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Autore: DaughterOfDawn    28/02/2011    7 recensioni
Ambientata 10 anni dopo gli eventi di DMC3 (quello che si vede nel filmato speciale non è mai avvenuto). Dopo aver passato dieci anni chiuso all'Inferno, Vergil viene rimandato da alcuni demoni sulla Terra alla ricerca di una spada leggendaria, che secondo quanto si dice ha il potere di spalancare definitivamente le Porte degli Inferi. Accompagnato da Magornak, uno strano demonietto che lo segue da due anni, una volta nel mondo degli umani si appresta a portare a termine la sua missione il più velocemente possibile, nonostante il rischio di doversi nuovamente scontrare con Dante, ma la situazione si rivelerà più complicata del previsto...
[Avvertimenti: rating per la presenza di scene abbastanza sanguinose, shonen-ai (VergilxDante/DantexVergil), possibili spoiler, i personaggi potrebbero essere un po' OOC, soprattutto Vergil...]
Genere: Avventura, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Dante, Vergil
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!! ^^

Questa è la mia terza storia…E devo confessare che pensare che sto per mettere qualcosa scritto da me sotto gli occhi di tutti un po’ mi imbarazza ancora…Ho stra paura che sia una schifezza. Sigh!

Va be’, spero di non urtare in nessun modo i sentimenti di qualcuno con quello che metterò in queste pagine, perché vi assicuro che non lo farò di proposito. Voglio solo condividere con voi la mia passione per la scrittura! Se proprio sono una frana completa, vi sarei grata se me lo faceste notare! Accetto consigli e critiche di ogni tipo!!

 

A parte l’intro patetica, prima di iniziare con la storia devo dare un po’ di cordinate perché se no uno rischia di capirci poco. Allora, la vicenda si svolge dieci anni dopo gli eventi di DMC3 e quello che si vede nel filmato finale del gioco non è mai avvenuto e Vergil si è fatto 10 anni all’Inferno. Scrivendo ho fatto finta che gli altri giochi non esistessero, quindi la trama potrebbe anche essere in conflitto con quello che succede nel resto della serie (ma io non posso saperlo, ho giocato solo il 3!!). Il demonietto che accompagna Vergil è frutto della mia immaginazione, gli altri personaggi che appaiono/vengono nominati sono tutti appartenenti alla serie (a parte un altro paio).

La storia è nata come racconto unitario, ma mi sta venendo lunga e quindi la devo spezzare…

Non voglio annoiarvi oltre con i miei sproloqui. Se qualcosa non è chiaro fatemelo sapere!!

Buona lettura!!

 

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Le pareti rocciose della gola profonda si erigevano sinistre come ombre imponenti ed irregolari nella notte senza stelle che aveva sempre avvolto il Regno dell’Oscurità, eterna e quasi impenetrabile. Sul fondo del burrone, le acque nere di un fiume scorrevano veloci, nascondendo nel loro spumeggiare gorghi fatali, unico suono che osava rompere il silenzio assoluto che regnava in quel luogo solitario. Ma anche quello scrosciare furioso dell’acqua contro le rocce sembrava impressionato dall’assenza di suoni e il suo rumore era innaturalmente fiebile in contrasto con la violenza brutale del fiume.

Una figura camminava lentamente sullo stretto sentiero scavato lungo la sponda di quel corso d’acqua infernale, il mantello che ondeggiava al ritmo dei passi, sfiorando leggero il suolo. I capelli candidi e la quasi altrettanto bianca carnagione sembravano risplendere di una luce inquietante nell’aere nero. Giunta nel punto in cui il sentiero scendeva fino a toccare le acque scure, l’ombra si fermò e si appoggiò ad un masso, scrutando con attenzione la semioscurità che gli stava davanti, i sensi all’erta. Dopo quasi dieci anni di esilio volontario trascorsi in quel luogo, aveva imparato a riconoscere anche il minimo mutamento nell’aria infernale e gli fu facile percepire le aure del gruppo di demoni che si stava avvicinando velocemente. E tra quelle ne riconobbe all’istante una che gli era purtroppo ben nota, più vicina della altre, sicuramente la preda che il branco stava cacciando. Con un sospiro si staccò dalla roccia, estrasse con un gesto fluido la katana che portava alla cintola e attese pazientemente. In fondo un po’ di allenamento non gli avrebbe fatto male.

