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Autore: barbarak    24/12/2010    13 recensioni
La vigilia di Natale è una notte magica e forse può far avverare anche i desideri più difficili
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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natale

La Magia del Natale

Quella notte di Dicembre c’era gioia nell’aria. Si poteva percepire dalle numerose luci appese alle finestre, dagli alberi addobbati a tutti gli angoli delle strade ma soprattutto dai sorrisi che le persone si scambiavano per la strada.

 

Il motivo di tutto ciò era semplice: era la vigilia di Natale e, per tutti, quello era un momento di pace e serenità.

Per tutti e in special modo per il mondo magico che festeggiava il primo Natale dalla sconfitta del potente signore oscuro che li aveva terrorizzati per decenni.

La neve cadeva regolare del primo pomeriggio e aveva ricoperto con il suo bianco candore le strade e i tetti. 


Al primo imbrunire la gente cominciò a riversarsi nelle case per passare quella vigilia così speciale con le persone più care, chiudendosi alle spalle, insieme al freddo, anche tutti i problemi che avevano dovuto affrontare in quegli anni.

 

Al dodici di Grimmaud Place le cose non stavano andando diversamente.

Quella che era stata la base, cadente a pezzi, dell’ordine della Fenice, ora era una piacevole casa a due piani completamente rimessa a nuovo che emanava un piacevole profumo di arrosto e patate. Un allegro chiacchiericcio riempiva le orecchie di una giovane ventenne con i capelli castani e gli occhi color dell’oro che si teneva in disparte accanto al camino scoppiettante ricoperto di calze rosse.

 

Il suo nome era Hermione Jean Granger e per lei quella vigilia di Natale non era nient’altro che una serata triste, rischiarata dall’amore che la sua famiglia e i suoi amici le trasmettevano.

 

Triste.

 

In quella sera più che in altre sentiva la mancanza di qualcuno al suo fianco; si sentiva incompleta, svuotata della sua parte migliore e importante. Si sentiva sola.

 

Triste e sola.

 

Erano mesi che non aveva più sue notizie, mesi che si era infiltrato nelle file degli ultimi mangiamorte rimasti. Poteva essere ferito o addirittura morto e le non ne avrebbe saputo nulla. Era preoccupata.

 

 

Triste, sola e preoccupata.

 

“Hey piccola, come va?” Il braccio forte del suo migliore amico le circondò le spalle come a riscuoterla dal suo torpore e dalla malinconia che trapelava dai suoi occhi. Tutti sapevano e tutti facevano finta di niente. Non avevano mai completamente accettato la sua relazione con il biondino e il fatto che lui si fosse offerto volontario per quella rischiosa missione aveva solo in parte diminuito le avversità dimostrate in passato alla coppia.

 

“Bene, Harry davvero. E’ una magnifica Vigilia di Natale”. Sorrise, di un sorriso che non arrivava agli occhi però ma che ai suoi amici bastava per credere che fosse davvero tutto a posto e che la lontananza da lui avesse un po’ diminuito la bruciante passione che era scoppiata nel corso dell’ultimo anno di scuola e durante la guerra. Bugiarda.

 

Triste, sola, preoccupata e bugiarda.

 

Questi erano i sentimenti che si agitavano nel petto della bella ragazza che ora si era spostata e stava guardando fuori dalla finestra attenta a ogni singolo spostamento d’aria che potesse donarle la speranza di un ritorno tanto atteso.

 

***

La cena si era svolta tra risate, chiacchiere, bicchieri tintinnanti e posate in movimento. Hermione aveva partecipato a tutto rispondendo, sorridendo, a tutte le domande; sollevando il calice quando era richiesto, assaggiando qualcosa di tutte le portate che erano state servite. Apparentemente interessata a tutto ma al contempo distante mille miglia da quella tavola. I pensieri erano concentrati su dita gentili che avevano sfiorato i suoi capelli in una notte di primavera, su labbra sottili che un tempo avevano pronunciato parole cattive e che erano state capaci di parlare d’amore.

 

Amata.

 

Le risentiva, anche il quel momento, quelle labbra sulle sue e sul suo corpo: se chiudeva gli occhi, poteva percepire il calore che si propagava dentro di lei, ogniqualvolta era stretta in un abbraccio rassicurante, riviveva le sensazioni meravigliose della loro prima volta, la delicatezza con la quale lui era scivolato in lei timoroso di farle male ma impaziente di farla sua.

