verso l’alto, nero scuro con delle
curiose linee
dorate, che li attraversano verticalmente; i miei occhi sono verde
smeraldo,
belli da vedere ma , a mio parere , un po’ malinconici..
Che altro dovrei dire?!
Ah giusto! Chi è la mia famiglia.
Mia madre si chiama Kaeelena Sandtimes ed appartiene
alla famiglia dei cosiddetti ”signori del tempo”:
cioè coloro che manipolano il
tempo tramite le mistiche sabbie del tempo. Il nostro simbolo? Una
clessidra
che perde sabbia verso l’alto ed il basso, chiusa in un
cerchio perfetto.
Lo porto orgogliosamente sul petto di ogni abito.
Mio padre? Non l’ho mai
conosciuto. Mia madre dice che
ho il suo stesso volto e, spesso i suoi stessi occhi.
Forse lo conoscete: si chiama Itachi Uchiha del clan
Uchiha.
Molti lo definiscono un assassino genocida, il più
terribile dei mostri, ma mia madre me lo ha sempre descritto come
un’anima
errante: la cui vita è piena di tristezza e segnata da un
profondo tormento,
che è riuscito a condividere solo con lei. Da quella
condivisione è nato un
grande amore e io ne sono il risultato finale.
In me risiedono le
abilità di entrambi i clan:
Sabbie del tempo e Sharingan, portati al loro
massimo livello; una mia caratteristica è che sono nato con
lo Sharingan
perfettamente sviluppato e. da poco, ho scoperto di essere dotato di un
livello
superiore a quello raggiunto da mio padre, lo Sharingan Ipnotico
Eterno, che io
preferisco chiamare Eternal Sharingan. Contrariamente a quanto sembra,
non
apprezzo raccontare di queste cose: diciamo che è una
premessa a quello che
avverrà dopo ed è uno dei miei tre principali
segreti.
All’inizio, ho detto di
avere l’impressione di aver
vissuto più di 100 anni. Forse è vero, ma
perché?
Per farvelo capire, credo valga la pena cominciare a
raccontare dalla mia nascita, almeno come me l’hanno
raccontata.
Era una sera tempestosa, la
mezzanotte era passata da
alcune ore. Era il 25 ottobre di quindici anni fa.
Mia madre, dopo un lungo travaglio, era riuscita a farmi
nascere e, in quel momento, mi stava abbracciando con le lacrime agli
occhi,
felice di vedere che il destino le aveva concesso la
possibilità di generare
una vita.
“Come lo
chiamerai?” chiese la ginecologa.
“Vorrei chiamarlo come suo padre, ma preferisco
qualcosa di nuovo”.
“Del tipo?”.
Mia madre spostò lo
sguardo da me verso la finestra e
osservò il tuono che saettava rapido nel cielo. Esso, per un
attimo, assunse
una strana forma, simile a quella di un rettile non precisato e lei lo
notò.
“Hai visto quel fulmine?” chiese mia madre.
“Già. È raro che un fulmine assuma una
forma animale,
prima di cadere , forse impossibile. Ma un amico ci ha insegnato che
niente è
impossibile vero?” .
“Si Luce! Hai ragione”
La ginecologa si chiamava Luce e,
tempo addietro,
insieme a mia madre e ad altri grandi eroi aveva contribuito a compiere
una
grande impresa: salvare il regno che rappresentava i sogni di tutti
coloro che
vivono nei vari mondi, Fantasy.
Racconterei volentieri la loro storia, ma mi
dilungherei troppo e non ho molto tempo, quindi andiamo avanti.
“Sai credo di aver
trovato un nome adatto”.
Si abbassò verso di me e disse: “Piccolo mio, ti
chiamerai Sauron Folgore.
È vero: è
curioso, ma sono sicura che ti porterà fortuna
più di qualsiasi altro nome” e
mi baciò delicatamente la fronte.
“Un bel nome. Sono sicura che anche quell’Itachi ne
sarebbe contento” commentò Luce.
“Me lo auguro” disse mia madre.
In un’altra dimensione,
un uomo dallo sguardo perso
nei suoi tristi ricordi, ebbe una strana sensazione, come se qualcosa
di bello
fosse nato dalla sua anima.
Si fermò e si toccò il cuore.
“Cosa c’è signor Itachi? Non vi sentite
bene” chiese
un uomo alto con il volto simile a quello di uno squalo.
“Va tutto bene, Kisame. Proseguiamo!” disse lui
tornando
serio. In realtà, mentre camminava, sentiva una strana
felicità. Non sapeva
cosa fosse, ma sperò di saperlo presto.
“Sai Luce. Credo che lui
lo abbia capito, in un certo
senso” disse mia madre.
“Probabilmente hai ragione” rispose Luce.
“Sauron! È un
nome davvero speciale, per un ragazzo
speciale.” Disse una voce.
Le due donne si voltarono di scatto verso la direzione
dalla quale veniva, ma non videro nessuno.
La finestra si aprì e da essa entrò una luce
dorata.
Da questa luce uscì lo spirito di un uomo virtuoso.
"Chi sei?” chiesero le due donne.
“Io mi chiamo Minato Namikaze e, un tempo, ero noto
come il Lampo Giallo del villaggio della Foglia nonché quarto Hokage”
disse lo spirito.
