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Autore: KillerQueen86    14/03/2011    8 recensioni
Guardava il Tardis scomparire davanti ai suoi occhi, e con esso una parte di se andava via per sempre, non l’avrebbe più rivisto lo sapeva. Sentì una mano stringere la sua, si voltò e lo vide accanto a se, il Dottore, ma non il suo Dottore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Doctor - 10, Rose Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note dell’autore: Ed eccoci qui, questo è l’ultimo capitolo di questa Fan Fiction (non mi sembra vero), mi è passato per testa di dargli un seguito, ma non so ancora, dovrei trovare una buona storia.

Comunque buona lettura a tutti.

 

Capitolo XV

La festa di Natale

 

Si rigirò nelle coperte e stese la mano verso l’altro lato del letto, sperando che almeno per quella mattina avrebbe trovato qualcuno, ma non fu così, si girò a fissare il cuscino vuoto vicino a lei. Era stata dimessa dell’ospedale da un paio di giorni, suo padre aveva insistito perché lei rimanesse a casa per almeno due settimane, e il Dottore era stato d’accordo ovviamente. Lei sperava almeno di avere il tempo per parlare e chiarirsi, ma lui la evitava, tornava dal lavoro quando lei già dormiva, e la mattina prima che lei si svegliasse, ecco che scompariva di nuovo, quella situazione stava diventando frustrante. Prese il suo cuscino e lo strinse al corpo respirando a fondo il leggero profumo di cui era impregnato. Quanto avrebbe voluto averlo lì, parlare con lui, fare l’amore con lui, di nuovo.

 Riccaciò indietro le lacrime e si alzò, si fece una doccia veloce e scese a fare colazione, sua madre era indaffarata a fare qualcosa, mentre Tony giocava tranquillo sul tappeto vicino a lei.

“Ciao tesoro, come ti senti?” chiese la madre quando la vide arrivare.

“Ti prego mamma, ti ho detto che sto bene, non c’è bisogno che lo chiedi ogni volta che mi vedi.” Disse un po’ scorbutica, sua madre la guardò.

“Ohi signorina datti una calmata, sono ancora tua madre dopotutto.” La minacciò con severità, Rose sorrise.

“Che cosa fai?” chiese cambiando discorso e avvicinandosi a lei.

“Sto organizzando la festa di Natale al Torchwood.” Disse orgogliosa la donna, Rose si versò un po’ di caffè e si mise seduta accanto alla madre. Lo sguardo fisso davanti a lei, pensando alla sua situazione con il Dottore.

“Ehi piccola, che ti succede?” chiese dolcemente la donna spostandole una ciocca di capelli. Rose alzò le spalle ma non rispose continuando a sorseggiare il suo caffè.

“Tu e il Dottore avete litigato?” chiese ancora con calma.

“No …” rispose, ma sentì dentro di sé una gran voglia di parlare con qualcuno, di sfogarsi in qualche modo.

“E' solo che …” tentò di parlare, ma non sapeva neanche cosa dire, sospirò cacciando indietro le lacrime.

“M’ignora, fa di tutto per non stare con me ed io non so più come comportarmi, come parlare con lui.” Si sfogò piangendo, la madre le strofinò dolcemente la schiena per darle un qualche tipo di conforto.

“Io lo amo, lo amo da impazzire, ma lui … non so più che fare.” Disse piangendo, sfogando tutto, le sue paure e il suo dolore. Jackie le circondò le spalle e la abbracciò, baciandole la testa e tentando di consolarla.

 

Seduto alla scrivania nel suo ufficio, fissava lo schermo, non aveva molto lavoro anche se agli altri diceva il contrario. Si sentiva uno stupido codardo a dover scappare da Rose, ma sapere la verità sui suoi dubbi lo terrorizzava, non sapeva come avrebbe affrontato il sapere che quelle immagini, quella sua paura erano vere. Si passò una mano sul viso buttandosi sullo schienale della poltrona e voltandosi verso la finestra prese il salto che Chris gli aveva mandato, la tentazione di usarlo in quel momento era forte.