 

Amata e desiderata

 

L’aveva fatta sentire desiderata ogni singolo istante che avevano passato insieme, l’aveva venerata come solo un uomo follemente innamorato poteva fare e l’aveva distrutta quando aveva deciso che, per il suo bene, per far si che la loro storia fosse accettata, per far dimenticare il suo passato, era necessario separarsi e rischiare la vita in una missione volontaria e suicida.

 

Amata, desiderata e protetta.

 

L’aveva odiato in quel momento e l’aveva amato per tutta la notte successiva, prima del distacco. Era partito prima che lei si svegliasse lasciandole un leggero bacio di cui lei poteva sentire ancora il sapore e un biglietto con scritto poche righe.

 

Ti affido il mio cuore, tornerò a riprenderlo.

 

E lei lo aveva conservato insieme con il suo, quel cuore, racchiuse nel petto, congelato nell'attesa del suo ritorno.


 

****

Finita la cena, si erano spostati in salone e una volta iniziate le danze si era ritrovata a sentire la loro canzone inconsapevole di muoversi a tempo con un invisibile cavaliere.

 

Ricordi.

 

“Hermione…” Ginny l’aveva riscossa da questa danza solitaria e le aveva posato una mano sulla sua. “Non devi fingere con me. Ti manca vero? Non riesci a dimenticarlo nonostante sia passato tanto tempo”.

 

“Avrei voluto passare ogni istante della mia vita con lui per cui sì mi manca enormemente e no, non l’ho dimenticato sebbene voi speriate sempre il contrario”. C’era amarezza nella sua voce; amarezza per un’amicizia che non aveva saputo accettare le sue scelte e che l’aveva quasi allontanata e considerata una traditrice nel momento in cui la sua sorprendente storia d’amore era stata vissuta alla luce del sole.

 

Ricordi e nostalgia.

“Non dire così. A noi dispiace vederti triste, lo sai. Però, Quello, ha fatto un favore a tutti offrendosi. Lui era l’ideale. Non potevamo certo rischiare uno dei nostri mandandolo a fare l’infiltrato no? Lui era più credibile. Dopotutto è degno figlio di suo padre. Oggi è la Vigilia di Natale, cerca di rilassarti”. Se Hermione Jean Granger avesse creduto nella violenza, avrebbe schiaffeggiato Ginevra Molly Weasley ma siccome pensava che le parole fossero più dirette e pungenti degli atti fisici si preparò a fronteggiarla ritirando la mano da quella della rossa.

 

Ricordi, nostalgia e rabbia.

 

“Quello ha un nome. Si chiama Draco. Non credi che sia bellissimo? E’ il nome di una costellazione sai? E lui brilla esattamente come le stelle che rappresenta. Nonostante voi vi siate impegnati per farlo offuscare lui brillerà sempre così come illuminerà sempre il mio cuore Ginevra. A volte nel buio si brilla più che al sole. Ha scelto di sacrificarsi per me e per tutti voi, penso che meriti un pochino più di rispetto e anche che sia considerato un po’ di più che solo il figlio di un mangiamorte non pensi? Non m’interessa se non approvate la mia scelta, non m’interessa se mi considerate una traditrice, non m’interessa niente di questa festa, vorrei solo averlo al mio fianco, abbracciarlo, stringerlo e sentire la sua voce. Essere con lui sarebbe la sola cosa che mi farebbe felice questo Natale”. Le lacrime avevano cominciato a scendere copiose dagli occhi della bella strega incapace di trattenersi.

 

“Lo ami davvero allora?” Quella domanda le estorse un sorriso tra le lacrime.

 

Ricordi, nostalgia, rabbia e consapevolezza.

 

“Certo che lo amo. Avevi dei dubbi? E’ la mia vita, non mi sembra neanche di esistere senza di lui. Sono sei mesi che non lo vedo e mi sembra di impazzire sempre di più. Ogni secondo è una tortura. Non so quanto potrò andare ancora avanti”. Era stata sincera. Dopo molti mesi quella che era stata la strega più brillante di Hogwarts aveva aperto il suo cuore a qualcun altro e aveva lasciato fluire il dolore che racchiudeva nel petto. E fu ricompensata perché per la prima volta Ginevra Molly Weasley la sorprese abbracciandola e pronunciando una sola frase prima di lasciarla.