Alcuni istanti dopo nel buio comparve un’ombra minuta che correva a perdi fiato nella sua direzione con qualcosa stretto al petto.
“VERGIL!!!”strillò l’essere scorgendolo. “Aiutami!! Quelli mi uccidono!!”. Spalancò le ali che aveva sulla schiena, enormi se paragonate alle dimensioni del resto del corpo, e si librò velocemente in aria per fiondarsi in picchiata dietro di lui, in cerca di protezione.

Vergil scoccò al piccolo demone un’occhiata gelida. “Possibile che io debba sempre tirati fuori dai guai? Impara a cavartela da solo, idiota”lo aggredì, ma si voltò lo stesso a fronteggiare i sei demoni che erano usciti dalle tenebre davanti a lui. Li studiò per un istante: non erano di livello particolarmente alto, sarebbe stata una passeggiata.

“Ehi, ibrido, spostati. Quel moscerino ha una cosa che ci appartiene e noi la rivogliamo indietro. Abbiamo ricevuto l’incarico di consegnarla ad alcuni demoni molto potenti e che non ti converrebbe per niente nell’Inferno avere come nemici. Quindi, levati di torno e non ti impicciare se non vuoi finire male”ringhiò sprezzante uno dei diavoli, puntando i suoi occhi rosso brace sul ladruncolo che si strinse nervosamente al cappotto del mezzo demone.

“Vergil…”lo implorò, temendo che lui potesse sul serio lasciarlo in balia dei suoi simili. Sarebbe stato nel suo stile, dopotutto.

“Mi spiace ma temo di non poterlo fare. Questo ragazzino ha un debito con me e io non posso permettere che gli sia fatto del male finchè non mi avrà ripagato”rispose Vergil gelido, fugando i timori dell’altro. “Vi pregherei di lasciarci immediatamente in pace, se ci tenete alla vita”.
Gli aggressori si scambiarono occhiate divertite. “Credi di farci paura, mezzosangue?”chiese uno provocatorio. “Cosa credi di fare tu contro un gruppo di demoni degni di essere chiamati tali?”.

Per tutta risposta il giovane scattò in avanti così velocemente che i suoi avversari quasi non lo videro muoversi e con un solo fendente staccò di netto la testa del demone che aveva appena parlato. Gli altri cinque rimasero immobili con gli occhi sgranati per la sorpresa per un attimo, mentre il sangue schizzava copioso dal corpo senza testa e questo si schiantava sul terreno con un tonfo sordo. Sfortunatamente per loro, rimasero fermi un secondo di troppo: approfittando della momentanea distrazione, Vergil li trafisse rapido uno ad uno e in meno di un minuto si ritrovò solo in mezzo a sei cadaveri, in un lago rosso scuro. Ripulì tranquillamente la sua arma e, come se nulla fosse accaduto, riprese a camminare lungo il sentiero.

“Wow!! Sei stato grande, Vergil!”esclamò il demonietto correndogli dietro. “Ma che dico, magnifico, straordinario! Sei il migliore! E…”. Fu costretto a interrompersi perchè il giovane lo colpì con forza sulla testa con il manico della katana. “AHIA! Ehi, ma che ti prende?! Perché lo hai fatto?!”si lamentò massaggiandosi la fronte.

