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Autore: May Des    03/02/2011    3 recensioni
Era steso ormai da ore nella radura.
Intorno a lui, solo il bianco candido della neve che, cadendo dal cielo, ricopriva ogni cosa. Anche lui veniva pian piano coperto da quella gelida coltre.
Genere: Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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L’angelo delle nevi

L’angelo delle nevi

 

Era steso ormai da ore nella radura.

Intorno a lui, solo il bianco candido della neve che, cadendo dal cielo, ricopriva ogni cosa. Anche lui veniva pian piano coperto da quella gelida coltre.

Aveva freddo. Indossava solo il pigiama dell’ospedale da cui era scappato.

Strinse i pugni ripensando agli sguardi duri dei suoi compagni.

Lo sapeva perfettamente che ritenevano lui responsabile per il fallimento della missione. Lo leggeva nei loro occhi.

Sguardi di rammarico, delusione, rabbia. Sguardi che gli ricordavano quelli di odio e disprezzo della sua infanzia.

Aveva tentato di scusarsi ma non lo avevano voluto ascoltare. Sasuke se ne era andato subito dopo essersi medicato la ferita e Sakura lo aveva seguito immediatamente. Non gli avevano rivolto la parola. Neanche il sensei era venuto a vedere come stava. Lo aveva atteso a lungo ma non era venuto.

Le infermiere lo snobbavano, ignorandolo quando gli rivolgeva la parola. Rammentava di essersi alzato per andare a fare un giro, stufo di stare in quella stanza ma, non era nemmeno riuscito a aprire la porta che aveva sentito due medici parlare tra di loro:

- Mi domando perché dobbiamo tenerlo qui? -

- Lo sai benissimo perché. È la nostra arma più forte. -

- Non mi importa se è la nostra arma più forte. Per me è e sempre rimarrà un mostro! Ha distrutto il nostro villaggio una volta e potrebbe farlo ancora! -

- Takeda! Abbassa la voce…. Senti anch’io la penso come te ma non possiamo contravvenire agli ordini. In ogni caso sai benissimo che una mossa sbagliata e il consiglio…… hai capito cosa intendo. -

- Si si. Sarebbe finito. -

- Comunque non è bene parlare di queste cose. Continuiamo il nostro giro, i pazienti aspettano. -

 

Quando i due medici si erano allontanati era tornato nel suo letto e li vi era rimasto fino a notte inoltrata. Poi era fuggito.

Ora era li nella radura ad aspettare chi sa cosa.

La neve, che per un momento aveva smesso di cadere, riprese a scendere.

Gli piaceva guardarla. Gli ricordava uno dei pochi momenti lieti della sua infanzia, quando di nascosto aveva ascoltato la triste storia dell’angelo delle nevi. Parlava di una donna che inseguendo il suo bambino moriva sotto una slavina. Da allora, si raccontava, arrivava con la neve cercando suo figlio e conduceva i viandanti smarriti al sicuro. Donava loro un orchidea e gli chiedeva di portarla al tempio e pregare per il successo della sua ricerca.

Era una storia realmente triste.

Da piccolo, quando nevicava, stava ore e ore alla finestra sognando sua madre che arrivava e lo portava via, lontano, dove sarebbero vissuti felici e contenti insieme.

Sorrise a quel ricordo. Era qualcosa di dolce dentro un mare amaro di lacrime segrete.

Sentì uno scricchiolio.

I suoi sensi ninja si risvegliarono ma lui non si mosse. Ormai non gli importava molto. Anche se era un nemico, avrebbe potuto ucciderlo tranquillamente. Non c’era nessuno a cui sarebbe importata una sua eventuale dipartita. Non era servito a niente lottare per ottenere un posto in quel villaggio, tutti lo avrebbero per sempre visto come Kyuubi e non come Naruto, la persona che realmente era.

Gli scricchiolii continuarono. Erano passi.

Improvvisamente la neve smise di cadere e i rumori cessarono.

Svogliatamente Naruto aprì gli occhi.

