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Autore: Freya Crystal    07/03/2011    9 recensioni
Quando Edward si sedette vicino a me, i nostri occhi vennero attratti da una calamita che sprigionò nell'aria la silenziosa sfida che entrambi ci eravamo appena lanciati.
- Tu vuoi farti mia figlia. -
Restai senza parole per un paio di secondi, la frase secca e glaciale di Edward che rimbombava nelle mie orecchie.
Non stava scherzando.
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Jacob Black, Renesmee Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Die motherfucker die!



-    Jake, Jake! – ripeteva. – Sei venuto a trovarmi! – 
Mi chinai per posarle un bacio sulla guancia liscia e rossa come una pesca matura. Adoravo il suo viso delicato e perfetto, più bello di quello di una bambola e, soprattutto, pieno di vita. 
-    Certo, piccola. Vedrai che oggi ti farò divertire. – le assicurai. 
In piedi sulla soglia della porta, infilato nella sua maglietta aderente e nei suoi jeans da fighetto del quartiere, stava Edward, le braccia conserte e la mascella stretta. 
Accarezzai la testa di Renesmee, lanciando un’occhiata eloquente al paparino. – Ciao, Edward. Mi sei mancato in questi ultimi tre giorni. –
-    Mai quanto sei mancato tu a me. – rispose lui, gli occhi color ruggine che lampeggiavano in modo sinistro. 
-    Mi prendi in braccio? – 
Sorrisi calorosamente a Renesmee e obbedii alla sua richiesta. – Per te farei tutto. – 
-    Che bello! –
Compiaciuto, tornai ad incrociare gli occhi di Edward. – Con permesso, entro nella sua “umile” dimora. – 
Mi diressi in salotto e mi accomodai sopra al divano; appoggia i piedi sul tavolo senza farmi tanti problemi. 
-    Grazie, Edward, sei troppo gentile a chiedermi di fare come se fossi a casa mia. – 
Notai che il paparino era rimasto appoggiato allo stipite della porta, fermo nella stessa posizione in cui me lo ero ritrovato davanti. Udii un basso ringhio fuoriuscire dalle sue labbra serrate. Con un colpo secco del braccio si decise a chiudere la porta, per poi voltarsi, con lentezza inusitata per un vampiro, verso di me. 
Mi sentii gelare le ossa dallo sguardo che rivolse a Renesmee. La piccola mi teneva le braccia attorno al collo, i boccoli distesi a ventaglio a coprirmi il petto: era un miracolo che camminava.
-    Sei a corto di vestiti, per caso? – indagò Edward, con tono intriso di un’ironia pungente.
-    No, è che ho caldo e preferisco stare senza la maglia. Come sei carino a preoccuparti per me, il tuo spirito paterno sta crescendo sempre più. –
Edward scimmiottò una risata, la smorfia della bocca che esprimeva una nota di profondo sarcasmo. – Figurati. Pensavo di darti le mie, quelle sporche di sangue che uso solo per cacciare durante la notte, avrebbero fatto al caso tuo. –
-    Papà, oggi sei strano. – constatò Renesmee. 
E brava la mia piccola, apprendi in fretta. 
- Non ho nulla, tesoro di papà. – la tranquillizzò Edward, sottolineando il “ tesoro di papà ”.
Mi sforzai di trattenere le risate.
-    Renesmee, che ne dici di andare a preparare pane e marmellata per  te e Jake? – 
-    Buona idea! – acconsentì lei, entusiasta, dandomi prima un bacio sulla guancia e poi correndo in cucina. 
Presi il telecomando e accesi la tivù, portando le braccia dietro alla testa.
-    Come mai non sei andato a caccia con Bella e gli altri? Sei a dieta? –
 La giornata non era iniziata nel migliore dei modi, dopo la litigata che avevo fatto con Paul, perciò mi avrebbe fatto bene stuzzicare Edward. 
Il paparino avanzò verso di me, senza distogliere lo sguardo dal mio per un solo millesimo di secondo. Seguii i suoi movimenti con un ghigno mascherato da sorriso stampato sulle labbra. 
