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Autore: eleanor89    07/03/2011    12 recensioni
Seguito di Cedric's Friends e il Calice di Fuoco.
Cedric è morto: Megan ha perso una futura paterna e fraterna, Michael ha perso la sua famiglia, Georgia e Wayne hanno perso il loro migliore amico e con loro tutti gli altri hanno perso un punto di riferimento. L'unico motivo per andare avanti ora è che gli amici non reggerebbero altre perdite, che c'è ancora da vendicare Cedric, che gli Hufflepuff sono troppo leali per abbandonare Hogwarts in un momento simile. Gli amici di Cedric devono imparare a vivere senza di lui, o perlomeno a sopravvivere.
Ultimo capitolo: "«Credo che tu sia normale allora. Almeno relativamente, visto che non sei mai stata normale.»
«Neanche tu lo sei.» ribatté scocciata, guardandolo da sotto le folte ciglia scure, con gli occhi grigi asciutti nonostante parlasse di Cedric, «E neanche tuo fratello. Stamattina ha sbattuto la faccia contro il tavolo un paio di volte e poi ha maledetto Pozioni, Snape, e credo stesse per piangere.»
«Sinceramente fatico a trovare una persona normale tra noi, a parte Georgia. Rent e Jack si completano frasi e pensieri a vicenda, Sally-Anne è quella che è, per Michael non ci sono parole, Walter è l'unico fratello maggiore che senza motivo adora il minore, Stephen è ossessivo, Quill sviene per qualsiasi idiozia e quelli che sembravano normali facevano parte di un gruppo di ribelli che si esercitava in Difesa.» elencò con voce piatta, «Anche se a te e Michael non vi batte nessuno.»"
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tassorosso
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Sirius Black, alla Stazione, Professor Lupin e fratelli maggiori.
 
 




Michael pensò di andare a trovare la McGonagall, dato che era stata così gentile con lui e sperando di sentire qualcosa di più certo su quello che era successo a Harry Potter. Si sentiva ancora strano nei suoi confronti, lui era vivo e Cedric no, e poi si provava un po' di senso di colpa per aver sempre guardato Weasley dall'alto in basso per un motivo o l'altro, soprattutto ora che era chiuso in infermeria con la Granger. Molti dicevano che se l'erano vista brutta, e infatti inizialmente anche la sorellina di Weasley, Neville Longbottom e Loony Lovegood erano ricoverati con loro.
Fu proprio la voce di quest'ultima che sentì quando stava per svoltare l'angolo, e si fermò ad ascoltare.
«Perché mio padre dice che è stato dichiarato innocente anche dal Ministero. È vero che il suo vero nome è Stubby Boarman, come dic-»
«No.» la interruppe bruscamente un’altra voce femminile, «Sirius era il padrino di Harry, il migliore amico di suo padre, ed era anche come un padre... e un fratello... per Harry stesso. Ed è stato costretto a restare rinchiuso in un posto che odiava dopo dodici anni da innocente ad Azkaban, tutto perché quel maledetto Ministero non voleva accettare la realtà!» gridò rabbiosamente e Michael udì il rumore della carta che veniva stracciata, «Non hanno neppure scritto che è morto! Solo due parole per dire che era innocente come se ormai importasse qualcosa! Maledizione!»
«Ginny...»
«Non è giusto! Sirius era... fantastico! Ed ha visto il suo migliore amico morto, erano come fratelli! E poi è finito ad Azkaban con la colpa che non aveva commesso, e il traditore è ancora a piede libero! E ora è morto, morto, e questo stupido giornale...» la voce di “Ginny”, che doveva essere la sorella di Weasley se non ricordava male, si spezzò. «E Percy non ha neanche scritto un accidente per dire che torna a casa o che gli dispiace, e noi siamo quasi morti tutti per colpa del suo amato Ministero! Sirius era innocente!»
Michael aveva udito abbastanza, perché improvvisamente aveva ricordato il discorso della McGonagall. Svoltò l'angolo fingendo di non aver sentito nulla e vide che la ragazzina coi capelli rossi si era seduta per terra, con brandelli di giornale intorno a lei, mentre Loony Lovegood le dava qualche leggera pacca sulla testa con aria assente.
Accelerò il passo e bussò alla porta dell'ufficio della McGonagall.
«Avanti.»
«Professoressa...» salutò e la donna alzò lo sguardo dalla scrivania con aria sorpresa.
