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Autore: Miwako_chan    12/11/2010    3 recensioni
“Co-mor-bo-si-tà” Sillabo incerto sperando che almeno questa volta abbia capito bene.
“Si, Naruto. Bravo, finalmente ce l’hai fatta.”
Incrocio le braccia imbronciandomi. Giuro, non la sopporto quando mi tratta da stupido.
“Io per te sono come una comorbosità.” Mi spiega Sakura giocherellando con le dita tra le ciocche rosa.
“E quindi?” Domando indisponente, irritato più che altro dal fatto che non ho ancora ben afferrato che cacchio vuol dire sta comorbosità.
“Avrò rilevanti implicazioni nel tuo esito finale.” Mi dici sorridendo. Pari quasi contenta.
“Sarebbe?” Esclamo stranito. È anche vero che sono un emerito baka, ma oggi a Sakura proprio non la riesco a capire.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sai, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Inserisco una piccolissima premessa per darvi un minimo d’introduzione; la storia s’inserisce nello Shippuden prima dell’arrivo di Pain e inizia a partire dal ritorno di Naruto a Konoha dopo un suo nuovo, ipotetico, tentativo di riportare Sasuke indietro.
Spero prima di tutto di non annoiarvi e anche di sapere cosa ne pensate!

E questo è tutto, o quasi. Ora vi lascio alla lettura, oh voi coraggiosi!






Wake Up!








Caldi raggi di sole colpirono in pieno volto il ragazzo sdraiato sul letto. Sbatté più volte le palpebre infastidito, abituato ormai da troppo tempo all’oscurità del sonno. Osservò il candido soffitto, le bianche pareti, le candide lenzuola del bianco letto, tutto intorno a lui era del medesimo luminoso colore. Richiuse gli occhi. Si sentiva stanco e terribilmente debole, quasi gli dolesse ogni parte del corpo. Sospirò lentamente, nelle narici l’asfissiante odore di medicinale.

Dischiuse nuovamente gli occhi cobalti. Mosse adagio gambe e braccia e in seguito provò a sollevare il busto, ma anche i più semplici movimenti di questo si rivelarono ardue imprese dovute alle fitte al costato. Fu costretto quindi a rimandare qualsiasi tentativo di rialzarsi e si abbandonò pesantemente al materasso. Scostò di poco le lenzuola scoprendo il torace ricoperto di fasciature, guarda caso, bianche anch’esse.
Era decisamente confuso e frastornato, non aveva memoria di come fosse finito lì, e poi lì… ma lì dov’era?
Eppure, in un luogo così immacolato c’era già stato e più volte anche.
L’ospedale, ecco. Ma come c’era arrivato?
I ricordi incominciarono pian piano a fargli visita, accavallandosi uno dietro l’altro in un’allegra orgia caotica.
Si era allontano dal villaggio, sarebbe stato meglio dire fuggito, la fredda e impersonale lettera a Sakura per avvertirla quando ormai era già troppo tardi per fermarlo, la sua personale missione, Sasuke, doveva ritrovarlo assolutamente, l’inevitabile scontro con il suo miglior amico e rivale, e poi… e poi più niente. Doveva aver perso i sensi e ora si ritrovava in quella camera di chissà quale ospedale.

Fu riscosso dai suoi pensieri da un lieve bussare alla porta.
“Avanti.” Si sorprese nell’udire il suo tono di voce così roco e flebile.
Il bel viso sorridente e i vispi occhi nocciola di Madame Tsunade fecero capolino dalla porta socchiusa.
“Nonna Tsunade!” Sul volto si allargò un grande sorriso. E così era di nuovo nella sua Konoha.
“Ma ben sveglio Naruto! Allora come stiamo?” La donna si fece avanti sedendosi accanto al letto, sembrava davvero felice. “Direi bene, visto che hai il coraggio di chiamarmi nonna, dico giusto?” Continuò sfregandogli con forza i capelli sulla nuca.
