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Autore: VaniaMajor    07/02/2011    7 recensioni
Dopo la morte di Soichiro, sembra che Sesshomaru non debba far altro che prendere possesso del Regno dell'Est. Al suo interno, però, si nasconde una trappola micidiale, in cui il Signore dell'Ovest cade insieme al fratello Inuyasha. Stavolta toccherà a Kagome e Anna trovare un modo per salvarli...da loro stessi! Terzo capitolo della saga di Cuore di Demone!
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Saga di 'Cuore di Demone''
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Author's note: Ciao a tutti! Bentornati sui lidi di Cuore di Demone...dove avevamo lasciato i nostri eroi? Ah, sì! Soichiro è morto e tutti sono felici e contenti. Secondo voi durerà? Ecco un primo assaggino, un bocconcino della buonanotte per stuzzicarvi! Seguitemi, prometto scintille!!

Sul Palazzo del Signore dei Demoni dell’Ovest stava scendendo la sera. Benché fosse appena metà pomeriggio, lunghe ombre si stavano allungando nel grandioso giardino, ormai spoglio di quei colori quasi accecanti che avevano accompagnato l’incedere dell’autunno. Ora l’inverno, con le sue dita adunche e il suo gelido alito, aveva preso possesso della terra, con rilevante anticipo. I rami degli alberi erano scheletrici, i laghetti erano specchi di ghiaccio. Per i ponticelli e le larghe distese d’erba non si aggirava più nessuno da tempo. La prima neve aveva spruzzato di bianco la natura addormentata.
Al secondo piano della grande dimora, una ragazza dai capelli corvini osservava questo spettacolo con aria malinconica, affacciata a una finestra, stringendosi addosso la pesante veste da camera che indossava. Una folata di vento particolarmente pungente la fece rabbrividire.
«Kagome!»
La voce alle sue spalle la fece voltare. Nella stanza era appena entrata una demone bionda vestita di bianco, con capelli acconciati in una coda bassa, che portava in mano un vassoio con del tè e le tazze.
«Kagome, non stare così vicina alla finestra.- la sgridò la demone, chiudendo la porta scorrevole dietro di sé- Fa un freddo…basta un attimo per prendersi un raffreddore.»
«Hai ragione.- ammise Kagome, chiudendo la finestra e avvicinandosi al fuoco acceso- Fa malinconia vedere il giardino in questo stato, vero? L’inverno è arrivato presto.»
«Già, hai ragione.- ammise la demone inginocchiandosi sul pavimento e sistemando il vassoio per terra- L’inverno mi mette sempre di cattivo umore.»
«Anche a me! Preferisco di gran lunga l’estate!- disse Kagome, ritrovando subito il buonumore- E’ fantastica la bella stagione! Finalmente si può uscire senza bisogno di incappucciarsi ee poi si può andare in piscina con le amiche! Oh, io adoro andare in piscina! Nel mio quartiere ne hanno aperta una bellissima, completa di scivoli di tutti i tipi. Quest’anno verrai anche tu, vero?»
Anna rise di fronte alla sua espressione entusiasta, mentre versava il tè.
«Kagome, ancora ce ne vuole prima che arrivi l’estate! Siamo solo alla fine di novembre!» disse. Kagome gonfiò le guance.
«Non ricordarmelo, ti prego.»  borbottò. Anna rise di nuovo, poi porse la tazza a Kagome.
«Sono ancora di là a discutere?» chiese Kagome, prendendo tra le mani la tazza calda e accennando col capo fuori dalla porta. Anna annuì. «Ma di cosa stanno parlando, si può sapere?» chiese.
«Ti sembrerà strano, ma non lo so nemmeno io.- disse Anna, sbuffando e facendo un gesto svogliato- Ormai dovrebbe essere tutto a posto, invece quei due trovano sempre un argomento su cui questionare.»
«Inuyasha è testardo.» sentenziò Kagome, sospirando.
«In confronto a Sesshomaru, è un dilettante.» sospirò a sua volta Anna. Le due si guardarono, poi sorrisero. Tra i due fratelli c’era una bella disputa!
