Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Freya Crystal    01/12/2010    23 recensioni
"- Edward Cullen non ti piace? Come mai? – gli chiesi. - Quel ragazzo è strano. Non mi ispira fiducia. Voglio che tu gli stia lontana. - "
Lei è una studentessa del liceo di Forks. Lui un avvocato.
Lei ha 17 anni. Lui 47.
Ma soprattutto... lei ama lui.
Bella Swan non è attratta dai suoi coetanei, anzi, li teme. E’ forse per questo motivo che a far breccia nel suo cuore è un uomo molto più maturo di lei. Acerba, insicura, fragile, e facilmente manipolabile, la nostra Bella Swan è costretta a fronteggiare la nascita di un amore impossibile.
A scuola evita qualsiasi forma di contatto con i suoi compagni di classe: con le ragazze non parla mai; con i ragazzi mantiene la distanza assoluta. Nessuno riesce a spiegarsi il motivo di questo suo comportamento, nemmeno suo padre.
E come se non bastasse, c'è Edward Cullen, splendido e irraggiungibile, che prova un odio profondo e immotivato verso Bella sin dal primo istante in cui i suoi occhi hanno incrociato quelli di lei.
Con il passare del tempo il silenzio fa sempre più male. Il dolore diventa sempre più forte. Le ferite scavano sempre più in profondità dentro Bella, incapaci di richiudersi da sole. Suo inseparabile compagno è il segreto che porta con sé e che la uccide a poco a poco.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Cullen, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Twilight
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Spazio dell'autrice: prima di iniziare a concludere questa storia, volevo dirvi una cosa. Forse questo epilogo non vi piacerà. Forse vi deluderà, vi farà arrabbiare con me, vi lascerà perplessi. Ci tengo a dirvi che questa è la prima storia che pubblico dall'inizio alla fine. Per me è un bel traguardo. Gestire l'ispirazione con la voglia di scrivere una storia è relativamente impegnativo. E nel mio caso, lo è molto. Ho preferito lasciarvi un finale, anziché destinare questa storia all'incompletezza. Mi farete sapere se siete rimasti o no soddisfatti. Anzi, ve lo chiedo: fatelo, per favore.
Vi confesso un'ultima cosa. Forse questa storia l'ho scritta troppo prematuramente. Forse sedici anni sono troppi pochi per voler trattare una simile trama. Forse sarebbe venuta fuori una storia migliore, più accurata, con qualche anno di posticipazione.
Ma sapete, sono contenta anche così. Non si può raggiungere la cima della montagna senza prima averla scalata. (Ehy, gli aerei non esistono in questo contesto!;))
Ringrazio col cuore tutte le splendide 60 persone che hanno inserito "Non possiamo" nelle preferite, le splendide 35 che l'hanno inserita nelle ricordate e le splendide 185 che l'hanno inserita nelle seguite.
Ora ho veramente finito.



