Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: aresian    05/02/2011    4 recensioni
Dopo l’interpretazione di Ardis ne “Le Due Regine” Maya riceve l’invito a trascorrere le vacanze natalizie sulle nevi di Nagano niente meno che dal Donatore di Rose. La giovane è convinta che sarà un Natale speciale, avrà ragione?…
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Masumi Hayami, Maya Kitajima, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Seulement a Noel - Parte Sesta

N.d.A.: In primis ringrazio Tetide per avere recensito il sesto capitolo di questa storia e spero che il finale che oggi posto non vi deluda.
x Tetide: In effetti se rimaneva la tensione per tutta la setata prima o poi c'era un'esplosione di Maya stile tsunami...hehe!!!

Il grande sogno di Maya (Garasu no kamen), Maya, Masumi  e tutti gli altri personaggi sono proprietà di Suzue Miuchi, Hakusensha Inc. Tokyo, Tohan Corporation, Orion e quanti aventi diritto alla divulgazione e pubblicazione del Manga medesimo.
Questa fanfiction è stata creata senza fini di lucro, per il puro piacere di farlo e per quanti vorranno leggerla.
Nessuna violazione del copyright si ritiene, pertanto, intesa….

Seulement à Noël
By Aresian

Parte Settima


Meno di dieci minuti a mezzanotte. Il cielo ero un manto nero puntellato di stelle stupende, così grandi da illudere di poterle toccare con un dito. L'aria gelida sferzava i volti dei presenti ma la moltitudine di corpi rendeva comunque un certo tepore all'ambiente circostante. La terrazza, addobbata anch'essa a festa, evidentemente non era poi così grande come le era parsa in un primo momento, considerò Maya. In effetti erano quasi pigiati come sardine e da dove si trovavano difficilmente le sarebbe riuscito di vedere qualcosa tranne che i fuochi d'artificio perchè sparati proprio sopra la sua testa o quasi. Accidenti, l'ennesima volta in cui rimpiangeva di essere così bassa e goffa... uffa! Con un gesto di disappunto scacciò dietro l'orecchio un ciuffo di capelli ribelle, sfuggito allo chignonne.
"Ecco, lo sapevo, da qui non vedo niente" bofonchiò contrariata facendo ridere Rei al suo fianco mentre una nuvoletta di condensa fuoriusciva dalla sua bocca e assumeva bizzarre forme, sospinta dalla brezza, prima di sparire.
"A questo si può rimediare" rispose prontamente Masumi, poco dietro di lei. In effetti, alto com'era anche se fosse rimasto l'ultimo della fila lui sarebbe riuscito ad intravvedere qualcosa ugualmente pensò Maya ancor più infastidita. Un momento, aveva detto qualcosa...
"Cioè?" chiese speranzosa.
Masumi le sorrise lievemente prima di indicare con la testa un piccolo balconcino, veramente ridotto sembrava quasi un piccolo loggione a due posti, posto poco sopra l'ingresso principale dell'Albergo. Maya lo fissò a bocca aperta. Certo lì non c'era nessuno ma... insomma non ci stavano tutti e sei.
Rei, che aveva seguito la loro conversazione e la direzione presa dal loro sguardo, fece la medesima considerazione di Maya solo che la ritenne un'ottima idea. Aveva l'impressione che Hayami cercasse una scusa per poter parlare con Maya in privato e ben sapendo com'era finita la famosa giornata sugli sci considerò che forse voleva che si chiarissero.
"Ma certo. Non preoccuparti per noi Maya, io da qui vedo mezza pista e anche Sayaka e Mina hanno una discreta visuale. Vai pure con il Signor Hayami, ci ritroviamo poi in sala finito lo spettacolo" disse pacata.
Maya le lanciò un'occhiata sorpresa, rammentando all'improvviso che l'opinione di Rei sul Presidente della Daito non era proprio uguale alla sua. Come diamine aveva fatto Hayami a "corrompere" la sua migliore amica? Scosse la testa dandosi della stupida. Cosa c'era di male a stare su un terrazzino a vedere i fuochi artificiali, anche se era in compagnia di Masumi Hayami?
"Emh! Va bene Signor Hayami. La seguo" disse arrossendo in viso, e non era per il freddo, sotto lo sguardo attento di Misuki che si lasciò sfuggire un lievissimo sorriso consapevole delle "manovre" del proprio capo.

