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Autore: Yujikki    04/02/2011    3 recensioni
Piccola raccolta con Accoppiate assolutamente crack fra Saint e Specter: perché noi siamo per l'Amore(e l'amicizia) Interrazziale!
Dedicata ad Ayay con tanto amore.
1. ~Capriccio: -Ultimo desiderio per un condannato a morte.- gli disse Aphrodite con un sorriso di scherno sul volto.[Minos&Aphrodite]
2. ~Prede: Rhadamantys sorrideva, ghignava, e giocherellava con il bicchiere di scotch in mano, muovendolo circolarmente, concedendosi un assaggio di liquore ogni tanto, senza mai staccare gli occhi da Kanon. [Radamanthys&Kanon]
3. ~Colpe: Rune stringe gli occhi e lo fissa: “Non approvo nulla della tua persona.", “Sarò felice di mostrarteli tutti, i miei peccati, quando mi giudicherai.” ghigna, nuovamente, Deathmask. [Deathmask&Rune]
Ps: Prima volta che tratto i bei virgulti dell'Ade, spero siano IC.
PPs: Gli avvertimenti variano da capitolo a capitolo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Sorpresa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Colpe
Rating:Giallo
Genere: Generale
Avvertimenti: Shonen-ai, Flashfic, Post-Hades
Personaggi: Deathmask di Cancer, Rune di Balrog
Note aggiuntive di Quellachehascrittoquestiscempi: Sì. Non ha senso come cosa. Come situazione, come coppia. Non ha fottutamente senso. L'ho finita di scrivere ora: a mezzanotte e dieci minuti. Ho provato a rileggere, ma non escludo che qualche errore mi sia scappato. Non solo grammaticale, ma proprio anche logico. Per favore ditemelo. E, soprattutto, sputatemi addosso per l'enorme cagata che ho pubblicato.



Rune era sempre stato ligio al suo lavoro e al suo ruolo.
Per questo Minos si fidava completamente di lui e lo lasciava sempre più spesso a fare le sue veci al Tribunale.
Già, sempre più spesso.
Infatti, da quando la pace con Athena era stata stipulata, notava sempre più spesso che il Signor Minos era sempre (o quasi) assente dal lavoro e Rune si trovava con sempre meno preavviso a svolgere quel compito essenziale. Certo, il suo Superiore era portavoce di Hades sulla terra e, in particolare, al Santuario di Athena, aveva molti impegni, per questo stava in Tribunale sempre meno.
Eh no, non voleva ascoltare le insinuazioni degli altri Specter (tipo Zellos e Raimi) che parlavano di una possibile storia fra Minos e un Saint, eh no, non voleva nemmeno indagare oltre, lui si faceva bastare, e credeva, soprattutto, alle parole del suo Superiore, e non intendeva di certo andare a scavare nella sua vita privata.
Ma una cosa per cui seriamente aveva da ridire col Signor Minos era lui.
D’accordo, Athena e il Sommo Hades ora erano alleati, ma… perché? Perché doveva avere un idiota che in teoria avrebbe dovuto aiutarlo, ma che, in pratica, non faceva altro che infastidirlo sul lavoro e accendere stupide discussioni che portavano, inesorabilmente, ad egualmente stupidi litigi?
Per imparare a conoscere i nostri nuovi alleati.” gli aveva detto Minos, con quel suo solito sorriso inquietante quando gliel’aveva chiesto.
“Questo metodo è un totale, gigantesco, monumentale fallimento!”gli avrebbe detto Rune se non fosse stato un rispettoso sottoposto.
Ma, ora come ora, poteva solo stringere i denti e cercare di non uccidere quell’essere così fastidioso.
 