Era passato diverso tempo da quando Sesshomaru e Inuyasha erano riusciti ad uccidere Soichiro, Signore dei Demoni dell’Est. Da allora, l’esercito dell’Ovest aveva fatto quasi del tutto piazza pulita dei rimasugli delle armate nemiche. Si poteva dire che ormai anche l’Est era territorio del Principe dei Demoni Sesshomaru. Restava ora da organizzare la terra conquistata e su questo punto Inuyasha e Sesshomaru, in mancanza d’altro, si stavano scornando da due settimane.
Il fatto era che Sesshomaru aveva deciso di affidare a Inuyasha il governo dell’Est. Inuyasha si era rifiutato categoricamente di prendersi una tale responsabilità. Sia Anna che Kagome, per non parlare di Inuyasha, si erano sorpresi di questa decisione da parte di Sesshomaru, che implicava una certa fiducia nel fratellastro, ma si erano presto accorti tutti e tre che Sesshomaru aveva avanzato la proposta col preciso intento di far andare Inuyasha fuori dai gangheri. In realtà, l’algido demone non aveva nessuna intenzione di dividere il potere col fratello. Intendeva solo utilizzarlo come spaventapasseri per eventuali teste calde.
Erano più di due settimane che i due passavano le giornate a discutere, continuando a dire sempre le stesse cose, senza muoversi di un millimetro ognuno dalle proprie posizioni. Di quel passo, sarebbe arrivata davvero l’estate che tanto Kagome agognava senza che si fosse giunti ad un risultato. Kagome e Anna si erano rassegnate a questo stato di cose e passavano i pomeriggi di quell’uggioso inizio inverno a chiacchierare fra di loro, o a giocare con Rin. Tra le due era nata una bella complicità e la compagnia reciproca non le annoiava mai. Sango e Miroku, insieme a Shippo e Kirara, erano rimasti al villaggio della vecchia Kaede, per dare una mano a ricostruire le case danneggiate dopo la battaglia contro Soichiro, e ora attendevano che Inuyasha e Kagome tornassero a casa…ma da come stavano andando le cose, ciò non sarebbe avvenuto troppo presto.
«Sesshomaru si è ripreso completamente dalle ferite?» chiese Kagome, sorseggiando il suo tè. Anna sorrise, annuendo.
«Da tempo, ormai.- ridacchiò- Ho capito che era completamente guarito quando ha iniziato a scaraventarmi ogni volta che gli chiedevo come stava.»
Kagome rise, quasi facendosi andare di traverso il tè. Scosse il capo, sorridendo a sua volta. Inuyasha e Sesshomaru avevano più punti in comune di quanti pensassero. Ancora la stupiva constatare quanto poco i demoni impiegassero a guarire da ferite che avrebbero decretato la morte di un qualunque essere umano. Sesshomaru era stato riportato al castello mezzo dissanguato, col petto segnato da tre profonde artigliate e un braccio quasi staccato dal resto del corpo, eppure ora stava benissimo. Vide Anna toccarsi distrattamente la base del collo e corrugò le sopracciglia.
«Perché lo fai?» chiese, curiosa.
«Faccio cosa?» chiese Anna, perplessa.
«Ti tocchi sempre il collo quando ti chiedo della salute di Sesshomaru.» disse Kagome. Si stupì non poco quando vide Anna arrossire.
«Oh…beh…è un riflesso condizionato.» borbottò, posando la tazza e versando altro tè.
«Cioè?»  insistette Kagome, la cui curiosità era stata fomentata dall’imbarazzo di Anna. Non capitava spesso che quella ragazza arrossisse! Anna borbottò qualcosa di intelligibile e Kagome si avvicinò per sentire meglio.
«Ecco…finché Sesshomaru stava male, avevo dolore in questo punto.- disse Anna, a voce bassissima, indicando tra il collo e la spalla sinistra- Mi ha dato fastidio per un pezzo e ho preso l’abitudine di massaggiarlo. Siccome ora non mi fa male, so che Sesshomaru sta benissimo.»
«Ma perché ti faceva male in quel punto?» chiese Kagome. Non riusciva a capire il collegamento.