“Così impari a cacciarti nei guai, Magornak”fu la risposta gelida. “La prossima volta non prenderò le tue difese, ricordatelo”.
“Dici così tutte le volte!”lo prese in giro l’altro con un ghigno. “E non l’hai mai fatto!”.
“Non sfidarmi, non ti conviene e lo sai. Dimmi almeno che cosa ho guadagnato salvandoti”.
Magornak lo guardò con l’aria di chi la sa lunga. “Eh, caro il mio Vergil, ho fatto quello che mi hai detto! L’ho trovata finalmente!”ridacchiò mostrando l’oggetto che teneva stretto al petto: era una croce d’argento tutta intarsiata e decorata con rubini rossi come il sangue, grande poco più di libro. “Allora? Contento? Ho la chiave che ci aprirà la strada al potere!”.
“Che mi aprirà la strada al potere”lo corresse Vergil. Poi prendendo l’oggetto che gli veniva teso ed osservandolo, domandò scettico: “Sei sicuro che sia quella giusta?”.
“Certo che sono sicuro! Guarda che io me ne intendo di queste cose!”rispose l’altro offeso. “Non hai alcuna ragione per dubitare di me e lo sai”.
“E invece ne ho parecchie”. Il mezzo demone ripose la croce sotto il cappotto. “Hai saldato il tuo debito, puoi anche levarti dai piedi ora”.
“Che?! Credevo che mi avresti portato con te!”fece Magornak fermandosi di botto. “Vergil, mezzo Inferno ce l’ha con me anche perchè a causa tua mi sono dovuto inimicare parecchi demoni e tu mi cacci condannandomi a morte certa? Dopo tutto quello che ho fatto per te? Non puoi!!”.
“Sì che posso. Anzi, lo sto facendo!”.

“Non…Sei un bastardo! Non ci credo! Non mi manderai via sul serio?!”.
Vergil si fermò a sua volta e si voltò a guardare il demonietto. Era più terrorizzato che mai, glielo leggeva negli occhi. La sua debolezza per un attimo lo nauseò, ma poi si lasciò sfuggire un sospiro. “No, non lo farò”disse. Si era davvero rammolito, non c’era nient’altro da dire.

L’altro si rilassò sollevato a quelle parole, gli trotterellò di fianco e i due ripresero a camminare.

“Sapevo che non l’avresti fatto! Ti assicuro che non te ne pentirai!”sorrise il diavoletto, contento di possedere ancora la sua infallibile guardia del corpo.

“Se mi intralcerai, ti ucciderò”.
“Oh, andiamo, non ci credo”.
“Io non ne sarei tanto sicuro”.
Magornak gli scoccò un’occhiata a disagio e capì dall’espressione dell’altro che non era il caso di metterlo alla prova.

 

Vergil non avrebbe mai smesso di maledire il giorno in cui la sua esistenza si era incrociata con quella di quell’esserino tanto fastiodioso. Magornak era un demone di infimo livello, uno di quelli che solitamente facevano da schiavi ai demoni di grado più alto, ed era talmente debole che tutti dicevano malignamente che persino un normalissimo umano avrebbe potuto farlo fuori senza troppi problemi. Ironicamente, la sua personalità non si addiceva affatto al suo stato: era testardo, ribelle, odiava farsi mettere i piedi in testa e non ne voleva sapere di farsi comandare. Tutte caratteristiche abbastanza scomode per uno come lui, soprattutto all’Inferno. Questa sua sfrontatezza verso chi era più potente di lui, infatti, aveva messo spesso in serio pericolo la sua vita, ma per fortuna Magornak era anche un tipetto molto sveglio, persino troppo, ed era forse il bravo tra tutti i demoni quando si trattava di fuggire per salvarsi la pelle.