Improvvisamente sentì la porta del suo studio aprirsi, si voltò e si trovò Jackie con un’espressione non molto amichevole, ecco ora la voglia di utilizzare il salto era molta.

“Che diavolo hai nella tua testa?” chiese la donna, il Dottore la guardò non capendo a cosa si riferisse.

“Che cosa ho in mente?” ripeté lui, confuso.

“Sì, con Rose, che intenzioni hai?” chiese la donna incrociando le braccia al petto.

“Oh..” disse realizzando di cosa parlava. Aveva già visto quello sguardo in Jackie e ogni volta per lui non era un buon segnale.

“Credevo che adesso che sei umano o cose del genere, avresti smesso di fare l’idiota, ma no. Oggi ho dovuto consolare nuovamente Rose.” Disse tutto di un fiato, e il Dottore sentì qualcosa spezzarsi nel suo cuore, quando capì che Rose aveva pianto per lui, che stava male per tutta la situazione che si era creata.

“Io …” tentò di dire.

“Vedi di sistemare le cose con lei, o dovrai vedertela con me, intesi?” disse con decisione la donna, per poi andare via. Il Dottore rimase a guardare la donna andarsene, mentre ripensava a quello che aveva appena detto. Aveva sempre temuto in un certo senso Jackie, ma la cosa che gli dava fastidio era il pensiero di Rose che soffriva a causa sua.

 

Si era rintanata nello studio a leggere, ma alla fine era rimasta a guardare la pioggia fuori dalla finestra e a pensare alla sua situazione con il Dottore.

Sua madre era andata fuori per organizzare la festa di Natale, Tony era crollato poco prima, dopo aver giocato con lei per un bel po’ di tempo.

Suonarono alla porta e lei andò ad aprire, davanti si trovò Chris.

“Ehi ciao.” La salutò con calma con un sorriso che non finiva più.

“Ciao a te, come mai da queste parti?” lo salutò facendolo accomodare, il ragazzo le consegnò alcune cartelle.

“Per te.” Disse, Rose s’illuminò, finalmente aveva qualcosa su cui lavorare.

“Oh perfetto, cercavo proprio qualcosa da fare.” Disse andando verso lo studio seguita dal ragazzo.

“Sei sola a casa?” chiese.

“Sì, mamma è andata a sbrigare delle cose per la festa, e Tony sta dormendo.” Spiegò con calma, mentre si mettavano comodi sulle poltrone davanti al caminetto acceso.

“Allora di cosa si tratta?” chiese indicando le cartelle che aveva in mano.

“Devi scegliere un nuovo assistente.” Rispose lui senza smettere di sorriderle.

“Ianto è stato assegnato al Torchwood 3 di Cardiff, proprio come volevi tu.” Continuò mentre Rose visionava alcune schede.

“Non capisco come mai hai insistito tanto.” Si chiese lui, Rose lo guardò e sorrise pensando all’altro Torchwood di Cardiff, a quello che aveva visto mentre aveva viaggiato negli universi paralleli.

“E’ una lunga storia.” Disse semplicemente, sapendo che Chris non avrebbe capito.

“Senti volevo parlarti un attimo.” Disse seriamente lui. Attirando la sua attenzione.

“Dimmi.” Disse mentendo via le schede.

“Ho chiesto che il Dottore sia mandato via.” Disse con sicurezza e tranquillità, Rose lo guardò un attimo senza capire realmente.

“Tu … cosa?” chiese con calma.

“So cosa pensi, ma credimi è per il tuo bene.” Si difese con calma.

“Sei impazzito o cosa?” chiese invece lei, sconvolta da quel fatto.

“Rose, ascolta, so che adesso sei arrabbiata, ma …” cercò di spiegare ma lei lo fermò.

“Perché diavolo lo hai fatto?” chiese lei sconvolta senza farlo finire di parlare.

