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Autore: blair_87    04/03/2011    5 recensioni
Prima, fanfiction scritta in vita mia su Harry Potter, ha come protagonisti la mia coppia preferita, i Dramione, non mancheranno gli interventi degli altri personaggi...
sono all'ultimo hanno gli avvenimenti sono stati un pò cambiati e la guerra non è finita.
E' un pò particolare, si parla di loro attraverso altri loro, spero possa destare in voi un minimo di curiosità...
è un AU perchè molto spesso si troveranno in contesti diversi, ed è anche una OOC perchè so che per quanto vorrò tenere fede ai personaggi, non resisterò a dare loro un tocco di mio.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Auguro a tutti una buona lettura e spero di riuscire a destarvi curiosità :D
 

Gli altri noi
 


1. Nonna jane, è morta
 


Hogwarts, un altro anno, l’ultimo hanno, aveva avuto inizio da pochi giorni e tutto cambiò così, un telefonata sul mio cellulare:
- Hermione.
- Mamma - aveva una voce… - è successo qualcosa?
Sospirava, attraverso quel telefono, dall’altra parte dell’universo, lei sospirava, poi fece un profondo respiro, come a voler prendere più coraggio e disse:
- Nonna Jane, ha avuto una crisi di nervi, il suo cuore ha ceduto. Non ce l’ha fatta Herm, purtroppo no ce l’ha fatta.
Singhiozzava, dopo avermi detto il motivo della chiamata sembrava essersi liberata da un forte peso, un dolore forte la attraverso e la sentii piangere disperatamente, mentre io nulla, nessuna crisi isterica.
Mi accasciai sul pavimento portandomi le ginocchia al petto quasi come se volessi proteggermi, e con lo sguardo perso nel vuoto le risposi:
- Sono subito li.
Nonna Jane, era morta, la mia bisnonna. Non avevo avuto la fortuna di conoscere i miei nonni paterni perché morirono quando mio padre era ancora un ragazzino, ma avevo avuto lei, che dico, avevamo avuto lei. 
Lei per me c’era sempre stata, sapeva tutto della mia vita, sapeva persino che ero una strega, le avevo parlato di Hogwarts ed era così contenta quando lo facevo che ogni volta mi rispondeva: “ Dovrò venire a visitarlo prima o poi ”. Le volevo bene, e la credevo immortale, ma non lo era, ed io stavo terribilmente male dentro perché non ero preparata ad un suo così feroce addio.
 
Il permesso per tornare a casa dai miei non tardò ad arrivare, così avvertii i miei amici preparai i bagagli con il loro aiuto, e in quella stessa mattinata ero nella Londra babbana.
 
Arrivai in ospedale e mi gettai a capofitto tra le braccia di mio padre mentre guardavo il suo corpo ormai privo di vita e la rimproveravo per non avermi aspettato, per non avermi dato la possibilità di salutarla per l’ultima volta.
Una lacrima scese e prese a rigare il mio viso, seguita poi da tante altre e finalmente scoppiai in un pianto liberatorio ancora stretta a mio padre che con la mano tentava invano di asciugarmi il viso.  
 
La veglia termino era tarda serata e con i miei genitori tornai a casa. Nessuna parola fu pronunciata durante tutta la cena, solo quando fummo in procinto di finirla mio padre disse:
- Ha parlato, prima di  morire, ti cercava Herm, non avercela con lei era troppo debole, e tutto è avvenuto così velocemente che non è riuscita ad aspettarti - ed io ero li a chiedermi come facesse a sapere sempre tutto quello che pensavo, era un dono, per lui ero un libro aperto, sapeva sempre cosa dire in ogni momento - ma ti ha salutata Herm, a modo suo ti ha salutata, assieme all’angelo oscuro, sei stata tu il suo ultimo pensiero.
- Angelo oscuro? - chiesi.
- Si, non sappiamo a chi si stesse riferendo, ma diceva che avrebbe voluto avere più tempo per poterlo rivedere almeno un’ultima volta. Poi ci ha fatto il tuo nome, ha detto che tu capirai, che lascia tutto nelle tue mani.
Non riuscivo a capire, guardavo i miei genitori sentendomi impotente, “ che cosa stava lasciando nelle mie mani, che cosa avrei dovuto fare? ”.
Poi mia madre prese dalla sua tasca una chiave e me la porse dicendo:
- Questa aprirà una cassetta di sicurezza in banca, puoi andarci solo tu, ha detto che è il primo passo che devi fare per iniziare il tuo viaggio.
Così presi la chiave, e iniziai a girarla fra le mie mani, mi alzai da tavola, li abbracciai e li baciai dando loro la buonanotte, e mi ritirai in stanza.
 
I giorni successivi furono strazianti, il funerale, la sepoltura, e il banchetto a casa per festeggiare la sua anima che riposava in pace.
Sentivo caldo, mi mancava l’aria, a momenti sarei svenuta, così decisi di uscire. Tornai in stanza, presi la chiave che avevo riposto in un cofanetto sul comodino accanto al mio letto, mi infilai il cappotto e uscii di casa… 
Era arrivato il momento di sapere, dovevo andare in quel preciso istante a conoscere i segreti di quella cassetta.
Quando arrivai in banca, diedi il mio nome e dissi loro che ero venuta per ritirare il contenuto della cassetta n° 47. 
Era vero, solo io potevo aprirla, l’intestazione aveva il mio nome, era come una sorta di eredità che nonna Jane mi aveva lasciato.
Mi condussero in una stanza blindata in direzione della cassetta n° 47, infilai la chiave e mentre la giravo il cuore iniziò a battermi all’impazzata, quasi mi arrivava in gola. Non avevo idea del contenuto, o di dove tutta quella storia mi stesse portando, ma di una cosa acquistai consapevolezza: qualsiasi segreto li dentro fosse stato celato, mi era stato affidato, ed in quel preciso istante diventava compito mio esserne la sola custode.
Feci un forte respiro e la aprii… C’era una piccola scatola e delle cartoline che raffiguravano vari posti del mondo, ognuna di esse conteneva una frase, sempre e solo la stessa, la ricordo ancora, è impressa nella mia mente:  “ A te, il mio pensiero ”, una piccola sigla firmava sempre quella frase: “ D. L. M. ”, ed una sottolineatura a forma di serpente dal colore verde e argentato era ogni volta presente a marcare quelle lettere.
 Una strana sensazione mi avvolse, pensai a Draco, Draco Malfoy, più volte avevo notato la sua firma sui compiti che consegnava, e gelai al pensiero di quanto fosse tremendamente uguale a quella che vedevo posta su quelle cartoline.
Ma lo scoprire che la cassetta aveva un doppio fondo mi distolse da quel pensiero, e fu allora che lo vidi, giaceva li: un diario, accompagnato da una lettera, a firmarla sempre e solo quella sigla: “ D. L. M.” e quella strana sottolineatura a forma di serpente color verde e argento.
  
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