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Autore: Elos    02/01/2011    3 recensioni
La Terra del Ventitreesimo Secolo, pensa Yeshrael il Viaggiatore, Yeshrael il Drago, non è un posto in cui valga la pena di vivere: ma c'è qualcuno, forse, che meriterebbe d'essere salvato. Giunto con il compito di Osservatore a premergli sulle spalle, si troverà a fare i conti con il peso del dovere.
Non tutti i futuri sono già stati scritti.
Terza Classificata e vincitrice del premio Eylis consiglia al concorso La Stazione... e il Drago, indetto da Eylis.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.trentaduesimo giorno (e quelli che seguono)



Yeshrael sognava.
In ciascuno dei suoi sogni c'era Alys, le mani e le gambe e il sorriso di Alys, e certe volte era bianca, certe volte spezzata di sangue. In ciascuno dei suoi sogni aveva addosso l'odore di Alys. In ciascuno dei suoi sogni credeva di averla vicina, di poterla toccare, ma poi si svegliava e la Stazione era un labirinto di rotaie che portavano tutte in nessun luogo.
Lasciò trillare a vuoto l'orologio il primo giorno, il secondo, il terzo: il quarto lo buttò per terra, sotto ad una panca, e poi uscì e si spogliò di tutto quel che aveva di umano, la pelle e i capelli e i vestiti, le ossa fragili, le dita flessibili - quelle di Alys si erano tese verso di lui, ed aveva il pollice rotto da una scheggia di metallo, l'anulare tranciato - prima di alzarsi nuovamente in volo.
Il quinto giorno il Capostazione gli fece ritrovare l'orologio in mezzo ai vestiti. Yeshrael lo prese e se lo rigirò tra le mani per un po', osservandolo senza realmente vederlo, prima di lasciarlo cadere tra le traversine. Lo calpestò, metodicamente, iniziando con i piedi da umano e terminando con gli artigli da Drago, fino a quando non fu ridotto a niente più che polvere di metallo e ingranaggi fracassati.
C'era un mondo che si chiamava Terra, da qualche parte, con una città che si chiamava Killarney e che era un posto delizioso, aveva detto il Capostazione, con una ragazza che si chiamava Alys che lui avrebbe dovuto Osservare. Qualcosa di Alys sarebbe stato molto importante.
Alys tutta era importante. Alys tutta era importante per Yeshrael, non c'era qualcosa di più o qualcosa di meno, perché si cominciava dagli occhi e si scendeva fino ai polmoni - che si flettevano attorno al suo respiro caldo - e poi le mani ossute, le unghie rotte che l'avevano graffiato spesso - e lei si scusava tutte le volte - e la voce e le gambe, lisce, nelle quali alla mattina si trovava aggrovigliato.
Questo la Stazione non riusciva a capirlo? Quant'era importante, preziosa, quant'era fondamentale che respirasse, camminasse, esistesse?
Aveva già visto morire altri prima di lei, uomini e donne, giovani e vecchi, umani e Draghi, decine di razze in decine di mondi, ma non aveva mai permesso a nessuno di quei morti di toccarlo tanto, di rimanergli tanto addosso: e adesso tutti loro erano come ferite aperte sulla pelle, incrostate di sale, esponevano il muscolo vivo e lui pensava a ciascuno di essi come a qualcuno che aveva la faccia di Alys, la voce di Alys, gli occhi di Alys.
Sognava di non essersene mai andato da quella collina. Sognava che il treno non fosse mai arrivato, sognava di essere rimasto. Sognava volando, come fanno i Draghi, con gli occhi aperti a perdersi nel mare di nuvole rosa e oro, in un cielo azzurrissimo che era infinitamente più bello di quello della Terra.
Il Capostazione lo lasciava in pace. Non gli aveva più chiesto di partire: forse, pensò Yeshrael, aspetta che io guarisca. Il pensiero che fosse possibile guarire, non sanguinare più, era semplicemente orribile. Questo era quello che gli era stato permesso di portare via di Alys, il buco nel cuore, e lui lo voleva, lo voleva, lo voleva. Non voleva perdere anche questo.
Se fosse rimasto l'avrebbe protetta, pensava Yeshrael. Non sarebbe mai più tornato a casa, alla Stazione, ma lei almeno l'avrebbe protetta.
Era tardi per perdere il treno, adesso.

