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Autore: Eternal Cosmos    03/12/2005    19 recensioni
Harry ha vinto la guerra contro Voldemort, ma ad un alto prezzo terribile. Fawkes gli dà un'altra opportunità in un mondo nuovo, dove lui morì come un infante...e dove Voldemort ancora è appostato nelle ombre...
Genere: Generale, Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The World Without Me
di Eternal Cosmos

tradotto da Mezzo_E_Mezzo

Rinuncia: Non possiedo Harry Potter


TRADUZIONE ALTERNATIVA POSTATA IL 08/09/2008
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Capitolo 1: [Prologue-The Loser Dies and the Winner Loses All] Prologo- Il Perdente muore, e il Vincitore perde tutto
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Un vento gelido ululò la propria tristezza e disperazione contro la scena sottostante. Un castello in parte distrutto, abbandonato, e centinaia di corpi senza vita che giacevano sul terreno, scomposti nel caos senza alcun riguardo per le fazioni in cui erano stati combattenti.
C'era sangue che imbrattava ogni cosa, il cielo era oscurato, una luna buia piangeva la perdita di quelle vite. Tutto era mortalmente immobile; il vento si era fermato, rendendo il paesaggio sinistro e minaccioso. Ma nulla di spaventoso stava per apparirvi; la guerra era finita. Era finita… per tutti. Nessuno aveva realmente vinto, a causa della gran quantità delle perdite.
Un uccello si librò al di sopra della terra una volta verdeggiante, un uccello insolito. Un intenso lamento risuonò nell'aria, una melodia affranta e disperata che sfuggiva dalla sua gola, mentre tentava di trovare almeno una persona sopravvissuta.
A terra, d'un tratto qualcosa si mosse. Un corpo disteso a faccia in giù fu sospinto di lato per rivelare un esausto e completamente estenuato ragazzo dai capelli scuri con una caratteristica cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
Harry Potter si guardò attorno disanimato, aveva il respiro affannoso e perdeva rapidamente le forze. Emise un singhiozzo soffocato quando vide il corpo della persona che gli aveva fatto scudo: Remus Lupin. Il licantropo aveva intercettato l'Avada Kedavra scagliato da Tom Riddle che sarebbe dovuto essere diretto a lui, mentre Harry stava usando la medesima maledizione sul Signore Oscuro, avendo loro spezzato il Priori Incantatem contemporaneamente. Solo che nessuno tra i seguaci di Voldemort aveva colto l'occasione per correre di fronte al proprio maestro per proteggerlo.
Voldemort era morto, come pure ogni altro Mangiamorte, incluso Snape la spia.
Infatti, la parte più dura per Harry era stata il testimoniare alla morte dei suoi amici e il vedere i loro corpi scomposti al suolo. Dumbledore, McGonagall, Flitwick, anche Hagrid; erano tutti andati. Come pure Ron ed Hermione… Maledizione, ogni studente che una volta frequentava Hogwarts. Non erano stati risparmiati.
Harry si limitò a rimanere seduto a terra, senza sbattere le palpebre, le braccia ricadute lungo i fianchi, mentre lacrime silenziose si facevano strada sulle sue guance. ‘Sono tutti andati. La Profezia… era corretta. Uno di noi sarebbe dovuto sopravvivere… mentre, tutti gli altri, morti.’
Si lasciò cadere disteso all'indietro e giacque con un tonfo sul terreno freddo, fissando con occhi vuoti il cielo piangente: stava cominciando a piovere… e non gli importava.
Che cossa ssuccede? Che cossa mi è accaduto?
Gli opachi occhi verdi di Harry si allargarono appena, mentre voltava la testa di lato per guardare chi aveva appena parlato. Nessun suono di sorpresa venne emesso dalle sue labbra e il ragazzo si limitò a sbattere le palpebre rivolto a Nagini, che stava strisciando lì accanto sull'erba sudicia di sangue.
Harry non aveva idea di come il maledetto serpente fosse sopravvissuto, ma, se aveva intenzione di morderlo e di porre fine alla sua miserabile vita, era più che il benvenuto a farlo. Ma il morso non giunse mai. Nagini si guardava attorno completamente disorientata e apparentemente inconsapevole su ciò che era accaduto sul terreno del castello una volta magnificente, cosa che attirò un poco l'interesse di Harry.
