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Autore: Mala Mela    10/01/2011    3 recensioni
“Se qualcosa può andar male, con il mio aiuto lo farà”.
Questa semplice massima è una costante nella vita di Charlie, ma non solo.
Perché quando una ne pensi e un miliardo ne fai, quando sogni una brillante carriera di batterista –oltre che di incontrastata Signora del Male-, quando la tua propensione alla matematica è pari allo zero e quando hai al tuo fianco una sorella maggiore da coinvolgere in astrusi pianti autodistruttivi, un cugino degenere, una band di musicisti scalcinati, un inquietante genio della matematica e un essere inutile e abbietto all’ennesima potenza…
Beh, è difficile che la tua vita continui a scorrere serena e tranquilla.
No, non è il giudizio finale: è solo la Legge di Charlie!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Può causare perdita dell’udito e cecità temporanea.

La Legge di Charlie

“se qualcosa può andar male, con il mio aiuto lo farà

 

 

 

8. Di scuse patetiche, amiche ninfomani e idee pericolose

 

 

 

“Charlie” borbotta Chris con voce assonnata “Vattene, mi stai facendo cadere dal letto”.
Rendendo palese che non me ne potrebbe importare di meno, mi faccio ancora più spazio sotto le coperte, stringendomi al suo braccio.

Charlie…” continua a protestare debolmente. “Sono tre giorni che non ci parliamo, non potevi resistere ancora qualche ora? Così non è che mi senta incoraggiata al perdono”.

Eddai, lo sai anche tu non puoi tenermi il muso ancora per molto!” esclamo, insolitamente sveglia nonostante siano soltanto le sei di mattina. “Ho accennato al fatto che, beh, insomma… mi dispiace?”.
Christine si abbandona ad un lento sbadiglio.

“Sì, circa venti volte”.
“E allora? Non ti sembro pentita e addolorata?”.

“Non penso di averti mai vista addolorata, sai? Mi sembra quasi un ossimoro” risponde pensosa. “Chi mi assicura che non mi farai fare altre figure come quella di venerdì sera?”.
Spalanco gli occhi, sedendomi di scatto sul letto.

“Io!” esclamo, puntando entrambi i pollici verso la mia persona. “Ti puoi perfettamente fidare della tua sorella preferita”. Chris si limita a solleva un sopracciglio.

“Anche se, in tutta onestà, continuo a non capire come mai ti ostini a difendere quell’individuo fine a se stesso”.
Lei sbuffa, strattonando la coperta e infilandoci sotto la testa. “Visto? Lo sapevo che non avresti capito”.

“Eh? Capito cosa?”.

“Come volevasi dimostrare!” esclama stizzita.
“Insomma, Chris, se non mi parli come posso capire?” le chiedo. “Posso solo prometterti che ci metterò tutta la mia buona volontà.
“Va bene” sospira. “Purtroppo non sei mai stata una campionessa di arguzia…”.
Resto in silenzio, ormai ho capito che protestare sarebbe del tutto inutile e infruttuoso.
Vedi… In fondo Gabriel non è così inutile e abbietto come credi, ok? Forse è un po’ pieno di sé e quando vi trovate entrambi nello stesso posto non è il massimo della simpatia, ma non hai mai pensato che il problema potresti essere… tu?”.

“IO?!”.

Christine annuisce con convinzione.
“E chi altri? L’altra sera si è comportato come una persona normalissima, è stato perfino gentile. Voglio dire, gli ho perfino vomitato addosso e lui non se l’è presa minimamente; certe volte devi ammettere di non essere la persona più facile con cui entrare in sintonia. E poi abbiamo avuto un appuntamento… come dire… piacevole!”.

“Forse è solo una tua impressione causata dalla carenza di rapporti umani…”.

“No, Charlie. È stata una bella serata e tu ti sei comportata in modo maleducato ancora prima di sapere come l’avevo vissuta, non hai scusanti”.

“Ah, ok” commento laconicamente, abbassando gli occhi. “In tal caso prometto di non farlo mai più. Sono perdonata?” concludo, domandando speranzosa.

Anche se non posso vederla, sono certa, anzi, certissima che Chris sta roteando gli occhi. Odio quando lo fa.
(Ovvero praticamente sempre, quando discutiamo).

“Diciamo che sei in prova”.

“In prova? Ma se mi sono scusata tipo un miliardo di volte!” protesto. “Non è giusto!”.

“La vita è ingiusta, cara la mia sorella preferita. E ora lasciami dormire, o non ti rivolgerò mai più la parola; c’è gente che la mattina, a scuola, cerca perfino di seguire le lezioni”.