“Il quarto Hokage?” disse Luce.
“Esatto. Già avete conosciuto i ninja della foglia
e
avete visto anche mio figlio. Quel ragazzino turbolento di nome
Naruto” disse sorridendo
lo spirito di Minato.
“Tu sei il padre di Naruto?” disse mia madre
sbigottita.
“Si. Vi sarei lieto se non glielo diceste per favore.
Comunque, sono venuto per dare il benvenuto a questo bambino
speciale con un piccolo regalo” disse Minato.
“Un regalo? Gli spiriti
non possono fare regali” disse
Luce.
“In teoria è così. Ma quello che voglio
dargli è
qualcosa che appartiene al mondo dei vivi, che non posso più
tenere con me”
disse serio.
“Cosa sarebbe?” chiese mia madre.
Dalla mano del Quarto apparve una
sfera rossa, avvolta
da catene nere.
“Qui dentro è racchiusa la parte del Kyuubi che
non
sono riuscito a sigillare dentro mio figlio. Il mio dono è
questo”.
“Sta indietro!”
disse mia madre tenendomi stretto.
Anche Luce si frappose tra me e lo spirito.
“Comprendo la vostra paura. Nessuno dovrebbe portarsi
un simile fardello, soprattutto se appena nato. Ma credetemi: tra tutti
i
bambini che sono nati, lui è quello che meglio
può domare il potere di questo
essere, esattamente come mio figlio” disse calmo Minato.
“Non voglio che mio figlio diventi una forza portante
e soffra come è successo a Naruto e Gaara. Lui è
la mia vita adesso. Non credo
che riuscirei a sopportare..” si interruppe.
Davanti a lei si aprì lo
scorrere del tempo,
mostrandole quello che sarebbe stato il mio destino.
“Perché? Perché il destino vuole essere
così crudele
con lui? Perché ogni membro della nostra famiglia deve
ricevere una
maledizione?” disse piangendo.
Le sue lacrime caddero sul mio piccolo volto,
svegliandomi e rivelando il mio Sharingan, già sviluppato.
“Anche dal suo ramo paterno. Anche nella stirpe di suo
padre c’è una maledizione eterna.
Perché deve andare così? Perché non
può
vivere come un ragazzo normale” chiese guardandomi.
“Il destino che hai visto
è solo una parte” le disse
Minato “Il resto spetterà a lui costruirlo.
Credimi quando ti dico che sarà più
luminoso di come l’hai visto”.
“Come fai a saperlo?” chiese mia madre con gli
occhi
rossi.
“Ricorda che le anime del paradiso possono vedere nel
futuro senza alcun limite. Io so che il destino di Sauron
sarà glorioso.
In cuor mio, spero che il suo cammino si intrecci con
quello di mio figlio e che insieme possano sciogliere tutte le
maledizioni e
portare la pace che tutti vogliamo.
Quello che gli darò è l’augurio di un
nuovo futuro che
cambierà quello di entrambi i clan dai quali discende e dei
quali è ultimo
erede.
Kaeleena fidati di me”.
“Soffrirà
moltissimo ed io non riuscirò a lenire il
suo dolore” disse mia madre.
“Una madre è disposta a tutto per aiutare un
figlio:
la mia defunta moglie Kushina ne è stata la prova.
Tu sei molto forte e gli darai l’amore di cui avrà
bisogno per andare avanti. È questo il più grande
compito di un genitore:
riempire di amore un figlio”.
Mia madre annuì debolmente: “Non so se
potrò farcela
da sola”.
“Ti aiuterò io” intervenne Luce
“E lo stesso faranno
anche tutti gli altri. Ricordarti che siamo una squadra:
così come abbiamo
guidato Nick, guideremo anche Sauron.
Saremo con te, tutti quanti” e alzò il pollice.
“Grazie!” disse commossa mia madre.
“Hai l’appoggio
dei tuoi compagni, cos’altro ti
serve?” disse Minato “Anche io, nei miei limiti
veglierò su di lui, te lo
prometto”.
“Grazie!” ripeté lei “Allora
fallo!”
Minato si avvicinò a mia madre e spinse la sfera
dentro il mio corpo sigillandola col sigillo ottagonale e sparendo nel
nulla.
“Piccolo mio, te lo
prometto: ti sarò sempre vicino
con tutto il cuore, anche se ci saranno mari e monti a
separarci” e mi baciò la
fronte.
“E io ti sarò altrettanto vicina come
madrina” disse
Luce avvicinatasi “Sempre se tu sarai d’accordo
Kaeleena”.
“Non potrei essere più d’accordo. Grazie
Luce” disse
lei “Non sarai mai solo. È una promessa”.
Questo è ciò
che avvenne la notte della mia nascita.
Ricordare quell’evento mi fa pensare quanto sia stato
fortunato ad avere una
madre come lei.
La promessa che mi fece è sempre rimasta fissa ed io
sono stato felice.
Vorrei dire che il peggio fosse passato, ma non era
così: anzi, doveva ancora venire.
Tengo molto a questo personaggio e a quello che farà, forse più di quello della storia principale.
in attesa del prossimo capitolo, vi saluto tutti.