Epilogo




Si dice che non tutto il male viene per nuocere.
A quindici anni pensavo che il male esisteva e basta, e un perché non c’era. Ora, ad ottantotto, sono certa che esista perché senza di esso non potremmo imboccare certe strade del nostro destino. Strade tortuose, difficili, che conducono al dono più prezioso.
A quindici anni venni violentata da un compagno di classe di cui ho rimosso il nome e l’aspetto. La verginità mi fu strappata crudelmente da un ragazzino. Rimasi incinta e abortii di nascosto, rischiando la vita. Nonostante fossi la vittima, mi sentii colpevole di ciò che mi era accaduto. Sporca, indegna, macchiata indelebilmente. Per due anni vissi nell’ombra, incapace di riaprirmi alla vita.
Incapace di chiedere aiuto.
Custodii il mio segreto come se si trattasse di un delitto. Perché in fondo avevo compiuto un delitto, sacrificando un bambino innocente. Tutt’ora non riesco a spiegarmi come fui in grado di rimanere in silenzio, di soffocare nel mio dolore senza annegare o cercare un appiglio. Poi arrivò Johnny.
Vulnerabile, e già ferita, mi lasciai assorbire dalla mia stessa travolgente infatuazione per lui. Terrorizzata dai miei coetanei, trovai il rifugio che stavo cercando nelle braccia di un uomo maturo, di aspetto tanto diverso da quello dei ragazzi che ero abituata a vedere al liceo. In Johnny vidi colui che avrebbe potuto farmi dimenticare il passato e divenire il mio punto di riferimento. Grazie a Johnny riscoprii il sesso come un atto d’amore, mosso dalla purezza delle emozioni umane. Fui in grado di donarmi e di donargli piacere senza sentirmi macchiata.
Ma se io avevo cercato un punto di riferimento, un porto sicuro, qualcuno in grado di condurre in mare anche la mia barca insieme alla sua, lui aveva cercato esattamente qualcosa di opposto in me: una relazione da favola, che non esiste nei rapporti fra uomo e donna e che lui sapeva non avrebbe mai potuto vivere con una donna adulta. Io ero una ragazza pura di sentimenti, spinta verso le sue braccia solo dall’amore, e non dal pensiero dell’uomo in carriera, bello e ricco che avevo davanti; ero una ragazza che non avrebbe mai potuto lasciare Johnny perché stanca di lui; ero una ragazza ingenua, incapace di manipolare le persone, di ingannarle, di sfruttarle. Io per Johnny ero stata un soffio di vento fresco e benefico. Come lui stesso mi disse nella sua unica lettera, gli insegnai a credere nuovamente nei valori della vita.
Gli opposti si attraggono. Ma è anche vero che in matematica si annullano.
Nel nostro caso, andò proprio così.
Con l’andare avanti degli anni, ho capito che Johnny, nonostante il dolore che mi procurò con la sua sparizione, fu una figura fondamentale nel mio percorso di vita. Indimenticabile. Fu colui che mi insegnò il significato dell’amore. Fu il primo uomo al quale fui in grado di donare l’amore che custodivo dentro di me e che dopo la violenza subita non ero più stata in grado di esprimere a nessuno. Il solo averlo accettato, mi permise di non morire dentro. Non dimenticai ciò che rende umani. Ciò che rende vivi. Perché fui in grado di regalare vita dopo la morte che avevo ricevuto nel cuore.  
Johnny mi fece del male lasciandomi. Sì, fu altro dolore per me. Ma il dolore se non uccide fortifica.
Dal dolore fui in grado di trovare la carica che mi permise di affrontare la vita e l’amore che provavo per Edward con slancio. Dicevo di odiare Edward perché lo amavo, mentre lui mi odiava. Ci amavamo entrambi, ma lui, spaventato di fronte all’idea di un amore impossibile fra un’umana e un vampiro, e io, spaventata di fronte all’idea di essermi innamorata di un ragazzo fuori dalla mia portata e che non mi ricambiava, tenemmo nascosto il nostro amore reciproco più a noi stessi che l’uno all’altra. Attraverso i litigi e gli scontri, riuscimmo a trovare il modo di superare le nostre insicurezze e ad esprimere quello che realmente provavamo. Non tutto il male viene per nuocere, e anche in questo caso fu così.
Con pazienza e coraggio, gradino per gradino, imparammo ad amarci l’un l’altra. Imparammo a proteggere il nostro amore, a coltivarlo e a farlo maturare con gli ingredienti giusti. Come accade in tutte le storie d’amore di coppia che durano, io ed Edward basammo le radici del nostro rapporto nel nostro coraggio di portarlo avanti, le solidificammo e le allargammo.


Rosalie fu la prima a venire a sapere quello che avevo subito a quindici anni, perché sapevo che lei aveva sentito sulla sua pelle quello che avevo sentito io. Finché un giorno riuscii a parlarne anche con Edward. Non volevo che fra di noi vi fossero dei segreti, degli ostacoli pronti ad allontanarci. Non appena Edward seppe, decise di recarsi a Phoenix alla ricerca del mio usurpatore per ucciderlo. Con l’aiuto della mia famiglia fummo in grado di fermarlo.