Il loro primo incontro era avvenuto all’incirca due anni prima, quando Vergil lo aveva salvato dalle conseguenze del suo ennesimo atto di insolenza. Aveva avuto la brillante idea di rispondere a tono a quattro demoni molto più forti di lui, facendoli adirare e scatendoli conseguentemente contro di sé. Il mezzo demone era giunto quasi per caso sul luogo della disputa, richiamato dalle onde d’ira emanate dai diavoli. Aveva visto un demonietto minuto ed inerme, circondato dagli altri quattro, coperto di sangue, con le ali membranose squarciate. Non avrebbe saputo dire cosa lo avesse spinto, ma stava di fatto che gli aveva salvato la vita uccidendo i suoi aggressori.

Quell’essere tremante lo aveva guardato grato, l’ammirazione scritta negli occhi ametista. Vergil lo aveva squadrato per un attimo. Non sembrava quasi nemmeno un demone: non superava il metro e cinquanta di altezza, era minuto, aveva gli artigli appena abbozzati sulle mani e sui piedi e in generale un aspetto per nulla pauroso. Era quasi tenero, aveva pensato con ribrezzo. Una vergogna per la razza dei demoni. Eppure lo aveva appena salvato.

“Tu sei Vergil, il mezzosangue?”gli aveva domandato la creatura.

“Sì, sono io. E tu sei un idiota. Metterti contro dei demoni molto più forti di te! Vuoi proprio morire, non è così?”aveva risposto lui sarcastico.

“Non è così! Mi sono solo difeso dai loro insulti!”.
“Insultandoli a tua volta? Sei più scemo di quanto sembri allora. Non hai capito come funziona l’Inferno. Forza, ora sparisci, idiota, prima che faccia io quello che non ho lasciato fare ai demoni che ti hanno aggredito”.

“Guarda che io ho un nome! Mi chiamo Magornak. E non posso andarmene”.
Il mezzo demone aveva sollevato un soppracciglio un po’ sorpreso. “E perché mai?”.
“Ho un debito di vita con te. Resterò al tuo fianco finchè non l’avrò saldato. Che ti piaccia o no”aveva risposto Magornak deciso.

“Allora ti ucciderò: non voglio seccature tra i piedi”.
“Fallo! Tanto se non sarai tu, sarà qualcun altro in un altro momento. Mi sono abituato all’idea che la mia vita sia perennemente appesa a un filo”.

Erano rimasti a fissarsi per un po’, senza che nessuno dei due fiatasse. Vergil aveva dovuto ammettere che quel demonietto abbondava di audacia e forse questo avrebbe potuto tornargli comodo un giorno.
“E sia”si era arreso alla fine. “Ti terrò con me, idiota, e ti proteggerò dagli altri demoni fino a quando la cosa non risulterà dannosa per me. Ma tu dovrai fare tutto ciò che ti dirò, chiaro? Altrimenti ti lascerò in pasto al più crudele di questi mostri. Ora muoviamoci”.
“Perfettamente limpido. E mi chiamo Magornak, non idiota!”. La creatura infernale lo aveva guardato malissimo, sbuffando. Poi si era alzato a fatica, mentre le sue ferite iniziavano a cicatrizzarsi, e lo aveva seguito senza aggiungere altro, ma nascondendo un sorriso.
Così Magornak era diventato l’informatore e il tuttofare di Vergil. Il giovane era venuto a sapere che alcuni demoni molto potenti avrebbero potuto aiutarlo a conquistare quel potere immenso che tanto agognava e lui aveva deciso che doveva sfruttare quella possibilità a tutti i costi. Quei diavoli, si diceva, stavano cercando un oggetto particolare e quindi, se lui fosse riuscito a trovarlo, avrebbe potuto fare uno scambio con loro. Il mezzo demone aveva deciso così di servirsi dell’aiuto offertogli dal demonietto e lo aveva prima mandato in cerca di maggiori informazioni, poi gli aveva dato il compito di aiutarlo nella ricerca di quell’oggetto misterioso. E, finalmente, dopo più di un anno, era nelle sue mani.