Quando  Edward si sedette vicino a me, i nostri occhi vennero attratti da una calamita che sprigionò nell'aria la silenziosa sfida che entrambi ci eravamo appena lanciati. 
- Tu vuoi farti mia figlia. -
Restai senza parole per un paio di secondi, la frase secca e glaciale di Edward che rimbombava nelle mie orecchie. Non stava scherzando: la mascella rischiava di saltargli fuori dal viso, i denti di rompersi gli uni contro gli altri, le labbra di fondersi, tanta era la rabbia che trasudava dal suo corpo. 
- Sei impazzito. - dichiarai, indeciso se ridere o no di quell'ultima, allettante, sua considerazione. 
- Allettante? - ringhiò Edward, corrugando le sopracciglia.
- La devi smettere di rompere col tuo potere del cavolo! Fatti la testa tua! -
Le parole erano sgorgate dalla bocca prima ancora che avessi potuto riflettere sul loro significato. 
Edward fece una smorfia confusa, scordandosi momentaneamente della rabbia. - Fatti la testa tua? -
- Sì, nel senso che io ho i miei pensieri e tu i tuoi! - sbottai. 
- Già, e a me i tuoi non piacciono per niente. -
- Guarda che sei paranoico. Te li sogni quei - gesticolai col  le dita, fingendomi effeminato per il gusto di irritarlo ulteriormente - pensieri. Renesmee dimostra otto anni, io non sono un pedofilo! -
- No, infatti. Sei un cane in calore. - ribatté Edward. 
Muori figlio di puttana, muori. Voglio vederti piangere e poi guardarti morire.
- Per tua sfortuna, non posso fare nessuna delle due cose. -
Mi presi la testa tra le mani. – Argh! Non si può avere un po' di privacy neanche nella propria testa! -
Edward mi afferrò per la nuca, tirandomi i capelli. Digrignai i denti per il dolore, il viso ad un centimetro dal suo, quando sussurrò: - Se ti azzardi a toccare Renesmee con un solo dito, ti farò del male, ti torturerò e poi ti abbandonerò in un cassonetto dall’altra parte del mondo. Prenderò un attizzatoio rovente e te lo ficcherò dove non batte il sole- (Però, si era infuriato sul serio il paparino! Complimenti alla sua finezza visibile anche in momenti del genere!) - ... e poi ti guarderò morire. Questo perché oggi è una giornata del cazzo, perciò vai fuori dalle scatole o la pagherai cara, pagherai con la tua vita. - concluse, con una nota finale di fermezza e tenebrosità che mi fece rabbrividire. 
- Mollami, sanguisuga! - farfugliai, rabbioso. - Sì, è una giornata del cazzo anche per me, che ti posso dire? Tua moglie mi ha invitato, quindi non me ne vado. Oggi voglio romperli a qualcuno o farmeli rompere, è uguale. – replicai, provocatorio.
Un basso ringhio fuoriuscì dalle labbra di Edward. Il suo freddo alito mi colpì in faccia. - Uomo avvisato... -
Quando mollò la presa dai miei capelli, scostai malamente il suo braccio, massaggiandomi la nuca dolorante. 
- Ti senti potente a minacciarmi con quelle frasi da serial killer? - 
- Sai dov'è la porta. -
- Ma Bella mi ha chiesto di restare! - protestai come un bambino di cinque anni. - Non vorrai farti sentire da Nessie mentre parli in questo modo con il suo adorato Jake! - 
Edward mi fulminò con lo sguardo, stringendo le mani chiuse a pugno sulle ginocchia.
Sbuffai, dando voce ai miei pensieri. - Cullen, quando ti deciderai ad uscire dalla mia vita? -
- Io invece mi chiedo perché non ti decidi a morire. - replicò lui, sarcastico. 
- Ha ragione Nessie, oggi sei strano più del solito. - sentenziai. 
Calò il silenzio. Entrambi avevamo placato i bollenti spiriti. O almeno, la voglia di fare a cazzotti era passata. 
- Che giornata del cazzo... - borbottammo, all'unisono.
Alzammo lo sguardo l'uno sull'altro, stupiti. In quel momento Renesmee rispuntò nel salotto con un vassoio ricolmo di panini alla marmellata. 
