Storie originali > Generale
Segui la storia  |       
Autore: Minerva    17/12/2010    0 recensioni
Uno scrittore intrattabile e misogino, terribilmente sarcastico e abituato a comandare.
Un'infermiera tutta d'un pezzo che non si lascia mettere i piedi in testa da nessuno, con la lingua più tagliente di tutto l'ospedale.
Metteteli assieme per un periodo di tempo indeterminato, condite il tutto con ironia e dispetti.
Avete ottenuto la nuova storia originale della sottoscritta: da un'idea di MikaEla.
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Proposta indecente!

- Io dovrei fare... cosa?! - lo sguardo vacuo di Rachel preoccupò non poco Thomas. Non gli sembrava di averle chiesto qualcosa di così complicato da capire.
- Devi sedurre Jackob. - scandì con tranquillità.
- Signor Haynes, lei crede forse di trovarsi in qualche suo libro, dove può chiedere una cosa simile con una tale naturalezza? - replicò l'infermiera in tono calmo. Doveva trattenersi. Lo aveva insultato poco prima e si era sfogata per tutti gli arretrati, ma adesso doveva restare calma e capire dove lui volesse andare a parare con quell'assurda proposta. Anche perché se si fosse comportata come desiderava si sarebbe trovata solamente ad allungare la permanenza di Haynes alla clinica, e lei non ci teneva proprio ad accudirlo per più tempo del dovuto.
- Oh! Cosa ci sarebbe di tanto strano? Jackob si è preso una sbandata per una donna inadatta a lui, anzi inadatta al novanta per cento della popolazione maschile presente sul pianeta. Ti sto chiedendo di fare in modo che lui si ravveda e la dimentichi in tempi brevissimi. Non serve mica che te lo porti all'altare! - esclamò poi, come se questo risolvesse tutto.
- Be', certo, se dovessi sposarmelo non basterebbero più la maserati e la casa con piscina e campo da tennis come compenso. - si trovò a rispondere lei sarcastica, sbuffando.
- Mi deludi, Rachel, anche tu sei interessata solo ai miei possedimenti! Che tristezza. - replicò lui falsamente addolorato, tenendosi una mano sul cuore in un gesto che definire teatrale sarebbe stato un eufemismo.
- Signor Haynes, davvero le sembra una richiesta normale? - lui parve rifletterci sopra, tornando serio e lasciando da parte le buffonate di poco prima.
- Non è una richiesta comune, me ne rendo conto senza che tu me lo faccia notare, ma vedi altri modi per risolvere questa spiacevole situazione?
- Ad essere sincera ne vedo almeno due, e non mi sono nemmeno sforzata troppo per trovarli. Lei chiede scusa a Jackob per come si è comportato...
- Impossibile. Io non chiedo scusa a nessuno. Soprattutto quando so di avere ragione... - disse lapidario lui scuotendo la testa.
- Dicevo, lei chiede scusa a Jackob e gli spiega le sue perplessità su questa donna. Se gliele spiega con calma e senza sarcasmi sono sicura che lui capirà perché lei è preoccupato. Certo, se lei parte a testa bassa e inizia a offendere la nuova compagna del suo amico, lui non le darà mai retta e resterà sempre sulla difensiva.
- Oppure?
- Oppure trova un modo per scoprire se questa donna è davvero così inadatta al suo amico. Con tutti i libri di spionaggio che ha scritto, avrà di sicuro qualche idea su come ottenere queste informazioni. - concluse Rachel.
- Giusto! Ottima idea. Rachel, devi diventare amica di Janet Wierner! - esclamò Thomas gioioso.
- Com'è che in una maniera o nell'altra io mi ritrovo sempre ad essere coinvolta? - il tono con lo domandò pareva genuinamente sorpreso.
- A chi potrei chiederlo? Non ho alcuna intenzione di assoldare detective privati o simili, sono tipi infidi in cui non ripongo la minima fiducia. Mercenari e nulla di più, arriverei ad usarli solo se Jackob fosse un mio avversario.
- Sono davvero lusingata che lei si fidi di me... - frecciò Rachel sarcastica.
- Non mi fido di te. - puntualizzò lo scrittore - Ma non voglio coinvolgere perfetti estranei nella vita di Jackob, non se lo merita. Estranei prezzolati che potrebbero rivendersi le informazioni che raccolgono. Sono sicuro che tu non lo faresti. Lavori in una clinica per VIP! Se tu comportassi in questa maniera, ti avrebbero già licenziata da tempo. Inoltre l'offerta della casa e della maserati resta sempre valida. - concluse con un ghigno sardonico.
Il fatto che Thomas avesse così timore degli investigatori privati fece pensare a Rachel che avesse avuto delle brutte esperienze, e quindi si stupì degli scrupoli di Thomas. Doveva provare un grande rispetto per Jackob, se arrivava a preoccuparsi di certe cose, e Thomas sembrava quel tipo di persona capace di preoccuparsi solo ed esclusivamente di se stesso.
Poi, un lampo di comprensione le illuminò le idee.
- Quella Janet Wierner? - chiese dubbiosa.
- In che senso? - domandò Thomas senza capire.
- Quella delle vetrerie Wierner? - puntualizzò l'infermiera
- Sì, certo, lei. Ne conosci altre, per caso?
- No, è che ho sentito cose poco...
- Lei è una sanguisuga. - sentenziò Thomas - Questo è quello che mi preoccupa. Jackob di solito le riconosce al volo, ma questa volta si vede che lui è troppo distratto da altri problemi per accorgersene.
- Signor Haynes, io credo che sia meglio che lei parli con Jackob, fargliela alle spalle significherebbe farlo arrabbiare solo di più.
- Jackob è abituato alle mie intromissioni, si aspetterà di certo una mia mossa. E poi non mi sembra il caso di farmi prendere da stupidi scrupoli morali, non ne ho mai avuti in vita mia, perché dovrei iniziare adesso? - ghignò cinicamente.
- Lei potrà non avere alcuna remora, ma grazie al cielo non siamo per nulla simili. - gli fece notare Rachel prima di andarsene.
- Rachel! - le urlò dietro lui - Ci pensi e mi faccia sapere. Se non lo farà lei, troverò sicuramente qualcun altro che accetterà la maserati per farlo. - e detto questo lo sentì tornare a digitare al computer.