- Vorrei averti conosciuto prima. - Dice Alys. - Vorrei averti conosciuto da sempre. -
Si svegliò nauseato e sconvolto, il sudore in uno strato ghiacciato sulla pelle nuda, e si lasciò cadere dal letto senza nemmeno pensare a vestirsi. Barcollò fuori dalla sua stanza, ignorando l'occhiata bizzarra che il Capostazione gli rivolse - era neutra, gentile, sicuro, ma c'era forse compassione là in fondo? - e si strappò la carne di dosso.
- Vorrei averti conosciuto prima. -
Spalancò le ali, premette con i piedi contro il terreno prima ancora d'aver ripreso del tutto la propria vera forma.
- Vorrei averti conosciuto da sempre. -
Puntò verso il cielo e dalle fauci schiuse ruggì fuoco e fiamme, una striatura rossa a fendere guizzando le nuvole, incandescente. Yeshrael aveva sperato che il rumore avrebbe coperto le voci, la voce, ma nella sua testa Alys continuava a parlare e diceva:
- Vorrei averti conosciuto prima. -
- Vorrei averti conosciuto da sempre. -
- Vorrei averti... -

L'aveva voluta, Alys. Aveva pensato che fosse insignificante, fragile, ma nessuna cosa insignificante si poteva desiderare così. L'aveva voluta. L'aveva conosciuta da sempre. L'aveva avuta da sempre, ancora prima di incontrarla, non aveva saputo che si potesse avere qualcosa di tanto bello ma una parte di lui già ne era certa, già la aspettava, una parte di lui era stata ansiosa di avere Alys, i baci di Alys, gli occhiali di Alys e la pelle di Alys contro di sé.
Vorrei averti conosciuto prima, qualche altro giorno con Alys prima di doverla Osservare morire. E il prossimo che avesse Osservato? Vedere di nuovo il sangue e il panico, senza pensare ad Alys...? Gli era intollerabile. Era il suo dovere, impensabile, impensabile.
Forse era per questo che il Capostazione lo guardava così, penso Yeshrael. Si seppellì in un cumulo di nubi e per un attimo non ebbe più la percezione del luogo nel quale si trovava: nessun contorno, nessuna immagine, un nulla bianco e sospeso di panna montata, ed era la sensazione migliore che potesse pensare di provare, ora come ora.
Forse era per questo che il Capostazione lo guardava così.
Yeshrael chiuse le ali. La membrana si piegò contro le squame dei fianchi e del dorso, e tutto ad un tratto il corpo che gli era parso così indescrivibilmente leggero, volatile, divenne una pietra gettata nell'acqua. Emerse dal cumulo di nubi precipitando, e c'era una partita a scacchi in sospeso, si ricordò Yeshrael, che qualcuno non avrebbe mai concluso.






Note: Non è l'ultimo capitolo! xD ... il prossimo lo è. U.u
Rimando ad allora tutti i ringraziamenti che ci sono da fare, persona per persona, limitandomi a ringraziare, qui, come sempre, tutti coloro che hanno inserito e che continuano ad inserire questa storia tra le Preferite, le Seguite e le Ricordate; e a ringraziare doppiamente chi si ferma a lasciare un commento. Quelli che avete lasciato allo scorso capitolo mi hanno acceso il cuore, grazie.

Nel rispondere ad un'osservazione di YuXiaoLong ho realizzato di non aver spiegato da nessuna parte il significato dei nomi dei due protagonisti. Per Yeshrael mi sono ispirata a Yorsh, protagonista della meravigliosa saga di Silvana De Mari (vedi qui) che ha inizio con L'ultimo elfo; aggiungendo al nome il suffisso -el, che in ebraico indica "Dio". Dalla saga di Silvana de Mari ho preso anche il nome Joss, che è una storpiatura di Yorsh apparsa ne Gli ultimi incantesimi. Alys è una delle possibili variazioni del nome Alice; scelta per via di un accostamento alla protagonista di Alice nel Paese delle Meraviglie, in grado di aprire le porta di altri mondi, e per una vaga rassomiglianza fonetica con il nome francese del fiordaliso (fiore azzurro, simbolo di amicizia, purezza e sincerità).
  
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