Defilandosi in silenzio i due passarono dalla scalinata che partiva dalla Hall, e saliva al primo piano, per poi deviare in un corridoio laterale che si apriva su una piccola saletta adorna di poltroncine ai lati e un tavolinetto posto al centro ricolmo di riviste, con addobbi natalizi sparsi quà e là, al fondo della quale si trovava una piccola porta finestra che consentiva l'accesso al balconcino. Masumi, dopo averla aperta, si fece galantemente da parte per consentire a Maya di accedervi per prima, ponendosi poi tranquillamente al suo fianco. Lì, lontani dalla calca, il freddo si avvertiva decisamente più pungente e l'uomo ebbe l'accortezza di porsi dal lato dal quale spirava la brezza notturna, quasi si sfioravano, così da fare scudo con il proprio corpo alla giovane e permetterle di beneficiare in parte del calore che emanva dal medesimo. Maya se ne accorse e, non senza imbarazzo, lo ringraziò timidamente.
"Dovere" rispose sbrigativo Masumi, cercando di ignorare l'improvviso desiderio di prenderla tra le braccia per proteggerla meglio dal freddo. In suo soccorso il grido di giubilo proveniente dalla terrazza, che avvertiva dell'inizio della fiaccolata. Senza più dire niente i due si volsero ad ammirare l'operato dei maestri di sci. Lo spettacolo era magico e surreale. Quelle luci tremolanti che scendevano lungo il versante della montagna, disegnando con maestria e precisione scritte di auguri, che salutavano l'anno che finiva, per aprirsi in un ventaglio come ad accogliere quello in arrivo. Maya era rapita come in un sogno, non immaginava potesse avere un simile fascino invece la suggestione ricreata era molto forte. All'improvviso sobbalzò, spaventata, al primo assordante botto. L'avviso che i giochi pirotecnici avrebbero avuto inizio. Con il cuore in gola la giovane levò lo sguardo verso il cielo nero lasciandosi catturare dalla girandola, mirabile, di mille forme e colori che si dipanava come una ragnatela nel velluto notturno della volta celeste, sempre più coinvolta e incurante dell'assordante eco e rimbombo delle detonazioni nella valle per poi commentare, con voce carica d'emozione "Sono bellissimi" avvicinandosi inconsapevolmente a Masumi sino a toccarlo per reprimere un brivido improvviso di freddo, come se fosse la cosa più naturale del mondo che lui fosse lì a condividere insieme a lei quel momento.

"Sì... bellissimi" disse Masumi, in tono basso e arrochito, ma non si riferiva ai fuochi artificiali, no l'uomo neanche più li guardava troppo intento ad osservare il viso della giovane al suo fianco. Fortuna che Maya non lo osservava o avrebbe potuto vedere la profonda emozione che lo stava dominando. Serrò i pugni nel tentativo di riprendere il controllo di se stesso. Il gesto incosapevole e fiducioso della giovane, che gli si era spontaneamente avvicinata, lo aveva sorpreso spingendolo a cercare il suo volto per rimanere folgorato da ciò che vi vide. I colori nel cielo danzavano di riflesso sul visino radioso della giovane ammantandola di un'aurea di tenera dolcezza. Quando l'eco dell'ultimo fuoco si spense, in lontananza, si ritrovò a fissare i suoi occhi neri sorridenti. Cielo da quanto non vedeva in quel viso, rivolto a lui, una simile espressione? Praticamente da sempre. Avrebbe voluto congelare quel momento nel tempo, fermare le lancette dell'orologio e restare per sempre su quella minuscola terrazza ma sapeva che non era possibile. Dominando, grazie ad anni di sperimentato autocontrollo, il proprio turbamento si limitò a dire riscuotendosi "Su venga Maya, rientriamo. Fa realmente freddo qui fuori" riaprendo la porta vetrata facendole cenno di precederlo all'interno.

