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Autore: Lilly_93    27/12/2010    1 recensioni
Una sparatoria. Una dichiarazione d'amore, forse fatta un pò troppo tardi. Cosa succede quando la persona che amiamo non c'è più?
Un finale diverso per Distretto di Polizia 9.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che cos'è in fondo un proiettile?
Un minuscolo oggetto di metallo.
Ma per quanto minuscolo possa essere, è in grado di uccidere.
Basta un secondo,una piccola pressione sul grilletto, ed ecco fatto.
Quel filo invisibile che tiene in equilibrio una vita si spezza.
Per sempre.

Io e Luca siamo lì, le pistole puntate contro Dorian e Nadja.
A pochi passi da noi il resto della squadra del X Tuscolano, tesi e concentrati.
"Arrendetevi, non avete scelta"
La voce di Luca suona autoritaria, ma il suo volto tradisce una certa ansia.
Lo vedo posare più volte lo sguardo, teso, su di me.
Sa che sono il bersaglio principale.
Dorian mi odia per averlo ingannato.
Nadja mi odia per essermi presa l'uomo che ama.
Ed è proprio lei la più pericolosa.
Accecata dalla rabbia, sembra quasi non ragionare più.
Punta la pistola verso di me.
"Non sparare, Nadja"
Il sussurro di Dorian è quasi impercettibile.
"Questo è per Pavel!"
Tutto si svolge in pochissimo tempo.
Vedo Nadja sparare nella mia direzione, e Luca correre verso di me.
E' un attimo.
Un secondo prima Luca era accanto a me, quello dopo è a terra, in un lago di sangue.
Non mi importa più niente di Dorian, di Nadja, della mafia russa.
Mi getto a terra, stringendo Luca tra le braccia con cautela.
"Luca resisti, ti prego. Non mollare, Luca"
Le mie parole sono poco più di un sussurro, mentre cerco di trattenere le lacrime.
"Anna... ti amo..."
Sorrido, mentre le lacrime che prima cercavo di contenere ora mi scivolano silenziose sulle guancie.
"Anche io ti amo, Luca"
"Scusa per non avertelo detto prima... adesso è troppo tardi..."
"Ma che stai dicendo, amore mio? Non è troppo tardi!T u guarirai, e torneremo a casa insieme, capito?"
Lo guardo negli occhi.
"Anna, l'ambulanza sta per arrivare"
E' la voce di Elena, spezzata dalle lacrime.
"Hai sentito,amore? L'ambulanza sta arrivando. romettimi che tieni duro. Promettimelo!"
Tossisce.
"Si... te lo prometto..."
Stringo forte la sua mano. Ricambia la stretta.
"Perchè l'hai fatto? Il proiettile doveva colpire me!"
"No, è meglio così... tu non meriti di morire..."
"Ma tu non morirai! Pensa a quante cose belle potremmo fare insieme!"
"Anna... se sopravvivo... mi vuoi sposare?"
Sorrido felice, pensando a come sarà la mai vita con lui.
"Tu sopravviverai, e io ti sposerò. Tieni duro, amore mio"
Le sue labbra si curvano in un sorriso debole e stanco, che poi si trasforma in una smorfia.
Il suo viso si trasforma in una maschera di sofferenza.
"Ti amo, amore mio... per sempre..."
La presa di Luca si allenta. Chiude gli occhi.
"No, Luca! C***o Luca, non mi lasciare! Luca non puoi andartene!"
Urlo queste parole, mentre lo scuoto, cercando di svegliarlo.
Luca non può essere morto. Non può. Me l'ha promesso.
Vedo Elena piangere, abbracciata a Gabriele. Lorenzo ha gli occhi lucidi.
"Luca, ti prego, me l'hai promesso... ti prego..."
Le mie urla si trasformano in suppliche silenziose quando mi rendo conto della terribile realtà.
Lo abbraccio dolcemente, cullandolo tra le mie braccia.
"Torna da me, amore mio... ti prego... torna da me"
Sento le sirene dell'ambulanza. Aveva ragione lui. E' troppo tardi.
Lorenzo, l'unico in quel momento con un briciolo di lucidità, avverte i paramedici di ciò che è successo.
Uno di loro si avvicina al corpo di Luca. Posa una mano sul suo polso, poi incrocia i miei occhi, scuotendo la testa.
"Mi dispiace, non ce l'ha fatta"
"Che significa non ce l'ha fatta? E' solo colpa vostra! Dovevate arrivare prima!"
Sfogo la mia rabbia sul paramedico, spintonandolo.
Elena mi prende da dietro, cercando di farmi calmare.
La abbraccio stretta, mentre scoppio in un pianto disperato.
Elena non può far altro che piangere con me ,accarezzandomi i capelli.
Luca se ne è andato. E non tornerà più.
Mai più.

Quel microscopico oggetto di metallo è capace di distruggere la vita delle persone,e non solo.
Un piccolissimo, insignificante pezzo di metallo è in grado di portar via i sogni, le speranze, i progetti di una persona.
Spazza via tutto ciò che ha costruito fino a quel momento ,e niente e nessuno è in grado di porre rimedio.
Un proiettile non toglie la vita solo alla persona che colpisce, ma anche a coloro che l'amano.
E se tocca a te, non puoi ribellarti.
Puoi solo accettare quello che il destino ha scritto per te.


