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Autore: waytotheend    02/02/2011    8 recensioni
Un nuovo club sta aprendo in città e Kurt ha bisogno di un documento falso. Fortunatamente, trova il perfetto cattivo ragazzo che potrà essergli d'aiuto.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kurt Hummel, Noah Puckerman/Puck
Note: OOC, Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
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A/N: Su LiveJournal c'è la meravigliosa Puckurt community dove la gente può anche lasciare commenti per richiedere delle storie. Ultimamente sto scrivendo per quelle persone, e questa ho pensato di tradurla.
Note alla Traduzione: Non è sicuramente un segreto che sia impossibile tenere tutte quante le espressione inglesi in italiano. Dunque, in questa storia, ho usato un dialogo dal film "10 Cose Che Odio di Te" che non ho mai visto, ma il dialogo era adatto a Puck e Kurt. Questo dialogo, in inglese (nel) è così:
Pat: Someone still has her panties in a twist.
Kat: Don't, for one minute, think that you had any effect whatsoever on my panties.
Pat: Then what did I have an effect on?
Kat: Other than my upchuck reflex, nothing.

Io ho sostituito la prima frase con "Geez, don't get your panties in a twist, Princess."
Ora, siccome era impossibile tradurre in italiano la frase "don't get your panties in a twist" ma senza tradurla letteralmente avrebbe tolto lo humor alla storia, quindi l'ho tradotta letteralmente ma suona strana, quindi scusate. Odio tradurre le mie storie dall'inglese perché perdono praticamente tutto, ma questa l'ho voluta tradurre e spero che vi piacerà! Se volete leggere la versione originale della storia, la trovate sul mio livejournal (il link è sulla mia pagina come sito mio). Oh e ho scelto il bagno per l'incontro per omaggiare il telefilm "10 Cose Che Odio di Te" che ho adorato!!!


Kurt entrò nel bagno guardandosi attorno con diffidenza. Lauren gli aveva detto che l’unica persona che conosceva in grado di fare documenti falsi che fossero credibili, era Noah Puckerman. Kurt aveva visto il ragazzo nei corridoi o agli allentamenti di football, dove Rachel lo aveva trascinato mentre lei aspettava Finn. Nonostante ciò, da quanto Kurt aveva sentito dire in giro, Puckerman, o Puck come tutti lo chiamavano, portava cattive notizie. Era il tipico cattivo ragazzo che aveva una cella in riformatorio con il suo nome sopra ad aspettarlo. Kurt aveva chiesto a Lauren se conosceva qualcuno perché era l’unica abbastanza spaventosa da sembrare il tipo di ragazza che aveva conoscenze nei bassi fondi.

Fino a quel momento, Kurt era stato un bravo ragazzo, ma per la prima volta, un club stava per essere aperto a Lima, e lui e Mercedes avevano deciso che ci sarebbero stati la sera dell’apertura. L’unico il problema era che avevano entrambi diciassette anni e bisognava avere almeno ventuno per poter entrare.

Kurt aspettò per quasi venti minuti, stringendo i soldi che aveva in mano nervosamente. Quando era ormai certo che Puck non sarebbe arrivato, la porta si aprì all’improvviso. Puck si voltò verso di essa e la bloccò prima di girarsi per guardare Kurt.

Il giocatore di football (alto, con una cresta e gli occhi più profondi che Kurt avesse mai visto prima di allora in vita sua) squadrò il soprano da capo a piedi prima di inarcare un sopracciglio e sorridere in una maniera che fece rabbrividire Kurt.

“Allora,” Kurt si schiarì la gola nervosamente. “Qualcuno mi ha detto che puoi aiutarmi.”

Puck fece un passo avanti e infilò le mani nelle tasche dei jeans. “Come posso aiutarti, Princess? Lauren mi ha detto che mi cercavi ma non mi ha dato dettagli.”

Kurt strinse i soldi nelle sue mani nervosamente ancora una volta. Aveva la netta sensazione che Puck stesse alludendo a qualcosa di sporco. “Mi serve soltanto un documento falso,” si affrettò a dire. “Puoi aiutarmi?”

