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Autore: Lizzie_Siddal    17/12/2010    10 recensioni
Tutto si schianta e si sgretola, per poi ricomporsi in forme inesistenti. Non riesco a decifrarle.
E' come avere centinaia di aghi conficcati nella carne, il dolore si unisce in un grumo all'altezza del cuore.
Implode e traccia nuovi confini.
Sanguina con rumore ritmico.
(Il suo piccolo cuore pulsa di vita e io la tengo tra le braccia)
[1° Classificata al contest "Le tre follie" di Kaifan su EFPforum]
Genere: Angst, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Jenny (I swore I'd never let her go)
Autrice: Nemo From Mars
Fandom: Originali
Personaggi/Pairing(s): Jeremy Flowers/Jenny Williams
Genere: Introspettivo, Drammatico, Angst
Rating: giallo
Avvertimenti: oneshot, songfic
Credits/Disclaimer: liberamente ispirata alla canzone “Jenny was a friend of mine” dei The Killers, di cui ho riportato un paio di versi. Il cognome del protagonista è lo stesso del cantante della band (Brandon Flowers)
Contest/Tema scelto:
partecipante al contest “Le tre follie” di Kaifan, con il tema follia omicida (“Ti amo, quindi ti ammazzo”), classificatasi Prima *piange di felicità*
Note iniziali
: il testo è pieno di periodi brevi e spezzati, con punteggiatura volutamente impropria, ripetizioni frequenti, tempi verbali altalenanti, incoerenze – scelte fatte al fine di enfatizzare lo stato di instabilità e disturbo mentale del protagonista. Alcuni passaggi (specie quelli in corsivo e tra parentesi) sono volutamente ambigui o in doppia chiave di lettura – cose pensate/immaginate/dette a voce alta possono riferirsi sia al presente che al passato, nonché sia a un personaggio che a un altro.
Il lettore può interpretare tutto ciò a sua discrezione.
Buona lettura ^^


Jenny (I swore I'd never let her go)


We took a walk that night, but it wasn't the same
We had a fight on the promenade out in the rain
She said she loved me, but she had somewhere to go
She couldn't scream while I held I close
I swore I'd never let her go”


La sedia è scomoda e fredda. Mi ci muovo sopra a disagio.
La mia testa è così bollente che sembra sul punto di scoppiare.
Non dovrebbe
essere così, no?
Mani libere – ancora – e irrequiete. Mi sforzo di tenerle ferme.
Dovrebbe essere tutto
uniforme e libero e pulito, ora.
Calmo.
Tiepido.
Immobile.
Invece non è nulla del genere.
Tutto si schianta e si sgretola, per poi ricomporsi in forme inesistenti. Non riesco a decifrarle.
E' come avere centinaia di aghi conficcati nella carne, il dolore si unisce in un grumo all'altezza del cuore.
Implode e traccia nuovi confini. Sanguina con rumore ritmico.
Martellante, bollente.
Tum- tutum. Tum-tutum.
Il battito accelera.
(Il suo piccolo cuore pulsa di vita e io la tengo tra le braccia)

Mr. Flowers?”
L'agente Marshall vezzeggia una sigaretta tra le dita, apparentemente distratto, ma i suoi occhi grigi sono fissi su di me.
Deglutisco.
Mani fredde e la testa che mi scoppia.
Vorrei non guardare quegli occhi e invece devo.

Mr. Flowers, devo chiederle di nuovo dove si trovava alle ventitré e trenta circa dell'undici ottobre. Ricominci dal principio, per favore.”
La stessa domanda. Le domande sono sempre le stesse, qui.
Anche quelle che mi faccio io.
(Io so la verità, d'accordo? Non prendermi per uno stupido!)
Che ti è successo, Jeremy?
Cosa è successo? Cosa diavolo è successo?
Io lo so, anche se è difficile.
E allora ripeto e riassumo, riavvolgo i pensieri e mi scavo con le unghie nel cervello per cavar fuori tutto.
Ancora. Ancora. Ancora.
Ma non è mai abbastanza.
(Io non sono mai abbastanza)
Cosa vogliono sapere di più, su Jenny?

