L'alba
di un nuovo giorno
di
slice
Vedere il cielo che
si schiarisce, prima solo all'orizzonte e dopo, quando le piccole
iridescenze lo raggiungono, anche ad ovest, è una cosa lenta
che potrebbe stancare in alcuni casi o far riprendere il sonno da
dove si è perso; invece Hinata adora guardare l'alba, ha
sempre amato farlo, fin da bambina.
Ci sono una moltitudine di
emozioni che la colgono con l'alba, ci sono miriadi di significati in
quell'inizio.
Non c'è niente che la spaventi
all'alba. Non c'è niente che adori di più.
Tranne
Naruto.
Per lui avrebbe rinunciato a vedere ancora
quell'intrecciarsi di vita che spunta dal mondo come una coperta
calda. Per lui, sarebbe morta.
La sua famiglia è
sempre stata particolare. Regole rigide, comportamenti rigidi,
persone rigide, ma è ugualmente la sua famiglia. Lei si è
sempre fidata di loro, li ha sempre amati, anche quando sembrava un
amore univoco, lo ha fatto per sé; se ne è accorta con
gli eventi dell'ultimo periodo, quello che ha detto a Naruto vale
anche per i suoi familiari: non importa che la amino, lei lo farà
comunque, per se stessa.
L'amore di suo padre è qualcosa
che anela fin dalla giovane età, ma anche se quell'uomo è
severo ed esigente rimarrà sempre un padre e, come si ripete
nei giorni particolarmente bui, non c'è motivo per cui non
debba amare sua figlia.
Scopre però che questo pensiero è
sempre rimasto astratto, non ne ha mai avuto conferma nella sua vita,
e lo realizza quando distoglie lo sguardo dalle prime luci della
giornata e voltandosi verso la stanza d'ospedale, in cui si è
risvegliata, scorge suo padre seduto vicino al letto.
La penombra
che ancora ricopre la camera non le permette di distinguere bene ogni
cosa, ma scorge anche una mano più piccola in quella adulta di
suo padre e nella poltrona a fianco c'è Hanabi.
Sua sorella
è bellissima e fa una tenerezza unica vederla dormire
arruffata e scomposta su una poltrona, ma è osservare suo
padre che stringe contemporaneamente la mano di Hanabi e quella sua,
molle lungo il suo corpo, che le fa sussultare l'animo. Neanche se ne
è accorta.
Eppure dovrebbe essere un gesto tanto usuale, ma
è così semplice e disarmante che non può non
essere amore.
Suo padre ha la testa appoggiata alla poltrona e
reclinata verso l'esterno, il corpo è adagiato sulla stoffa
morbida ma costretto dalla forma rigida.
Hinata guarda l'alba,
guarda la sua famiglia, poi di nuovo l'alba e poi ancora la sua
famiglia... Sono belle entrambe, non si potrebbe pensare di
rinunciare a nessuna delle due. Ma lei era pronta a farlo. Suo padre
questo lo ha avvertito, ne è certa.
“Hinata!”
La
voce di sua sorella la fa sussultare nel letto, è arrochita
dal sonno ma pur sempre la vocetta squillante che si ricorda.
Hiashi
sulla poltrona di fianco si desta con un attimo di ritardo,
guardandosi al fianco prima di voltarsi verso il letto.
“Hinata!”
la chiama a sua volta, mettendosi seduto composto.
“Buongiorno...”
sorride lei, raggiante.
Padre e sorella la osservano per un
momento, in silenzio.
“Cosa...?” inizia Hanabi, vaga.
Intendendo forse 'cosa diavolo ti è preso, sei forse
impazzita, stupida sconsiderata?'.
“Sakura-san, ci ha messo
al corrente del tuo stato,” la interrompe invece Hiashi, “e
dell'accaduto,” conclude lasciando che quest'affermazione
arrivi con tutto il suo significato ad Hinata.