Una figura troneggiava su di lui e lo stava coprendo con il suo ombrello.

Socchiuse gli occhi per meglio metterla a fuoco.

Era una donna. Indossava un elegante kimono e portava i lunghi capelli neri legati in una morbida coda.

La figura si abbassò.

Aveva i suoi stessi occhi.

- Va tutto bene? – chiese la donna.

- Si può dire di si. – rispose esitante Naruto.

- Vorrei porti una domanda. – chiese educatamente.

Naruto accenno di continuare.

- È da tempo che vago su questi monti alla ricerca di mio figlio. L’hai per caso incontrato? -

Naruto spalancò gli occhi – No mi dispiace. A parte lei, non ho visto nessuno questa sera. -

- Ah, capisco. – mormorò dispiaciuta.

- Sa. – disse Naruto – Io non ho mai conosciuto mia madre. -

La donna lo guardò con occhi nuovi –  Assomigli così tanto al mio piccolo Hoshi. È passato così tanto tempo da quando ho iniziato a cercarlo, a quest’ora sarà già grande. – mormorò piano - Vorresti essere il mio bambino? -   chiese sorridendogli.

Naruto spalancò gli occhi. Mai nessuno gli aveva fatto una simile domanda. Mai nessuno l’aveve voluto, in qualsiasi modo.

Delle lacrime gli sfuggirono dagli occhi.

- Solo se mi porti via da qui, mamma. -

La donna lo abbracciò stretto stretto – Certo piccolo mio. – mormorò – Verrai via con me. – disse prendendolo per mano e conducendolo con sé nella foresta.

Le due figure si allontanarono lentamente dalla radura mentre la neve, cadendo cancellava i loro passi.

 

°°°°

Era mattina presto e Sakura stava maledicendo in tutte le lingue del mondo quel Dobe di Naruto.

Quella notte era scappato dall’ospedale e ora lei, Sasuke e il sensei erano costretti a cercarlo. Col freddo che faceva poi!

Avevano già guardato nei posti più ovvi ma di lui non c’era traccia. Ora era da quasi un’ora che stavano perlustrando la foresta.

- Hei. - Richiamò all’attenzione Sasuke – Che cosa c’e là? -

Sakura guardò.

- È solo uno spiazzo innevato. – osservò.

- No. Non è solo questo. – disse Kakashi cambiando direzione.

In pochi attimi arrivarono a destinazione.

La radura era completamente ricoperta da orchidee bianche.

Sakura guardò stupita – Ma come è possibile?! –

- La c’è qualcosa. – disse lapidario Sasuke, indicando il centro dello spiazzo.

I tre si avvicinarono, kunai alle mani. Pronti a qualsiasi evenienza. Una volta vicini, però, si bloccarono.

Steso a terra c’era Naruto.

Stringeva tra le sue mani una bellissima orchidea gialla e aveva sul volto il più angelico dei sorrisi.

Queste furono le prime cose che notarono. Poi altri particolari saltarono agli occhi. Videro che era ricoperto da un sottile strato di neve, le sue labbra erano blu e non respirava.

Sakura si portò una mano al volto cercando di trattenere i singhiozzi. Sasuke si coprì gli occhi con la frangia per nascondere gli occhi lucidi. Il sensei rimase impassibile osservando il corpo senza vita del suo allievo.

L’angelo delle nevi aveva ritrovato il suo bambino perduto.

 

 

N.d.A.

Salve a tutti e grazie per aver letto questa storia.

L’idea è nata pensando alle varie leggende di fantasmi che ogni tanto si sentono. Qui ho creato una figura tutta mia, l’angelo delle nevi. Questo personaggio mi è piaciuto talmente tanto che ho voluto raccontare brevemente la sua storia, così se vi interessasse saperne un po’ di più potete andare a cercare “ Tsuki Ran” che ho pubblicato su questo sito negli Originali.

Tralasciando questo piccolo spazio pubblicitario volevo ancora ringraziarvi per aver letto questo racconto. Spero vi sia piaciuto.

A presto.

May Des

 

   
 
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