Le ho detto tutto quello che so”
Piccola Jenny, la mia piccola dolce Jenny.
Mi manchi.
Mi manchi tanto e ora,
Dio, vorrei solo non averti mai lasciato andare.
(Mai. Mai. Mai.)
Te l'ho giurato su questo cuore, Jenny, che tu saresti sempre stata mia e io ti avrei amato sempre.
Apro i pugni. Inspiro.
La testa mi fa un male atroce.
Non riesco a
non pensare.
Cerco la voce tra le macerie di questo fascio di nervi che sono diventato stando seduto sotto interrogatorio per quasi tre ore.

Non vedo Jennifer Williams da mesi. L'ultima volta è stato circa verso settembre, in tarda mattinata. Una passeggiata in riva al mare...”
Inizio così, inizio così come ho iniziato tre ore fa. Stesse parole. Stesso tono di voce. Stessi occhi fissi al muro, ché tanto il muro non lo vedo - di fronte a me c'è solo Jenny.
Inizio così, dal principio, dall'ultima cosa che ricordo prima della nebbia, della febbre negli occhi, prima che queste mani irrequiete e queste tempie pulsanti mi rendessero tutto maledettamente difficile.
Parlo, parlo, parlo.
E mentre parlo, mentre dico il suo nome per intero – lei odiava che la chiamassero col suo nome per intero, era sempre e solo Jenny - , mentre giuro per l'ennesima volta che non l'ho più incontrata da quel giorno, la vedo ovunque.
Vedo le sue mani.
Strette tra le mie, così grandi e forti, sembravano ancora più minute, delicate e ingenue come farfalle.
E' piccola, Jenny.
Di quelle ragazze sottili come giunchi - troppo magre, forse - , ma belle e pallide come fiori esangui d'inverno.
Io la tenevo stretta tra le braccia - il vento d'autunno era così freddo - dovevo proteggerla.
Proteggerla
soltanto.
Lei tremava.
Tremano le mie mani.

Questo non coincide con la sua ultima dichiarazione” mi interrompe l'agente Marshall con voce incolore.
Prima ha detto che vi eravate visti di pomeriggio”
Ho detto di pomeriggio, sì. Era pomeriggio, lo ricordo bene.

Sì, pomeriggio, mi scusi”
Mi fanno questo gioco qui da tutto l'interrogatorio.
Mi fanno ripetere le cose all'infinito, così che non so più quello che ho detto, quando l'ho fatto.
Cosa ho fatto.
(Cosa ho fatto, Jenny? Cosa ho fatto per meritarmi questo?)

Come sono andate davvero le cose?” insiste l'agente con la sua voce monocorde.
Io lo so.
La verità la so e non sfuggirà da queste mie mani che non riescono a stare ferme.
Che mi guardino bene.
Ce l'ho scritta addosso, la verità.
Ma non è questo che loro cercano.
Vogliono aprirmi il cuore, strapparmelo più di quanto già non abbia fatto lei.

Sono innocente”
(Il suo cuore batte forte. Fortissimo. Ma contro il mio non può nulla.)
E' che quello che credevo di sapere non lo so più. Non riesco più a dirlo.
Ma è colpa del rumore nella testa. E del battito di Jenny. Del mio. Del nostro.
Nella testa, nelle vene, nelle ossa.
Febbre negli occhi.
Mi graffia e mi fa sanguinare.
Come quel pomeriggio.