“Ti ha quasi uccisa, Rose.” Disse lui guardandola negli occhi. Rose si alzò e scosse la testa allontanandosi, non riusciva a credere a una cosa del genere, sapeva che Chris aveva sempre provato qualcosa nei suoi confronti, ma non avrebbe mai pensato che sarebbe stato capace di tanto.

“Sembra quasi che tu e la tua famiglia dimentichiate questo particolare.” Continuò lui, senza nascondere il suo fastidio.

“Non è stata una sua decisione, è stata mia.” Gi rispose voltandosi di scatto verso di lui.

“Se ti ama quanto dice, avrebbe dovuto impedirlo.” Continuò, a quello Rose scattò ancora di più di rabbia.

“Fuori di qui.” Disse stringendo i pugni.

“Rose …” cercò di parlare ma lei non voleva lasciarlo continuare.

“Non hai alcun diritto di poter dire una cosa del genere.” Ringhiò lei con una rabbia che aveva provato poche volte in vita sua.

“Ho visto abbastanza per saperlo. Se ti ama quanto sostiene dovrebbe lasciarti vivere la tua vita, senza complicarla.” Le disse con più calma avvicinandosi.

“Tu non sai nulla di noi, e della nostra vita.” Continuò invece lei.

“Invece so abbastanza, hai lasciato tua madre da sola, per viaggiare con lui, e una volta qui, nonostante lui ti avesse abbandonato e spezzato il cuore, hai fatto di tutto per tornare da lui.” Le rispose lui facendosi avanti, mantenendo una certa calma nella voce.

“Va via.” Disse lei con freddezza.

“Rose …” la chiamò cercando la sua mano, ma lei si allontanò.

“Lui non mi ha abbandonato, e ora ti prego di andare via.” Gli disse guardandolo negli occhi, per poi uscire dalla stanza senza neanche considerarlo più. Non aveva alcun diritto di dire una cosa del genere, non poteva permettersi di parlare della loro storia, lei e il Dottore fino a quel momento non erano stati liberi di scegliere, sempre qualcun altro aveva scelto per loro.

 

Rientrò a casa al solito orario, era tutto spento e sapeva che avrebbe potuto evitare Rose, e soprattutto Jackie. Voleva parlare con Rose, ma il timore era ancora forte, e sinceramente non aveva tanta voglia di litigare con lei.

Sentì qualcuno mormorare, e vide che in cucina la luce era accesa, si avvicinò e trovò Rose che si era appena preparata una tazza di tè caldo.

“Oh ciao.” Disse lei sorpresa non appena alzò lo sguardo verso di lui, notò che aveva un dito arrossato.

“Tutto bene?” chiese preoccupato, la ragazza lo guardò un attimo e abbassò lo sguardo verso il suo dito.

“Oh si, nulla di preoccupante, mi sono bruciata un po’.” Disse sorridendo timidamente, si avvicinò a lei e le prese la mano con delicatezza.

“Dovresti mettergli qualcosa.” Disse con calma osservando il piccolo segno.

“E’ una stupidaggine credimi, un po’ di acqua fredda e passa tutto.” Disse lei abbassando lo sguardo e arrossendo, era imbarazzata.

“Vuoi del tè?” chiese lei cambiando discorso e liberando la sua mano dalla sua presa.

“Perché no.” Rispose con un sorriso, poteva mettere le sue paure da parte per un po’ e cercare di comunicare con lei. Si misero seduti con calma una di fronte all’altro sul tavolo, non si guardavano negli occhi, continuavano a sorseggiare i loro tè. Gli sembrò di rivivere la loro prima notte in quella casa.

“Come mai non dormi?” chiese lui, osservandola.

“Non riuscivo a dormire.” Rispose semplicemente, lui sapeva il motivo, spesso durante la notte la sentiva agitarsi nel sonno e mormorare spaventata, e lui per calmarla le sussurrava nell’orecchio assicurandole che era in salvo e al sicuro, proteggendola anche dai suoi incubi.

 “Ho una cosa da farti vedere.” Disse lei improvvisamente prendendo un fascicolo che teneva accanto a sè.