Perché ssembri cossì confussa, Nagini? Perché non mi uccidi, come il tuo padrone avrebbe voluto? Come hai cercato di fare cossì tante volte?” sibilò al Cobra per attirarne l'attenzione.
Funzionò; Nagini si voltò verso di lui e strisciò finché fu accanto allo stremato ragazzo. “Tu parli la lingua? Ma io non sso di cossa tu sstia parlando. Tutto ciò che ricordo è un uomo che mi guardava e che mormorava qualcossa che non ho capito, e poi il ressto è tutto ssolamente un'ombra, per me.
Harry quasi la sbeffeggiò, perplesso. “Non riessco a credere che ssia posssibile,” mormorò tra sè, ancora parlando in Serpentese senza rendersene conto. “Non penssavo che l'Imperiuss potessse funzionare ssu un sserpente. Sssuppongo che tu ssia sstata sssotto il controllo di Voldemort per tutto quessto tempo.
Il pericoloso serpente inclinò il capo di lato come se stesse riflettendo su ciò che Harry aveva detto. Ad ogni modo, sollevò lo sguardo quando il ragazzo dai capelli scuri si alzò d'un tratto a sedere, con uno strano pezzo di legno assomigliante a un bastoncino stretto nella mano.
“Non posso continuare così. Sono completamente solo…” disse disperatamente, e si puntò contro il bastoncino.
Nagini non capì una sola parola di quello che il ragazzo stava dicendo in quanto era tornato al linguaggio umano*, ma il serpente non era stupido; capì che voleva palesemente fare qualcosa d'irreparabile contro se stesso.
Il serpente sibilò e fece un balzo, arrotolandosi attorno alle braccia del ragazzo per impedirgli di compiere un qualsiasi sciocco gesto. Harry emise un gemito spaventato ma prese a dibattersi contro la catena vivente. “Lassciami andare! Non ho più alcun motivo di vivere!
Nagini gli mostrò rabbiosamente le zanne. “Sstupido ragazzo-sserpente! Non buttare via cossì la tua vita per nulla!
Harry stava iniziando ad avere la meglio sulla presa di Nagini; la creatura non voleva danneggiare la circolazione sanguigna di Harry e ferirlo più di quanto non fosse già. Ma non appena il ragazzo dagli occhi verdi riguadagnò la presa sulla propria bacchetta, un lamento acuto echeggiò proprio al di sopra della sua testa e Fawkes atterrò davanti a lui e a Nagini.
Naturalmente, la vecchia seguace di Tom sibilò contro la Fenice, ma si fermò quando realizzò che il volatile fiammeggiante non sarebbe stato una minaccia per la loro esistenza. Harry smise di lottare e fissò gli occhi affranti della Fenice.
“Così anche tu sei contro di me, Fawkes? Guardati intorno: sono tutti morti! Anche Dumbledore! Che cosa vuoi che faccia?!” domandò Harry alla Fenice con voce alterata e colma di pena.
Il Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto-di-Nuovo barcollò all'indietro quando udì una voce profonda e melodiosa echeggiare nella sua mente.
Io posso aiutarti… Restituirti le cose che hai perduto e che una volta tenevi così gelosamente nel cuore. Un'altra occasione di felicità, anche se dovrai forgiartela da solo, una prova non facile.
Harry giunse alla realizzazione che era Fawkes a parlargli. ‘Credo che fosse così che Dumbledore parlava con Fawkes…’ pensò silenzioso, e quindi replicò dolcemente: “Illuminami.”
L'uccello infuocato arruffò lievemente le ali prima di proseguire. “Esistono molti mondi, molte dimensioni parallele di cui sono a conoscenza. Potrei mandarti là, ma non riusciresti più a tornare, in quel caso. Diverrebbe la tua nuova casa per sempre.” Si fermò per osservare la reazione di Harry e parve annuire all'espressione del ragazzo.
Perché avrebbe voluto tornare qui? Era l'unico superstite di Hogwarts, di tutta questa maledetta guerra.