“Padre,
io...” comincia la kunoichi, cercando di spiegare e di dare il
suo punto di vista, cercando ancora una volta di comunicare con
lui.
“Hanabi,” interrompe ancora Hiashi, “lasciaci
soli, per favore.”
La sorella sembra sul punto di
protestare, giacché ha aperto pure la bocca, ma finisce per
dimostrare una maturità nuova nel comprendere la situazione,
uscendo senza obiettare.
Hiashi si schiarisce la voce, fissa
altero fuori dalla finestra e per un momento Hinata si chiede se
anche lui veda l'alba, se anche lui la veda come la vede lei, poi
incrocia il suo sguardo e si sente sopraffare; tutto quello che fa è
chinare la testa. Tutto quello che fa è amarlo e rispettarlo
in silenzio, con il suo silenzio, anche quando le loro opinioni
divergono.
“Ci saranno delle conseguenze, non posso
tollerare certe negligenze proprio dalle mie figlie. Il tuo è
stato un gesto sconsiderato, irresponsabile, indegno di una kunoichi
del tuo livello. Sei stata insopportabilmente infantile, come lo è
stato rischiare di privare il tuo clan di un erede e di una guida
futura solo per un tuo capriccio.”
Hinata stringe le
coperte, stringe gli occhi, stringe le labbra e lo stomaco si stringe
di riflesso, lo sterno si comprime, il respiro le viene meno. Fa
male, più dei colpi di Pein.
Ma Hiashi continua,
osservandola alcuni secondi per poi tornare a scrutare fuori dalla
finestra.
“E sono contento delle tue scelte.”
La
ragazza apre gli occhi, trovandosi a fissare le coperte adagiate sul
suo stomaco contratto.
“Non ti perdonerò facilmente
di avermi fatto preoccupare tanto, non ti perdonerò facilmente
di aver pensato di poter sacrificare la tua vita per il villaggio,
per quel ragazzino.” lo dice quasi con sprezzo, sia parlando
del villaggio che di Naruto, mettendoli al pari visto che entrambi
hanno messo in pericolo sua figlia. “Ma sono fiero di te, del
tuo coraggio, del tuo comportamento sconsideratamente
necessario.”
Hinata alza la testa, e le sue mani, lo stomaco
e il respiro sono tutti più rilassati mentre la bocca si apre
per lo stupore, come fanno gli occhi, sgranati.
“Hinata,”
dice Hiashi guardandola negli occhi, “sono fiero della donna e
del ninja che sei diventata.”
Ed è il cuore di lei a
questo punto a stringersi.
Non fa male ed è come l'alba,
caldo e striato di luce. Come il sorriso di Naruto.
Owari
Ok, adesso ho una domanda per voi: come si posta in tempo record? XD
Un grazie a wari che ha betato. Santa donnina, lei! ^^
Questa cosetta è
per Rohchan, oggi è il suo compleanno e mi sembra giusto farle
qualcosa di caldo e striato di luce.
Rohchan è la mia beta!
*gonfia il petto*
Da quando Urd mi ha abbandonata, (come sono
tragica, eh? Eh? Vero che lo sono? *___*) Rohchan mi ha presa con sé
e ha continuato da dove aveva lasciato l'altra tata ad insegnarmi
quel che non sapevo. Dicono che i progressi si vedono e son felice di
sentirlo, anche se a volte sono parecchio scettica; in ogni caso so
per certo che dove si vedono è merito suo e dove non si vedono
è colpa mia che son dura. XD
Rohchan è una bella
persona, limpida, che brilla, e tra poco si laurea pure perciò
adesso fuggo a pensare a qualcosa da regalarle per allora... Anche se
so già che sverrò prima della data - sì, la
conosco. u.u Ne abbiamo discusso, con wari, e sono giunta alla
conclusione che è una scusa geniale: sverrò! ^^ O, beh,
in alternativa vorrà dire che avrò trovato il giusto
regalo per una tipa tosta, come lei, che si laurea!
Auguri tata! *O*
I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.