 

La luce del fuoco faceva danzare strane ed inquietanti ombre sulle pareti irregolari della caverna. Le fiamme si riflettevano sulla croce argentata mandando sinistri bagliori tutto intorno. Vergil la osservava attentamente, facendo scorrere lentamente le dita sugli intarsi complessi, come se cercasse un qualche meccanismo che potesse svelargli il mistero di quell’oggetto tanto cercato. A guardarlo, infatti, non sembrava altro che una preziosa e raffinata decorazione e non pareva avere nessun potere particolare o emanare un’aura di qualche tipo. Perché allora i demoni di livello più alto se la contendevano? Cosa si nascondeva sotto l’argento e le pietre preziose? Anche i sei a cui Magornak l’aveva sottratta avevamo affermato che dovevano consegnarla a qualcuno. Proprio non riusciva a spiegarselo.
‘Ma in fondo non è così importante saperlo’si disse riponendo nuovamente la croce sotto il cappotto. ‘L’importante è che presto mi aiuterà ad ottenere ciò che voglio’.

In quel momento Magornak varcò l’ingresso della caverna con il solito ghignetto soddisfatto stampato sul volto, che significava che aveva portato a termine con successo il suo compito.

“Missione compiuta, Vergil!”annunciò infatti con orgoglio, gongolando. “Ho sparso la voce in giro per tutti gli Inferi come volevi tu! E ora cosa facciamo?”.
“Nulla. Aspettiamo e vedrai che saranno loro a venire da noi. E, a quel punto, mi sarà spianata la strada per ottenere ciò che voglio”rispose il mezzo demone, senza condividere l’entusiasmo dell’altro. Non ci trovava niente di esaltante in tutto ciò. Aveva smesso da tempo con quelle cose da ragazzini. L’unica cosa che gli interessava era mantenersi concentrato sul suo obiettivo.

“Vergil, quando otterrai il potere di Sparda mi insegnerai?”chiese il demonietto dopo un attimo di silenzio. “Intendo, mi aiuterai a diventare forte?”.
L’ibrido gli lanciò un’occhiata. “Farti diventare forte? Non so se sarà possibile. Ma farò tutto ciò che sarà in mio potere per darti una mano. In fondo, forse non sarei mai arrivato fino a questo punto senza il tuo aiuto”rispose atono.

“Lo so, lo so che sono una causa persa in questo campo…Però, grazie lo stesso. Per tutto. Ti devo la vita, Vergil”.
“Hai saldato il tuo debito, te l’ho detto. E se ancora pensi di non essere a posto con me, sento che presto avrai nuove occasioni per rifarti”.
L’altro annuì pensoso e gli si sedette di fianco. Il silenzio calò sui due, che rimasero immobili a fissare il fuoco, ognuno perso nei propri pensieri, in attesa.

 

La quasi oscurità infernale non mutava con il passare del tempo, ma Vergil riuscì all’incirca a calcolare per quanto rimasero nella caverna. Erano trascose più o meno quattro ore e Magornak si era appisolato conto la roccia dura delle pareti, mentre lui aveva ripreso a studiare la croce. Fu allora che li sentì. Tre aure molto potenti, opprimenti e soprattutto oscure in rapido avvicinamento. Lui scattò in piedi e diede un calcio al suo compagno per svegliarlo. Quello lo guardò infastidito, ancora stordito dal sonno, sbadigliando.

“Stanno arrivando. Non fiatare. Lascia che me la veda io con loro. Se ti provocano, non fare nulla. Capito? Assolutamente nulla. E ora alzati, muoviti”gli intimò il mezzo demone uscendo.

Il demonietto si stiracchiò sbuffando, ma si affrettò a seguirlo appena in tempo per vedere tre enormi demoni alati atterrare di fronte all’ingresso dell’antro. I loro corpi erano coperti da lucide corazze nere e argentee e i loro occhi rosso brace brillavano pericolosi nel buio infernale. Magornak degluttì a fatica sentendosi schiacciato da quelle aure e istintivamente si nascose dietro al cappotto di Vergil, notanto che anche quest’ultimo, sebbene avesse la solita espressione glaciale ed atona, artigliava nervosamente la stoffa blu stringendola così forte da far sbiancare le nocche. Fatto che non fece altro che aumentare il nervosismo del suo protetto.