“Sì, ma non benissimo. Mi sento così stanco, come se non dormissi da giorni.” Lasciò vagare lo sguardo languido per stanza.
“In realtà Naruto è da una settimana che sei ricoverato in ospedale in stato d’incoscienza.” L'informò Tsunade prontamente.
“Cosa?! Da un’intera settimana?” Domandò stranito il ragazzo.
“Proprio così. Be', hai avuto dei brevi risvegli durante gli altri giorni, ma dubito che te ne ricordi. Piuttosto, di tutto il resto non hai vuoti di memoria, vero?”
“I miei ultimi ricordi risalgono allo scontro con Sasuke. Dopo di che, mi sono risvegliato qui.”
“E quindi è stato lui a ridurti in questo stato.” Tsunade sbottò risentita. “Naruto, accidenti a te, è stata la prima volta che ho temuto seriamente per la tua vita, non ti avevo mai visto ridotto così male.”
“Eppure non mi sembra di essere così conciato per le feste.” Ridacchiò Naruto grattandosi il capo imbarazzato.
“Questo perché sono un ottimo medico, Naruto!” Esclamò la donna. “E non si scherza su queste cose, hai avuto molta fortuna a riprenderti tanto bene e in fretta.” Concluse con tono asciutto da rimprovero abbassando gli occhi.
“Tutto ok, Tsunade?” Domandò Naruto cercando il suo sguardo.
“Sì, non è niente.” Si asciugò velocemente una lacrima dispettosa che non voleva saperne di starsene al suo posto.
“Ma stai piangendo, che succede?” Il ragazzo s’impensierì cercando di farsi più vicino alla donna, seppur con fatica.
“Naruto niente, sta tranquillo.” Tsunade alzò nuovamente il viso sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori. “Eravamo tanto preoccupati per te. È stata una squadra Ambu in ricognizione a trovarti, eri in condizioni gravissime.” Fece una pausa come a voler distogliersi da certi pensieri.
“E poi è da sei mesi che non ti vedo Naruto, mi sei mancato e questo lo dico in nome di tutti.” Mormorò infine addolcendo lo sguardo e regalando una lieve carezza alla guancia del ragazzo.
Naruto sorrise piano. Mai aveva visto Tsunade sotto un aspetto così materno, doveva averla fatta tribolare parecchio per ridurre una donna di quel genere a un guazzabuglio di affetto e dolcezza.
In seguito Tsunade corrucciò la fronte in modo greve e così anche le labbra, lucide di rossetto arancio, si assottigliarono pronte per pronunciare una predica sgradita.
“Naruto hai visto a cosa ti ha portato il tuo gesto avventato di allontanarti da solo dal villaggio? Hai corso un rischio enorme mettendoti alla mercé dei nostri nemici che vogliono impossessarsi della Kyuubi e per cosa poi? Per riportare indietro un traditore.” Tsunade interruppe di colpo il discorso notando lo sguardo infuriato di Naruto. Si schiarì la voce continuando. “Non posso dirti cosa devi o non devi fare. Credo che tu sia abbastanza adulto da poter prendere liberamente le tue decisioni, ma ricordati sempre che hai delle responsabilità.”
“Verso cosa? Io non ho nemmeno una famiglia.” Rispose brusco, risentito da quelle ciance banali che ormai avevano sfiorato le sue orecchie miriadi di volte.
“Verso il tuo villaggio, sciocco.” Lo corresse prontamente Tsunade assottigliando lo sguardo. Poi sospirò piano per far attenuare la tensione tra loro, non era effettivamente il momento adatto per le paternali sugli oneri e sul saper assumersi la responsabilità delle proprie azioni.
“Hai visto che bei fiori?” Disse per cambiare discorso indicandogli un mazzo di camelie rosa e amaranti gialli posti nel vaso sopra al comodino.
Naruto li osservò, erano veramente molto belli, strano che non se ne fosse accorto fin adesso.
“Chi li ha portati?”
