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Autore: Isy_264    17/12/2010    4 recensioni
Uno strano dialogo tra chi ha conosciuto il grande amore e chi non l’ha mai provato.
Una chiacchierata tra un anziano e la Nera Signora, perché il vero amore non si dimentica mai…
[…] è sciocco evitare la vita per paura della morte. Sei obbligato a vivere! Almeno fallo in gran stile!
[ Terza Classificata e Vincitrice del Premio Resurrection per la storia più innovativa al Contest "Quando la Morte ti chiama" indetto da Diana21 ]
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terza classificata al Contest Multifandom - Quando la Morte ti chiama indetto da Diana21 sul forum di Efp e Vincitrice del Premio Resurrection per la storia più innovativa.


In gran stile


“Sei arrivata! E in ritardo di almeno sessanta anni!” ridacchiò il giovane osservando la ragazza davanti a lui, nel mezzo di quel lungo tunnel buio dove si era improvvisamente ritrovato.
Aveva capito subito cosa era successo, e non solo perché si era d'un tratto sentito più leggero o giovane, ma perché sapeva che doveva succedere, perché aveva lasciato una stanza bianca piena di rumori per un luogo silenzioso e oscuro, perché con un solo sospiro la morsa che lo stringeva in petto si era allentata facendolo sorridere e perché aveva intuito che era giunto…il momento.
Sospirò un po' dispiaciuto, mentre la ragazza davanti a lui rimaneva in silenzio. A prima vista, per quanto strano potesse essere, gli sembrava molto delicata, con uno sguardo serio che forse contrastava un po' troppo con il suo aspetto fanciullesco, senza però intaccare quella bellezza candida che la caratterizzava.
“Io non sono mai in ritardo,” la sentì mormorare “sembri tranquillo.” aggiunse senza una particolare intonazione, “E' strano, significa che possiamo andare?”
“Oh, suppongo di non avere molta scelta!”
Guardò il percorso davanti a sé pensieroso, per poi tornare a fissare il buio che aveva dietro - non aveva scelta, no?
Azzardò così un passo incerto seguito a breve distanza dalla giovane, accorgendosi solo in quell'istante di come tutto si rischiarasse a ogni movimento che lei faceva; era una sensazione particolare, come se stesse avanzando su un pavimento di asfalto che però asfalto non era, come se stesse camminando senza veramente farlo... Chissà se qualcuno cercava mai di tornare indietro... - si chiese distratto.
“Molti.”
“Mmm?” Quella voce flebile e femminile lo fece voltare sorpreso, “Molti cosa?” ma appena si accorse che non avrebbe ricevuto risposta, scosse la testa incurante e aggiunse con un sorriso, “Sai, a parte il pallore ti immaginavo diversa, più scheletrica magari, e con una falce in mano! Saranno tutte quelle leggende che ti inculcano da bambino!” e borbottò tra sé e sé “Anche se ritrovarsi in un tunnel non è stato così originale…”
E si era quasi rassegnato a non avere nuovamente risposta, che si stupì al riudire quella voce seria interrompere il silenzio:
“Anch’io ti aspettavo da tempo.”
“Aspettavi me?”
“Già, da almeno sessant’anni.”
“Da almeno… Come?” La guardò spiazzato alzando le sopracciglia – che la Morte potesse essere anche ironica? “Cosa dovrebbe... oh, ma...” lei intendeva... - si fermò improvvisamente aprendo appena la bocca, “Oh, ma tu intendi... Lei…lei ti ha parlato di me?”
“Tutto il tempo.”

[ Il viaggio era breve ma riempirlo di scuse, o paure, o pianti, o ingiurie, speranze, pensieri, parole, sogni o racconti era facile…si poteva farlo durare un’intera eternità. ]