Il giorno più bello di tutta la mia esistenza fu il giorno in cui  io ed Edward ci sposammo. Feci l’amore con lui per dimostrargli che non temevo il suo corpo, né la prospettiva di soddisfare i suoi desideri. Diventai sua, e lui diventò mio. Completamente.
Due corpi e un’anima.
E se è vero che noi vampiri non ce l’abbiamo un’anima, Edward costituisce l’eccezione. Una parte della mia anima è racchiusa in lui, il mio ultimo dono da umana.


Ho ottantotto anni, mi chiamo Isabella Marie Cullen, e sono una vampira, moglie di Edward Cullen e madre di Renesmee Cullen.
Renesmee, il mio angelo.
Dopo un aborto ed un mancato riconoscimento di maternità, la terza creatura che crebbe nella mia pancia riuscì ad avere una madre ed un padre pronti ad amarla e a crescerla.
A vent’anni di vita andai incontro al mio destino di diventare madre perché mi sentii pronta per diventarlo. Al fianco di Edward.
Per Renesmee fui disposta a rinunciare alla mia vita. Non volevo più sacrificare nessuno.
Per un miracolo o per la forza del legame misterioso che mi lega a mio marito, mi salvai dalla morte certa. Il giorno che diedi alla luce mia figlia, rinacqui.
Abbracciai l’eternità risvegliata dalle labbra di mio marito.


*******


Quando entro qui dentro mi sento racchiusa in un limbo incantato. Magico, surreale.
M’incammino stretta nel mio cappotto, la sciarpa attorno al collo per nascondere il viso agli umani. Una volta un bambino mi vide e disse alla nonna che accanto a loro era appena passata una bellissima fata dai lunghi capelli scuri. Ovviamente sua nonna non gli credé. Da tanto tempo è così che appaio agli occhi degli umani, come una fata dal viso sereno e misterioso. Mi chiedo cosa diresti di me se fossi qui.
E’ il tuo novantottesimo compleanno oggi. Non ti ho mai chiesto quale fosse la tua data di nascita, è stato buffo scoprirlo qui.
Il vento soffia leggero, avvolgendo i mille volti silenziosi che mi circondano. Sembrano abbracciarmi, parlarmi, salutarmi, mentre ti vengo incontro. Ormai mi conoscono. Chissà se possono sentirmi, chissà se qualcosa di questi umani resta attaccato al mondo… Forse succede quando il loro ricordo è tanto forte nella memoria di chi li ha amati.
Edward mi sta aspettando fuori. Ti ricordi di Edward? Il ragazzo che piaceva a Tanya, il figlio del dottor Cullen... A te non piaceva altrettanto. Sorrido. E’ mio marito.
Il bellimbusto che tanto odiavo e che avevo sotto gli occhi tutti i giorni al liceo era l’uomo della mia vita. Lo è e lo sarà in eterno. E’ assurdo pensare che in passato ci odiavamo, tanto ci amiamo.
Il tuo bel volto carismatico respira anche attraverso la tua piccola foto sbiadita.
Johnny Bradley Walker, 1957- 2044.
Sei andato oltre. Non so che ne è stato della tua vita, ma so che non ti dimenticherò mai.
Ciò che ti ho scritto nella mia lettera lo penso ancora. Grazie di essertene andato e di avermi dato modo di capire che dovevo riprendere in mano la mia vita senza di te. Forse non ti piacerà l’idea che io sia diventata una vampira, ma sappi che ne sono felice, perché sono accanto ad Edward. E per amare si può voler vivere in eterno. Se non mi avessi lasciata, non so cosa ne sarebbe stato di noi, fino a che punto saremmo potuti andare avanti insieme, e cosa ne sarebbe stato dopo sia di me che di te.
Grazie.
Grazie per avermi permesso di vivere la mia vita.
… Tuo figlio è diventato un attore. I genitori che l’hanno adottato l’hanno cresciuto bene. Era bello da mozzare il fiato, intelligente e volenteroso.  Adesso è un po’ avanti con gli anni, ma non ha perso il suo spirito di creatività. E’ sposato e ha due figli, Ken e Alicia. Non hai che da rimpiangere per non esserci stato quando è nato.
C’è sapore di pace in queste mura. L’odore dei fiori e della pioggia che ha bagnato da giorni il terreno aleggiano nell’aria silente. E’ paradossale che una vampira sia in un cimitero.
Tanya mi ha detto che ogni tanto viene a trovarti. Si è sposata con mio fratello Riley, ed è diventata come me.
… I Cullen dovevano far parte del nostro destino. Delle donne del tuo destino.
Non approvavi l’idea che Tanya facesse corrispondenza ad un ragazzo che viveva in Alaska. Quando lei è partita per raggiungerlo in Alaska l’hai inseguita, da bravo padre detective. Hai scoperto che Riley era il nuovo figlio del dottor Cullen. Carlisle, il mio secondo padre. Hai fatto di tutto per ostacolare la loro relazione, ormai certo della natura vampiresca della mia famiglia. Ma alla fine hai dovuto cedere. Cedere di fronte alla determinazione di tua figlia nell’amare Riley.

