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Autore: lames76    03/01/2011    1 recensioni
Questa storia si è classificata come seconda al concorso "La Stazione e... il Drago!" indetto da Eylis.
La storia doveva trattere questi due temi (tratto dal bando del concorso):
Questi due elementi, un luogo ed un personaggio, dovranno obbligatoriamente essere presenti nel vostro racconto:
- il primo deve essere una Stazione. Deve trattarsi, come sapete, di un luogo, e può avere tutte le caratteristiche e non caratteristiche che volete purché rimanga un ruolo ed abbia importanza nella storia
- il personaggio obbligatorio deve invece essere un Drago. Deve ovviamente essere un personaggio (potrebbe anche essere una statua, ma avere caratteristiche da personaggio, es. almeno poter pensare) e anche qui potete sviluppare il tema come e quanto volete (drago parlante, nuova specie, persona che ha le caratteristiche che ricordano un drago,… sbizzarritevi!) purché draghesco ed importante rimanga


Genere: Fantasy, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"E poi cosa hanno fatto?", chiese in modo vivace il bambino più piccolo.
"Beh hanno continuato a vivere nella loro città felici e contenti", la voce dell’uomo era leggermente velata dalla stanchezza.
Il parco cittadino era grande e verde, i bambini vi giocavano mentre le mamme chiacchieravano del più e del meno. Gli alberi impedivano parzialmente di vedere le grandi case della metropoli... parzialmente perché erano così imponenti che svettavano comunque più in alto delle verdi fronde.
Per lo meno, quello schermo vegetale attutiva leggermente i rumori delle auto e dei camion che transitavano nelle strade della città.
"E il drago? Non saranno tutti scomparsi...", la curiosità infantile della bimba dai capelli biondi non si era ancora sopita.
"Non se ne sono più visti da allora", rispose l’uomo alzandosi a fatica appoggiandosi al suo bastone.
"E se non ne esistessero più?", il piccolino grassottello stava guardando l’uomo con occhi tristi.
"Ma sono solo storie!", esplose il più grandicello dei bambinetti, "Non esistono i draghi!"
Gli altri bambini lo guardarono, alcuni annuirono risoluti, mentre due o tre apparvero sconcertati e tristi a questa notizia.
Il vecchio si abbasso fino a portarsi quasi alla loro altezza, "Vi confesso un segreto...", bisbigliò, "Secondo me ne esistono ancora..."
I bambini più scettici sbuffarono, mentre quelli che erano apparsi tristi sorrisero poi tutti sentirono la voce delle loro madri che li chiamavano e corsero via, salutando con la mano l’uomo, pronti a tornare a casa per la cena.
Il vecchio rimase da solo e si addentrò tra gli alberi finché non scomparve alla vista.
Era passato così tanto tempo e lui era stanco.
Stanco di viaggiare da un posto all’altro.
Stanco di non avere legami.
Stanco di nascondersi.
Stanco di vedere volare nel cielo solo quei rumorosi aerei.
Gli uomini avevano dimenticato.
Anche i bambini stavano iniziando a dimenticare e questa era una cosa molto brutta.
Forse era tempo che il mondo conoscesse di nuovo la magia.
Forse era tempo che conoscesse di nuovo i draghi.
Con un sorriso Ian MacCullon mutò, spiegò le possenti ali e prese il volo.
Il suo ruggito rimbombò nel cielo di New York.
   
 
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