«Stebbins! Cosa ci fai qui?»
«Fa piacere anche a me vederla.» ghignò lui, richiudendo la porta, «Volevo solo... ringraziarla per il discorso che mi ha fatto qualche mese fa. Sa, mi è servito molto.»
«Ho saputo che hai saltato gli esami.» commentò lei scettica.
«Sì, ma... insomma...»
E improvvisamente la donna sorrise.
«Lo vedo, Michael. Sono felice che tu ti stia riprendendo.»
Lui si strinse nelle spalle. «Come sta lei ora?»
«Molto meglio.»
«Specialmente ora che la Umbridge non c'è?»
«Non ho detto nulla in tal proposito.» replicò lei con un mezzo sorriso soddisfatto. «Volevi dirmi anche qualcos'altro?»
«No, solo ringraziarla...»
«Non ce n'è bisogno, ho solo fatto il mio lavoro. Ed è anche stato un piacere discutere con te, per quanto tu a volte sia un po' testardo, per usare un eufemismo...»
«Posso farle una domanda, professoressa?» domandò con voce sommessa, e la McGonagall lo guardò stupita.
«Certamente.»
«Si ricorda che mi ha paragonato a una persona che conosceva? Una persona che aveva perso un amico esattamente come me?»
La McGonagall sussultò.
«Certo...»
«Era per caso Sirius Black?» chiese a bruciapelo e le labbra della professoressa si strinsero mentre il suo viso impallidiva.
«Come lo sai?»
«Ho fatto qualche collegamento... e se ricorda mio padre era a scuola al loro stesso anno, Ravenclaw.»
«Ricordo, sì... e sì, era lui... Ma devi capire che non volevo... Sirius era...»
«Innocente?» la aiutò lui, «C'è scritto nella Gazzetta e ho sentito... gente parlarne.»
«Sì, innocente.» confermò lei e Michael poté scorgere il dolore nei suoi occhi, «Ed era un bravo ragazzo, uno studente tra i più brillanti... Lui e James erano inseparabili.»
«James Potter, il padre di Harry Potter, giusto?»
«Sì, esatto. Sempre insieme, nel bene e nel male. Fino a...»
«Ad Halloween.»
La donna rabbrividì.
«Purtroppo. Ma tu non avrai lo stesso fato di Sirius, tu sei già diverso, hai avuto la possibilità di vivere nel vero senso della parola, di avere i tuoi amici accanto e di andare avanti... Tu starai bene, Michael.» disse la professoressa McGonagall con decisione e il ragazzo sorrise dolorosamente.
«È difficile ma... penso di poter cominciare a crederlo. Non faccio più soltanto finta ormai, adesso, a volte, rido veramente... Però poi mi sembra sempre strano non potermi girare e dire a Cedric quanto lo trovo divertente... Mi aspetto sempre che sia accanto a me.»
Lei annuì comprensiva.
«Prendi un biscotto.»
 
«Neville... Neville!» chiamò Hannah dopo la festa di fine anno e lui tornò indietro. «Ciao!»
«Ciao!» la salutò anche lui, sorpreso.
«Come stai? Non sono mai riuscita a trovarti in questo ultimo mese e so che sei stato in infermeria anche tu...»
«Solo perché avevo il naso rotto e qualche livido, nulla di chè.» si schernì lui.
«Ma anche tu eri con Harry, no? Nel Dipartimento dei Misteri.» lo vide sobbalzare e si portò una mano alle labbra, «Scusami! Sicuramente non ne vuoi parlare, lo so! Ma ora come stai?»
Neville sorrise.
«Bene, grazie. Ehi, quella...» cominciò, notando Ginny passeggiare per il giardino in compagnia di Dean. Poi i due si scambiarono un bacio e Neville tornò a guardare altrove, rosso in viso.
«Andiamo insieme ai dormitori.» propose Hannah ridacchiando, «Ti accompagno.»
«No, io ho accompagno te, semmai.» borbottò lui, «Più tempo passo senza vedere Ron ora e meglio è.»
«Ah, già, è un fratello maggiore protettivo?»
«Non ne hai idea. Credevo che avrebbe ucciso Michael Corner all'ultima riunione...» commentò Neville e lei scosse la testa, giocherellando coi capelli sciolti.
«Ma tu e Ginny... Non siete andati al Ballo del Ceppo assieme?»
«Sì, perché?»
Lei gli lanciò un'occhiata.