Rachel non aveva mai avuto grossi dubbi su cosa fosse sicuramente sbagliato. Certo, a volte succedeva che ignorasse la voce della sua coscienza ed agisse volutamente male, come con la cena del signor Haynes qualche giorno prima, ma non le era mai capitato di pensare di aver fatto bene.
Ora, però, non sapeva bene cosa fare. Conosceva la reputazione che si era fatta Janet Wierner, e non le piaceva per nulla. Il fratello di Janet, lavorando come autista di ambulanze per i vigili del fuoco, passava spesso in ospedale per portare pazienti più o meno gravi ed era anche lo stesso che aveva recapitato quella piaga di Haynes.
In quindici anni di lavoro le era capitato di berci un caffé assieme, e chissà come il discorso andava a parare irrimediabilmente sulla sorella Janet. Per mesi si era lamentato della brutta figura fatta dalla sorella che era arrivata a farsi regalare un'auto da un suo spasimante decisamente ricco, per poi piantarlo per il giardiniere, un giovanotto di bell'aspetto e prestante. La cosa peggiore, secondo Brandon, era che Janet se ne fosse persino vantata con lui, dicendo che certi uomini erano davvero disposti a tutto pur di averla.
I pettegolezzi in ospedale, poi, riportavano sempre con dovizia di particolari le avventure di Janet, e di altre donne altrettanto famose. Quando Rachel sentiva parlare di quella donna, la associava immediatamente a quel telefilm di cui aveva visto solo qualche puntata costretta da Tiffany "Desperate Housewives " o qualcosa di simile.
Intorno alla figura di Janet Wierner aleggiava una foschia torbita, da cui era difficile estrarre la persona vera e i pettegolezzi nati intorno a lei. In certi pettegolezzi sembrava una donna algida e priva di scrupoli: prontissima a vendersi la madre per arrivare al suo scopo. In altri sembrava invece una ragazzina che ancora non ha capito come comportarsi, che faceva quel che faceva senza tutta quella malizia e premeditazione di cui la si accusava.
Però, anche se Janet non era in cima alla lista di simpatie di Rachel, non era comunque un buon motivo per buttarsi in mezzo ad una situazione simile. Lei se lo sentiva che era sbagliato. Che se ne sarebbe stata molto più al sicuro se avesse ignorato tutto e avesse continuato con la sua vita. In fondo aveva già i suoi bei problemi a cui pensare... e se non fosse stata terribilmente curiosa, magari Rachel lo averebbe anche fatto.
Il problema della curiosità era un problema che la affliggeva da molto, molto tempo. A Rachel interessava ficcanasare ovunque. Non le interessava il potere che derivava dal sapere determinati pettegolezzi, lei voleva solamente sapere cosa succedeva alle persone intorno a lei. Infatti il gossip di personaggi famosi la annoiava a morte, ma sapere che cosa fosse successo fra i suoi colleghi riusciva a diventarle un'ossessione.
Perché quel dottore è stato licenziato? Perché quell'infermiera arriva sempre in anticipo e se ne va sempre molto dopo che è finito il suo turno?
Tutte piccolezze a cui Rachel agognava di dare una spiegazione. Per questo motivo la proposta di Thomas, benché fosse chiaramente e indiscutibilmente sbagliata, la attirava come una mosca al miele. Non riusciva a togliersi dalla testa che avrebbe potuto scoprire un sacco di cose interessanti su Janet, su Thomas e su Jackob!