Fawkes continuò la propria spiegazione. “Tu non esisti in quel mondo; sei stato ucciso da neonato. Non c'è alcun Ragazzo-Che-è-Sopravvissuto, nessuna speranza, e Voldemort detiene ancora una posizione di potere sul Mondo Magico, viene fuori dal proprio nascondiglio un po' più spesso e si comporta in modo più audace e provocatorio. Potresti ricominciare la tua missione là, e plasmare il tuo stesso futuro, perché, come tu già sai, sei l'unico con una connessione a Voldemort, e l'unico ed il solo capace di sconfiggerlo.
Harry annuì senza rifletterci, il suo volto teso in un'espressione determinata e i suoi occhi che brillavano di una rinnovata aspettativa e serietà. Questa non sarebbe stata una passeggiata, lo sapeva, e lui si sarebbe dannatamente assicurato di svolgere il proprio compito correttamente questa volta, e di proteggere questo nuovo mondo come era destinato a fare.
Dopotutto, aveva sconfitto Voldemort qui, e sapeva già come al bastardo piaceva giocare. Conosceva cose che le persone nell'altra dimensione probabilmente non avevano nemmeno sospettato, ed era dannatamente potente per un diciassettenne, più potente di quanto qualsiasi altro studente di Hogwarts sarebbe mai potuto essere.
“Dammi solo un secondo.” Harry sollevò in alto la bacchetta e mugugnò “Accio!” sottovoce.
Qualche secondo dopo, la sua lucida Firebolt, dono del deceduto Padrino, il suo album di vecchie foto, il suo mantello dell'invisibilità, un sacchetto di denaro dei maghi e la chiave della sua cassetta di sicurezza planarono verso di lui dalla semidistrutta torre di Gryffindor, e, cosa che lo sorprese abbastanza, la sua fedele civetta Hedwig stava seguendo i beni di Harry di sua propria volontà. Recuperò i preziosi oggetti e ridusse la loro grandezza così da poterli riporre in tasca e sollecitò la civetta candida a posarsi sul suo braccio disteso.
“Credo di essere pronto,” disse a Fawkes con voce fonda e autorevole. Non appena Harry fece un passo verso la Fenice ora in volo, qualcosa gli toccò la caviglia.
Ssstai andando da qualche parte? Possso venire con te? Non molte perssone qui parlano la lingua e non voglio sstare da ssola. E' sstrano, ma mi ssento anche come sse ti dovesssi la vita. Mi piaci, ragazzo-sserpente.
Harry fissò il Cobra supplicante e lentamente si chinò, tendendole il suo braccio semicoperto; i suoi abiti erano a brandelli ma a questo avrebbe rimediato più tardi.
Nagini sibilò contenta e si arrotolò attorno alla sua vita. Non appena il serpente smise finalmente di muoversi, fu quasi indistinguibile dal colore del mantello di Harry.
Fawkes volò vicino ad Harry per permettergli di carezzarla sulla testa un'ultima volta, e quindi si sollevò al di sopra del capo del giovane. La canzone della Fenice entrò in risonanaza con la bacchetta di Harry e il diciassettenne Gryffindor iniziò a rilucere di un colore rossastro.
Mentre Harry iniziava a sparire, udì le ultime parole di spiegazione di Fawkes. “Non dimenticarlo, Harry Potter: in questo mondo nessuno ti conosce e sarà difficile vivere senza attirare troppo l'attenzione su di te. Potrai dire ciò che vorrai quando sarai arrivato, e potrai tornare o meno a Hogwarts, non importa. Ma ricorda: delle cose SARANNO differenti, in quanto è una dimensione parallela. Buona fortuna, e che il mio altro me possa trovarti se dovessero sorgere dei problemi!
Harry percepì un forte strattone, anche più forte di una passaporta, ed essendo troppo stanco ed estenuato per aver resistito dopo essere stato bersaglio di così tante maledizioni e Imperdonabili, perse i sensi non appena le ultime parole di Fawkes gli risuonarono attorno.
Qualche secondo dopo, il paesaggio tornò mortalmente immobile non appena la Fenice scoppiò in fiamme. Ma non era la giornata delle fiamme, comunque, e dalle ceneri… nulla spuntò.

……………………
Fine prologo.



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* In realtà Nagini dimostrerà di saper ben comprendere il linguaggio umano. Si può però attribuire la cosa al fatto che sia ancora rintronata




  
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