“Tu sei Vergil, giusto? Il mezzosangue”esordì il diavolo al centro facendosi avanti. “Siamo venuti a sapere che hai qualcosa che ci interessa”.
Il giovane non disse nulla, ma si limitò ad estrarre lentamente la croce argentata da sotto il giubbotto. I tre seguirono il suo gesto con attenzione.

“Bene”annuì soddisfatto il suo interlocutore. “Questo vuol dire che sei disposto a trattare come si fa tra demoni. Cosa vuoi in cambio della croce?”.
“Il potere di Sparda”fu la risposta priva di esitazione e perfettamente calma. “Mi spetta di diritto in quanto suo figlio primogenito”.
“Capisco. E così vuoi il potere di tuo padre. Vuoi diventare un demone completo. Non è poco quello che chiedi”commentò il demone sulla destra. “Quello che hai da offrirci non è abbastanza per una simile richiesta. Lo capirai questo”.

Vergil si costrinse ad annuire, ma dentro gli montava la rabbia. Che anche quell’opporutnità stesse per rivelarsi un fallimento? Ma d’altra parte non era abbastanza potente per affrontare quei tre. Uno per volta magari sì, ma di sicuro non aveva chance contro tutti e tre contemporaneamente e ne era dolorosamente consapevole. Avvertì Magornak stringersi di più a lui come se, intuendo i suoi pensieri, lo stesse silenziosamente pregando di non fare cose avventate. Inutile raccomandazione, comunque, perché lui non aveva nessuna intenzione di fare stupidaggini.

“Però siamo sicuri che potremmo raggiungere un accordo lo stesso”riprese il terzo demone con un ghigno inquietante. “Tu sei disposto a fare qualunque cosa per avere ciò che desideri. Ebbene, noi te lo daremo, ma tu dovrai fare una cosa per noi oltre a consegnarci quella croce”.
“E di cosa si tratta?”.
“Pazienza, Vergil, pazienza. Prima dobbiamo avere la tua parola che lo farai, qualunque cosa sia”gli disse il primo demone.
“Vergil…”mormorò il demonietto preoccupato, ma il mezzo demone lo zittì con un cenno irritato e rispose sicuro: “Avete la mia parola. Qualunque cosa sia, la farò. Sono disposto a dare qualsiasi cosa per raggiungere il mio obiettivo”.
“Allora siamo sicuri che andremo d’accordo, noi quattro. Seguici, parleremo per strada”.
I tre demoni si voltarono facendo cenno agli altri due di seguirli. Vergil, seguito a ruota dal suo compagno, si affiancò al diavolo che gli aveva parlato per primo, che doveva essere il capo, in modo da poter sentire cosa avevano da proporgli.

“Tu sai a cosa serve la croce che hai in mano?”.
“No, non lo so, ma immagino che sia qualcosa di molto prezioso visto che sono in molti a cercarla. Non ha nessuna aura particolare, ma sono certo che possiede un potere unico”.
“Infatti. Sei sveglio come dicono, allora. Questa croce non è altro che una chiave che apre le Porte dell’Inferno”spiegò il secondo demone, lasciandosi sfuggire una risata alla faccia attonita che fece il giovane a quella notizia. “Pensavi che fossero sigillata per sempre, vero? Ti sbagli, non si sono mai chiuse veramente. Si aprono spiragli a intervalli irregolari ed imprevedibili, che portano nei luoghi più vari. Così un demone molto potente ha forgiato all’incirca nove anni fa questa chiave che permetteva di controllare le Porte. Però la abbandonò subito, visto che gli era inutile”.
Di nuovo la faccia del mezzo demone si fece interrogativa e persino Magornak ebbe il coraggio di sporgersi da dietro di lui per chiedere confuso: “E perché mai? Aveva risolto il problema che affliggeva i demoni e ha buttato tutto alle ortiche?!”.
“Vedete, il fatto è che la chiave apriva sì le Porte dell’Inferno, ma le apriva solo in parte, consentendo il passaggio a demoni di livello troppo basso e quindi il demone non aveva raggiunto il suo scopo”continuò il terzo divertito dal loro sconcerto. “Era inutile per lui: un vero demone abbastanza forte da sopravvivere nel mondo degli umani e trovare un’altra strada che aprisse le Porte non sarebbe potuto passare”.
Il demonietto li guardò con un sopracciglio sollevato. “Che idiota”commentò tra sé e sé.