Maya ancora sinceramente emozionata dallo spettacolo al quale aveva assistito, con quel coinvolgimento tutto suo che spesso la faceva sembrare stranita, si volse a cercare lo sguardo di Masumi. Chissà se anche al freddo e compassato Hayami era piaciuto lo spettacolo. Stava ancora, inconsapevolmente. sorridendo quando si ritrovò ad osservare i suoi occhi azzurri più cupi e insondabili del solito, tuttavia privi di quel gelo che sempre li contraddistingueva. Non seppe intepretare l'espressione dell'uomo ma ciò non la fece sentire a disagio, le sembrava semplicemente ... diverso. Non sapendo bene come gestire la situazione obbediente seguì il suo suggerimento e rientrò nella piccola saletta dove il clima era decisamente più caldo. In silenzio i due si avviarono, l'uno perso nei propri pensieri, verso il corridoio principale anche se il compito risultò più difficile dell'andata in quanto, per consentire di osservare meglio lo spettacolo pirotecnico, le luci interne erano state abbassate e solo qualche applique a muro lambiva la penombra con una tenue luce soffusa.
"Attenta" l'avvertì Masumi, prendendola delicatamente per un braccio e fermandola giusto in tempo prima che andasse a sbattere contro il tavolino con le riviste.
"Mi scusi" ribattè d'istinto la giovane, provando uno strano calore là ove la mano di Masumi la sfiorava. Nella penombra ne intravvedeva indistintamente la sagoma ma non poteva leggere l'espressione sul suo viso, quindi non sapeva se la stava considerando la solita sbadata o meno, mentre si spostavano di lato.
"Nessun problema" lo sentì dire tranquillo salvo poi udirlo bofonchiare un "Ma che diamine..." decisamente sorpreso e seccato che la fece voltare nuovamente nella sua direzione. Le ci volle qualche istante per capire ma quando realizzò cosa era successo non potè proprio fare a meno di scoppiare a ridere. Beh, insomma, non capitava tutti i giorni di vedere Masumi Hayami, il Presidente della potentissima Daito Art Production, con i capelli incastrati in un addobbo natalizio.
Masumi fece una lieve smorfia contrariata mentre con una mano tentava di districare la sua bionda chioma dai rametti di vischio.
"Lo trova così divertente?" chiese tra il serio e il faceto, considerando che la risata cristallina della giovane era decisamente una novità, di solito in sua presenza urlava sempre e solo disprezzo. Riflettendo poi su come dovesse apparire ridicolo in quel momento non potè fare a meno di sorridere a sua volta, un sorriso aperto e privo di cinismo. In effetti non poteva biasimarla se si stava divertendo alle sue spalle, per una volta.
Maya cercò di trattenere l'ilarità e vedendolo in difficoltà decise di aiutarlo.
"Prego, lasci fare a me" disse risoluta, ponendosi al suo fianco in punta di piedi, per arrivare alla sua altezza e a quella dell'addobbo, aiutandolo a liberarsi. All'improvviso la loro vicinanza imbarazzò entrambi. Maya, confusa, perdette per un istante l'equilibrio e Masumi fu lesto a cingerla per la vita e i due si ritrovarono a fissarsi negli occhi mentre l'ultimo ramoscello di vischio scivolava via dai capelli di Masumi lasciandolo libero.
Un lungo silenzio calò tra i due, come quel giorno sulla pista da sci quando Maya accidentalmente gli era rovinata addosso. Cielo quanto desiderava baciarla. Una volta, una volta sola... perchè diamine non poteva farlo?
Accidenti, il suo essere maldestra l'aveva messa in quella scomoda situazione. Aveva liberato sì il Sig. Hayami ma aveva rischiato anche di cascargli addosso. Fortuna che lui era stato lesto a trattenerla quando aveva perso l'equilibrio però... perchè adesso non la lasciava andare? Il lungo silenzio al fine venne spezzato dall'uomo con una banale domanda.
"Conosce la tradizione europea, Maya?" il tono volutamente pacato senza, tuttavia, lasciarla andare. La giovane si limitò ad un cenno di diniego, visibilmente imbarazzata. Masumi serrò per un istante la mascella, prima di proseguire deciso "La tradizione vuole che chi si trova sotto il vischio debba baciarsi e... io sono un tipo che rispetta le tradizioni" concluse in un sussurro posando le labbra su quelle della giovane, prima che lei avesse il tempo di realizzare le sue intenzioni, e ... il tempo si fermò!

Gli occhi sgranati dalla sorpresa Maya si ritrovò paralizzata tra le braccia dell'uomo. Le labbra calde di Hayami posate sulle sue, senza alcuna forma di insistenza. Un lieve contatto, solo una leggera e dolce carezza ma così diversa da ogni altro bacio avesse mai ricevuto mentre il calore delle sue mani, che la sostenevano alla vita, diventava sempre più forte anche attraverso lo spesso tessuto del cappotto imbottito che indossava. Perchè? Perchè, si chiese Maya scioccata, quel lieve tocco la turbava a tal punto? Non aveva mai provato niente di simile per i baci di Satomi. Scossa nel profondo, più di quanto fosse disposta ad ammettere, lo sentì allontanarsi da lei e provò un sciocco senso di ... abbandono. Senza fiato rimase a fissare il volto volitivo dell'uomo che ora si era deciso a lasciarla finalmente libera. Leggermente malferma sulle gambe, le gote in fiamme Maya riuscì solo a balbettare un confuso "Perchè lo ha fatto?" mentre incrociava i suoi insondabili occhi azzurri.

