N.d.A.:
In primis ringrazio Tetide
per
avere recensito il sesto capitolo di questa storia e spero che il finale che oggi posto non vi deluda.
x Tetide: In
effetti se rimaneva la tensione per tutta la setata prima o poi c'era
un'esplosione di Maya stile tsunami...hehe!!!
Il grande sogno di Maya (Garasu
no kamen), Maya, Masumi e tutti gli altri personaggi sono
proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan
Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e
pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata
creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti
vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene,
pertanto, intesa….
Seulement à
Noël
By Aresian
Parte Settima
Meno di dieci
minuti a mezzanotte. Il cielo ero un manto nero puntellato di stelle
stupende, così grandi da illudere di poterle toccare con un
dito. L'aria gelida sferzava i volti dei presenti ma la moltitudine
di corpi rendeva comunque un certo tepore all'ambiente circostante.
La terrazza, addobbata anch'essa a festa, evidentemente non era poi
così grande come le era parsa in un primo momento,
considerò
Maya. In effetti erano quasi pigiati come sardine e da dove si
trovavano difficilmente le sarebbe riuscito di vedere qualcosa tranne
che i fuochi d'artificio perchè sparati proprio sopra la sua
testa o quasi. Accidenti, l'ennesima volta in cui rimpiangeva di
essere così bassa e goffa... uffa! Con un gesto di
disappunto
scacciò dietro l'orecchio un ciuffo di capelli ribelle,
sfuggito allo chignonne.
"Ecco, lo sapevo, da qui non vedo
niente" bofonchiò contrariata facendo ridere Rei al suo
fianco mentre una nuvoletta di condensa fuoriusciva dalla sua bocca e
assumeva bizzarre forme, sospinta dalla brezza, prima di sparire.
"A
questo si può rimediare" rispose prontamente Masumi, poco
dietro di lei. In effetti, alto com'era anche se fosse rimasto
l'ultimo della fila lui sarebbe riuscito ad intravvedere qualcosa
ugualmente pensò Maya ancor più infastidita. Un
momento, aveva detto qualcosa...
"Cioè?" chiese
speranzosa.
Masumi le sorrise lievemente prima di indicare con la
testa un piccolo balconcino, veramente ridotto sembrava quasi un
piccolo loggione a due posti, posto poco sopra l'ingresso principale
dell'Albergo. Maya lo fissò a bocca aperta. Certo
lì
non c'era nessuno ma... insomma non ci stavano tutti e sei.
Rei,
che aveva seguito la loro conversazione e la direzione presa dal loro
sguardo, fece la medesima considerazione di Maya solo che la ritenne
un'ottima idea. Aveva l'impressione che Hayami cercasse una scusa per
poter parlare con Maya in privato e ben sapendo com'era finita la
famosa giornata sugli sci considerò che forse voleva che si
chiarissero.
"Ma certo. Non preoccuparti per noi Maya, io da
qui vedo mezza pista e anche Sayaka e Mina hanno una discreta
visuale. Vai pure con il Signor Hayami, ci ritroviamo poi in sala
finito lo spettacolo" disse pacata.
Maya le lanciò
un'occhiata sorpresa, rammentando all'improvviso che l'opinione di
Rei sul Presidente della Daito non era proprio uguale alla sua. Come
diamine aveva fatto Hayami a "corrompere" la sua migliore
amica? Scosse la testa dandosi della stupida. Cosa c'era di male a
stare su un terrazzino a vedere i fuochi artificiali, anche se era in
compagnia di Masumi Hayami?
"Emh! Va bene Signor Hayami. La
seguo" disse arrossendo in viso, e non era per il freddo, sotto
lo sguardo attento di Misuki che si lasciò sfuggire un
lievissimo sorriso consapevole delle "manovre" del proprio
capo.
Defilandosi in
silenzio i due passarono dalla scalinata che partiva dalla Hall, e
saliva al primo piano, per poi deviare in un corridoio laterale che
si apriva su una piccola saletta adorna di poltroncine ai lati e un
tavolinetto posto al centro ricolmo di riviste, con addobbi natalizi
sparsi quà e là, al fondo della quale si trovava
una
piccola porta finestra che consentiva l'accesso al balconcino.
Masumi, dopo averla aperta, si fece galantemente da parte per
consentire a Maya di accedervi per prima, ponendosi poi
tranquillamente al suo fianco. Lì, lontani dalla calca, il
freddo si avvertiva decisamente più pungente e l'uomo ebbe
l'accortezza di porsi dal lato dal quale spirava la brezza notturna,
quasi si sfioravano, così da fare scudo con il proprio corpo
alla giovane e permetterle di beneficiare in parte del calore che
emanva dal medesimo. Maya se ne accorse e, non senza imbarazzo, lo
ringraziò timidamente.