«Oh, no!» esclamò Neville, «No, no! Ginny è come una sorellina, non ho mai... No!»
«Va bene, va bene!» rise lei, «Era solo per sapere... Come sta la Mimbulus Mimbletonia, allora?»
Neville la guardò a bocca aperta: «Te... Te la ricordi?»
«Certo che me la ricordo! Che c'è ora?» sbottò lei, notando che Neville era arrossito di nuovo.
«Niente... Sta bene anche lei. È cresciuta molto e adesso reagisce al mio tocco!»
«Allora è matura... Prima di salire sul treno me la devi far vedere un'ultima volta, non vedo l'ora che metta su i fiori! Ricorda che me ne hai promesso uno quando i petali cominceranno a cadere!»
Lui sembrava ancora più sconvolto.
«Non pensavo che mi avessi ascoltato davvero! Quando comincio a parlare di piante...»
«A me interessa.» tagliò corto lei, «Non so come tu sia abituato, ma io ti ascolto sempre quando parli e mi sembra anche normale!»
«Non tanto...» commentò lui, ma ora sorrideva in modo incontrollabile.
 
«Non posso credere che quest'anno sia già finito... Perché quell'aria battagliera, Georgie?» domandò Michael mentre il treno si fermava.
«Perché mio fratello si era convinto a rinunciare ma ora che ha letto di Tu-Sai-Chi mi ha già mandato una lettera con scritto che dobbiamo parlare a voce della questione “lavoro”. Vorrà combattere ancora di più, tra Mangiamorte evasi e Tu-Sai-Chi di nuovo tra noi.»
«Non ripeterlo di continuo.» gemette Quill.
«Ma è così.» ringhiò Megan, «Lo sapevamo dall'anno scorso, ricordi?»
«Ehi, mettendo un momento da parte i discorsi tetri, quest'estate dobbiamo incontrarci quindi tenete sempre i telefoni a portata di mano.» disse Jack, scompigliando i capelli di Charlotte, «Specie tu, se tra tua sorella e tuo fratello avrai bisogno d'aria, sai il mio numero.»
Lei arrossì e cercò di annuire, tirando senza farsi notare un calcio a Rent che rideva.
Il treno si fermò e Walter, che era andato a salutare tutti come Jack e Rent avevano già fatto, tornò per scendere col fratello.
«Sally-Anne dov'è?»
«Ha detto che doveva parlare con quel tipo con cui esce. Di sicuro lo pianta.» rispose Megan, «Brian.»
«Jacob.» la corresse Georgia, «Chi sarebbe Brian? Stephen, dovrei passare.»
«Un attimo, metto il libro nella... Okay, fatto. Jack, Rent, se non uscite restiamo bloccati qui.» disse ai due, che avevano occupato lo scompartimento per potersi unire a loro nonostante fosse pieno.
«Quante storie per un po' di tempo con noi!» esclamò Rent allegramente, «Stiamo condividendo aria, non è amicizia questa?»
«È ammalarsi e morire giovani.» ribatté Stephen.
Scesero dal treno tra spintoni e risatine, quasi isteriche visto che per alcuni di loro era l'ultima volta, e Megan scoppiò in vere risate quando vide passare quelli che sembravano un incrocio tra Malfoy, Crabbe e Goyle e tre palle.
«Cosa gli è successo?» domandò Charlotte, incredula.
«Incontro ravvicinato con noi.» spiegò Ernie, scendendo dal treno con aria allegra.
«Cercavano di farla pagare a Harry per i loro genitori in prigione, ma gliel'abbiamo fatta vedere.» commentò Susan soddisfatta.
«Mi piaci quando sei malvagia.» disse Sally-Anne, trascinando a fatica i borsoni che si portava dietro.
«Baule locomotor.» disse Walter puntando la bacchetta su di loro, in modo che la seguissero senza che dovesse tenerli.
«Ti ringrazio.» fece lei con aria infastidita, «Megan, Michael, voi venite con me, vero?»
«Perlomeno stavolta ha ringraziato.» sussurrò Rent.
«SORELLINA!» urlò qualcuno, facendoli sobbalzare tutti. Sally-Anne si portò una mano al petto, voltandosi verso uno sconosciuto piuttosto bizzarro: un ragazzo che doveva avere una decina d'anni più di loro, molto alto, con i capelli legati in una coda alta bionda, un viso bellissimo con due occhi azzurri come quelli di Sally-Anne e i lineamenti altrettanto delicati, abiti babbani tra cui una felpa di un arancione sgargiante e dei campanellini sui lacci con cui avrebbe dovuto allacciare il cappuccio che tintinnavano a ogni suo movimento.
