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Autore: palanmelen    09/01/2011    1 recensioni
Severus vorrebbe essere come Sirius. Ma ha già capito che i brutti anatroccoli non diventano cigni.
C'è sempre quella sfumatura di piacere e possesso quando Black parla di lui e con lui. E' forse un tono troppo privato, e Severus prova per questo un po' di disgusto e un po' di curiosità.
Battere Snape, schiacciarlo a terra, stringerlo fino a non farlo respirare.
Vorrebbe, vorrebbe tanto mangiarsi Snivellus.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Severus Piton, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Scritta a scatti, scritta "ad immagini", praticamente è più gli appunti per una storia che una storia vera e propria. Ma viva lo scarnificare, no? Viva l'osso delle cose. (E se lo dice da sola!)

Mumblemumble. Ambientata nel loro... secondo, terzo anno? Boh? Non sono così esperta di cronologia HP come mi piacerebbe. Però sì, sono piccini! 

***

Unintended

Due teste vicine. -Ehi, hai visto? Snivellus ha ricevuto un pacchetto!-
-Sì...!- risatina. -Per me se l'è spedito da solo.-
Due ragazzi testa a testa, come due pecorelle. Due cespugli fitti di capelli neri sopra due cervelli maliziosi.
-Guarda! L'ha messo in borsa. Ah, così poi possiamo controllare da noi quel che c'è dentro, eh?-
Le loro risatine complici attirano l'attenzione dei loro due amici. Sirius e James, spiegandosi, iniziano già a preparare un piano per rubare il pacchetto.

Snivellus è un bersaglio così facile, ora che non c'è più quel biondastro lascivo a guardargli le spalle.
Sirius e James avrebbero iniziato fin dalla prima settimana di scuola a martoriarlo, se non fosse subito entrato nelle grazie del caposcuola della sua casa.
Ma ora che quel Malfoy se n'è andato, Snivellus è alla loro mercé, e servono a poco le urla della Evans. Nessuno più lo protegge. Ormai tra loro è guerra.

Il piccolo gruppo di Grifondoro, già compatto, sta andando a lezione aspettando l'occasione giusta per attaccare, quando una mano si posa sulla spalla di Remus, che dei quattro è l'unica coscienza.
La scelta non è stata fatta a caso. Tutti si voltano e riconoscono un Serpeverde del quinto anno.
Non sembra tanto contento del suo ruolo di gregario. I ragazzi capiscono subito che Malfoy ha ancora qualche tentacolo nella scuola.
-Va bene, ragazzini, andiamo direttamente al sodo. Quanto mi costa tenervi fuori dai piedi per un giorno?-

Non sa perché si sono lasciati convincere. Probabilmente è tutta colpa di Remus, che a sentire "compleanno" si è fatto venire i rimorsi come se gli avessero già fatto lo scherzo. Quasi accettava a nome di tutti di non far niente gratis. Ma per fortuna le voci di tre sono ancora più forti di quella di uno, così che l'armistizio potesse fruttare qualche pacchetto di caramelle.
Ma Sirius non ne è affatto contento. Sirius ha bisogno dello scontro. Gli prudono le mani, se non tocca Snivellus per troppo tempo.
Così, poco prima di cena, quando proprio non ce la fa più, corre via dal dormitorio, e gli altri non lo fermano, perché è nervoso e arrabbiato e vogliono che si sfoghi. E in più ha promesso a Remus di non fare cavolate.

Sirius ha come un fiuto, per Severus. Gli sembra proprio di riuscire a seguire le sue tracce. E chissà se è l'istinto o il caso a condurlo fino a lui. Lo vede salire sulla torre ovest e lo insegue senza nemmeno pensarci. Lascia tra di loro abbastanza spazio da renderlo sicuro di essere solo, e Snivellus si guarda intorno proprio come se lo cercasse. Sale di fretta le scale verso la guferia e Sirius è dietro di lui ad ogni svolta. La caccia gli fa battere così forte il cuore che quasi teme si senta più quello che il rumore dei piedi.