Sbuffo, alzandomi dal suo materasso.

Ok… ma è ingiusto comunque” aggiungo, prima di concedermi un’ultima ora di sonno.

 

Inclino la testa con sguardo assente. Nonostante tutti i miei sforzi, ho ancora la netta impressione che tutto ciò che sta scritto sul libro sia un qualche codice alieno criptato, ideato per il solo ed unico scopo di sterminare l’intera razza umana.

Ascoltate semplicemente il suono di queste parole: esponenziali e logaritmi. Non vi vengono i brividi? Non vi sentite come se la fine del mondo fosse inesorabilmente vicina? Non vi si rizzano i capelli dalla cute fino alle doppie punte?

Se a è maggiore di zero, per ogni x,y appartenenti a R vale… mi sentite? Non so nemmeno di cosa sto parlando.

Fortunatamente il rumore della porta che si apre e un insolito vociare mi distraggono dalle mie profonde riflessioni. Chiudo di scatto il libro e accantono gli appunti, rimandando lo studio ad un momento non meglio precisato. Ora come ora controllare l’identità degli intrusi è mia priorità.

“E così gli ho detto: senza manette niente, ok? Insomma, voleva usassi una corda… ma stiamo scherzando?”.
“Lui cosa ti ha risposto?”.
“Niente! L’ho imbavagliato e me ne sono andata”.
“Immagino la sua felicità…”.

Appena faccio il mio ingresso in salotto, vedo mia sorella e Artie che parlano con un’altra ragazza mai vista prima. È bionda, minuta, e parla di manette, corde e frustini. Ehm, forse quei due dovrebbero decisamente rivedere le proprie amicizie.
“Ehilà, salve” saluto timidamente.
Il cugino infame mi saluta con un cenno del capo, mentre Chris si alza per farmi spazio sul divano.
“Caroline, ti presento mia sorella Charlie” aggiunge, rivolgendosi alla ragazza bionda. “Charlie, lei è Carrie, l’abbiamo conosciuta settimana scorsa allo Stauton”.

“Intendi quando ti sei ubriaca?” domando, rigirando il coltello nella piaga.
Caroline scoppia a ridere.
“Già, che serata divertente! Anche se temo di essere stata io la causa della sua ubriacatura… insomma, per ringraziarla le ho offerto tutto quell’alcol senza nemmeno sapere se l’avrebbe retto”.
Scuoto la testa.
“Tranquilla, Chris è un caso disperato, è capace di andare fuori di testa anche con i cioccolatini al liquore”.
“Peccato che non ce l’abbia detto” commenta Arthur piccato. “Così abbiamo dovuto trascinarla a casa completamente sbronza”.
Chris cerca di farsi piccola piccola e sparire tra i cuscini del sofà.
“Per lo meno hai incontrato quel figo, no?” continua Caroline. “Com’è che si chiama? Gabriel? Ti ha perfino accompagnata a fare pipì… non è stato un gesto carino?”.
“Se per carino intendi imbarazzante e un filo patetico…” intervengo con un’alzata di spalle. “In ogni caso non escludo che si sia trattato di una scena esilarante; quanto avrei voluto essere presente! Perché non l’avete filmata con il cellulare?”.
“Charlie!” protesta mia sorella, inutilmente aggiungo.
Artie si colpisce la fronte con il palmo della mano.
“Merda, hai ragione!” esclama. “Che idiota che sono!”.
“Già, un vero imbecille” aggiungo, rincarando la dose senza nessun motivo in particolare.
“Se l’avessi filmata avremmo potuto mettere il video su YouTube. Sarebbe diventato il più visto della settimana e poi, aggiungendo una breve pubblicità, avremmo fatto anche un sacco di soldi!”.
“Bravi” commenta Christine, osservandoci truce. “Bravi, cercate pure di lucrare sulle mie disgrazie. Scommetto che vi daranno il Nobel per l’empatia”.
“Suvvia... lo sai che avremmo diviso con te i guadagni” cerco di consolarla.
“Io no!” esclama Arthur, generoso come al solito.
“Beh, io sì!” ribadisco. “Mi saresti stata per sempre debitrice, e non si sa mai quando si può aver bisogno di una trasfusione, di un rene o di un pezzo di fegato. Dico bene?”.
Ah-ah commenta Chris. “Davvero simpatici, tutti e due. Per fortuna che c’è Caroline e non sono costretta a sopportarvi da sola. Allora, Carrie, cosa stavi dicendo?”.