 

“Tornerà da te, perché il tuo amore lo proteggerà e lo manterrà in vita fino al momento in cui potrete stare di nuovo insieme. Non so quando, ma tornerà. Lascia che la magia del Natale ti aiuti a tenere viva la speranza”.

 

Ricordi, nostalgia, rabbia, consapevolezza e speranza.

 

****

 

La giovane donna infagottata nel suo cappotto bianco si era avviata verso la sua nuova casa nella Londra babbana, declinando tutti gli inviti a passare la notte a casa di uno o dell’altro.

 

Voleva stare sola con i suoi pensieri e festeggiare questa notte di Natale con i ricordi dell’unica persona che la rendeva felice.

 

Quando aprì la porta, un intenso profumo di rose la invase. Era buonissimo ma la strega era certa che non ci fossero delle rose in casa quando era uscita per cui mise mano alla bacchetta.

 

Si stupì un poco e il suo cuore cominciò a battere all’impazzata quando trovò una bellissima rosa rossa con i petali spruzzati d’oro ai piedi della scala che conduceva al piano superiore. Era a gambo lungo e senza neanche una spina.

 

La raccolse e iniziò a salire aggiungendo a essa gli altri steli che trovavano sul suo cammino quasi a fornirle una strada da seguire.

 

Alla fine si ritrovò in mano cinque rose che l’avevano condotta davanti alla porta del bagno.

 

Quando entrò rimase letteralmente a bocca aperta: il bagno era stato incantato e ingrandito, la vasca era piena di acqua e uno spesso strato di soffice schiuma ne ricopriva la superficie. Un’altra rosa era appoggiata sul bordo come un tacito invito a entrare nell’acqua.

Invito che accettò di buon grado, spogliandosi, legandosi i capelli, immergendosi, rilassando i muscoli e scollegando il cervello.

 

Non voleva pensare Hermione in quel momento. Non voleva chiedersi chi le avesse fatto quella sorpresa per paura di darsi una risposta tanto sognata quanto impossibile da vedere realizzata. Rimase nella vasca per un periodo indefinito e quando finalmente decise di alzarsi e di infilarsi l’accappatoio di morbida spugna che era stato lasciato in disparte, notò che era comparsa una nuova rosa e sotto di essa una scatola rettangolare molto grande.

 

Hermione Jean Granger prese un profondo respiro aprì la scatola e dopo molti mesi sorrise sinceramente.

 

****

 

Si era vestita come suggerito dal misterioso benefattore. Aveva indossato il completo intimo nero di pizzo e raso e anche l’abbinata sottoveste di raso nero a spalline. Come vestito era stato scelto un tubino semplicissimo, nero anch’esso. L’unico tocco di colore era rappresentato dalle scarpe che erano rosse di vernice a tacco alto e da un fermaglio per capelli dello stesso colore.

 

Quando fu pronta, prese un grosso respiro e uscì dalla stanza da bagno ancora all’oscuro di quello che avrebbe potuto trovare.

 

Ad attenderla trovò una scia di petali rossi (che prima non c’erano) che la condussero alla camera anch’essa ampliata magicamente. Sul bianco copriletto tre rose legate con nastro di raso del medesimo colore dei petali la stavano aspettando e di fronte vicino alla porta finestra su un piccolo tavolo spiccavano due calici di cristallo e una bottiglia di champagne.

 

Non si rese conto di aver trattenuto il respiro finché non sentì l’impellente bisogno di inalare aria nei polmoni.

 

Avvicinandosi vide che spuntava un biglietto vicino alla bottiglia e aprendolo una lacrima le scivolò lungo le guance. La scrittura era stata tracciata da una mano che lei amava e bramava da tanto tempo.

 

“Non ho mai regalato dei fiori ma so che le rose devono essere dodici, se vuoi l’ultima e se non è, troppo tardi raggiungimi sul balcone”.

 

Hermione si portò le mani sul viso asciugandosi le guance. Era un momento di gioia e voleva che dopo tanti mesi lui rivedesse il suo volto sorridente e non stravolto dalle lacrime.