Spinge silenziosamente la porta socchiusa della guferia e entra senza che lui se ne accorga. Appoggiato allo stipite di una finestra, sta firmando una lettera. Gli arriva alle spalle.
-A chi scrivi?-
Snivellus trasale e a momenti strappa il foglio colla penna. Si volta e s'infila di fretta tutto in tasca-Non ti interessa.-
Ma Sirius è svelto e gli torce il polso fino a fargli mollare la presa e fargli lacrimare gli occhi. La lettera cade. Snivellus si porta il braccio al petto e Sirius la afferra prima che tocchi terra. -Ah...! La mamma!-
Snivellus si passa un braccio sugli occhi per asciugarli. -Sì, mia madre, stronzo. Io alla mia le parlo.-
Un pugno. Ma Snivellus non cade, si bilancia indietreggiando e contrattacca. Sirius si distrae guardando la sua lingua appuntita scivolare sulle labbra per leccare via il sangue.
Finiscono a terra, rotolano tra le piume e le cacche di gufo. Snivellus si difende egregiamente, ma non può impedire che infine Sirius lo placchi. Si fissano, ansanti, e come sempre Black sorride con quell'odioso sorriso perfetto. Non ha i denti storti, lui, e sono così bianchi da sembrare finti. E mangia tutti i dolci che vuole.
Severus sente il sapore metallico del sangue e della sconfitta, che è in realtà la vergogna dell'invidia.
Severus vorrebbe essere come Sirius. Ma ha già capito che i brutti anatroccoli non diventano cigni.
-La tua mammina ti ha mandato un regaluccio, sta mattina, Snivellus?-
Severus scalcia e s'agita. Black non è tanto più grande di lui, eppure lo schiaccia sembra senza fatica.
Severus si sente come un insetto sotto un bicchiere.
-E' il tuo compleanno, oggi, piccolo Snivellus?- Pronuncia il nomignolo con compiacimento. Lo gusta tra la lingua e i denti.
Severus lo percepisce e in qualche modo ciò lo fa arrossire. C'è sempre quella sfumatura di piacere e possesso quando Black parla di lui e con lui. E' forse un tono troppo privato, e Severus prova per questo un po' di disgusto e un po' di curiosità.
Il volume della voce di Sirius si abbassa. -Hai visto, oggi abbiamo fatto i bravi. Oh, è stato tanto difficile, non venire a giocare con te! E tu, mh? Ti sei sentito solo, senza di noi?-
Snivellus fa un altro tentativo per liberarsi. -Oggi non è ancora finito, Black. Togliti!-
Sirius lascia che si liberi le braccia e poi gli afferra i polsi. Snivellus ringhia di frustrazione.
Sirius ride selvaggiamente, scuote la testa e si sistema meglio sul corpicino magro della sua preda.
Battere Snape, schiacciarlo a terra, stringerlo fino a non farlo respirare. Sirius non riesce a dare un nome alla tremenda eccitazione che queste cose gli provocano. Si sente un leone che affonda le zanne nella carne ancora viva della sua vittima. Vorrebbe, vorrebbe tanto mangiarsi Snivellus. Vorrebbe affondare i denti in quel collo lungo e pallido sempre macchiato d'inchiostro. Vorrebbe succhiare le ossa che bucano quella pelle sottile e azzurrognola. Ogni tanto vorrebbe che i suoi amici non esistessero, per poter avere l'esclusiva su di lui. Vorrebbe che non ci fosse Remus a blandirlo e James a consigliargli e alle volte a ordinargli che fare. Vorrebbe che non ci fosse Peter ad osservare tutto con quel ghigno da topo e quegli occhi assetati, morbosi.
E ora è solo. Severus sta quasi smettendo di agitarsi, aspettando che lui lo liberi. Il suo respiro affannato, le sue labbra tumefatte, i denti scoperti, gli occhi lucidi e senza pupilla. Ha il viso colorito, per una volta, ma il rossore si spegne pian piano verso il mento.