Thomas, dal canto suo, stava già pensando a strategie alternative nel caso in cui Rachel non avesse accettato la sua proposta. Gli dispiaceva che Jackob si fosse lasciato raggirare in maniera così semplice. Certo, con la causa di divorzio in corso il suo amico aveva bisogno di distrarsi, ed essere immobilizzato in un letto d'ospedale non aiutava certo Thomas ad essere presente per Jackob. Già normalmente non era molto interessato ai problemi dell'amico se non coincidevano con i suoi, o se non erano particolarmente interessanti per svilupparci una trama sopra.
Arrivò a pensare seriamente di chiamarlo e di scusarsi, prima di cassare l'idea come "assolutamente impossibile!"
E mentre ragionava su tutta la situazione, si era reso conto di avere fra le mani una trama meravigliosa per il prossimo libro del suo alter-ego Angela Ferguson.
Il personaggio ispirato a Rachel sarebbe dovuta essere un'infermiera molto più giovane e dal nome più dolce: Lyla, o Betty, o qualcosa del genere. Poi avrebbe fuso la sua figura e quella di Jackob nel protagonista maschile. Il poveretto abbagliato dall'arpia mangiauomini sarebbe anche stato lo stesso ricoverato all'ospedale a causa di un incidente. Lì avrebbe incontrato la giovane e premurosa infermiera che gli avrebbe fatto capire cosa significa essere veramente amati. Trama lineare, semplice, con pochi fronzoli. Giusto qualche vendetta da parte dell'antagonista. Doveva trovare anche un nome per l'arpia, qualcosa che suonasse come il nome di una matrigna cattiva. Per il momento non gli venne in mente nulla di che. Tralasciò la ricerca del nome e si concentrò su altri dettagli.
Voleva scriverlo in prima persona, con gli occhi della protagonista. L'inizio doveva essere abbastanza banale e quasi scialbo, un qualcosa che suonasse come "Era un normale giorno di lavoro per me, non sapevo che di lì a poche ore la mia vita sarebbe stata completamente stravolta, e avrei incontrato una persona speciale."
Thomas chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, e visualizzare i personaggi che si muovevano e interagivano fra loro. Non voleva descriverli troppo stereotipati. La mangiauomini doveva sembrare simpatica per i primi capitoli, solo dopo doveva esserci una "grande rivelazione" che sconvolgesse tutto.
Ed ovviamente il protagonista maschile doveva essere l'incarnazione di ciò che le sue lettrici volevano in un uomo. Doveva puntare sul loro istinto di crocerossine, che le avrebbe portate ad immedesimarsi con la protagonista e non con l'altra. Voleva fare in modo che le sue lettrici si trovassero a desiderare di curare con le loro mani il protagonista, un uomo leggermente cupo, ma con una grande sensibilità di fondo. Doveva renderlo simpatico al suo pubblico: era un uomo sfortunato, con una figlia! Oh, questo avrebbe fatto andare in brodo di giuggiole le sue lettrici! E chiaramente la madre di questa bambina era morta. Di parto. Sì, ci stava. E poi arriva la mangiauomini, e la bambina viene trascurata.
La sua protagonista ama i bambini, come potrebbe essere altrimenti? Mentre la mangiauomini li detesta. Thomas aveva già in mente il finale della storia. Se lo sentiva che sarebbe stato un libro decisamente apprezzato!
Ed era anche un ottimo metodo per distrarsi dal libro più impegnativo che stava scrivendo. Inoltre per scrivere il seguito de "Le cento notti" aveva bisogno di una documentazione seria. Quel libricino per casalinghe, invece, poteva benissimo scriverlo mentre era in ospedale.
Pregustando già i meravigliosi incassi che avrebbe fatto, si mise a scrivere velocemente.
Non si preoccupò di utilizzare i nomi definitivi, ed ogni volta che aveva bisogno di scriverli si limitava a mettere i suoi nomi da canovaccio, o nomi provvisori.
Era una pratica che aveva iniziato ad usare sin dagli inizi: spesso aveva delle belle idee, delle trame complesse ed interessanti, che però rischiavano di arenarsi su dettagli come i nomi di persona o località. Aveva risolto questo problema usando dei nomi provvisori. Era una piccola lista di nomi comunissimi che usava quando si trovata in difficoltà, ad esempio: Jenny era il nome che usava per le sue protagoniste non ancora battezzate. Tom per i protagonisti maschili.
Era sicuro che, nello scrivere il romanzo, sicuramente avrebbe trovato il nome perfetto. L'illuminazione sarebbe arrivata prima o poi. Ma fino al momento in cui quel nome perfetto non si palesava, lui continuava ad usare i suoi nomi da canovaccio. Aveva bisogno di scrivere per farsi venire in mente altre idee, altre situazioni per rendere il romanzo più corposo.
Si ricordò di quando stava scrivendo "Il canto del Corallo", il romanzo era praticamente finito, ma all'ultimo momento aveva deciso di inserire un personaggio marginale come nuova complicazione fra la coppia di protagonisti, e solo perché aveva scoperto che Jackob aveva tradito la moglie con una ragazzetta ingenua e un po' stupida, che gli aveva ricordato molto la sua protagonista.

