Prologo
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Pov
Elena
Seduta accanto alla
finestra della mia camera osservo la pioggia, di un breve e tempestivo
temporale di fine estate, che incessante e violenta scorre con fragore.
Le gocce di pioggia che battono
sul vetro, il loro continuo ticchettio che mi stordisce, mi fa sempre uno
strano effetto, mi fa sempre fermare a pensare e mi ritrovo a interrogarmi su
mille cose, cose a cui spesso non voglio rimuginare.
Molti odiano la pioggia, la
ritengono portatrice di malinconia e tristezza. Per me non è mai stato così.
Ricordo che da bambina, tutte le volte che pioveva, mi mettevo seduta dietro il
vetro della finestra del salotto di casa e osservavo quelle gocce che cadevano
dal cielo bagnando la terra.
Non so spiegarmi il
perché, ma è sempre stato così.
Forse inconsapevolmente
sono stati i miei genitori a farmi apprezzare la pioggia.
Mio padre, quello che mi
ha cresciuto da quando sono venuta al mondo, mi diceva sempre: “Non maledire ciò che viene dal cielo,
inclusa la pioggia. Non importa cosa ti precipiti addosso, non importa quanto
violento sia il nubifragio o gelida la grandine; non rifiutare quello che il
cielo ti manda”.
Mia madre, invece, non
faceva che ripetere a me e Jeremy quanto imparziale fosse la pioggia. Diceva: “la pioggia cade sempre nello stesso modo
sul giusto e sul malvagio”. C’è lo ripeteva tutte le volte che noi due,
troppo presi da noi stessi, ci mettevamo a giudicare gli altri.
Per mamma, nessuno era
perfetto motivo per cui nessuno poteva permettersi di giudicare qualcun altro.
Lei era come la pioggia, neutrale.
Cercai di scacciare via i
pensieri dei miei genitori, di quelle due persone che fino ad un anno prima era
certa mi avessero messo al mondo e che all’improvviso erano diventate solo un
uomo e una donna innamorati che avevano accolto una bambina nelle loro vita
trattandola come una vera figlia.
Ho passato gli ultimi mesi
cercando di lasciare lontani i pensieri, cercando di concentrarmi solo sul
presente, senza fantasticare come ho sempre amato fare. Sapevo che era giusto
così perché la vita all’improvviso mi aveva avvolta e travolta.
Il turbinio del quotidiano
in tutto lo scorso anno non mi ha permesso di concedermi spazi di riflessione,
non mi ha concesso quel giusto silenzio che occorreva per guardare le cose
serenamente, quel giusto silenzio che oggi, finalmente, riesco a sentire mentre
guardo la pioggia.
Nel corso di quest’ultimo
anno sono cambiate tante cose e certo la scoperta di essere stata adottata è
solo un piccolo tassello di quel grande puzzle che sono stata costretta a
costruire.
Vivi per diciassette anni
in un mondo che credi sia così come appare, invece, in un battito di ciglia ti
accorgi che questo mondo tutto è tranne che quel luogo normale che vuole apparire.
Vampiri, streghe,
licantropi, maledizioni, incantesimi, doppelganger.
Tutto ciò che credevo
leggenda si è rivelato realtà e io mi sono ritrovata ad essere il bersaglio
preferito di questo mondo leggendario di cui ignoravo l’esistenza.
Dopo un anno adesso tutto
sembra tranquillo. Il pericolo è scampato e stranamente posso circolare per le
strade di Mystic Falls senza dovermi portare dietro un vampiro come guardia del
corpo.
I nemici sono stati
sconfitti e la pace e la tranquillità sono tornati nella mia vita, in quella
dei miei amici e in generale in tutta la città.
Lo so, sembra tanto un
finale da libro, ma purtroppo questa è la vita vera, la vita di una
diciassettenne che ha dovuto affrontare prove che ben poco collimano con le
esperienze di una normale adolescenza.
E adesso eccomi qui, ad un
passo dall’affrontare un nuovo, ultimo anno di liceo cercando di vivere una
vita quantomeno normale insieme a persone che di normale non hanno nulla.
Ma in fondo che vita
normale mi dovevo aspettare? In fondo sono una Gilbert, una discendente dei
Petrova, una delle mie migliori amiche è una Bennett, il mio ragazzo insieme al
fratello sono dei Salvatore, un altro amico è un Lockwood.
Soltanto chi non conosce
Mystic Falls, la sua storia, i suoi fondatori avrebbe potuto credere che la mia
vita potesse essere normale.
Il destino ha scelto per
me una vita diversa da quella che avevo in programma, ma non voglio lamentarmi,
non posso lamentarmi, perché tutto quello che ho vissuto in quest’ultimo anno
mi ha condotto qui.
Eppure adesso, mentre
fisso la pioggia che incessante scorre dietro la finestra, sento qualcosa allo
stomaco, qualcosa che ho imparato a riconoscere come paura, una paura che a
confronto di quello che ho dovuto sopportare lo scorso anno sembra una bazzecola,
eppure in questo momento mi sembra il problema più insormontabile che esista.
Ho imparato tutto sui
vampiri, sulle streghe e su tutto ciò che di sovrannaturale c’è al mondo, ma
nessuno durante tutto lo scorso anno mi ha insegnato una cura per il male
d’amore, nessuno mi ha insegnato come ci si comporta quando all’improvviso ti
rendi conto che il tuo cuore in qualche modo non batte solo per una persona, ma
per due e non due persone normali, due vampiri l’uno l’antitesi dell’altro.
Fino a qualche tempo fa
credevo che il mio cuore sarebbe sempre appartenuto a Stefan. È lui che mi ha
insegnato ad amare davvero e mai ho avuto dubbi sui miei sentimenti per lui,
eppure mentre cercavo di sopravvivere e di proteggere le persone che amavo mi
sono affezionata sempre di più a Damon, il fratello ribelle e apparentemente
senza cuore giunto in città per distruggerla.
Ho osservato con quanta
dedizione mi è stato accanto anche quando lo respingevo, l’ho visto rischiare
la sua vita per proteggere la mia, l’ho visto
lottare seppur inconsapevolmente con l’essere spietato che era un tempo
e l’ho visto lottare per non far uscire fuori la sua umanità e tra uno sguardo
e l’altro quel ragazzo, che all’inizio avevo odiato, si è fatto spazio dentro
di me occupando un posto che non credevo mai gli avrei potuto dare.
E adesso eccomi qui,
giunta alla fine di una battaglia per la sopravvivenza e pronta per iniziarne
un’altra per la felicità.
Semplice affetto quello
che provo per Damon? Forse gratitudine per avermi salvato la vita oppure
qualcosa di più?
Confusione, ecco cosa c’è
dentro di me.
Quando hai il cuore diviso
tra due persone non sai nemmeno tu chi ami davvero e ti ritrovi ad un bivio.
Acqua o fuoco, terra o
cielo, razionalità o irrazionalità, destra o sinistra, finito o infinito?
Stefan o Damon?
Il buono e onesto o il
cattivo e ribelle?
Per chi batte davvero il
cuore di Elena Gilbert?
Robsten23