Appoggio il papavero rosso sopra la lapide.

Ti sei reso conto che l’amore che provava Riley per Tanya era lo stesso che provavi tu per me. Forse hai sperato che  quell’amore impossibile potesse vivere in loro. Tu troppo avanti negli anni, Riley destinato all’eterna giovinezza. L’idea che tua figlia non invecchiasse mai e vivesse per sempre accanto all’uomo della sua vita non era poi così terribile.

Sospiro.

Questa è l’ultima volta che ti vengo a trovare. E’un addio.
Come mio padre credo fermamente nell’esistenza del Paradiso, a prescindere dalla natura di tutti gli esseri che popolano questo pianeta. Ma né io, né mio padre, né nessun altro, può sapere se i morti ci ascoltano in ogni momento. Devo smetterla di venire qui. E’ giusto che io ti saluti per sempre. Come ho fatto con Charlie, con Reneé, con Jacob, e con tutte le persone del mio destino che se ne sono andate.
La mia eternità è con Edward e con Renesmee. Con la mia famiglia.
Ho aspettato tanto, e ora posso dire di essere pronta a dimenticare i miei vent’anni di vita umana. Sono rinata tanto tempo fa, come Bella Cullen.
Ciò che ricorderò di quel tempo lo sintetizzo in un’unica frase.
Fai sempre e comunque del bene, nonostante tutto.
Se avessi ripagato la vita con il male che mi aveva fatto probabilmente ora non sarei qui: starei sguazzando nel fango.

Mi volto e m’incammino verso l’uscita del cimitero. Il mio limbo magico di transizione fra passato e presente, fra Bella Swan e Bella Cullen.
<< Sembra che sia passata un’eternità. >>
Mi cinge dolcemente i fianchi, accarezzandomi il collo con le labbra.
Respiro la sua voce e il suo profumo, chiudendo gli occhi.
<< Hai davvero aspettato così tanto? >>, gli domando.
<< Quando sono senza di te l’attesa è sempre eterna. >>
Il mio corpo vibra come una chitarra al suono della sua voce, vellutata, bassa, roca. Sono il suo pianoforte personale.
E lui è mio.
Edward mi mordicchia lentamente l’orecchio. << Torniamo a casa. >>, sospira.
Due ali prendono vita nel mio petto e si dispiegano nell’aria, sollevandomi da terra.
Edward ha bisogno di me. Sento la sua instancabile voglia di me penetrarmi ogni istante, nel corpo e nei sensi. E adesso chiede ancora di più.
Sono così forte..., forte… Forte, tra le sue braccia.
<< Sì, amore. Torniamo a casa. >>
Il mio Edward. Mio marito, sempre bello, sempre meraviglioso, sempre seducente, sempre innamorato.
Lui il piano, io i suoi tasti. Non possiamo stare separati.
Non possiamo.




The end...
  
Leggi le 23 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Freya Crystal