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Autore: Neko    19/12/2010    3 recensioni
Quando Ero-sennin morì, Shikamaru, nel tentativo di consolarmi, mi aveva accennato che un giorno saremo stati noi, i maestri di qualcun altro e che avremo avuto la responsabilità di preservare la vita ai nostri allievi come avevano sempre fatto i nostri sensei, ma allora mi sembrava una cosa così surreale, lontana e invece…domani conoscerò quei tre ragazzini a cui dovrò insegnare tutto quello che so.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Cap: Alla ricerca di Sakura

 

Pov Naruto

 

Correvo, correvo a più non posso. Correvo annusando l’aria alla ricerca di qualche traccia dell’odore di Sakura.

Era forte, talmente tanto che cominciai a capire, che il mio olfatto si era sviluppato in modo tale da sentire gli odori a chilometri di distanze.

Sapevo che i miei sensi aumentavano con l’ausilio della volpe a nove code, ma mai era successo che il loro aumento fosse di quelle proporzioni.

Kyuubi mi stava aiutando, ma non perché gliel’avessi ordinato io, ma perché voleva. Lo voleva più di se stesso, cosa che mi lasciò perplesso. Sakura non gli era mai piaciuta, anzi sapevo che la odiava, ma il suo desiderio di trovarla sana e salva era quanto il mio.

Nonostante la stranezza, non ci diedi peso. In quel momento la mia priorità era un’altra.

Accanto a me vi era Sasuke. Mi sembrava quasi di essere tornato indietro nel tempo, quando eravamo solo dei semplici ragazzini, in cerca di avventura. Non mi era più capitato di lavorare con lui, non lo avevo mai permesso. Mi ero sempre rifiutato, per quel rancore nei suoi confronti e che cercavo di nascondere a tutti, me compreso.

Ora invece mi sentivo sollevato della sua presenza, perché per quanto  mi avesse fatto soffrire, sapevo che era cambiato e che su di lui potevo contare. Era uno dei pochi ninja di cui mi fidavo, insieme a Shikamaru e Kakashi.

Mi sono sempre guardato dal farglielo capire, anzi gli ho sempre detto il contrario per non fargli montare la testa.

Nonostante mi sentissi sollevato, allo stesso tempo lo odiavo, perché era stato lui a convincermi ad accettare Sakura e il bambino, facendomi provare una felicità che mai avrei pensato di provare e ora tutto poteva finire come niente. Se mi fossi tirato indietro e non avessi accettato quel bambino che speravo di salvare, forse Sakura mi avrebbe odiato per sempre e io non avrei mai stretto fra le braccia quel bimbo, ma almeno sarebbero rimasti al sicuro dalle grinfie di Kabuto. Anche se…non era detto. In tutti quei mesi mi ero confidato con Shikamaru, gli avevo detto tutto, ogni singola mia incertezza e paura. Mia e quella di Sakura. Aveva molte informazioni da utilizzare contro di me e anche se non avessi detto sì a Sakura, venendo a sapere della gravidanza di mia moglie, l’avrebbe comunque catturata.

Strinsi i pugni talmente forte per  la rabbia da far fuori uscire del sangue. Ero arrabbiato con me stesso. Mi accusavo di non essere stato in grado di proteggere la mia Sakura e di non aver riconosciuto un impostore, permettendoci di salvare prima il mio compagno…sempre se Kabuto non lo aveva già ucciso.

Se Shikamaru mi avrebbe odiato a vita, non gli avrei dato torto. Se lui si fosse trovato al mio posto, avrebbe di sicuro capito l’inganno. Ma io non sono un genio, non posso vantarmi di avere un quoziente intellettivo superiore alla norma, anzì spesso sono arrivato a pensare di essere veramente stupido e non in senso figurativo. I miei amici mi hanno sempre chiamato testa quadra, per offendermi o per prendermi in giro perché sapevano che mi faceva arrabbiare, ma forse abebano ragione.

Anche Kyuubi lo diceva, l’unico a non pensarlo ero io.

“Non sei stupido, ti comporti solo come se lo fossi!” mi disse una voce che mi portò alla realtà.