Quella sera, mentre Rachel si preparava la cena, le tornarono alla mente le parole di Thomas, su quanto Janet fosse potenzialmente pericolosa. Rachel aveva sentito solo alcune volte il fratello Brandon lamentarsene, ma ricordava che Tiffany ci era uscita con Brandon, qualche volta, anche se la cosa non era mai stata ufficializzata. Anzi, le sembrava di ricordare che qualche volta ancora si vedessero per bere qualcosa assieme. Cenò con quel tarlo che lavorava infido nella sua testa, e alla fine cedette alla curiosità, alzò la cornetta del telefono e digitò il numero di Tiffany. Mentre aspettava che la cugina le rispondesse, afferrò il pacchetto di biscotti che teneva sempre vicino al divano e ne divorò uno.
Tiffany rispose proprio mentre Rachel aveva la bocca piena.
- Pronto?
- Unghh. - Riuscì a rispondere Rachel rischiando di soffocarsi.
- Oh, Rachel, è sempre un piacere quando mi chiami con la bocca piena. Sei sempre un esempio di raffinatezza sublime. - commentò caustica Tiffany con un tono leggermente disgustato.
- Scusa Tiff. - tentò di bofonchiare Rachel - Ma volevo chiederti una cosa. Quand'è stata l'ultima volta che sei uscita con Brandon Wierner?
- Brandon? Sai che l'ho visto proprio poco tempo fa? Come mai me lo chiedi? Vuoi che organizzi un'uscita a quattro? - domandò premurosa Tiff.
- No. Mi interessava più che altro sapere di Janet...
- Janet? Cioè?
- Sì, sapere se ne ha combinata un'altra delle sue. - buttò lì Rachel distrattamente
- Non che io sappia, mi ha detto Brandon che si vede con uno pieno di soldi. La norma. Ma perché me lo chiedi? - insistette lei curiosa.
- Non so se dirtelo, non sei propriamente quel che si dice una persona discreta. - frecciò acida Rachel, pescando un altro biscotto.
- Rachel, potresti evitare di farmi sentire cosa stai mangiando? Lo trovo abbastanza fastidioso. Dai, dimmi che è successo!
- Hai presente il mio nuovo paziente?
- La Piaga?
- Sì, lui. - convenne Rachel. Il soprannome che aveva affibbiato a Thomas era semplicemente perfetto. Breve e conciso: La Piaga, con la p maiuscola.
- Ecco, credo che il tizio che Janet stia frequentando in questo momento sia un suo amico. Anzi, a naso direi che è l'unica persona che lo sopporti. Indi per cui la Piaga si sente minacciato e vuole che io indaghi. - sbuffò Rachel facendo chiaramente intendere quanto trovasse assurda l'intera faccenda.
- La cosa si fa interessante! - strillò Tiffany eccitata, gli intrighi amorosi erano la sua droga. - Senti, stasera vedo se Brandon ha voglia di uscire con me, e cerco di reperire informazioni! - annunciò poi, e senza lasciare a Rachel il tempo di obiettare qualcosa, chiuse la comunicazione e andò a prepararsi per la serata.
- Cosa ho fatto. Dio mio cosa ho fatto! Credo di aver scatenato un mostro. - si trovò a bisbigliare Rachel nella cornetta che oramai suonava a vuoto.