La ragazza porta un dito alla bocca, come se stesse pensando a qualcosa di terribilmente importante, poi spalanca gli occhi, realizzata.
“Sì, ecco, parlavo di quel tizio di Kensal Green con cui ho tradito il mio ex ragazzo, ma temo di aver divagato parlando di John, il cameriere del ristorante greco –che è tutto, tranne che greco, eh!- e di quando l’ho legato, imbavagliato e lasciato chiuso in quel motel… era un vero idiota. E poi una volta sono uscita con il migliore amico di suo cugino –nemmeno lui era greco, se vi interessa-, che stranamente conosceva un ragazzo che frequentava il mio stesso corso di economia domestica e che mi aveva presentato il tipo con cui uscivo il natale scorso e che mi aveva regalato quegli slip commestibili; insomma, fatto sta che dopo averli mangiati –lui, non io- si è sentito male, forse era allergico a qualcosa, e ho dovuto accompagnarlo in ospedale. Era pieno di bolle, faceva davvero schifo! E siccome mi sentivo talmente in colpa per tutto questo penso di essermi fatta uno dei suoi infermieri… è il fascino della divisa!” si ferma un attimo. “Ragazzi… penso di aver perso ancora una volta il filo del discorso!”.
Io non faccio altro che spalancare gli occhi e annuire.
Questa è tutta matta.
“E poi vi ho raccontato di quella volta che…”.
Ok, dopo un’intensa sessione di matematica –ben venti minuti- posso anche permettermi di spegnere il cervello e ascoltare i racconti degli strambi amici di mia sorella. Dopotutto me lo merito.

 

 

“Il logaritmo di una radice è uguale al prodotto dell'inverso dell'indice per il logaritmo della radicando, quindi se abbiamo logaritmo in base a di radice ennesima di b, questo diventerà…?”.
…e poi come se non bastasse Chris se l’è presa con me! Ovviamente io le ho chiesto scusa tipo un miliardo di volte e lei alla fine a ceduto, però ha detto che sono ancora in prova. Secondo te che cosa significa? Che aspetta e poi decide se volermi bene o odiarmi per tutta la sua vita?”.
Sherlock si massaggia le tempie, mentre io continuo il mio flusso di coscienza. Sinceramente non capisco il suo comportamento, come può essere così distaccato mentre io sono preda di tali tumulti interiori? Che uomo insensibile.

“Charlie, cerca di concentrarti sull’algebra. È questo che faccio: ti aiuto a superare un test; forse non l’hai capito, ma non sono il tuo psicoterapeuta”.

Annuisco con poca convinzione.
“Già, infatti in questo fai piuttosto schifo. Dovresti applicarti di più, mi sembra di parlare con un muro…
“Ma tu guarda, è la stessa sensazione che provo parlando con te!” commenta sarcastico.
Io sorrido.

“Che sia un segno del destino?” domando retoricamente. “È il fato che ti sta dicendo ‘ascolta Charlie e dopo, forse, è probabile che lei ascolterà te!’, mi pare ovvio”.
“Hai dimenticato un piccolo particolare: tu hai bisogno di me, non il contrario”.

“Ti tornerò utile quando meno te lo aspetterai” affermo convinta. “Quindi… cosa stavo dicendo? Ah, sì, e poi c’è questa strana amica di mia sorella, secondo me le manca qualche rotella”.
A Sherlock scappa un sorriso, ma cerca di nasconderlo.

“Da che pulpito, poi”.
“Stai insinuando che mi manca qualche rotella?” chiedo con fare inquisitorio, sventolandogli la matita sotto il naso. Lui non fa una piega.
“Non sto insinuando nulla, sto semplicemente illustrando un dato di fatto” mi risponde pacato. “Ed ora, per favore, non è che risolveresti questa semplicissima equazione?”.
“Va bene. Ma ad una condizione!”.
“Dimmi” mi concede, mormorando sconsolato.
“Prima mi devi ascoltare. Non ce la faccio, devo raccontarlo a qualcuno o scoppio! Anche se è qualcosa di assolutamente inutile, ho bisogno di condividere le mie elucubrazioni mentali con il mondo”.
“Il mondo te ne sarà grato, immagino” commenta. “Dai, parla, e carca di concentrare il maggior numero di parole nel minor tempo possibile. Ti concedo… trenta secondi”.

“Ehi, ma trenta secondi sono pochissimi!” protesto.
“Ventotto, ventisette, ventisei”.
“Ok, ok, non mettermi ansia!” esclamo. “Dunque, c’è questa tizia, fuori come un balcone, te lo giuro. Si chiama Caroline e a quanto pare Chris l’ha incontrata allo Stauton la sera che si è sbronzata. O forse è proprio la ragione per cui si è sbronzata, temo di non aver capito bene questo passaggio…”.