«Perché…- sussurrò Anna, diventando sempre più rossa, per poi sbottare- Oh, Kagome! Te lo devo dire per forza?! E’ imbarazzante da morire!»Si coprì il volto con le mani, imbarazzata.
«Beh…non sei obbligata, se non vuoi.- disse Kagome, sbalordita- E’ una cosa così imbarazzante?»
Anna annuì, guardandola con aria immusonita, poi sospirò.
«Va bene, te lo dico. Ma giura di mantenere il segreto anche con Inuyasha, o Sesshomaru farà a fettine me e te…e lui, ovvio.» disse, guardandosi attorno per essere certa di non avere altri ascoltatori.
«Giuro!» esclamò subito Kagome, contenta, avvicinandosi ad Anna. Anna rimase un attimo in silenzio, nervosa e non ancora del tutto convinta, quindi sospirò e si decise a spiegare.
«Ecco…la notte in cui io e Sesshomaru siamo tornati a Palazzo…- iniziò, guardando per terra e tormentandosi una ciocca di capelli- Sai, dopo che mi aveva salvato la vita…»
«Sì?» disse Kagome, incitandola con lo sguardo a proseguire.
«Ecco, quella notte, noi…- continuò Anna, sulle spine- Sai com’è…insomma…noi…»
Kagome la guardò con aria perplessa, poi spalancò gli occhi. Anna continuò a guardare in basso, sempre più rossa in volto.
«Ooooh…- sussurrò Kagome, stupefatta, per poi sorridere con gli occhi che le luccicavano- Anna, ma è meraviglioso! Sono felice per te!»
«Grazie.- borbottò Anna, a disagio nel parlare di certi argomenti- Beh, fatto sta che quella notte, tra l’altro a mia insaputa, Sesshomaru ha unito il nostro sangue. E’ un rito dei demoni per legare due persone che si amano. Una specie di matrimonio, se vuoi.»
«Non ne avevo mai sentito parlare.- ammise Kagome, prima di tornare all’espressione estasiata di poco prima- Questo significa che tu e Sesshomaru siete sposati, non è vero?!»
«Beh, più o meno.- ammise Anna, sorridendo, mentre il viso le si stendeva in un’espressione molto dolce- Questo è un legame primordiale, che tra l’altro non viene usato molto spesso, perché lega gli amanti per l’eternità. Di norma, per essere sposati occorre un rito anche per gli yokai e noi non abbiamo fatto officiare nessuna cerimonia.»
«Kami-sama…- mormorò Kagome, impressionata- Trovo che sia meraviglioso, e insieme stupefacente, che Sesshomaru abbia fatto una cosa simile!»
«Credo anch’io.- disse Anna, ridendo- E’ qualcosa di più di un matrimonio, ma anche qualcosa in meno. Comunque vada, sono la sua consorte e resteremo legati per tutta l’eternità. Direi che non mi posso lamentare.»
Le due ragazze si scambiarono un’occhiata complice.
«Inuyasha non mi ha mai parlato di questo…rito? Posso chiamarlo così?» chiese Kagome.
«Non credo che Inuyasha lo conosca.- disse Anna- Quando ha smesso di frequentare i demoni non aveva certo l’età per parlare di queste cose.»
«Hai ragione.- ammise Kagome, quindi arrossì- Spero tanto che anche noi, un giorno…» Fece subito un gesto con la mano come per cancellare le proprie parole, imbarazzata nello scoprirsi così audace. Anna sorrise.
«Inuyasha è molto timido.- ridacchiò- E anche molto sensibile. Non vuole costringerti a fare nulla. Credo impiegherà ancora un po’ di tempo, sai?»
«Sì, lo so. Inuyasha è molto dolce.- disse Kagome, con un sorriso pieno d’amore- Sesshomaru è molto meno timido di Inuyasha.»