«Chi... Cosa...» cominciò Megan confusa.
«Gabriel!» strillò Sally-Anne incredula, correndo ad abbracciarlo.
«Ah, la mia adorata sorellina! Tu mi hai scritto ed eccomi qui!» esclamò lui a volume eccessivamente alto, attirandosi delle occhiate dagli altri adulti in zona, «Sì, qualcosa da dire? Lo so, sono bellissimo!» e poi scoppiò a ridere in modo maniacale. Sally-Anne neanche arrossì ma gli diede uno schiaffo alla spalla.
«È uno scherzo, vero?» tentò Walter.
«Tu... sei... Gabriel, il fratello di Sally-Anne, vero?» tirò per sommi capi Georgia, terrificata.
Il ragazzo rise, annuendo, e involontariamente le ragazze si incantarono di fronte ai suoi denti bianchissimi e agli occhi brillanti.
«Chiamatemi Gah! Con la “H” finale! Vieni, Sally, andiamo in Australia!»
«Come scusa?» fece lei con voce fioca.
«Sono tempi pericolosi questi, perché restare in Inghilterra? Facciamo un viaggio intorno al mondo!»
«Ma mamma e papà lo sanno?» domandò Sally-Anne titubante.
«Glielo dirò quando capita.» rispose lui, adocchiando poi Megan e Georgia, «Ehi, quanti anni avete?»
«Sedici e mezzo...»
«Sedici.»
«Minorenni? Accidenti. Quando ne compi diciassette?»
«A... dicembre?» rispose Megan.
«E tu la stavi invitando a casa, vero?» si rivolse alla sorella, «Bene. Tutte minorenni le tue amiche? D'accordo, allora nessuna di loro può viaggiare con noi. Saluta e andiamo! Prendo io le tue valigie!»
«È un terremoto...» sussurrò Susan.
«Non posso credere che quello sia il fratello di Sally-Anne.» commentò Justin, che tutto il tempo era rimasto in tetro silenzio.
«Tu non dovresti essere a pomiciare con la tua bella?» domandò Rent e Hannah lo guardò con orrore, «Cosa?»
«Ci siamo lasciati.» rispose bruscamente Justin, «Ma siamo ancora amici, non preoccupatevi. Comunque io vado, ho visto i miei. Buone vacanze!»
«Buone vacanze, Justin!» salutarono tutti, a disagio.
«Non sapevo neanche che uscisse con una ragazza...» borbottò Walter, lanciando un'occhiata a Rent che invece era sempre informatissimo.
«Megan, Michael...» tentò Sally-Anne, sentendosi divisa tra l'andare con l'amato fratello e il non volerli abbandonare.
«Avrei dovuto comunque chiarire coi nonni.» disse Megan, «E poi ci sono anche tutti gli altri per me.»
«Devo parlare coi Diggory ora che sono di nuovo sopportabile.» tagliò corto Michael, «E poi Walter può ospitarmi.»
«Allora ci vediamo a settembre...» salutò lei, abbracciando poi le ragazze.
«Passiamo la barriera assieme prima, credo che gli altri ci aspettino fuori, non è molto sicuro stare qui.» propose Susan e tutti annuirono, ascoltando con interesse Gabriel “Gah” ciarlare sul suo ultimo viaggio in sud America.
Passata la barriera ebbero una gradita sorpresa: insieme a quello che doveva essere il vero Alastor Moody e a una donna coi capelli rosa c'era il professor Lupin, che stava salutando a distanza i Weasley che si allontanavano da loro.
«DORS!» gridò improvvisamente Gah, facendoli sobbalzare di nuovo tutti. Anche i tre si voltarono e la donna dai capelli rosa spalancò la bocca.
«Gah?»
«Tonks?» esclamarono in coro Michael, Walter, Rent e Jack.
«Chi... Stebbins
«Si ricorda il mio cognome!» trillò Michael aggrappandosi alla maglietta di Walter.
«Dors!» ripeté Gah andandole incontro a braccia aperte. Tonks si gettò subito su di lui e l'uomo la fece roteare allegramente per aria. «Amore mio!»
«Gah, luce della mia vita! Che diavolo ci fai qui!»