“Sakura.” Rispose la donna. “Ogni giorno si è presa cura di portarti un mazzo di fiori e di bagnarli. Tutti i giorni era qui al tuo capezzale a parlarti e tenerti compagnia. Era così in pensiero per te, avresti dovuto vederla.” Sorrise Tsunade intenerita.
“Vorrei tanto riabbracciarla, mi manca molto.” Mormorò Naruto con nostalgia.
“Sai era qui fino a poco prima che ti svegliassi, dev'essere andata a prendere una boccata d’aria. La cerco e la porto subito da te.” Affermò alzandosi in piedi.
“Grazie. Grazie di tutto, Tsunade.” Disse Naruto dedicando alla Godaime uno sguardo carico di riconoscenza e affetto.
“E di che?” Sorrise la donna ammiccando. “Tu, piuttosto, vedi di rimetterti in fretta.” Vociò prima di uscire dalla stanza.

Naruto si distrasse osservando il paesaggio di là dalla finestra. Il verde degli alberi, l’azzurro terso del cielo estivo, talmente limpido che in lontananza era ben visibile la catena montuosa che circondava il villaggio. Una sottile brezza entrava facendo svolazzare le fini tendine bianche e scompigliando i biondi capelli del ragazzo. Ormai i raggi del sole non erano più un fastidio, anzi, provava piacere nel sentire il loro tiepido e delicato calore sul volto. Tanti pensieri gli ingombravano la mente, alcuni andavano a Tsunade, altri agli ultimi mesi, i più a Sasuke. Ma rimase per poco in compagnia di questi, poiché la porta si spalancò con forza travolta da una furia rosa di sua conoscenza.
“Sakura!” Esclamò al settimo cielo.
La ragazza era fisicamente come la ricordava, con i suoi meravigliosi occhi verde smeraldo. I sei mesi trascorsi sembravano non aver avuto nessun effetto sulla cara amica.
Rimaneva lì, ferma in piedi, sorridendo e piangendo tutto insieme, in preda a quell’emozione che la rendeva un fremito di pura felicità.
“Oh Naruto…” Sussurrò infine gettandosi tra le braccia del biondo. “Mi hai fatto preoccupare.” Ripeteva in continuazione interrotta dai singhiozzi. “Mi sei mancato tantissimo.”
Naruto la coccolava accarezzando i soffici capelli rosei e mormorando dei semplici - va tutto bene - carichi di tenerezza. Sakura per tutta risposta gli stringeva spasmodica la mano provando inutilmente ad asciugarsi le lacrime.
Dopo alcuni minuti si riprese tirandosi su in piedi con un sorrisetto impacciato a descrivergli il volto.
“Scusa Naruto, che scenata che ti ho fatto,” Rise imbarazzata. “ma tu non immagini nemmeno quanto sia stata terribile per me questa settimana, avevo paura di perderti per sempre.” Disse tornando a stringere forte la mano del ragazzo. Avrebbe voluto aggiungere che i sei mesi senza di lui erano stati ancora peggio, ma pensò che fosse meglio non andare oltre.
“Perdonami Sakura.” Proferì con tono abbattuto, gli spezzava il cuore aver procurato tanti dispiaceri all’amica.
La ninja gli sorrise lieve. “Come ti senti?” Domandò.
“Non troppo male, anzi, domani sarò già in perfetta forma.” La rassicurò Naruto raggiante.
Sakura gli lanciò di tutta risposta uno sguardo truce che lo lasciò sconcertato.
“Faresti meglio a non stare troppo bene, se non vuoi che te la faccia pagare per tutte le preoccupazioni che mi hai dato.” Ghignò la ragazza sbattendo un pugno contro l’altra mano aperta a mo’ di sfida, “Sai, in genere mi trattengo dal picchiare gli ammalati.”
“Sì-sì-sì, infatti sto davvero malissimo, Sakura-chan. Abbi pietà di me!” Naruto portò le mani avanti come scudo ridendo sotto i baffi, contento che l’amica avesse ritrovato presto la voglia di scherzare.