Anna soffocò una risata. In realtà, benché Sesshomaru fosse passato subito alle vie di fatto, non era poi così sicuro di sé come voleva far credere. Quando Anna gli aveva chiesto il perché di quel dolore insistente, invece di spiegarsi lui le aveva ficcato in mano una vecchia pergamena e l’aveva spinta fuori dalla stanza, dicendole di tornare solo quando avrebbe avuto domande meno seccanti da porgli. In principio si era arrabbiata, ma quando aveva letto la descrizione del legame che li univa si era messa a ridere. No…non ce lo vedeva proprio Sesshomaru mentre le spiegava che sarebbero rimasti legati per tutta l’eternità e che quella era la prova d’amore estrema per gli yokai.
«Comunque, questo è quanto.- disse, scuotendo il capo con un sorriso- Soddisfatta, adesso?»
«Direi di sì.- disse Kagome, sorbendo un sorso di tè e facendo una smorfia nel trovarlo freddo- Anche se non ho ancora capito perché tu provassi dolore proprio in quel punto.»
Anna gemette, lanciandole un’occhiata finto disperata, e Kagome rise.
«Va bene, visto che siamo arrivate fin qua…- disse Anna, rassegnata- Il fatto è che, in quel punto, lui…»
Sussurrò il resto all’orecchio di Kagome, che spalancò gli occhi e gridò: «Ti ha morsa?!?!»
«Ssh!!!!!- sibilò Anna, preoccupata, tappandole la bocca con le mani- Parla piano! L’ho fatto anch’io, è stato puro istinto.»
La sorpresa di Kagome, a mano a mano, scemò, e Anna decise di poter lasciare andare la ragazza senza rischiare che tutto il palazzo venisse a sapere gli affari suoi.
«Scusa, ma non me lo aspettavo proprio.» borbottò Kagome, sbalordita.
«Beh, ricordati che in fondo siamo inu-yokai.- disse Anna, arrossendo di nuovo- In questo modo, ci siamo scambiati parte del nostro sangue e lui ci ha legati. Ora, quando Sesshomaru sta male o è in estremo pericolo, il punto in cui mi ha…ehm…morsa, si infiamma e mi fa male, avvisandomi. Viceversa per lui quando succede qualcosa a me.»
«Beh, è utile…» disse Kagome, ancora sorpresa.
«Soprattutto quando siamo lontani.- ammise Anna- Tra l’altro, di norma il segno non è neppure visibile. Sai che guariamo molto in fretta.»
Kagome annuì, riflettendo, quindi sorrise.
«Ora capisco perché ti vergognavi tanto a dirmelo.» disse, ridendo. Anna le diede una gomitata, fingendo di essersi offesa, poi rise a sua volta. Era felice di quella complicità che si era sviluppata tra lei e Kagome. In fondo, era un po’ come se fossero sorelle, visto che erano le compagne dei due fratelli inu-yokai.
«E capisco anche perché mi hai chiesto di mantenere il segreto anche con Inuyasha.- continuò Kagome, sospirando- Conoscendolo, non perderebbe l’occasione per fare qualche battuta sarcastica.»
«Già.- ridacchiò Anna- E poi chi li divide più, a quei due?»
«A volte vorrei non avergli tolto il rosario.» disse Kagome, fingendosi affranta. Questo suscitò altre risa, poi Anna si alzò.
«Vado a prendere dell’altro tè. Questo si è freddato.- disse, ridacchiando e alzandosi da terra- Già che ci sono, provo a chiedere a Rika qualche notizia su quei dolcetti di ieri. Sarebbe anche ora di fare meren…» Smise di parlare di botto quando aprì la porta e fu assalita da un urlo rabbioso proveniente da qualche stanza più in là.
«Non ci penso nemmeno, dannato imbecille!»
Inuyasha, senza alcun dubbio.
«Tu farai come ti dico, o la tua testa andrà a fare da ornamento all’atrio d’ingresso!»
Sesshomaru. Lo stile della minaccia era inconfondibile. Anna si voltò verso Kagome. Le due si scambiarono un’occhiata rassegnata.
«Credo che la merenda dovrà aspettare.» disse Anna.
«Andiamo a dividerli, prima che tirino fuori le spade.- sospirò Kagome, alzandosi da terra- Non sarebbe un buon modo di passare la serata.»
Ridacchiando, le due ragazze si incamminarono lungo il corridoio per andare a dividere i due litigiosi fratelli.

   
 
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