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Autore: beat    18/12/2010    4 recensioni
Era stato dunque con un enorme sorriso di vittoria che Kanon gli aveva dato appuntamento per quella mattina, nella piazza principale di Atene. Insieme si sarebbero poi diretti verso il Santuario, per quella convenzione sociale - di cui Rhadamanthys proprio non capiva la necessità – che era presentarsi alla famiglia del compagno.
[Post-Hades, tutti felici e contenti. Rhada x Kanon]
Genere: Comico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Gemini Saga, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi non mi appartengono e questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

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Epilogo


Kanon non aveva fatto in tempo a mettere piede in camera di Rhadamanthys che era stato preso e letteralmente lanciato di peso sul letto.
Non che la cosa dispiacesse poi così tanto a Kanon, ma non aveva potuto non notare l'eccessiva irruenza dell'altro.
“Non sarai ancora arrabbiato con me, vero Rhada?!”
Kanon venne passato a i raggi X da uno sguardo acuto e penetrante.
“Perché dovrei essere in collera con te Kanon? Mi hai forse lasciato andare nel quartier generale del nemico, solo e disarmato?”
Kanon ridacchiò tra sé e sé, e si tirò Rhadamanthys addosso, arpionandogli le spalle.
“Sento una nota di ironia nella tua voce, Rhadamanthys della Viverna. Non dirmi che il viaggetto non ti è piaciuto!”
Rhadamanthys lo fulminò e strinse le ginocchia contro la base del costato dell'altro.
“Ci è mancato tanto così che quell'isterico di tuo fratello mi attaccasse sul serio.”
“A sentir Saga, sei tu quello che stava per perdere le staffe.”
“Saga ha dei seri problemi mentali!” Pronunciò la sentenza con la massima serietà.
Kanon rise di nuovo. Come si era prefigurato, era uno spasso sentire le due versioni della storia. Perfino l'austero Lord inglese si stava lasciando andare a frecciatine e maldicenze che di solito aveva la decenza di tenere per sé.
“A proposito. Come sei riuscito a corrompere tuo fratello per lasciarti venir qui? A sentire lui temevo di dover venire a tirarti fuori da Capo Sounion, o anche qualche cosa di peggio.”
“Corrompere? Via Rhada, ti sembro una persona del genere?! Non posso semplicemente averlo convinto con un giusto e inconfutabile ragionamento?”
“L'hai fatto?”
“No.”
“E allora come ci sei riuscito? Ti prego, dimmi che sei dovuto ricorrere alla violenza…!”
E a proposito di violenza, il malefico spectre gli aveva pure artigliato la maglia e con un gesto che sarebbe stato da guardare al ralenti, per riuscire a capire cosa aveva fatto, gliel'aveva sfilata senza che Kanon potesse far nulla per impedirglielo. Casomai avesse voluto provarci, sia chiaro.
“Ho i miei metodi” rispose enigmatico Kanon.
In realtà era stato più che consapevole dei pericoli che rischiava di correre una volta rientrato a casa. E sapeva bene che quando ci si metteva Saga era peggio di lui nell'impuntarsi su di una decisione.
Ma Kanon era un uomo dal multiforme ingegno e dalla molta, molta bastarderia.
Era rientrato a casa, umile e contrito. Si era scusato sentitamente con il fratello per il tiro mancino che gli aveva tirato. Poco ci mancava che tirasse fuori anche gli occhioni da cucciolo bastonato.
E se anche Saga, solitamente, non si sarebbe mai e poi mai fatto fregare da un trucchetto simile, il fatto che Kanon si fosse portato dietro Aiolos aveva mandato completamente in tilt il sistema neurale di Saga.
Non ci era voluto molto a convincere il cavaliere del Sagittario – incontrato per caso mentre stava risalendo dall'Arena – della bontà delle sue intenzioni: mettere a confronto da soli Saga e Rhadamanthys, perché si conoscessero un po' meglio, per poi da lì compiere quel passo in avanti che era capire quanto entrambi erano importanti per Kanon. Aiolos aveva sempre avuto un debole per i buoni sentimenti e Kanon aveva fatto leva su quello.