Sakura sorrise divertita. “Ti piacciono?” Gli chiese con dolcezza spostando lo sguardo verso il mazzo fiorito reso ancora più bello dai caldi raggi luminosi che si riflettevano sui petali delle camelie.
“Stupendi, chiunque si sia preso la briga di portarmeli deve essere una persona meravigliosa.”
“Ah ah ah. Non ci casco Naruto.” Ridacchiò ironica. “Te l’ha detto di sicuro Tsunade-sama che li ho portati io.”
“Uhm, sì è vero me l’avevano già detto che eri stata tu. Però il mio complimento rimane lo stesso.” Ribatté Naruto sornione.
“Oh be', allora grazie del complimento.” Fece lei di rimando con un’espressione divertita negli occhi color prato.

Naruto rimase a osservare interrogativo la ragazza, mentre risistemava la composizione dei fiori nel vaso. Era strano, Sakura era con lui già da più di venti minuti, eppure ancora non gli aveva rivolto nessuna domanda a proposito di Sasuke. Lo sapeva che era partito per cercarlo, quindi sarebbe stato naturale che gli chiedesse qualcosa a riguardo e invece nulla…
“Naruto, preferisco non chiederti niente su cosa è successo in questi mesi. Ne vorrei riparlare magari più avanti, quando ti sarai completamente rimesso. Penso che anche tu preferisca così.” Disse Sakura continuando a rimanere concentrata sulle piante.
Naruto rimase spiazzato. Ora riusciva pure a leggergli nei pensieri? Scosse il capo divertito dall’assurda coincidenza.
“Sakura allora perché non mi racconti tu qualcosa? Sarà pur successo qualche fatto interessante in questo periodo.”
La giovane si riavvicinò racchiudendo la mano destra del ragazzo fra le sue.
“Non sarebbe meglio se ti riposassi un po’, Naruto? Domani avremo tutto il tempo per parlare.” Mormorò premurosa.
“Ma sto bene e poi ho già riposato per un'intera settimana! Dai tienimi compagnia ancora un poco.” Le disse con fare supplichevole.
Sakura sospirò con pazienza acconsentendo alla richiesta di Naruto.
“Certo che sì che ne sono successe di cose interessanti, forse te ne avrà già accennato Tsunade che…” Si bloccò di colpo. Lo sguardo fisso, statico, ipnotizzato davanti a sé. In uno scatto rapidissimo scavalcò il letto e si gettò alla finestra con il busto completamente sporto e le punte dei piedi che a malapena sfioravano il pavimento. Se non ci fosse stata la parete a fermarla sicuramente si sarebbe buttata di sotto.
Naruto rimase allibito a guardarla, chiedendosi il perché di un gesto così improvviso e insensato.
“Sakura ma che ti prende?” Le chiese frastornato e ancora a bocca aperta.
Ma lei non si voltò nemmeno a guardarlo, rimaneva semplicemente immobile, sospesa tra la stanza e il vuoto di là dalla finestra.
Naruto la chiamò una volta e una volta ancora, senza alcun risultato. Imperterrita Sakura restava nella sua posizione e solo dopo diversi minuti si piantò nuovamente con i piedi a terra, voltandosi con lentezza verso l’amico.
“L’hai visto?” Sibilò tra i denti in un soffio di voce.
Naruto l'osservava turbato indugiando nel parlare.
“L’hai visto, vero?” Ripeté la ragazza sgranando leggermente gli occhi con crescente concitazione nella voce.
“Che cosa?” La domanda gli sfuggì dalle labbra spontanea.
“Era qui alla finestra.”
“Ma cosa?”
“Com’è possibile che tu non l’abbia visto? Era proprio qui fuori.” Incominciò a torturarsi le mani, mentre lo sguardo le diveniva fuggente, frenetico.
“Non ho visto nulla.”
“Te lo giuro, era lì. L’ho visto Naruto, c’era davvero.”