"Dovere" rispose
sbrigativo Masumi, cercando di ignorare l'improvviso desiderio di
prenderla tra le braccia per proteggerla meglio dal freddo. In suo
soccorso il grido di giubilo proveniente dalla terrazza, che
avvertiva dell'inizio della fiaccolata. Senza più dire
niente
i due si volsero ad ammirare l'operato dei maestri di sci. Lo
spettacolo era magico e surreale. Quelle luci tremolanti che
scendevano lungo il versante della montagna, disegnando con maestria
e precisione scritte di auguri, che salutavano l'anno che finiva, per
aprirsi in un ventaglio come ad accogliere quello in arrivo. Maya era
rapita come in un sogno, non immaginava potesse avere un simile
fascino invece la suggestione ricreata era molto forte.
All'improvviso sobbalzò, spaventata, al primo assordante
botto. L'avviso che i giochi pirotecnici avrebbero avuto inizio. Con
il cuore in gola la giovane levò lo sguardo verso il cielo
nero lasciandosi catturare dalla girandola, mirabile, di mille forme
e colori che si dipanava come una ragnatela nel velluto notturno
della volta celeste, sempre più coinvolta e incurante
dell'assordante eco e rimbombo delle detonazioni nella valle per poi
commentare, con voce carica d'emozione "Sono bellissimi"
avvicinandosi inconsapevolmente a Masumi sino a toccarlo per
reprimere un brivido improvviso di freddo, come se fosse la cosa
più
naturale del mondo che lui fosse lì a condividere insieme a
lei quel momento.
"Sì... bellissimi" disse Masumi, in tono basso e arrochito, ma non si riferiva ai fuochi artificiali, no l'uomo neanche più li guardava troppo intento ad osservare il viso della giovane al suo fianco. Fortuna che Maya non lo osservava o avrebbe potuto vedere la profonda emozione che lo stava dominando. Serrò i pugni nel tentativo di riprendere il controllo di se stesso. Il gesto incosapevole e fiducioso della giovane, che gli si era spontaneamente avvicinata, lo aveva sorpreso spingendolo a cercare il suo volto per rimanere folgorato da ciò che vi vide. I colori nel cielo danzavano di riflesso sul visino radioso della giovane ammantandola di un'aurea di tenera dolcezza. Quando l'eco dell'ultimo fuoco si spense, in lontananza, si ritrovò a fissare i suoi occhi neri sorridenti. Cielo da quanto non vedeva in quel viso, rivolto a lui, una simile espressione? Praticamente da sempre. Avrebbe voluto congelare quel momento nel tempo, fermare le lancette dell'orologio e restare per sempre su quella minuscola terrazza ma sapeva che non era possibile. Dominando, grazie ad anni di sperimentato autocontrollo, il proprio turbamento si limitò a dire riscuotendosi "Su venga Maya, rientriamo. Fa realmente freddo qui fuori" riaprendo la porta vetrata facendole cenno di precederlo all'interno.
Maya ancora
sinceramente emozionata dallo spettacolo al quale aveva assistito,
con quel coinvolgimento tutto suo che spesso la faceva sembrare
stranita, si volse a cercare lo sguardo di Masumi. Chissà se
anche al freddo e compassato Hayami era piaciuto lo spettacolo. Stava
ancora, inconsapevolmente. sorridendo quando si ritrovò ad
osservare i suoi occhi azzurri più cupi e insondabili del
solito, tuttavia privi di quel gelo che sempre li contraddistingueva.
Non seppe intepretare l'espressione dell'uomo ma ciò non la
fece sentire a disagio, le sembrava semplicemente ... diverso. Non
sapendo bene come gestire la situazione obbediente seguì il
suo suggerimento e rientrò nella piccola saletta dove il
clima
era decisamente più caldo. In silenzio i due si avviarono,
l'uno perso nei propri pensieri, verso il corridoio principale anche
se il compito risultò più difficile dell'andata
in
quanto, per consentire di osservare meglio lo spettacolo pirotecnico,
le luci interne erano state abbassate e solo qualche applique a muro
lambiva la penombra con una tenue luce soffusa.
"Attenta"
l'avvertì Masumi, prendendola delicatamente per un braccio e
fermandola giusto in tempo prima che andasse a sbattere contro il
tavolino con le riviste.