Su quello non aveva certo voluto imbrogliarlo; un po' meno disinteressato era stato invece il suo chiedergli di accompagnarlo a parlare con Saga. “Lui non vuole capire”, “È un testone!”, “Se ci sei anche tu sono sicuro che mi darà retta…”. Più che dargli retta, Saga ormai faceva in automatico tutto quello che Aiolos diceva. Da che erano risorti, Saga si era sentito terribilmente in imbarazzo nei confronti dell'antico compagno. Aiolos aveva compreso e perdonato tutto quello che Saga aveva fatto sotto l'influsso della sua metà demoniaca, ma lo stesso Saga non poteva far a meno di crogiolarsi nel sensi di colpa ogni volta che nel suo campo visivo rientrava quella figura dalle ali dorate. Senza contare poi il fatto che il cavaliere del Sagittario era rinato con il corpo di quattordicenne con cui era morto, e questo non faceva che aumentare il senso di protettività di Saga nei suoi confronti. Era quasi imbarazzante alle volte, secondo il modesto parere di Kanon.
E se solo Aiolos fosse stato un pochino più smaliziato avrebbe davvero potuto far fare a Saga qualsiasi cosa.
L'incontro tra i due fratelli era stato quindi molto breve. Kanon aveva esposto le sue spiegazioni, si era scusato, e prima che Saga riuscisse a trovare solo un poco di forza d'animo si era eclissato, lasciando il fratello spiazzato.
Anche se se ne era andato, Kanon era quasi sicuro di sapere cosa era avvenuto in seguito: Saga che crollava la testa come afflitto dal più terribile dei dispiacere, una mano sul volto e l'altra stretta tra la dita di Aiolos, che gli avrebbe poi posato con affetto un braccio attorno le spalle. E da lì in poi il cervello di Saga sarebbe partito per una lunga e spensierata vacanza.
Nonostante tutto, Kanon era immensamente felice per suo fratello: finalmente era riuscito a trovare quella pace che per così tanti anni gli era continuata a sfuggire dalle dita.
Ma Kanon non ebbe il tempo di rivolgere altri affettuosi pensieri al fratello, perché Rhadamanthys aveva cominciato a richiedere in maniera decisamente pressante la sua più completa attenzione.
“Ah, un'altra cosa, Kanon.”
“Sì?”
“Sei consapevole vero che mi devi ripagare?”
“In natura va bene? O preferisci forse un assegno?”
Kanon per un attimo rivisse l'istintivo terrore che aveva attanagliato il suo animo il primo momento in cui aveva posato piede nel Meikai. Lo rivisse quando incrociò lo sguardo maliziosamente feroce dell'uomo che incombeva su di lui.
“Che succede?” chiese, un tremito perfettamente percepibile nella voce.
Rhadamanthys scese su di lui, sfiorandogli con la punta del naso una guancia e mormorandogli all'orecchio: “Devi ricambiare il favore, Kanon. Me lo devi.”
“In che senso?”
Rhadamanthys si risollevò. Voleva guardare dritta negli occhi la sua preda nel momento in cui si rendeva conto di essere senza scampo.
“Domenica prossima andiamo a presentarti a mio fratello.”
“… mi avevi detto di essere figlio unico…”
“In questa vita. Ma sono pur sempre un giudice degli inferi, e penso tu conosca bene le mie parentele mitologiche.”
Kanon sbiancò. Nonostante il già normale pallore, divenne bianco più di un lenzuolo.
“Non starai mica parlando di Minos, vero?”
“Proprio lui!”
Per la prima volta in vita sua, Kanon desiderò ardentemente di poter essere inghiottito dalla terra. O di potersi buttare in un cratere vulcanico colmo di lava. Anche tornare a farsi una gita nel Meikai, se proprio non c'era di meglio. Avrebbe preferito perfino andare a scusarsi di persona con Poseidon-sama per il tiro mancino che gli aveva tirato.
Tutto ma non trovarsi di nuovo faccia a faccia con quel sadico di Minos!
Rhadamanthys non poté non scoppiare a ridere di fronte all'espressione davvero terrorizzata di Kanon. Questo segnava la definitiva sconfitta anche del secondo Gemelli.
Ah, mai mettersi contro Rhadamanthys della Viverna!




Fine!




“Kanon?”
“Che altro vuoi, bastardo?”
“In giacca e cravatta, domenica. E porta il vino.”
“Te lo scordi!”
“Vuoi per caso che inviti anche Aiacos e Pandora?”
“… un giorno te la farò pagare, stanne certo…”
“Continua a crederci, Saint. Continua a crederci!”





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Angolo dell'Autrice:

No, ma doveva vincere Kanon alla fine. Sul serio.
Come diavolo faccia la vivernaccia a spuntarla sempre è un mistero.
Sarà che è inglese… ù.ù

Non vi spuccio ad uno ad uno per il semplice fatto che sono a letto appestata da un raffraddore mortaleH e non vorrei contagiarvi. Quindi, un grazie infinito a Dima (♥), Titania, DeaEris, charm_strange, Meiou Hades, Ruri (Orfeoidnvnjsdbvodisbnv) e Devileyes. Grazie per avermi seguito fino alla fine di questo delirio!


Fatemi sapere i vostri commenti, pareri o critiche.

Grazie a chi vorrà recensire e a quanti leggeranno e basta!

Beat


   
 
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