Pioveva forte. Ha piovuto tutto il giorno. Sono tornato da lavoro e non sono uscito fino alla mattina dopo”
C'è qualcuno che possa confermarlo?”
Io sono sicuro che i vicini mi abbiano sentito rientrare e...”
Ha un alibi piuttosto debole, comunque”
(Fallo smettere, ti prego.)
Le nubi si stavano addensando, ma Jenny continuava a camminare lungo il bagnasciuga.
Non voleva capire. Si ostinava a non capire.
Perché non volevo mettere la parola fine? Perché continuavo a seguirla? A chiederle di tornare?
Era finita, diceva.
No. No. No.
No, che non lo era.
Piccola Jenny, io ti amo, lo sai, ma sei così testarda!
Non poteva capire che avrei fatto qualunque cosa per tornare indietro.
Per farla tornare da me.
Per tenerla con me. Sempre.
(Oh Dio, ti prego.
Ti prego. Fa' che resti con me.)
Jenny, se solo potessi spiegarglielo tu lo faresti, vero?
Fallo smettere.
Glielo diresti, all'agente Marshall, che io ti amavo.
Ti amavo.
(Ti amo.)
Sempre.
Le nubi avevano coperto il cielo, non c'era più uno spiraglio di luce.
La testa mi pulsava e faceva un male tremendo – uno stridio assordante che mi avrebbe fatto sanguinare il cervello, prima o dopo. Lo sapevo, lo so anche adesso.
Come. Ogni. Volta.
Ma non ho mai alzato una mano su di lei.
Anche se quel dolore me lo comandava.
Una goccia di sudore – o forse è sangue per davvero – mi scivola su una tempia e rivedo Jenny ridere, con quelle sue labbra a cuore e le guance macchiate di lentiggini.
In quei momenti è solo febbre negli occhi, nebbia e frammenti di immagini, odori e suoni.
Non ricordo nulla, dopo.
Sento
soltanto.
E' la necessità di reagire.
(Mettere la parola fine)
Jenny, tesoro, fallo smettere.
(A volte non ricordo cosa succede, in quei momenti. Perdonami)
E' che non capiva.
(Lui non è quello giusto per te, Jenny. Lui non saprà mai farti felice.)
Solo io, solo io. E non ti lascerò andare.
Mai.
(Te lo giuro)
La stringevo forte a me, la mia piccola Jenny.

Glielo giuro, è la verità”
Sempre.
La sua gola era così morbida, affondarci le dita sarebbe stato semplice come respirare.

Può spiegarmi nuovamente la natura dei suoi rapporti con miss Williams?”
Eri mia, Jenny.
Non avevi bisogno di nessun altro.
Perché lasciarmi?
Perché?

Amici. Jenny è una mia amica”
Jenny era una mia amica.


There's ain't no motive for this crime
Jenny was a friend of mine”

Lo giuro.
Non l'ho fatto.
Lo so che mi crede colpevole, l'agente Marshall.
Glielo leggo in quegli occhi grigi – che sembrano il cielo e il mare di quel giorno d'ottobre.
Il giorno in cui ho visto Jenny per l'ultima volta.
(Non voglio litigare ancora, Jeremy, davvero – e allora non facciamolo!)
Una goccia di pioggia le è caduta sulla bocca - era tenera e buffa - e lì ho pensato sul serio che sarebbe potuta finire così – con una risata su quanto fosse tenera e buffa quella goccia, sulle sue labbra rosse.
Era così bella, la mia Jenny. Anche con tutte le piccole imperfezioni del suo visino tondo, anche quando la rabbia e la sua maledetta testardaggine le oscuravano quei suoi occhi così verdi.
Ha degli occhi di un verde incredibile, Jenny. Verde che ti beve via tutto – un verde da non crederci.
(Giuramelo anche tu, Jenny. Staremo sempre insieme)
E allora le ho sfiorato il viso. L'ho abbracciata.
L'ho abbracciata forte.
(Più forte)
Le mie mani tra i suoi capelli.
(Una carezza)
Le mie mani sul suo collo.
(Il dolore mi scorre nelle vene in brividi incomprensibili)
Un'altra goccia di pioggia ed ho capito.

Mi risulta che lei e miss Williams abbiate intrattenuto una relazione, durata quasi tre anni”
Lo sa.
Lui lo sa, naturalmente, che io e Jenny siamo stati insieme.
Lei mi amava.
Io la amavo.
Come avrei potuto farle una cosa simile?