“Da quando sai leggere nella mente?” chiesi seccato a Sasuke.

“Se non sbaglio sono già entrato nella tua mente, qualche anno fa, mettendo a cuccia la volpe!”

Annuii “Si, e ti pregerei di smetterla!”

“Come vuoi, ma se davvero vuoi continuare a deprimerti, rinuncia all’idea di salvare Sakura!”

Lo guardai a occhi sgranati, stupendomi di quanto mi avesse detto.

“Oppure datti da fare. Ti dirai quanto sei patetico una volta che avrai messo Sakura e tuo figlio in salvo!” disse infine.

Annuii nuovamente. C’era voluto di nuovo Sasuke per farmi svegliare. Tutti mi consideravano un grande ninja, capace di imprese straordinarie, ma la verità e che non sarei niente senza i miei amici, che fanno di me quello che sono.

 

Pov Sasuke

 

Ero preoccupato, non solo per Sakura, ma anche per Naruto.

Lo vedevo correre senza sosta e guardarsi intorno in cerca di un indizio che la conducesse alla nostra compagna.

Mai mi era sembrato così indifeso come in quel momento. Sarebbe stato pronto a tutto pur di portare in salvo la sua famiglia, ma nei momenti disperati ha sempre agito di impulso, peggiorando la situazione, o recando danni ingenti alla sua persona. Vedevo i suoi occhi rossi e quando incrociai il suo sguardo, capii che non era Naruto in quel momento, ma era Kyuubi. Lui si era “perso” nei suoi pensieri e vedendo le mani stringersi, capii che stava affrontando una lotta interiore.

Intervenni per svegliarlo e cercare di dargli maggiore coraggio, perché sapevo che in quei momenti si poteva anche perder la testa e sprofondare nel buio più assoluto.

Mi sentii sollevato quando lo vidi tornare se stesso, e i suoi occhi da rossi tornare azzurri.

Continuammo a correre, finchè non mi fece cenno di fermarmi.

Giungemmo davanti a una parete ripida alta diversi metri. Avremmo dovuto scalarla per continuare le nostre ricerche, ma dal comportamento di Naruto capii che non sarebbe stato necessario. Le tracce terminavano li, non ci restava che trovare l’entrata a quello che, molto probabilmente, si sarebbe rivelato il nascondiglio di Kabuto.

Fu in quel momento che adoperai lo sharingan, in modo tale da trovare qualche indizio per aprire qualche sorta di porta, ma fu il mio appoggiarmi ad una roccia per caso, ad aprirci il varco.

Certe cose le diresti possibili solo nei libri. Era troppo semplice o forse non lo era affatto. Probabilmente Kabuto prevedendo che avremmo fatto chissà che cosa pur di entrare, ha messo l’interruttore per aprire la porta nel posto più banale, dove non avremmo mai guardato.

Tutto si presentò buio ai nostri occhi e la poca luce lunare di certo non ci aiutava nella visione.

Per quanto mi riguarda riuscivo a destreggiarmi bene per quei cunicoli bui e sudici, grazie alla mia arte oculare, ma Naruto andò a sbattere più volte contro qualche roccia spigolosa, insultandomi per non averlo avvertito.

“Se solo la smettessi di andare avanti senza darmi il tempo di esaminare bene la situazione!” dissi irritato, se avesse avuto solo un attimo di pazienza, saremmo giunti da Sakura in un batter d’occhio, ma chiedere a Naruto di aver pazienza era una cosa impossibile da pretendere.

Percorremmo quei corridoi per circa un quarto d’ora, prima di giungere a una grande stanza, illuminata da torce, dove c’era la prigione in cui Sakura e Shikamaru erano rinchiusi.

 

Pov Shikamaru

 

Quei mesi rinchiuso in quella cella buia e sporca, erano per me stati i più terribili della mia vita. È vero che non  ero costretto a svolgere chissà quale seccante missione o faccenda di casa impostami da Temari, ma in quei momenti avrei tanto dover fare quelle seccanti commissioni e sentire mia moglie urlarmi dietro che ero un incapace e buono a nulla.