Annuì commosso e sorrise - pensare che lei potesse aver parlato di lui e averlo fatto in un tal modo da rimanere impresso nella memoria della Morte, lo entusiasmava e inquietava allo stesso tempo, e l'avrebbe sicuramente riempita di domande se le parole che la giovane aggiunse non lo avessero fatto sobbalzare:
“Forse sarebbe stato meglio se non l'avessi mai conosciuta.”
“Come?” alzò il viso di scatto, sorpreso da quella frase pronunciata in modo così apatico, “No. Cielo, no, perché?”
“Non avreste sofferto entrambi.”
“Oh, ha sofferto?” sospirò abbassando gli occhi “Come puoi non capire? Vedi... quello che ho, abbiamo passato, tutti i ricordi, anche le sciocchezze, ogni dettaglio dei momenti trascorsi insieme mi ha torturato e fatto compagnia allo stesso tempo. Se non li avessi avuti, se non l'avessi mai conosciuta, credo che mi sarebbe mancata lo stesso! A questo punto se sia stata o meno la mia anima gemella poco importa, sarebbe stato peggio non…oh, ma è ridicolo,” sorrise scusandosi “sto parlando d’amore con la...”
“E’ morta, hai sofferto.”
“Eh?” Aggrottò la fronte stupito, “Sì, ma… Quando quel qualcuno muore all'inizio non sai cosa fare, ti senti morire e non è una morte normale perché tu sei vivo, sei consapevole della tua fine e dell’agonia che stai passando. Sai che qualcosa dentro di te sta finendo e, caspita, fa davvero male! Poi però il tempo passa, passa e...” scosse la testa e socchiuse gli occhi perso nei ricordi “…e ti rendi conto che il tuo dolore continuerà sempre ma pian piano aumenterà anche la forza per sopportarlo. Forse così, in qualche modo, reagisci, e non per te, non subito almeno, lo fai per chi hai intorno e diciamo che se ormai non vivi più cerchi almeno di sopravvivere.”
Rimase in silenzio un po’, soppesando le sue stesse parole e avrebbe anche aggiunto qualcosa se la voce dell'altra non lo avesse nuovamente interrotto: “Tanto vale smettere di innamorarsi allora.”
E il tono apatico, quasi infastidito con cui pronunciò quella frase, lo riscosse e fece sorridere allo stesso tempo, gli sembrava una bambina restia ad apprendere – rifletté divertito dalla sua ingenuità mentre, vedendola continuare a camminare sicura tra il nero, non riusciva però a scorgerne gli occhi.
“Oddio no,” rispose “domani potrei svegliarmi, uscire per andare da qualche parte e morire dopo dieci minuti, ma non per questo mi chiudo in casa! E’ sciocco evitare la vita per paura della morte. Di te! Sei obbligato a vivere! Almeno fallo in gran stile!” ridacchiò, senza neanche rendersi conto, in quanto non-vivente, della sciocchezza che aveva detto.
“Sei felice, allora? Sono passati sessant’anni e ti sei anche risposato.”
“Felice? Ma dai! No, no…fortunato…è vero, mi sono sposato e mia moglie ha sempre saputo di lei come ha sempre saputo che l'ho sposata perché l'amavo, ma c’è differenza tra l’amore di tutta una vita e l’unico amore della tua anima!”
“L’hai idealizzata.”
“Forse.” le concesse sorridente.
Gli occhi neri e leggermente infossati della giovane lo carezzarono appena – una concessione alla Morte, ridicolo! – sembrava pensare, ma rimase comunque in silenzio per poi allungare leggermente il passo, avanzando in quel lungo tunnel dove ormai si intravedeva una piccola luce.

[ Come volesse non rispondergli.
Come volesse nascondergli qualcosa. ]

“Se non fosse morta saresti rimasto…”
“…con lei? Me l’hai portata via, come potrei saperlo?” sorrise, “Probabilmente.”
“E adesso la incontrerai di nuovo.”
“Già. E’ bella come allora?”
“Importerebbe?”

No.
Non lo disse ma fu chiaro dal suo sguardo.
E, nello stesso momento, una luce lo sommerse interamente e un viso da lui amato gli si mostrò davanti.
Non poteva piangere, era inutile, in quel posto nessuno poteva piangere, sentì solo una grande emozione avvolgerlo stringendolo nel suo abbraccio.
In quell'istante gli venne in mente una vecchia frase che aveva sentito dire tante volte: era una vita che l’aspettava. Ironico pensare quanto questo fosse vero!
E come poteva pentirsi di averla conosciuta, come poteva dirle quanto le era mancata quando era una cosa così ovvia anche a chi non li conosceva?
Come potevano gli occhi di qualcuno esprimere così tanto calore?

E in quel posto dove nessuno poteva piangere, a una figura piccola, nascosta nell’ombra di un tunnel, che per la prima volta si era fermata a fissare qualcosa a cui non aveva mai prestato attenzione, un'umida lacrima bagnò la guancia, mentre l’abbraccio dei due amanti sembrava illuminare l’immensità.