- Pancia mia, fatti capanna! - esultai. 
Renesmee si accomodò sulle mie gambe, offrendomi un panino, che io addentai con piacere. Quella visione non poté non farmi pensare a qualcosa di poco casto. In fondo, mi dissi tra me e me, mancava poco e la mia piccola sarebbe stata pronta per...
Edward schizzò in piedi, mugugnando parole senza senso e muovendo convulsamente le mani, i muscoli delle braccia tesi. Sembrava stesse cercando di sfornare un pallone dal sedere, mentre faceva avanti e indietro per la stanza. Poi, all'improvviso, esplose. 
- Adesso basta! Prima Bella, la mia ragazza, la mia donna, divenuta mia moglie e madre di mia figlia, e adesso Renesmee, la mia bambina. Sei solo un cane in calore voglioso di soddisfare i tuoi istinti, un animale puzzolente che viene a scodinzolare in casa mia per infastidirmi quando non hai nulla di meglio da fare! Se non te ne vai immediatamente, ti amputo la pistola. Così la terrai dove deve stare, DENTRO AI PANTALONI! -
- Tesoro... -
La porta di casa era aperta. Bella era sulla soglia, con un'espressione sconcertata dipinta in viso. Dietro di lei, la famiglia Cullen al completo.
Io e Renesmee ci guardammo di sottecchi, senza fiatare. Ero nei guai, la mia migliore amica mi avrebbe sbattuto fuori casa, dopo aver visto il suo maritino perdere le staffe in quella maniera. 
Con somma sorpresa di tutti, fu l'angelica creatura tra le mie braccia a rompere il silenzio. - Ma papà, io farò l’amore con Jacob non appena sarò pronta, è inutile che ti agiti tanto, tu non me lo impedirai! -
Alcune foglie portate dal vento si depositarono sul pavimento, lasciandosi dietro un leggero odore muschiato. L’odore del licantropo. Il preferito di papà Edward.


Spazio dell'autrice: questa scemenza la ideai originariamente per un contest, ma non la pubblicai. Oggi, dopo averla revisionata, ho deciso di farlo. 
Rileggerla a distanza di tempo mi ha fatto ridere. Spero di riuscire a strappare un sorriso anche a voi.
Mi scuso per i vocaboli, ma la canzone alla quale avrei dovuto fare riferimento (Die motherfucker die!, dei Get Set Go) aveva frasi piuttosto colorite. Qui sotto vi riporto il testo, di cui purtroppo non trovo più la traduzione.  Per chi capisce l'inglese non dovrebbe essere difficile individuare le parti della canzone che ho inserito nella fanfiction; ho evitato di sottolineare le righe del testo per non distrarvi dalla lettura. Baci, e grazie mille se vi siete arrischiati ad arrivare fin qui!


Die, mother fucker die
I want to see you cry
And then I'll watch you die
I want to hurt you, torture and desert you
Take a hot poker and stick it where the Sun don't shine..then watch you die
Cause I, I'm having a bad day
So get out of my way
Or you will pay and you'll pay with your Life
I, I'm having a bad day
So what else can I say
I just wanna kill and be killed just the Same
Cause my day sucks ass
Die, mother fucker die
I'll burn out both your eyes
And fill the sockets full of lye
I'll carve out your skull and turn into a 
Bowl that I'll eat cereal with while I Watch the Flinstones
And I, I'll do it with a smile
Cause I, I'm having a bad day
So get out of my way
Or you will pay and you'll pay with your Life
I, I'm having a bad day
So what else can I say
I just want to kill and be killed just the Same
Cause my day sucks ass
I don't want to work
I don't want to pay bills
And I don't want to grow old
And I don't want to be poor
I don't want to drive in traffic
I don't want to deal with dating
I don't want to stand in line
I don't want to pay any taxes
Die, mother fucker die
Why won't you just die?
And get out of my life
I want to move to some deserted desert island where I will live up coconuts and everything will be fine all of the time
Cause I, I'm having a bad day
So get out of my way
Of you will pay and you will pay with your life
I, I'm having a bad day
So what else can I say
I just want to kill and be killed just the same
  
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