Il miei primi pensieri quando mi risvegliai in quella cella e scoperto il piano di Kabuto, andaro proprio a Temari e a nostra figlia. Temevo per la loro sorte. Quell’impostore avrebbe potuto fare loro qualsiasi cosa, senza che io avessi potuto fare niente per impedirlo. Quando Sakura mi disse che stavano bene entrambe, mi sentii come libero da un peso che mi stava schiacciando e soffocando.

Cercai invano di liberarmi dalla mia prigione. Oltre a essere incatenato e ad avere poca possibilità di movimento, la perenne ombra di quel luogo mi impediva di usare la tecnica dell’imprigionamento dell’ombra, tecnica per il quale il mio clan era conosciuto.

Mi sarebbe tornata molto utile in quella circostanza, ma Kabuto era stato furbo a mettermi nella zona buia della grotta, dove luci che formavano ombre da manipolare non arrivavano.

Ora ero libero grazie a Sakura, ma ero troppo stanco per ricorrere al chakra. Ci provai, ma senza successo.

Mi sentivo un peso inutile e questo senso di impotenza non scomparve quando Sakura cercò di incoraggiarmi.

La guardai stupito e in certi aspetti mi sembrava di vedere mia moglie. Come diavolo facevano le donne ad avere una tale forza? Solitamente siamo noi uomini a proteggere e incoraggiare le donne, ma nel nostro villaggio sembrava quasi  il contrario, perché le nostre kunoichi, non avevano bisogno di protezione, sapevano cavarsela da sole, anche in condizioni critiche come quella in cui si trovava Sakura, perché essa era veramente in una pessima situazione, perché i primi dolori delle doglie si erano fatti sentire.

Entrai nel panico. Non sapevo un accedente di medicina e di come fare nascere un bambino, perché se la situazione non cambiava, avrei dovuto pensarci io a mettere al mondo il figlio di Naruto.

Cercai di tranquillizzare Sakura, era spaventata, ma infondo come darle torto?

Sakura cercava di respirare per calmare il dolore, ma da quanto vedevo, era inutile e le pietre che prendeva in mano, venivano sgretolate come se  niente fosse.

Mi accorgevo anche che cercava di non urlare per non attirare l’attenzione di Kabuto. Se quel lurido verme avesse scoperto che era in procinto di partorire, chissà cosa avrebbe fatto.

Una voce che sussurrava il mio nome, mi fece voltare verso la porta della prigione.

“Cosa diavolo ci fate qui? Siete forse impazziti?!”

“Vogliamo aiutare Naruto-sensei a liberarvi!” disse Eichi.

N-Naruto? è qui?” disse Sakura speranzosa.

Miiko annuì mentre con una forcina cercava di aprire il lucchetto della prigione. “Che strano! Siamo entrati dopo il sensei in questo postaggio, eppure non è ancora arrivato!” disse la ragazzina.

“Si saranno persi nei vari cunicoli!” disse Sora con il byakugan attivo. Se Naruto era davvero nel covo, non aveva avuto la possibilità di trovarci subito, come era stato possibile per Sora.

“Lo vedo!” disse improvvisamente “Manca poco  e sarà qui!”

“Lieto di sentirvelo dire, mocciosi!”

Una voce a noi purtroppo nota, ci colse di sorpresa, sbattendo anche gli allievi di Naruto in prigione con noi, lasciando dei serpenti a guardia della situazione.

“Oh, vedo che fra poco, avremo un nuovo piccolo ospite!” disse guardando Sakura con un ghignò.

“Potrebbe essere divertente. Chissà che faccia farebbe Naruto se uccidessi il suo bambino appena esso avrà messo piede al mondo!”

Lo guardai in cagnesco, ma mai quanto Sakura.

“Tu non torcerai u-un c-capello al nostro...” Sakura non riuscì a terminare la frase che un’altra contrazione, più forte delle precedenti la colse.

“Cosa stavi per dire? Di non fare del male al tuo marmocchio? Divertente. Pensi di fermarmi tu?” disse divertito Kabuto.

“Non sarà necessario, ci penserò io a eliminarti in un modo atroce, Kabuto!”

Nessuno poté fare a meno di urlare il suo nome “Naruto!”

 

  
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