“Certo, sono il migliore,” Puck disse sfrontato. “Dammi una settimana e tutti crederanno che tu abbia ventuno anni.”

“Ok.” Kurt si voltò e cercò nella sua tracolla fino a quando non riuscì a trovare la foto che Lauren gli aveva detto di portare. “Questa dovrebbe andare,” disse, porgendo la foto verso il giocatore di football.

Puck la prese e assieme ad essa afferrò anche la mano di Kurt e lo spinse contro il muro. Mise la mano che non teneva occupata al lato della testa del ragazzo pallido in modo che il soprano non potesse scappargli.

“Cosa stai facendo?” La voce di Kurt uscì più alta del solito.

“Mi devi pagare,” Puck rispose con un sorriso sensuale e muovendo le sopracciglia suggestivamente.

Kurt spalancò gli occhi. “Non farò sesso con te!” disse, indignato.

“Diamine, non agitare le tue mutande, Princess.”

Kurt raddrizzò la schiena e liberò la sua mano dalla presa di Puck e guardò dritto nei suoi occhi. “Non pensare, neanche per un momento, che tu abbia alcun effetto sulle mie mutande.”

Puck ridacchiò e si avvicinò. “Allora su cosa ho effetto?”

Kurt passò sotto il braccio di Puck e si allontanò. “Tranne che sul mio riflesso gastrico, su niente.”

“Sei divertente,” Puck gli disse ridendo. Poi, all’improvviso, era di nuovo serio. “Non devi fare sesso con me. Devi soltanto baciarmi.”

“Baciarti?” Kurt disse, corrugando la fronte.

“Per una settimana. Alla fine della settimana, ti darò il tuo documento.”

Kurt non aveva mai baciato nessuno prima d’allora e sebbene volesse che il suo primo bacio fosse con qualcuno speciale, voleva anche andare con Mercedes in quel locale. Sospirando, curvò le spalle e annuì. “Ok.” Soltanto in quel momento si ricordò che aveva ancora I soldi in tasca. “Immagino tu non li voglia più questi?” chiese, allungando la mano dove stava stringendo cento dollari.

“Tieniti i tuoi soldi, Princess. Aspetterò per il tuo pagamento sotto le gradinate dopo l’ultima ora. Non arrivare tardi.” Con un’ultima occhiata che fece sentire Kurt nudo, Puck si voltò, sbloccò la porta del bagno e se ne andò.

Kurt si chiese in cosa si fosse cacciato.


Si stava comportando in modo strano e lo sapeva. Continuava ad armeggiare con la manica della sua camicia e non stava prestando attenzione a cosa dicessero i professori e Mercedes continuava a chiedergli che stava succedendo. Ma Kurt era troppo nervoso per potersi preoccupare di qualcosa al di fuori del ragazzo che in poche ore sarebbe stato ad aspettarlo sotto le gradinate. Kurt continuava a guardare il suo orologio sperando che il tempo passasse in fretta perché sebbene Puck fosse alquanto spaventoso, era comunque bello e siccome Kurt non aveva molta scelta quando si trattava di ragazzi, non vedeva l’ora di poter finalmente baciare un ragazzo per la prima volta in vita sua, anche se si sarebbe trattato di Puck.

A pranzo mangiò soltanto una mela e andò a lavarsi i denti in bagno alla fine di ogni ora. Quando l’ultima campanella della giornata finalmente suonò, Kurt corse fuori dalla classe prima che Mercedes potesse chiedergli un passaggio a casa.

Non voleva correre fino alle gradinate perché non voleva che Puck sapesse che Kurt stava cominciando a pensare che baciarlo non era poi una così cattiva idea dopotutto, così, rallentò e aspettò che fossero passati dieci minuti dalla fine delle lezioni prima di dirigersi verso il campo di football.

Kurt era ancora nervoso quando raggiunse finalmente le gradinate. Fortunatamente, quel giorno non c’erano gli allenamenti né della squadra di football né delle cheerleaders, quindi il posto era praticamente deserto. Kurt andò sotto le gradinate e aspettò che Puckerman arrivasse. Ancora una volta, stava per andarsene quando il giocatore di football si decise finalmente ad arrivare.