“Non mi stupisce” borbotta Sherlock, ma io ovviamente continuo ad ignorarlo.

…due secondi dopo le presentazioni, Caroline si è messa a raccontare in modo piuttosto confuso dei mille e passa casi umani con cui è uscita, di quanto fosse scandalizzata quando le hanno proposto una seduta di bondage e di quando ha legato e imbavagliato il suo ragazzo, per poi abbandonarlo nel motel senza vestiti e documenti. Ovviamente sempre sorridendo, come se stesse facendo il riassunto di un episodio dei Teletubbies o di Dora l’esploratrice. Questa è tutta pazza, credimi!”.
Per pochi secondi Sherlock mi scruta con aria indecifrabile.
“Non è che, per caso, questa Caroline è bionda? Minuta, con i capelli mossi…” mi domanda infine.
“Sì! La conosci?” dico, sgranando gli occhi. Lui fa spallucce.
“Abbiamo frequentato lo stesso corso di geografia…” risponde, rimanendo sul vago. Nel frattempo un sorriso piuttosto inquietante si dipinge sul mio volto.
“Sherlock, dimmi… sei forse arrossito?” domando con una punta di malizia.
“Non dire idiozie” si affretta a negare.

“Andiamo, a me puoi dirlo! Non ho l’aspetto di una persona affidabile?”.
“Per niente” scandisce. “Non lascerei in tua balìa nemmeno il mio peggior nemico”.
“Ok, come vuoi” rispondo, fingendo noncuranza. “Significa che –siccome non sei arrossito- settimana prossima potrai venire con me e tuo fratello alle prove della band. Ah, ci sarà anche Caroline, ma ovviamente lei non ti interessa, quindi per te non sarà un problema”.
“Ovviamente no” esclama, palesemente in imbarazzo. “Figuriamoci!”.
Io continuo a sorridere.
“Perfetto!” concludo, mentre nella mia mente si sta già delineando un nuovo malefico, complicatissimo e geniale piano.







________________________

Sì, sono ancora viva. Più o meno.
Come nella più augusta delle tradizioni, ho salutato il nuovo anno con una bella tracheite, indi per cui sono chiusa in casa con la febbre a 38, in attesa di riprendere le lezioni all’Accademia. E giusto per aggiornarvi sui fatti miei (anche se non vi interessano u_u) sappiate che sono uscita indenne dagli esami di Maturità e ora studio qualcosa di completamente differente rispetto al mio vecchio indirizzo <3 E questo è un bene u_u

Ma passiamo alle cose serie, i ringraziamenti:


LaIKa_XD: Uno, due, tre, LIBERA! Ok, dopo questa breve defibrillazione spero di averti riportata in vita, non vorrei avere la tua morte sulla coscienza u_ù Sia Sherlock che Charlie rischiano il suicidio insieme, ma alla fine è un bene, serve qualcuno che dica il fatto suo a Charlie, no?

Sweet Madness: Ma non devi odiare la matematica, è una cosa magnifica, come si impara da “Paperino nel mondo della matemagica”, l’importante è mantenere le giuste distanze <3 io la amo da lontano e mi limito a fare il mio dovere disegnando e scrivendo u_u

“Molti serial killer sono geni in matematica! Davvero? XD Non si smette mai di imparare!

 

Mikybiky: Sherlock è relativamente adorabile, diciamo come un calcio sulle gengive, a volte; probabilmente questo è uno dei punti in comunque con tutti i miei personaggi ò_ò devo farmi delle domande?
Ma soprattutto… NON FARE SPOILER NELLE RECENSIONI XD Sennò la gente scopre i miei tremendi segreti riguardo alla prima versione u_u

 

BeRRy_aPPle: Una madre lettrice di fan fiction, è meraviglioso XD Noto che l’odio della matematica è comune a molte mie lettrici… suvvia! Mi sa che dovrò fare una campagna di riabilitazione in suo onore.

Roro: Aw, fantastica recensione, ma troppo lunga u_u ti rispondo su msn. (Essì, sono pigra)

 

Merediana: Esame di maturità andato… ehm… andato. E’ questo l’importante, no? Purtroppo temo di aver beccato un’altra sessione di esami con questo capitolo, però mi auguro che tu possa leggerlo! (Mark tornerà prossimamente e chi vivrà vedrà <3)

Chibi_tan: Ti ho risposto via MP, tipo EONI fa XD Facciamo che ti ringrazio di nuovo e ti mostro che non ho abbandonato la storia u_u



Clà

   
 
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