«Sono venuto a prendere mia sorella!» esclamò lui, mettendola giù. Evidentemente doveva aver notato l'aria torva dei due uomini che erano in compagnia di Tonks, perché aggiunse: «Sono un suo vecchio compagno di scuola.»
«Il più stupido Ravenclaw del mondo!» disse Tonks affettuosamente.
«Ravenclaw?» ripeté Ernie sconvolto.
«Lui è Moody, è stato il mio... è praticamente il mio mentore, come ti ho scritto molte volte, e lui è Remus, il mio...» Tonks esitò e gli altri notarono che il professor Lupin aveva l'aria inquieta, «Mio... amico
«Professor Lupin!» esclamarono allora gli studenti, felici di rivederlo.
«Oh, sì, Stebbins, e voi... Hopkins, Summers e Summerby, i miei protetti all'ultimo anno!» rise Tonks.
«Sei sempre nei nostri cuori.» disse Michael semplicemente, «Il nostro è amore imperituro.» e lei rise di nuovo.
«Salve ragazzi.» li salutò il professor Lupin, avvicinandosi. Megan pensò che sarebbe svenuta di gioia, «È bello rivedervi. Non sapevo che Michael fosse un protetto di Tonks... e questo spiega molte cose di ciò che ricordo di lui... e anche di Rent, in effetti. Jack e Walter oserei dire che si siano salvati...»
«Ehi!» protestò Tonks ridendo.
«Jack sembra soltanto.» precisò Rent.
«Si ricorda ancora i nostri nomi.» si stupì Walter.
«Mi ricordo di tutti voi.» sorrise il professore.
«Oh, ci manca tantissimo averla come insegnante!» esclamò Hannah.
«È vero, era il migliore di tutti!» confermò Megan con voce quasi pigolante, «Difesa non è più la stessa!»
«È grazie a lei se passeremo i G.U.F.O.!» aggiunse Susan, pensando che Harry era stato un bravo insegnante soprattutto per merito suo.
«Oh, non credo proprio.» si schernì lui, «Ma grazie. Anche voi mi mancate molto»
«Allora, te la sei trovata una donna? O un uomo, per quel che ricordo?» domandò Tonks a Gah e tutti li guardarono scioccati. Gah stava di nuovo ridendo.
«Lo sai che con Bill scherzavo soltanto! Per quanto riguarda una donna ne ho trovate una ventina e tutte in posti diversi. Comunque ora mi dovrò comportare bene, c'è Sally con me.»
«Come se tu ne fossi in grado.» commentò Sally-Anne, che però sorrideva in un modo che nessuno le aveva mai visto fare, raggiante e ancora più bella. Terry Boot, Kevin Entwhistle e Anthony Goldstein passavano in quel momento, e quest'ultimo si fermò per un istante a guardarla, prima di riprendere a camminare facendo finta di nulla.
Susan cominciò a ridere e scosse la testa quando Stephen la guardò interrogativamente. Poi salutò con un cenno della mano Cindy, che aveva agitato un braccio entusiasticamente e se ne stava andando a braccetto con Dorian.
«E tu, nessun uomo in vista?» riprese Gah.
«Oh, soltanto uno che non ricambia.» rispose lei con un gran sorriso e Wayne e Stephen, che restavano gli osservatori più attenti, notarono che il professor Lupin si era irrigidito. Anche Megan lo vide, dato che non gli toglieva gli occhi di dosso.
«È pazzo a non ricambiarti!»
«Lo convincerò prima o poi!»
Michael scosse la testa, dando ragione a Gah, quando ricordò che anche il professor Lupin era stato amico di James Potter, Sirius Black e Peter Pettigrew. Ne avevano parlato anche l'anno prima, guardando le foto portate da Megan. Si chinò e parlò a un orecchio della ragazza mentre gli altri si salutavano.
«Professor Lupin, posso dirle una cosa un momento?» chiese Megan un attimo dopo, «Voi andate a bloccare i miei nonni, non siate lì così... inutili.» ordinò.
«Che carina.» commentò Gah di nuovo.
«Ha un carattere adorabile, sì.» commentò Ernie sarcastico, ma tacque a un'occhiataccia di lei.
«Vedo che non sei cambiata.» osservò il professor Lupin, incamminandosi con lei.
«Oh, no. Sono cambiata moltissimo... Sa di Cedric, non è vero?» chiese a bruciapelo.