“Era ora.”

Puck sorrise. “Pensavo mi detestassi, Princess?” Aveva addosso la maglietta di una band che Kurt non conosceva e un paio di jeans che sembravano decisamente logori. Ciò nonostante, Kurt doveva ammettere che il ragazzo era sexy.

“Allora, come lo vuoi fare?” Kurt chiese dopo qualche momento di fastidioso silenzio.

Puck inarcò un sopracciglio e fece qualche passo avanti fino a quando non stava invadendo lo spazio personale di Kurt. Come era accaduto il giorno precedente, Puck spinse Kurt indietro fino ad averlo con le spalle contro uno dei sostegni delle gradinate. La mano di Noah si posò attorno ad una guancia del soprano e il suo pollice premette contro il labbro inferiore di Kurt schiudendo le labbra rosee. I suoi occhi erano fissi sulla bocca di Kurt e Kurt non poteva fare altro che fissare a sua volta.

Poi, Puck si abbassò e lo baciò piano. Erano entrambi esitanti all’inizio, perché Kurt non sapeva cosa stava facendo e Puck perché sapeva che il primo bacio per il ragazzo. Comunque, ben presto, Puck mise l’altra mano dietro al collo di Kurt fino a quando le sue dita si ritrovarono nei suoi capelli e usò la presa per inclinare la testa di Kurt all’indietro così che potesse avere un’angolazione migliore per approfondire il bacio. Mordicchiò gentilmente il labbro inferiore di Kurt e quando il ragazzo sospirò, sfruttò la cosa per poter insinuare la sua lingua nella bocca del soprano.

Le mani di Kurt trovarono posto sulle spalle di Puck. Cominciò ad aprire e chiudere le mani mentre accarezzava curiosamente la sua lingua con quella di Puck. Quando sentì mani afferrargli il sedere e stringere, si tirò indietro urlando. “Cosa stai facendo?”

“Baciandoti?” Puck chiese in risposta, chiedendosi cosa fosse successo e perché avessero smesso di baciarsi. “Amico, sei un incredibile baciatore, anche se è la tua prima volta.”

Kurt arrossò e incrociò le braccia al petto. “Prima di tutto, non chiamarmi “amico” e poi, come potresti sapere che era il mio primo bacio?” Puck rise e si spinse contro Kurt. Il soprano lo spinse indietro indignato. “Smettila!”

“Rilassati, Princess. Ci stavamo semplicemente baciando.” Roteò gli occhi e fece un passo indietro. “Vedo, il fatto che tu stia andando in panico perché ti ho toccato il sedere, è un segno che sei vergine e che fino a quando Puckzilla non è entrato nella tua vita, non avevi mai neanche baciato qualcuno.”

“Comunque.” Kurt si voltò, completamente ignorando l’altro ragazzo che stava ridendo.

“Ci vediamo domani! Non fare tardi!” Puck gli urlò dietro. Kurt gli diede il dito e continuò a camminare.


Il secondo giorno, Puck arrivò in tempo e Kurt non andò in panico quando il giocatore di football gli afferrò il sedere.

Il terzo giorno Kurt cominciò a smettere di essere nervoso per via dei baci con Puck. Questa volta, comunque, quando Puck lo spinse contro uno dei sostegni delle gradinate, Kurt batté la testa e Puck cominciò a ridere così tanto che Kurt andò via prima che arrivassero al bacio.

Il quarto giorno, Puck confessò a Kurt che si era masturbato la notte precedente pensando ai loro baci. Kurt arrossì furiosamente fino a quando la bocca di Puck n on gli fece dimenticare tutto il resto. Più tardi, mentre tornava a casa, Kurt quasi andò nel panico quando si accorse che quei baci cominciavano a piacergli più di quanto avrebbero dovuto e che lo rendevano felice.