Fine


Giudizio della giudice...inutile dire quanto sono felice*.*

3° POSTO
In gran Stile di fafan


Premio Resurrection: per la storia più innovativa

Parola scelta: Tunnel
Fandom: Originale
Personaggi/Pairing: Uomo; Morte
Genere: Romantico, Introspettivo
Avvertimenti: One Shot

Grammatica e sintassi: 9.5 punti
Originalità: 8.5 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 8.5 punti
Stile: 9 punti
Attinenza al tema e rispetto degli obblighi: 10
IC dei personaggi: 10
Gradimento personale: 4.5 punti

Tot. 56/65

L’idea che hai voluto trasmette della Morte, della sua ingenuità è interessante e promettente. Certo, il tuo protagonista sorride, giustamente, alle domande ovvie sull’amore che la Morte gli rivolge, proprio come si sorriderebbe a un bambino che domanda del perché di ogni cosa, o che vede tutto o bianco o nero. Mi sarebbe piaciuto sapere qualcosa di più sulla tua visione della Morte. Hai raccontato molto del perché il tuo protagonista fosse lì nel tunnel, chi aveva amato e chi lo stava aspettando, ma mi viene da domandarmi perché la Morte fosse così curiosa? Cosa ha sentito di tanto straordinario dal grande amore di lui, tanto la lasciarsi sfuggire una lacrima quando ha visto il loro amore? Per chi piangeva la Morte, per se stessa o per qualcuno? Ecco, queste sono le domande che mi sono fatta, finita di leggere la tua One-shot.
Per l’originalità e la caratterizzazione dei personaggi, ho messo 8 perché potevano essere più approfonditi, ancora molto potevi far scorgere sulla natura della Morte, così fisica e umana alla fine, nella sua malinconia.
Per lo stile, niente da dire, incisivo, abbastanza approfondito, scorrevole e semplice.
Per la grammatica, in un passaggio ho avuto difficoltà a capire:
“Gli occhi neri e leggermente infossati della giovane lo carezzarono appena – una concessione alla Morte, ridicolo! – sembrava pensare, ma rimase comunque in silenzio per poi allungare leggermente il passo, avanzando in quel lungo tunnel dove ormai si intravedeva una piccola luce.”Qui, quando parli della concessione, non ho ben capito cosa volessi dire. Poi, non è un errore, ma al posto di carezzare, mi suona meglio accarezzare. Poi son scelte!
La tua storia, mi è piaciuta, pur essendo un’originale, perché hai saputo dare quel certo non so che al tuo protagonista, di molto naturale e reale! Brava!
Sai, come il tuo protagonista, anche a me è venuta in mente una frase: l’infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai.

Complimenti fafan!

*


Inutile dire che faFan è il mio nick nel forum di Efp! Che dirvi, grazie per aver letto. Ovviamente questa è un’opera di fantasia, qualunque concetto o idea è inventato ai fini della ff, non segue la religione e non vuole offendere nessuno in nessun modo. E' solo un dialogo di chi ha amato e perso e chi non conosce altro che la fine delle cose e non dico che la Morte non possa sapere cos’è l’amore ma volevo che, non avendolo mai provato o visto così da vicino, senza lacrime o dolore, rimanesse colpita da qualcosa che ha avuto il potere di vivere nel tempo. Volevo che sembrasse come una bambina, incuriosita e ingenua. L’idea mi è venuta da “I passi dell’amore”, so che non c’entra nulla ma il libro, alla fine, fa intuire che il protagonista, invecchiato, è rimasto fedele al suo amore ormai perduto e non si è mai risposato. Io volevo che il mio protagonista si rifacesse una vita ma nonostante tutto l’amore possibile per la seconda donna non smettesse di amare la prima. Il tutto mi è venuto più romantico e stucchevole del previsto, anzi credo sia la cosa più stucchevole che ho mai scritto, ma una volta posso anche concedermelo..

P.s. La giudice ha promesso che i due banner arriveranno a breve, li aggiungerò appena possibile, se volete vederli quindi rimanete da queste parti!!! Intanto le regole, il testo del contest, i giudizi, la mia risposta e qualsiasi altra cosa qui: http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9326286&p=1

Grazie infinite a tutti!

   
 
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