«Sì, lo so, purtroppo. Mi dispiace davvero in un modo che non puoi immaginare, ricordo bene quanto foste tutti legati a lui, specialmente Michael...»
«Già, erano fratelli.» confermò lei con la voce che rischiava di venirle a mancare. «E so che proprio lei può capirci. Noi sappiamo... delle sue vecchie amicizie, e l'ho chiamata da parte per un po' di discrezione perché volevo dirle che mi dispiace a nome di tutti per... sa, Black.»
Lupin impallidì.
«Voi... sapete?»
«Mia madre era Cordelia Adams, per cinque anni ha frequentato Hogwarts con voi, era nella stanza di Mary McDonald e...»
«Mary.» gemette lui, «Sì, ora ricordo, Cordelia... Non l'avrei mai collegata a te.»
«E quindi sì, sappiamo che eravate tutti amici, e sappiamo che Sirius Black è innocente perché era nel giornale e che, purtroppo, è caduto al Dipartimento dei Misteri. Questo perché ovviamente Michael spia le ragazze quando parlano o qualcosa del genere. Ha sentito Ginny Weasley parlarne. E sappiamo anche di come Black fosse vicino a James Potter, perché la professoressa McGonagall anche senza fare nomi aveva paragonato lui e Michael. Quindi, in un certo senso, sappiamo come si può sentire lei, anche se di sicuro sta molto, molto peggio di quanto possiamo immaginare. Beh, è un po' strano, ma volevamo dirle che le siamo vicini per quanto possibile. Se mai avessimo la possibilità di fare qualcosa per lei la faremmo in ogni modo. E se dipendesse da noi lei sarebbe ancora nostro professore, lei ci ha insegnato che siamo tutti uguali e che se siamo buoni o cattivi dipende solo dalle nostre scelte, non da come ti etichettano gli altri. Beh, ce l'hanno insegnato anche i nostri genitori, chi ce li ha almeno, ma lei più di tutti. È una persona da imitare, buona con tutte le sue forze.» concluse, sentendo di essere arrossita miseramente.
Il professore sembrava stupefatto e toccato.
«Megan... Non ho parole. Davvero. Per tutti voi. Grazie per tutto quello che hai detto e per la fiducia spropositata che avete in me. Non so quanto io possa essere considerato buono con tutte le mie forze come hai detto tu, anzi... Io resto pur sempre... quello che sono. Ma le vostre parole sono ciò che mi ripagano delle mie scelte. E per quanto riguarda Sirius... grazie anche per questo e per non considerarlo un criminale come molti continuano a fare. Lui era il miglior amico che si potesse desiderare.»
«Posso immaginarlo.» mormorò lei, guardando Michael e facendo per tornare dagli altri, «Ah, professore?» chiamò, voltandosi un'ultima volta.
«Puoi chiamarmi anche Remus ormai, non sono più un professore.»
«Non so se ci riuscirò... Comunque è veramente, veramente carina. Sembra la tizia che ti fa cambiare idea sul tuo conto in cinque minuti, che fa sorridere.»
Lui aggrottò la fronte: «Chi?»
«Quella Tonks.» rispose lei sogghignando, «Buona vacanze!»
Ormai si erano avvicinati anche alcuni familiari e tutti si stavano salutando tra loro, quando Megan tornò a prendere le proprie cose con allegria e Michael le fece presente che Lupin era più pallido di prima.
«Ma cosa gli hai detto alla fine? Sembrava tranquillo finché non ti sei girata l'ultima volta...»
«Ma nulla! Wayne, Walter, stanno arrivando i vostri genitori, ci si vede d'estate!»
«Se lo fanno uscire.» borbottò Georgia.
«Perché?» domandò lei stupita, «Sì, ciao Sally-Anne.»
«Perché lo bocciano, no?»
«Che cosa?»
Georgia si morse la lingua.
«Non avrei dovuto dirtelo forse... Però si sa che Wayne non stava facendo nulla, no?»
«Ma negli ultimi mesi abbiamo recuperato! Abbiamo ripassato!» protestò lei lanciando un'occhiata indietro, dove Walter e Wayne stavano salutando gli altri.
«Sì, ma tu hai ripassato. Lui ha pensato a far studiare te e non alle sue cose.» brontolò Georgia, «Ho provato anche a parlargliene ma ha detto che andava bene così. Io sinceramente lo trovo idiota, ma del resto Mike ha fatto lo stesso per me, non posso lamentarmi...»