Il quinto giorno, Puck disse a Kurt che aveva gli allenamenti e quindi, per la prima volta, Kurt offrì a Rachel di farle compagnia mentre aspettava Finn. Appena i giocatori lasciarono il campo per andarsi a fare la doccia e andare a casa, Kurt salutò Rachel e si diresse sotto le gradinate facendo attenzione che la ragazza non se ne accorgesse. Era sicuro che avrebbe dovuto aspettare per Puck ma dopo solamente un paio di minuti, il giocatore di football andò da lui con ancora addosso la sua uniforme.

Vedere il ragazzo con la sua uniforme eccitò Kurt in un modo che non credeva possibile. Per la prima volta da quando aveva cominciato a “pagare” Puck, fu lui a iniziare il bacio. Puck era sorpreso e per un attimo non fece nulla, poi, finalmente, chiuse le sue braccia attorno alla vita di Kurt e se lo tirò contro mentre Kurt passava le sue braccia attorno al collo di Noah.

Fu il bacio più incasinato che i due si era scambiati fino a quel momento e Puck se lo sognò quella notte.

Il sesto bacio fu invece quello che i due lasciarono andasse più avanti. Non solo Kurt lasciò che Puck gli strizzasse il sedere, ma lasciò anche che il running back (perché aveva chiesto, in maniera molto discreta, a Rachel informazioni sulla posizione del numero 20) gli si strusciasse contro fino a quando non vennero nei loro pantaloni. Certo, poi Kurt andò nel panico. Puck lo guardò andare via ridendo affettuosamente.

Quando la settimana si avviò alla sua conclusione, Kurt si era completamente dimenticato del “pagamento”. Fu Mercedes, chiedendo se il suo falso documento fosse pronto, che gli ricordò che dopo il bacio di quel giorno, non avrebbe più baciato Puck. Considerando il fatto che era cominciato tutto quanto come forma di pagamento, Kurt si chiese come fosse possibile che in soli sette giorni fosse diventato talmente assuefatto a quei pochi minuti passati alle gradinate, da non poter immaginare le sue giornate senza.

Quando l’ultima campanella suonò, Kurt si ritrovò a camminare più lentamente come se cercasse di posporre la fine del loro patto quanto più a lungo possibile. Quando guardò il suo orologio e notò che era già in ritardo di dieci minuti, sospirò pesantemente e andò a cercare Puck sotto le gradinate.

Puck lo stava aspettando, le braccia incrociate al petto mettendo in risalto i suoi bicipiti. Kurt quasi corse da lui desideroso di ricevere il suo bacio. Comunque, non appena fu vicino abbastanza, Puck tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo documento falso e lo passò a Kurt.

“Allora, considerando che sembri un dodicenne, ho fatto un lavoro incredibile. Penso che questo sia il mio miglior lavoro.” Si passò una mano tra la cresta e guardò Kurt mentre il soprano studiava il documento tra le sue mani. “Allora, che pensi?”

Kurt girò il documento tra le sue mani e doveva ammettere che era perfetta; dubitava seriamente che qualcuno sarebbe stato in grado di capire che era un falso. Si schiarì la gola e guardò in su, incrociando lo sguardo di Puck. Stava per dire, “Oh, è fantastico!” ma finì col dire, “Penso che dovresti lavorarci ancora.”

Puck corrugò la fronte e gli strappò la carta dalle mani. “E’ perfetto!”

“Non saprei.” Kurt si avvicinò a Puck e gli mise una mano sul braccio. “Magari non ti ho pagato abbastanza e dovresti rifarlo.” Era quasi certo che il suo tono da seduttore fosse patetico, ma quando Puck lo guardò sorridendo, non gli importò se sembrava un perdente. “Credo che dovrei pagarti meglio, non sei d’accordo?”

Puck infilò il documento falso nella tasca dei suoi jeans e afferrò Kurt per il bavero della giacca per portarselo vicino. “Credo di essere d’accordo.”

Il settimo, l’ottavo, il nono, il decimo e tutti gli altri baci, avvennero sul letto di Kurt nella sua camera, con la porta chiusa a chiave e una luce soffusa che proiettava le loro ombre sulle pareti bianche. Questa volta, Kurt non andò nel panico e non pensò che sarebbe andato nel panico mai più. Almeno, ne fu convinto fino a quando Noah non infilò le mani nei suoi pantaloni.

   
 
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