L’ibrido non fece commenti, ma nella sua mente cominciava a divenire chiaro dove i tre volevano arrivare e soprattutto quale sarebbe stato il suo ruolo in quella faccenda. “Però i demoni di basso livello possono passare, anche se sono piuttosto inutili, soprattutto sapendo che dall’altra parte c’è un cacciatore di demoni per il quale è una passeggiata farli fuori. E anche i mezzi demoni possono passare, immagino”.
“Vedo che hai già capito cosa vogliamo da te”si compiacque il primo demone. “Da qualche parte, nel mondo degli umani, è custodito un oggetto che potrà spalancare completamente le Porte dell’Inferno, ma può essere maneggiato solo da un essere che abbia il potere di un demone di livello alto. Però, dal momento che quella categoria di demoni è bloccata negli Inferi, tu sei l’unico a cui potevamo rivolgerci. Apri le Porte per noi e avrai il potere che tanto agogni”.

Erano giunti all’ingresso di un tempio in rovina. La copertura era completamente franata e il pavimento di marmo nero era pieno di crepe. I cinque salirono il crepidoma che circondava la base e si incamminarono tra le colonne e le macerie del tetto. Si fermarono al centro della costruzione dove si erigeva un altare di lucida ossidiana che non condivideva lo stato di decadimento del resto dell’edificio ma era intatto, come se lo scorrere del tempo non avesse mai potuto toccarlo e gli fosse del tutto indifferente. Nel mezzo della superficie era scavata una conca che ripruduceva esattamente la forma della croce d’argento come il pezzo di un puzzle.

“Lo farò”disse il giovane senza perdere la solita calma glaciale, porgendo l’oggetto a uno dei demoni che lo incastrò nell’altare. La terra tremò mentre davanti a loro appariva una porta immensa a due battenti, in argento e metallo nero, coperta di bassorilievi rappresentanti l’Inferno e le terribili stragi compiute dei suoi abitanti. Le due falci incrociate che la chiudevano si raddrizzarono di scatto e i grandiosi battenti si schiusero leggermente lasciando uscire una luce nera che feriva gli occhi, tagliente come una lama affilata.

“L’oggetto leggendario è un’arma di nome Kasreyon, dello stesso tipo di quella che porti al fianco, ma dai poteri inimmaginabili. Trovala, Vergil, e noi ti daremo un potere altrettanto inimmaginabile, molto più forte di quello di tuo padre!”ruggirono all’unisono i demoni.

“Non fallirò. Kasreyon, sarai presto mia e io avrò quel potere che mi spetta di diritto!”esclamò Vergil mentre un ghigno esaltato gli si apriva inaspettatamente sul volto. “Andiamo, Magornak!”.
Il demonietto non osò protestare. Non gli aveva mai visto quello sguardo strano, quasi euforico, e il fatto che i suoi occhi si fossero tinti di rosso lo spaventava alquanto. Quindi si limitò a rimanergli attaccato al cappotto e i due varcarono le Porte dell’Inferno in un’esplosione di luce nera.

  
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