“Ma cosa?” Naruto incominciava ad astenersi a stento dall’alzare la voce. Sakura lo stava facendo davvero irritare persistendo nell’ignorare le sue domande.
“Lui.” Bisbigliò sottovoce.
“Lui chi?!” Eruppe con rabbia, quasi urlando.
Sakura si ritrasse timidamente di fronte allo sfogo del ragazzo.
“Sasuke-kun.” Mormorò in un sussurro appena percettibile.
Naruto spalancò gli occhi cobalti esterrefatto per poi esplodere in una fragorosa risata.
Sakura rimase a fissarlo, stupita dalla sua reazione.
“Brava Sakura! Mi hai fregato proprio per bene! Dico davvero, per un momento ci sono cascato in pieno, ottimo scherzo.” Ridacchiò ancora strofinandosi con forza un occhio lacrimante dal ridere.
“Non si scherza su queste cose.” La voce tagliente della ragazza lo riportò subito alla serietà. “Non posso credere che tu non l’abbia visto, era proprio qui fuori.”
“Dai basta scherzare.”
“Affacciato alla finestra.” Sillabò con lentezza.
“Non ci posso credere, non posso crederci che lui era qui.” Disse Naruto più che mai convinto.
“Sasuke, te lo giuro, l’ho visto con i miei occhi.” Ribadì fermamente, lo sguardo penetrante e sicuro.
“È assurdo, non è possibile, smettila di prendermi in giro.” Naruto stava tornando ad arrabbiarsi. Non riusciva a capacitarsi di come Sakura potesse insistere tanto su uno scherzo di così cattivo gusto.
“Ti sembro forse una che ti sta prendendo in giro? Sono serissima Naruto. C’era Sasuke affacciato alla finestra.”
“Non riesco a crederti.” Proferì. Tutta quella situazione era insensata per lui, non poteva essere, punto e chiuso.
“Mi stai dando della bugiarda, forse?” La ragazza alzò il tono di voce, innervosita dalla completa mancanza di fiducia che Naruto stava dimostrando nei suoi confronti.
“No, non è questo…” Non sapeva come risponderle. Ora si metteva pure a fare l’offesa.
“Ascoltami, ma sei sicura di sentirti bene?” Provò a buttare la discussione sull’ironico sperando di cavarsela.
“Ma guarda cosa mi tocca sentire, un ammalato che mi chiede se sto bene! Per tua informazione, io sto benissimo e non soffro di allucinazioni! C’era veramente lui lì fuori.” Sakura si esasperò gesticolando teatralmente.
“Ma Sakura…”
“Non ti fidi di me?” Incalzò acida portandosi le mani ai fianchi.
“Mi fido di te. Ma non posso crederti.” Disse con semplicità Naruto.
La giovane li diede le spalle tornando a fissare fuori dalla finestra. “Oh si certo, tu hai fiducia in me, però non mi credi. Ma ti rendi conto di quello che dici? Non solo mi dai della bugiarda, ma mi prendi pure per scema!” Commentò astiosa senza voltarsi.
Naruto non sapeva più che dire. E se Sakura invece avesse detto la verità? Se davvero avesse visto Sasuke? No, non era possibile. Come minimo avrebbe avvertito la sua presenza e poi non riusciva proprio a immaginarselo un Sasuke affacciato alla finestra a osservarli. Del resto, però, non poteva essere completamente sicuro che Sakura mentisse e soprattutto non riusciva a capire quali vantaggi potesse ricavare nel dirgli una bugia tanto subdola.
“Me ne vado, Naruto.” Affermò offesa la ragazza raggiungendo svelta l’uscita. “Stammi bene.”
“Ma dove stai andan…” Naruto non fece in tempo a terminare la frase che Sakura aveva già richiuso la porta dietro di sé.
Sbuffò sonoramente facendo sprofondare la testa nel cuscino. Si portò le dita alle tempie massaggiandole con veemenza.
“Sakura.” Brontolò il suo nome prima di serrare gli occhi.
















  
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