Megan lasciò cadere le borse e Georgia salvò per un pelo la gabbia del gufo. Corse verso Wayne e gli saltò addosso, facendogli sbattere la schiena contro un pilastro di cemento e baciandolo quasi con violenza. Wayne ricambiò all'istante, circondandola con le braccia e sollevandola per aria fino a invertire le loro posizioni.
I signori Hopkins, che erano di nuovo venuti assieme litigando su chi doveva tenere i ragazzi, si fermarono increduli a osservare la scena, come del resto Walter che aveva la bocca spalancata. Rent si resse a Jack, mentre Georgia tornava lentamente indietro e afferrava Charlotte per un braccio, dato che la sorellina si era fermata metri indietro e ora li guardava interessata come solo una ragazzina poteva essere. Ernie aveva cominciato a tossire e Susan e Hannah gli batterono distrattamente le mani sulla schiena con un po' troppa forza, mentre Stephen aveva fatto cadere le valigie sul piede di Quill e Michael rideva quasi euforico. Anche Gah rideva e Tonks si voltò verso Lupin e ammiccò. Moody scosse la testa.
«Quindi... buone vacanze.» disse Megan, separandosi da lui, «Ti sei fatto bocciare per me, sei uno stronzo. Ti passo a trovare sistemate le cose a casa.»
«Mh.» confermò Wayne, leggermente stravolto per via dell'attacco in piena regola.
Megan lo lasciò andare prendendo il respiro con aria sconvolta, ma lui la baciò di nuovo, stavolta per qualche secondo soltanto, e poi di nuovo ancora.
«Okay, vai.» disse tra un bacio e l’altro.
«Vado. Ci stanno fissando, vero?»
«Ti importa davvero?»
«No, posso sempre picchiarli.»
Wayne sorrise e lei arretrò di qualche passo prima di voltarsi e tornare ai suoi bagagli.
«Georgia, sai, non penso mi serva compagnia dopotutto. Ciao, eh. Divertiti. Ti passo a trovare.» salutò piuttosto confusamente prima di ripartire alla volta dei nonni, che l'avevano poi vista ma non avevano voluto interferire.
«Che banano è appena successo?» sbottò Rent, per poi ridere insieme a Michael. Walter e Jack si unirono a loro.
«L'amore...» commentò Tonks, salutando tutti con un largo gesto del braccio. Lupin non sembrò avere nulla da commentare in proposito.
«Vogliamo muoverci, Ninfadora?» brontolò Moody.
«Non chiamarmi in quel modo!»
«Fratellino, tu hai da raccontarmi qualcosa, sai?» fece Walter, afferrando Wayne per spingerlo verso i genitori.
«Cosa mi sono perso?» domandò Robert, mancando di un secondo Gah e Sally-Anne che si allontanavano per andare verso una moto.
«Sapessi... Forse ospiteremo un'amica quest'estate.» lo avvisò Georgia, un po' a disagio dato che per tutto l'anno non avevano fatto che litigare per lettera. Charlotte lo salutò con un cenno della testa poco amichevole e dicendo che aveva fame.
«D'accordo. Tutto quello che vuoi.» concesse lui che evidentemente voleva comprarla.
«Ce ne sono di cose che voglio...»
«Non cominciare.»
Tutti si erano quasi dispersi quando altre due figure si avvicinarono alla barriera che separava la stazione dall'Espresso.
«Michael! Per fortuna ci sei ancora!»
«Signor Diggory!» trasalì lui.
«Ciao, caro! Scusaci, non sapevamo fosse il caso di venire o meno, ma poi abbiamo ricevuto la lettera che ci diceva che forse non avresti avuto un posto in cui stare...» lo salutò anche la signora Diggory.
«Come? Quale lettera?» domandò lui confuso.
«Quella che ci diceva che la tua amica ti avrebbe ospitato a casa sua ma forse tu avresti voluto cambiare aria... Non eravamo sicuri che tu volessi vederci, ma lei ci ha assicurato che ti avrebbe fatto piacere...»
«Certo che mi fa piacere!» esclamò Michael, «Sarei passato a trovarvi! Solo che anche io non sapevo se fosse il caso o meno, vedermi magari può essere... difficile...»
«Non essere sciocco.» lo rimproverò la signora Diggory, «Tu sei un figlio per noi. Non vogliamo perdere anche te.»