Alla fine aveva ceduto a quell'impellente e scellerato impulso, e con quell'assurda scusa l'aveva baciata. Gli era costato uno sforzo notevole mantenere quel tocco lieve e quasi impersonale. Stolto che era stato. Ora quel bacio rubato l'avrebbe perseguitato nei giorni a venire, ne era certo come già lo turbava ancora il ricordo di un altro istante, di un altro momento rubato ma allora era stato diverso, Maya era incosciente invece adesso era lì, immobile davanti a lui con quegli occhioni così espressivi dilatati dalla sorpresa e le guance arrossate di emozione o imbarazzo, non avrebbe saputo dirlo. Il cinismo, il solo mezzo per poter venire fuori da quella situazione senza senso, la maschera del freddo uomo d'affari dietro alla quale al solito trincerarci per difendere la parte più vulnerabile di se stesso, per non mostrarla a lei.
"Gliel'ho detto, amo rispettare le tradizioni. Faccia conto che sia stato il suo Donatore di Rose" le disse in tono misurato, in fondo era vero ma si accorse dal rabbuiarsi improvviso della giovane di averla ferita, del resto pareva essere l'unica cosa che fosse in grado di fare con lei, ferirla. Consapevolezza che lo raggiunse come una stilettata al cuore. Stava pagando caro quel breve attimo di follia. Immediata giunse la stizzita replica della giovane.
"Beh, avrebbe dovuto chiedermi se volevo rispettarla anch'io, Sig. Hayami. Il Donatore di Rose non si sarebbe mai comportato in questo modo" il tono chiaramente offeso. Come osava Hayami tirare in ballo il suo ammiratore, il suo misterioso amico che sempre le stava al fianco? Era bastata quell'affermazione a riportarla al presente ed a rammentarle che lei lo detestava, sì lo detestava.
Masumi reagì come suo solito. Oramai era avezzo al suo disprezzo. Con una risata ironica ed un'alzata di spalle si limitò a constatare "La Mezzanotte è passata. Mi sa che la tregua è finita" prima di allontanarsi, sconfitto, e lasciare la giovane a fissare confusa e rabbiosa la sua schiena prima di sparire alla sua vista.

Il resto della serata trascorse come avvolto in una nebbia per Maya. Ci aveva messo dieci minuti buoni a ricomporsi e decidere di essere pronta a raggiungere le altre nel Salone Principale. Con una scusa o con l'altra aveva evitato Hayami, anche solo di incrociare per sbaglio il suo sguardo, per il resto della festa. Del resto la cena si era conclusa e non erano più costretti a stare seduti allo stesso tavolo e con vivido sollievo aveva accolto il momento in cui Mina aveva decretato che era stanca e preferiva ritirarsi in camera, approfittandone per dileguarsi a sua volta. Adesso, nella penombra della stanza, mentre la sveglia sul comodino segnava le 05.08 del mattino, e Rei dormiva placidamente il sonno dei giusti, Maya si alzò senza far rumore e raggiunse il vaso con le rose scarlatte posto sul davanzale. Non le riusciva di dormire. Quante cose strane erano accadute in quei giorni. Le Vacanze sulla Neve, la lezione di sci con Hayami, la cena e non ultimo quel bacio... Senza rendersene conto si portò un dito a sfiorare le labbra. Tutto si sarebbe aspettata da lui tranne quel gesto. Perchè lo aveva fatto? Era stato così strano il Presidente della Daito, così diverso da come lo aveva sempre visto. "Faccia conto che sia stato il suo Donatore di Rose" le aveva detto. Arrossendo lievemente al ricordo delle sensazioni provate quando le labbra dell'uomo avevano sfiorato le sue Maya prese tra le mani una rosa, unico legame con il suo caro amico, con il suo ammiratore misterioso. Risoluta, dopo averne aspirato il profumo delicato, si portò alle labbra un petalo scarlatto, morbido e vellutato ma... freddo. "No" sospirò dolente, mentre una lacrima silenziosa le correva sulla guancia. Non era la stessa cosa.

Pochi giorni dopo Maya fece ritorno a casa senza più vedere Hayami. Tornata a Tokyo, alla frenetica vita di tutti i giorni, finì con il scrollarsi di dosso quelle strane sensazioni che l'avevano pervasa sulle montagne innevate di Nagano... almeno sino al giorno in cui, a causa di una Foulard Azzurro nella rappresentazione di "Lande Dimenticate", non avrebbe scoperto che il suo grande amico, il suo misterioso ammiratore che sempre l'aveva sostenuta altri non era che ... Masumi Hayami. Allora il ricordo di quel bacio rubato, sotto il vischio, in una notte d'inverno avrebbe donato alla giovane la consapevolezza del... perchè!

- FINE -


  
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