 

Riuscì a muovere un passo dietro l’altro lentamente per assaporare quel momento che aveva atteso tanto a lungo.

 

Lo vide subito, appoggiato al parapetto con le gambe incrociate fasciate da pantaloni classici neri e una sola camicia bianca a coprire il suo petto. I capelli spettinati dal vento e gli occhi che brillavano di gioia al riverbero della luna. Tra le mani la rosa promessale.

 

Gliela porse senza parlare e lei la presa tremante sorridendo appena.

 

Di tutte le cose che si era ripromessa di dirgli non una sola sillaba sembrava disposta a lasciare le sue labbra.

 

Allungò una mano a sfiorare quel volto tanto amato e desiderato e quando sentì le sue braccia avvolgerla si abbandonò al dolce tepore che sapeva finalmente di casa e Natale.

 

“Mi sei mancato” riuscì finalmente a mormorare.

 

“Anche tu, non sai quanto” rispose lui sussurrando rocamente al suo orecchio.

 

Rientrarono e lei posò le rose sul tavolo prima che una melodia, magicamente, si spandesse nell’aria e due braccia forti la invitassero a ballare.

 

Era la stessa canzone di prima ma questa volta non ballava da sola. Aveva il suo cavaliere con sé, in carne e ossa.

 

Voleva delle spiegazioni, voleva sapere cosa era successo, voleva che le raccontasse cosa aveva fatto in tutti quei mesi e perché non l’aveva mai contattata, ma tutti questi desideri furono spazzati via dalle parole che il ragazzo gli soffiò sul viso.

 

“Sono tornato, solo per te. Ho avuto la forza di affrontare tutti i demoni del mio passato solo perché sapevo che tu eri qui ad aspettarmi. Ti amo, mi hai fatto tornare a vivere e sei diventata tu stessa la mia sola ragione di vita. Perdonami se ti ho fatto soffrire, ma dovevo farlo per te e soprattutto per noi. ”

 

Si sfiorarono lentamente assaporando il piacere di ritrovare labbra che per troppo tempo erano state lontane, si spogliarono riscoprendo i loro corpi e si amarono per tutta la notte godendo l’uno della presenza dell’altra.

 

***

Il mattino li trovò vicini e innamorati.

 

“Te ne andrai ancora?” Era la domanda che la tormentava da quando l’aveva rivisto.

 

“Sì, ma tornerò presto. Dopodomani ci sarà una retata e riusciremo a sgominare tutta la banda. Dopo sarò solo tuo e tu sarai per me, per sempre”.

 

Erano le più belle parole che potesse dirle. Una promessa per l’eternità fatta in una delle giornate più magiche dell’anno. Sarebbero stati insieme, avrebbero formato una famiglia con tanti bambini e avrebbero avuto tanti Natali da passare uniti. Cosa si poteva chiedere di più. Quello era senz’altro il Natale più importante di tutta la sua vita.

 

“Ti amo” gli disse mentre si accoccolava sul suo petto.

 

“Lo so” le rispose lui sorridendo e scostandosi subito dopo per evitare il suo pugno.

 

La bloccò sotto di lui fermandole le braccia e calando il viso fino a sfiorarle il naso con le ciocche bionde.

 

“Buon Natale, non te l’avevo ancora detto”.

 

“Buon Natale a te, Draco e grazie per avermi fatto il più bel regalo che potessi desiderare. Grazie per essere tornato da me, grazie per amarmi, grazie per ogni singolo istante passato con me e grazie anche per tutti i momenti meravigliosi che so che passeremo in futuro.

 

Si baciarono con passione pensando tutte e due che Sì sicuramente quello era un magico Natale.

 

 

 

 

 

Angolo della posta.

 

Ciao a tutte. Questo è il mio augurio di Buon Natale a tutte voi. Spero vi piaccia e vi auguro di passere delle magnifiche feste.

La frase “A volte nel buio si brilla più che al sole” non è mia ma è presa da una canzone della Pausini di cui non ricordo il titolo. La storia delle rose invece devo averla letta da qualche parte oppure devo aver preso spunto da un film. Se qualcuno sapesse da dove arriva questa bellissima idea sarò lieta di mettere la fonte. Grazie

Baci BABY

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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