"Mi scusi" ribattè
d'istinto la giovane, provando uno strano calore là ove la
mano di Masumi la sfiorava. Nella penombra ne intravvedeva
indistintamente la sagoma ma non poteva leggere l'espressione sul suo
viso, quindi non sapeva se la stava considerando la solita sbadata o
meno, mentre si spostavano di lato.
"Nessun problema" lo
sentì dire tranquillo salvo poi udirlo bofonchiare un "Ma
che diamine..." decisamente sorpreso e seccato che la fece
voltare nuovamente nella sua direzione. Le ci volle qualche istante
per capire ma quando realizzò cosa era successo non
potè
proprio fare a meno di scoppiare a ridere. Beh, insomma, non capitava
tutti i giorni di vedere Masumi Hayami, il Presidente della
potentissima Daito Art Production, con i capelli incastrati in un
addobbo natalizio.
Masumi fece una lieve smorfia contrariata
mentre con una mano tentava di districare la sua bionda chioma dai
rametti di vischio.
"Lo trova così divertente?"
chiese tra il serio e il faceto, considerando che la risata
cristallina della giovane era decisamente una novità, di
solito in sua presenza urlava sempre e solo disprezzo. Riflettendo
poi su come dovesse apparire ridicolo in quel momento non
potè
fare a meno di sorridere a sua volta, un sorriso aperto e privo di
cinismo. In effetti non poteva biasimarla se si stava divertendo alle
sue spalle, per una volta.
Maya cercò di trattenere
l'ilarità e vedendolo in difficoltà decise di
aiutarlo.
"Prego, lasci fare a me" disse risoluta,
ponendosi al suo fianco in punta di piedi, per arrivare alla sua
altezza e a quella dell'addobbo, aiutandolo a liberarsi.
All'improvviso la loro vicinanza imbarazzò entrambi. Maya,
confusa, perdette per un istante l'equilibrio e Masumi fu lesto a
cingerla per la vita e i due si ritrovarono a fissarsi negli occhi
mentre l'ultimo ramoscello di vischio scivolava via dai capelli di
Masumi lasciandolo libero.
Un lungo silenzio calò tra i
due, come quel giorno sulla pista da sci quando Maya accidentalmente
gli era rovinata addosso. Cielo quanto desiderava baciarla. Una
volta, una volta sola... perchè diamine non poteva
farlo?
Accidenti, il suo essere maldestra l'aveva messa in quella
scomoda situazione. Aveva liberato sì il Sig. Hayami ma
aveva
rischiato anche di cascargli addosso. Fortuna che lui era stato lesto
a trattenerla quando aveva perso l'equilibrio però...
perchè
adesso non la lasciava andare? Il lungo silenzio al fine venne
spezzato dall'uomo con una banale domanda.
"Conosce la
tradizione europea, Maya?" il tono volutamente pacato senza,
tuttavia, lasciarla andare. La giovane si limitò ad un cenno
di diniego, visibilmente imbarazzata. Masumi serrò per un
istante la mascella, prima di proseguire deciso "La tradizione
vuole che chi si trova sotto il vischio debba baciarsi e... io sono
un tipo che rispetta le tradizioni" concluse in un sussurro
posando le labbra su quelle della giovane, prima che lei avesse il
tempo di realizzare le sue intenzioni, e ... il tempo si
fermò!
Gli occhi sgranati dalla sorpresa Maya si ritrovò paralizzata tra le braccia dell'uomo. Le labbra calde di Hayami posate sulle sue, senza alcuna forma di insistenza. Un lieve contatto, solo una leggera e dolce carezza ma così diversa da ogni altro bacio avesse mai ricevuto mentre il calore delle sue mani, che la sostenevano alla vita, diventava sempre più forte anche attraverso lo spesso tessuto del cappotto imbottito che indossava. Perchè? Perchè, si chiese Maya scioccata, quel lieve tocco la turbava a tal punto? Non aveva mai provato niente di simile per i baci di Satomi. Scossa nel profondo, più di quanto fosse disposta ad ammettere, lo sentì allontanarsi da lei e provò un sciocco senso di ... abbandono. Senza fiato rimase a fissare il volto volitivo dell'uomo che ora si era deciso a lasciarla finalmente libera. Leggermente malferma sulle gambe, le gote in fiamme Maya riuscì solo a balbettare un confuso "Perchè lo ha fatto?" mentre incrociava i suoi insondabili occhi azzurri.