Il mento aguzzo. Il collo. I tendini. Il pomo d'Adamo ancora appena accennato. Sirius, senza accorgersene, si lecca le labbra e immediatamente gli occhi di Severus si stringono.
Ora è solo.
Sono soli. Sente il cuore accelerare, stringe più forte i suoi polsi. E' un formicolio che gli percorre il corpo. Non sa ancora come si chiami e perché solo ultimamente si sta facendo così forte. Non sa ancora che presto non sarà più solo pelle d'oca e brividi.
Si abbassa su di lui e lo annusa, sfiorandogli la mandibola colla punta del naso.
Severus si tende e cerca di allontanare il viso, ma non ha abbastanza libertà. Improvvisamente rabbrividisce e per un momento il suo respiro perde il ritmo. Black allontana di poco la faccia. Ha gli occhi socchiusi, Severus lo nota colla coda dell'occhio perché qualcosa gli dice di non girare la testa.
Un istante dopo, Sirius sbatte le palpebre ed è come se si svegliasse da una fantasia.
Improvvisamente si sente in imbarazzo, ma lo nasconde, lo ingoia. Sente anche come di essersi fermato prima di qualcosa, qualcosa che voleva accadere, come se ci fosse un significato diverso dal gioco, in quello che stava facendo.
Ma Sirius non è tipo da soppesare i problemi e come al solito ciò che non capisce lo butta sullo scherzo. -Non ti ho fatto il regalo, io, vero?-
Snivellus si volta di scatto e lo guarda cogli occhi sgranati.
Sirius ghigna e pensa un momento a cosa fare ora. Come ci starebbe bene uno sputo o una testata.
Però un po' del rimescolio rimasto da quel momento già quasi svanito gli fa venire in mente un'altra cosa, e gliela fa fare.
Sirius si morde il labbro e si riabbassa prima ancora di darsi il tempo per ripensarci.
All'inizio è un tocco un po' impacciato che coglie Snivellus di sorpresa, ma poi il suo entusiasmo prende il sopravvento e quella cosa diventa quasi un vero bacio, un morso di labbra e denti sulla sua bocca socchiusa, appena bagnato. Snape non fa in tempo ad irrigidirsi che è già finito.
Black passa la bocca contro la spalla per asciugarsela. -Ecco. Scommetto che non avevi mai baciato nessuno, eh, pivello?-
Sorride, ma neanche lui l'aveva mai fatto. Però non è stato male, come primo tentativo. E poi, sempre meglio fare qualche prova, prima di sbagliare con una ragazza. Il pensiero lo rincuora e se c'era un qualche tentennamento nel suo animo ora torna spensierato come sempre. -E chissà se qualcun altro te ne darà!- Scoppia a ridere e si alza. Vede la sua lettera per terra e gliela scalcia vicino. Snivellus si mette seduto e si passa una mano sulla bocca. Non alza la testa per guardarlo.
Sirius vorrebbe continuare lo scherzo, ma in realtà non sa cosa fare e Snape non gli dà spunti. Il suo sorriso si spegne un poco. Decide di andarsene.
Scrolla le spalle. -Ciao ciao, Snivellus!- Lo scavalca per raggiungere l'uscita. -E ricordati che domani non è più il tuo compleanno!-

***

Mmmmmmmmmmh. "Testa a testa come due pecorelle". Che è? Una battuta della Bernarda Alba (García Lorca) che mi tormenta dalla recita di Luglio scorso (io facevo il cavallo che scalcia e altri realistici effetti sonori...). Diamo a Lorca quel che è di Lorca. E alle pecorelle quel che è delle pecorelle. (Ahah! Sirius e James sono due pecorelle!)

  
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