E' scomparsa da sette giorni e lei è l'ultimo ad averla vista, mr. Flowers.”
Mi amava.

Lei mi ha detto che era ancora innamorata di me, ma...”
Jenny, io lo so.
Smetti di guardarmi così.
I tuoi occhi fragili ancora me lo sussurravano, quell'amore silenzioso che non volevi ammettere nemmeno a te stessa. Quel sentimento che spaventava te, per prima.
(E allora perchè? Perché mi fai questo?)

Non stiamo più insieme. Jenny è una mia amica”
Jenny era una mia amica.
E' così che bisogna dire, in questi casi.
I sospetti ricadono sempre sull'amante, e l'amante di Jenny non sono io.
Non più.
Ma ero io.
Non le avrei mai fatto nulla. Mai.
Credono che sia colpa mia. Che io l'abbia fatta sparire. O peggio.
Si sbagliano.

Ha parlato di un viaggio. Cambiare aria, città. Probabilmente ha deciso di partire senza avvertire nessuno. Non mi ha detto dove aveva intenzione di andare”
E' la verità.
Chiudo gli occhi e vedo i tuoi capelli ondeggiare piano nel nero dell'acqua, Jenny.
Vedo le tue mani e il tuo corpo – fiore esangue d'inverno – sepolto dal mare d'ottobre.




I know my rights, I've been here all day and it's time
For me to go, so let me know if it's alright
I just can't take this, I swear I told you the truth”



Non ce la faccio più.
Non ricordo più da quanto tempo io sia seduto qui.
A respirare Jenny.
(Respiro a fondo. Mi hai avvelenato, Jenny)
I suoi occhi verdi urlavano quanto la sua voce non poteva più fare.
Io le sfioravo i capelli, fini e biondi – bagnati di pioggia.
Oh, pioveva forte adesso.
Pioveva così forte che quasi non sentivo più il mare.
Il rumore della pioggia copriva tutto, assieme al vento.
Avrebbe coperto anche le urla, se ci fossero state.
Ma non ce n'erano.
Mai.
Jenny non ha mai urlato. Mai. Non ha potuto. Giuro. E' la verità. Io volevo proteggerla.
Mai.
Proteggerla con queste mie mani che tremano.
Amarla.
Sempre.
E questo non posso dirglielo all'agente Marshall, no.
Come potrei?
(Come potrei, Jenny?)
Ho risposto a tutte le vostre domande, ora posso andare?”
L'agente Marshall scuote la testa con lentezza, imponendomi un diniego con un gesto pigro della mano.
Non ancora”
Non ancora.
Dovrei avere paura, adesso?
Non la sento.
Cosa dovrei provare, esattamente?
Jenny mi ha portato via tutto - ciò che ero, che pensavo di essere, di sapere, di vivere.
Lei e il suo verde spaventoso.
Non ancora.
Non è ancora il momento per smettere.
Per smettere di stringere. Per allentare la presa.
(Verde spaventoso incastonato nella sua pelle bianca, e la tempesta le disegna lacrime di pioggia sulle guance)
Il suo corpo contro il mio.
Immobile.
E' ancora calda, Jenny.
Eppure è la fine.
(Ora è davvero finita, Jenny, hai visto?)
Non c'è più rumore nella mia testa.
Degluitisco. Inspiro. Apro i pugni.
Non fa più male.
C'è solo la pioggia, il cielo e il mare d'ottobre.
Hanno trovato il suo corpo, in mare”
Il grigio degli occhi dell'agente Marshall e Jenny che galleggia sull'acqua e sulla mia ombra.
L'ho lasciata andare. Ma non davvero.
Mai davvero.
Ti cullano le onde, Jenny, ma tu pensa che sia io a farlo.
Sempre.
Non ti lascerò mai.
L'ho giurato.
Te l'ho giurato.



She couldn't scream while I held I close
I swore I'd never let her go”



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