Ecco i passi pesanti che risuonano nel corridoio.
Rune sospira rassegnato e continua trascrivere i nomi facendo finta di nulla.
Il portone viene spalancato con forza: “Ohi, Rune, sono qua.” urla, ovviamente, come se sapesse fare altro, d’altronde.
Eppure è da sei mesi che viene regolarmente lì, lo sa che l’unica cosa che lo Specter pretende è il silenzio, ma, naturalmente, le cose gli entrano in testa tanto velocemente quanto ne escono.
“Speravo di non vederti oggi, Saint” dice Rune con voce neutra, stringendo la mano intorno alla piuma con cui sta scrivendo: si trattiene dal tirare fuori la frusta.
Deathmask sale le scale e butta via il mozzicone di sigaretta che ha fra i denti, arriva in cima e, in malo modo, si siede sul braccio destro del trono “Sempre di buon umore, eh?” dice, accendendosi una nuova sigaretta “come se a me piacesse vedere la tua brutta faccia da Specter praticamente tutti i giorni! Che credi?!” e fa due tirate veloci alla cicca per accenderla del tutto, poi, espira.
Qualche minuto di silenzio: “Un sogno, un sogno!” pensa Rune mentre continua a trascrivere sul grande tomo, ma, ecco, che compare un’anima proprio al centro dell’enorme salone. Pronta per essere giudicata.
“Dimmi il tuo nome.”
Ecco, la fatidica domanda: come da rito.
Potrebbe sembrare innocua a primo avviso, ma, Deathmask, lo sa bene quanto sia importante per il condannato. E’ la frase che preannuncia l’orrore, e Rune, con quel suo tono freddo e distaccato, la rende qualcosa di assolutamente terrificante nella sua semplicità.
“D-david Smith” balbetta l’anima cercando di farsi ancora più piccola “D-dove sono? F-fino a un attimo fa e-ero…” continua poi sorridendo nervosamente.
“Sei morto. E sei in questo Tribunale per essere giudicato in base alle tue colpe.” dice sempre più glaciale ed efficiente Rune, spalancando l’enorme registro dei morti e cercando il nome appena pronunciato dall’anima.
“M-ma è impossibile” continua ridendo sempre più nervosamente e sudando freddo “M-mi state prendendo in g-giro, vero?”
“Benvenuto all’Inferno, David! E ricorda una piccola cosa di questo posto: di rado si scherza quaggiù.” dice Deathmask ghignando divertito.
Rune sospira socchiudendo gli occhi: “David Smith” ed ecco che lo Specter srotola la frusta del Balrog e si alza in piedi “Sei accusato di omicidio e tradimento, come ti dichiari?”
L’anima spalanca gli occhi e la bocca in un moto di puro terrore “Smettetela di scherzare con me! Smettetela immediatamente!” grida in preda al panico, la voce stridula risuona per tutto il Tribunale. E una delle cose che odia di più Rune di Balrog sono proprio le persone che gridano.
La frusta scatta verso il condannato, si avvolge intorno a lui come un serpente con la preda  “Sono innocente! Non ho fatto nulla, non ho fatto nulla, io!” continua a gridare l’anima, ma appena tutti i peccati che ha commesso nella vita, dal più insignificante al più spregevole, gli passano davanti come un film mostruoso, ecco che cessa di urlare, inizia solo a piangere. “Io non volevo! Mi sono pentito! Ho capito i miei sbagli! Ora riportatemi a casa! Voglio un’altra possibilità! Sono pentito… Abbiate pietà…” dice, fissando i due uomini che incombono sopra di lui.
“Pietà? Qui nell’Inferno, la Pietà, non esiste per nessuno. David Smith, il mio verdetto è: colpevole. Finirai nel Cocito, e nella Giudecca sconterai la tua pena.”
“Sono pentito! Sono pentito!”
Le urla disperate si affievoliscono velocemente e, finalmente, regna nuovamente il silenzio.
La frusta torna verso il suo proprietario.
“Tsk. Patetico.” dice schifato Deathmask.
“E’ questo che rende volgari e inutili gli esseri umani. Pensano che una redenzione all’ultimo possa salvare la loro sorte. Che sciocchezze.” dice Rune tornando a sedere.
“Già solo l’idea della redenzione è stupida. E ancora di più lo è il fatto di ripudiare le proprie azioni e dimenticare le proprie colpe.”
Rune lo guarda (quasi) incuriosito “Ma tu non sei redento? E non hai fatto ammenda delle tue azioni e delle tue colpe?”
Deathmask ricambia lo sguardo stranito, la sigaretta mezza fumata in mano.
“Non mi sono redento: ho solo capito di essermi messo dalla parte sbagliata, cioè da quella di un megalomane schizofrenico con manie di dominio sul mondo, e, soprattutto, non cercherò mai di pentirmi delle mie colpe e di ripudiare le azioni che ho compiuto.”
“E perché mai?”
“Perché ne vado estremamente orgoglioso, mi pare ovvio.” ghigna Deathmask buttando a terra la sigaretta consumata.
Rune stringe gli occhi e lo fissa: “Non approvo nulla della tua persona”.
“Sarò felice di mostrarteli tutti, i miei peccati, quando mi giudicherai.” ghigna, nuovamente, per poi chinarsi e baciare, ferocemente, quelle labbra candide.
E quel contatto (come al solito) inaspettato si rompe dopo poco, Deathmask inizia scendere l’imponente scalinata “E ti avverto che sono tanti i miei, altro che queste anime da quattro soldi.” continua, urlando, uscendo dal Tribunale e chiudendosi le monumentali porte dietro di sé.
Rune stringe gli occhi.
Quanto detesta quel Saint.
E, poi, riapre l’enorme tomo alla sua sinistra, ricominciando a scrivere.                                                                                                                                                             

 
   
 
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