Angolino recensioni:

Eugeal: Eh, Rachel e l'universo maschile sono in eterno conflitto, e non è nemmeno tutta colpa della nostra infermiera. Ho riflettuto su come far reagire Rachel alla proposta, ma alla fine il suo lato curioso ha avuto la meglio su quello violento. Inoltre Rachel mi fa sapere che non ci pensa proprio ad allungare la degenza di Thomas rompendogli qualche altro osso, benché molto spesso sia tentata di farlo. Spero che anche questo capitolo sia gradevole come il precedente!

Angolino autrice:

Che fatica! Questo capitolo non sapevo proprio come concluderlo, e penso che si noti abbastanza. Cercherò di rifarmi col prossimo.
C'è anche da dire che la scaletta che ho stilato mi sta facendo ammattire, più che aiutarmi. Alla fine, in un modo o nell'altro, io la scaletta non la rispetto mai. Ho paura che come capitolo risulti un po' scarno perché alla fin fine non succede granché, però mi sono divertita moltissimo a descrivere "la nascita di un romanzo" dal punto di vista di Thomas. Quella parte che non era assolutamente preventivata, ma è una delle mie preferite di tutta la storia.
Sotto le feste è probabile che la storia subisca un ulteriore rallentamento: feste, cenoni e magari anche studiare per gli ultimi due esami che mi mancano non sarebbe un'idea malvagia.
Per fortuna ho già almeno due scene buone con cui iniziare il prossimo capitolo, quindi speriamo di farcela!
Un augurio in anticipo di buone feste!

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Minerva