«Prometto che non ti assillerò con domande su di lui.» mormorò il signor Diggory, «Perciò se tu volessi stare da noi puoi farlo per tutto il tempo che vuoi, anche solo per un giorno quando tornerai da casa della tua amica...»
«Ti avremmo contattato direttamente lì ma volevo vedere come stavi.» spiegò la signora Diggory guardandosi attorno, «Ma dov'è la tua amica?»
«Abbiamo cambiato programmi e ci siamo divisi... Ma io non sapevo di nessuna lettera.»
I due lo guardarono sorpresi.
«Ce l'ha mandata Georgia, diceva che tu probabilmente avresti preferito viaggiare un po' e magari venirci a trovare, per questo sarebbe stato carino se ti avessimo detto che per noi non c'era problema in modo che non ti sentissi preoccupato al riguardo.» spiegò la donna.
«Georgie...» mormorò lui, passandosi una mano tra i capelli e arruffando quelli più corti che non erano legati saldamente nel codino basso che aveva preso a farsi. «Dovevo aspettarmelo...» poi sorrise, «Posso venire subito da voi?»
«Ma certo che sì!»
«Devi raccontarci tutto quello che hai fatto! Come sono andati i tuoi M.A.G.O.?»
«Oh, questa sarà una lunga storia...»
 
Era praticamente l'alba quando Stephen si svegliò, dopo soltanto due ore di sonno. Sentì Rent imprecare e si mise a sedere, ricordandosi di trovarsi nel divano del soggiorno della signora Hopkins e che lui e Walter, Wayne, Rent, Jack e Michael si erano trattenuti per giocare a carte e bere per tutto quel sabato notte, accampati come barbari con le bottiglie di firewhisky e burrobirra sparse a terra. Per fortuna la madre di Wayne aveva trovato un lavoro part-time al san Mungo, perciò avevano tutto il tempo di pulire.
Si rese conto che a svegliarlo era stato il cellulare, che in quel momento ronzava sopra il tavolo. Doveva essere Quill che aveva dato loro buca come al solito, o Ernie, dato che era rimasto a fare compagnia a Justin che era ancora nella fase peggiore dopo la rottura con la fidanzata.
Strisciò verso il tavolo e scorse il nome di Susan un attimo prima di rispondere, all'improvviso sveglissimo.
«Susan, che succede?»
Gli altri si svegliarono lamentandosi.
«Ti prego, non siamo nottambuli come te...» protestò Jack.
«Cosa? Susan, non ho capito!» li ignorò lui, cercando di arginare le parole e i singhiozzi dell'amica al telefono, «Chi è morta?»
Tutti si rizzarono a sedere, spaventati.
«Cosa? Per Tu-Sai-Chi? A casa sua
Wayne si portò una mano al petto e tutti capirono all'istante: Megan viveva con i nonni babbani, era figlia di un nato-babbano, mentre le altre erano purosangue o comunque non avevano parenti babbani prossimi.
«Mi dispiace tanto...» Stephen finalmente li notò e aggiunse, «... per tua zia. Mi cambio e vengo a casa tua, Michael mi materializzerà da te. Chiamo io le altre.»
Tutti tirarono un involontario sospiro di sollievo.
«Va bene, a tra poco.» disse, chiudendo la chiamata, «Sua zia Amelia è stata trovata morta, c'erano anche segni di battaglia dentro casa ed era una grande strega...»
«Sì, la conosco di vista, mio padre è un suo collega. Era.» mormorò Michael, ancora pallido.
«Fatti una doccia e vai. Noi ti raggiungiamo man mano.» disse Wayne, recuperata la calma, «Io chiamo Megan, Michael, chiama Georgia, Rent, chiama Justin, Walter, chiama Sally-Anne almeno per avvertirla e Jack, tu chiama Hannah.»
Stephen corse al bagno mentre gli altri andavano alla ricerca dei cellulari.
Wayne sospirò.
Era cominciata l'era del terrore anche per loro.
 
 
 
 
 
 
 
E così si chiude Cedric’s friends 2. Ci vorrà un pochino prima che io cominci a pubblicare il tre perché per ora ne ho scritto solo dodici o tredici capitoli e perché a volte arrivando invece all’ultimo correggo alcune cose dei primi…
 
In ogni caso grazie, GRAZIE a tutti voi che leggete e a voi che recensite, specialmente agli ultimi perché è bello sapere cosa ne pensate, nel bene o nel male.
 
E non mi viene in mente nient’altro da dire.  
   
 
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