Alla fine aveva
ceduto a quell'impellente e scellerato impulso, e con quell'assurda
scusa l'aveva baciata. Gli era costato uno sforzo notevole mantenere
quel tocco lieve e quasi impersonale. Stolto che era stato. Ora quel
bacio rubato l'avrebbe perseguitato nei giorni a venire, ne era certo
come già lo turbava ancora il ricordo di un altro istante,
di
un altro momento rubato ma allora era stato diverso, Maya era
incosciente invece adesso era lì, immobile davanti a lui con
quegli occhioni così espressivi dilatati dalla sorpresa e le
guance arrossate di emozione o imbarazzo, non avrebbe saputo dirlo.
Il cinismo, il solo mezzo per poter venire fuori da quella situazione
senza senso, la maschera del freddo uomo d'affari dietro alla quale
al solito trincerarci per difendere la parte più vulnerabile
di se stesso, per non mostrarla a lei.
"Gliel'ho detto, amo
rispettare le tradizioni. Faccia conto che sia stato il suo Donatore
di Rose" le disse in tono misurato, in fondo era vero ma si
accorse dal rabbuiarsi improvviso della giovane di averla ferita, del
resto pareva essere l'unica cosa che fosse in grado di fare con lei,
ferirla. Consapevolezza che lo raggiunse come una stilettata al
cuore. Stava pagando caro quel breve attimo di follia. Immediata
giunse la stizzita replica della giovane.
"Beh, avrebbe
dovuto chiedermi se volevo rispettarla anch'io, Sig. Hayami. Il
Donatore di Rose non si sarebbe mai comportato in questo modo"
il tono chiaramente offeso. Come osava Hayami tirare in ballo il suo
ammiratore, il suo misterioso amico che sempre le stava al fianco?
Era bastata quell'affermazione a riportarla al presente ed a
rammentarle che lei lo detestava, sì lo detestava.
Masumi
reagì come suo solito. Oramai era avezzo al suo disprezzo.
Con
una risata ironica ed un'alzata di spalle si limitò a
constatare "La Mezzanotte è passata. Mi sa che la tregua
è finita" prima di allontanarsi, sconfitto, e lasciare la
giovane a fissare confusa e rabbiosa la sua schiena prima di sparire
alla sua vista.
Il resto della serata trascorse come avvolto in una nebbia per Maya. Ci aveva messo dieci minuti buoni a ricomporsi e decidere di essere pronta a raggiungere le altre nel Salone Principale. Con una scusa o con l'altra aveva evitato Hayami, anche solo di incrociare per sbaglio il suo sguardo, per il resto della festa. Del resto la cena si era conclusa e non erano più costretti a stare seduti allo stesso tavolo e con vivido sollievo aveva accolto il momento in cui Mina aveva decretato che era stanca e preferiva ritirarsi in camera, approfittandone per dileguarsi a sua volta. Adesso, nella penombra della stanza, mentre la sveglia sul comodino segnava le 05.08 del mattino, e Rei dormiva placidamente il sonno dei giusti, Maya si alzò senza far rumore e raggiunse il vaso con le rose scarlatte posto sul davanzale. Non le riusciva di dormire. Quante cose strane erano accadute in quei giorni. Le Vacanze sulla Neve, la lezione di sci con Hayami, la cena e non ultimo quel bacio... Senza rendersene conto si portò un dito a sfiorare le labbra. Tutto si sarebbe aspettata da lui tranne quel gesto. Perchè lo aveva fatto? Era stato così strano il Presidente della Daito, così diverso da come lo aveva sempre visto. "Faccia conto che sia stato il suo Donatore di Rose" le aveva detto. Arrossendo lievemente al ricordo delle sensazioni provate quando le labbra dell'uomo avevano sfiorato le sue Maya prese tra le mani una rosa, unico legame con il suo caro amico, con il suo ammiratore misterioso. Risoluta, dopo averne aspirato il profumo delicato, si portò alle labbra un petalo scarlatto, morbido e vellutato ma... freddo. "No" sospirò dolente, mentre una lacrima silenziosa le correva sulla guancia. Non era la stessa cosa.
Pochi giorni dopo Maya fece ritorno a casa senza più vedere Hayami. Tornata a Tokyo, alla frenetica vita di tutti i giorni, finì con il scrollarsi di dosso quelle strane sensazioni che l'avevano pervasa sulle montagne innevate di Nagano... almeno sino al giorno in cui, a causa di una Foulard Azzurro nella rappresentazione di "Lande Dimenticate", non avrebbe scoperto che il suo grande amico, il suo misterioso ammiratore che sempre l'aveva sostenuta altri non era che ... Masumi Hayami. Allora il ricordo di quel bacio rubato, sotto il vischio, in una notte d'inverno avrebbe donato alla giovane la consapevolezza del... perchè!
- FINE -