5 mesi dopo

Guardo sorpresa i miei due amici davanti a me.
"Non ci posso credere... ragazzi, è una cosa bellissima!"
Abbraccio stretta Elena e Alessandro.
"E' una cosa inaspettata, ma abbiamo deciso di tenere il bambino. E' il momento giusto per mettere su famiglia. Vero Ele?"
Ale si gira, guardando Elena sorridente.
I loro occhi brillano di felicità, una felicità che entrambi cercavano da tanto tempo e che finalmente hanno trovato.
Da quando Ale è tornato a Roma, per prendere il posto di Commissario che io ho rifiutato, la vita di Ele ha cominciato ad andare nel verso giusto.
I due non hanno impiegato molto a capire di essere innamorati l'uno dell'altra e ancora più velocemente sono andati a vivere insieme
E adesso Elena ha scoperto di essere incinta.
Sono felice per loro. Dopo tutto quello che hanno passato, meritano la giusta ricompensa dalla vita.
"E' un maschietto, e abbiamo già pensato al nome" continua Elena, piena d'entusiasmo.
"Lo chiameremo Luca"
Luca.
Ogni volta che qualcuno nomina il suo nome mi assale un dolore immenso.
E' come se non riuscissi più a respirare, come se mi mancasse l'aria.
Alessandro si accorge del mio disagio e cambia discorso.
"Bè, ora devo andare a lavorare, ci sono un sacco di pratiche che mi aspettano in ufficio"
Dà un bacio veloce ad Elena e se ne va.
Faccio per andare in ufficio, ma Elena mi ferma.
"Anna, ti va di andare a prendere un caffè?"
"Ma veramente avrei un pò da fare..."
"E dai su... lo so che il caffè delle macchinette fa schifo, ma almeno stacchi un pò"
"Va bene, andiamoci a prendere questo caffè"
Ci dirigiamo alle macchinette.
"Allora? E' da tanto che non mi racconti un pò di te"
"C'è poco da dire, Ele. Lavoro, lavoro e sono lavoro. Nient'altro"
"Non hai mai pensato di rifarti una vita?"
La guardo scioccata. Il solo pensiero di poter amare una persona che non sia Luca mi mette i brividi.
"Ele, ma che dici? Lo sai benissimo che non riuscire ad amare nessun altro"
"Lo so, scusa. E' che mi dispiace vederti sempre così sola"
Mi abbraccia forte.
"Tranquilla, Ele. Io sto bene. E poi non sono sola. Con me c'è Abel. Senti, io vado.Ho preso un permesso, devo sbrigare una commissione"
Esco dal Distretto, poi passo dal fioraio e prendo una rosa bianca.
Sono passati cinque mesi.
Cinque mesi da quel giorno maledetto, quel giorno in cui mi hanno portato via la mia vita.
Dorian e Nadja sono finiti in carcere. Hanno preso l'ergastolo.
Dal giorno della loro cattura non li ho più visti.
Mi hanno proposto di diventare Commissario, ma non me la sono sentita.
Sarebbe stato troppo per me passare tutto quel tempo nello studio che un tempo era suo.
E poi, se fossi diventata Commissario, avrei avuto poco tempo da dedicare ad Abel.
Sospiro.
Abel è l'unica cosa buona degli ultimi cinque mesi.
Avevo impiegato un pò per convincere i giudici ad affidarlo a me, ma avevo vinto la mia battaglia.
E' un bambino adorabile: è l'unico per il quale vale la pena vivere.
Il suo entusiasmo, la sua allegria, sono stati la mia ancora di salvezza in questi mesi bui.
Finalmente arrivo nel luogo dove mi stavo dirigendo.
Procedo spedita, ormai so la strada a memoria.
Ecco la tomba di Luca.
Mi siedo.
"Ciao amore. Ho così tante cose da dirti. E'da un pò di tempo che non passo"
Parlo guardando Luca, sorridente nella foto.
"Oggi Ale e Ele mi hanno detto che aspettano un bambino. Sono felice per loro, se lo meritano. E' un maschietto e sai come lo chiameranno? Luca. E' un bel gesto, no?
Abel sta crescendo. E' un bambino così pieno di vita. Sono sicura che sareste andati d'accordo"
Mi interrompo, sentendo arrivare di nuovo il dolore.
"Mi manchi, Luca. Mi manchi da morire. E' sempre più difficile andare avanti senza di te. Ogni sera, quando torno a casa, sono convinta di trovarti in cucina, intento a preparare una delle tue solite cenette e invece tu non ci sei. E ogni cosa lì, in quella casa, mi parla di te.
Una volta Abel si è accorto che ero triste e mi ha detto una cosa bellissima. Ha detto che tu, anche se fisicamente non sei con me, vivi nel mio cuore, e da lì non te ne andrai mai. E' un bambino molto intelligente. E credo che abbia ragione"
Guardo l'orologio.
"E' tardi. Devo andare, tra poco Abel esce da scuola. Tornerò appena possibile, te lo prometto."
Poggio la rosa e con le lacrime agli occhi,sussurro le ultime parole che ha detto prima della sua morte.
"Ti amo amore mio. Per sempre"

  
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