“Non dovresti lavorare.” Disse lui sorridendo e prendendo il fascicolo, lei gli fece una linguaccia.

“Vero, ma dovevo scegliere il mio nuovo assistente.” Disse con calma. Aprì il fascicolo e fu sorpreso nel vedere che la domandina per un colloquio di lavoro era stata firmata da Donna Noble, guardò Rose sorpreso vedendo che sorrideva.

“Appena ho visto la sua domanda di assunzione, ho pensato che sarebbe stata un’assistente fantastica.” Continuò lei sorridente, ma il suo entusiasmo iniziale si spense improvvisamente.

“Non sarebbe la stessa Donna.” Disse cupamente, ripensando al periodo in cui avevano viaggiato insieme.

“Vero, ma non credo che sia una coincidenza questa.” Insistette lei sorridendo.

“Rose …” cercò di spiegarle, ma lei gli prese le mani, per la prima volta da quando tutto era successo.

“Ho viaggiato in diversi mondi paralleli, e in molti voi due eravate destinati ad incontrarvi in un modo o nell’altro.” Disse con calma sorridendo.

“Per lo stesso motivo hai insistito che Ianto lavorasse per Torchwood tre?” chiese lui.

“Può anche essere che sia un mondo sbagliato questo qui, ma a poco a poco in modo differente, sembra che le cose combacino in un modo o nell’altro.” Disse sempre con calma, il Dottore la guardò intensamente, questa era tipico della sua Rose, e lui non poteva evitarlo l’amava anche per quello.

Rimasero a farsi compagnia per il resto della notte e dopo, per la prima volta da settimane, si addormentarono insieme abbracciati.

 

Si guardava attorno un po’ intontito, Jackie aveva organizzato una festa con i fiocchi, era splendida, e le persone la gradivano, ma lui si sentiva fuori luogo. Rose aveva insistito per essere accompagnata da lui e non sapeva dirle di no, si era presentato a lui vestita con un abito nero, a gonna corta, un abito che lasciava poco spazio alla fantasia e che a lei stava divinamente. La osservava mentre parlava e scherzava con gli altri, ma vedeva che in fondo si sforzava di essere gentile, anche lei odiava stare a quelle feste. La vide voltarsi verso di lui e sorridergli, ricambiò il sorriso, sapendo fin troppo bene che non avrebbe potuto evitare di parlare con lei.

“Ti stai annoiando vero?” gli chiese porgendogli un bicchiere di vino, mentre si avvicinava.

“No, è una bella festa.” Le rispose tranquillamente, sorseggiò un po’ dal bicchiere.

“Bugiardo. Vorresti essere da un'altra parte.” Lo accusò sorridendo, il Dottore non riuscì a non ridere con lei.

“Alla festa natalizia non posso proprio rinunciare, la mamma ci tiene troppo.” Gli spiegò guardando sua madre, notando nel suo sguardo un senso di nostalgia, Rose avrebbe rinunciato a tanto, pur di tornare a viaggiare con lui sul Tardis, forse a questo non aveva mai pensato il suo alterego.

“Non è un problema, davvero.” La tranquillizzò invece lui. Rose gli sorrise nuovamente. Forse quello era un buon momento per chiarirsi, non avrebbe dovuto aspettare ancora, doveva parlarle. Stava per farlo, ma a loro si avvicinò Pete con altre persone, ansiosi di parlare con lei. Dopo averli salutati, maledicendo mentalmente il tempismo di Pete, decise di allontanarsi.

 

Diede un’occhiata attorno a sé, nella speranza di vederlo, voleva parlare un po’ con lui, con tranquillità, senza che nessuno potesse interrompere la loro discussione, ma ero scomparso, dileguato in mezzo a tutta quella folla.

Si avvicinò a Ianto che parlava con Chris. Lei non aveva più voluto rivolgergli la parola, si era sentita tradita da quello che considerava un buon amico.

“Ianto.” Chiamò la ragazza avvicinandosi, interrompendo la discussione dei due.

“Scusa, ma hai visto il Dottore per caso?” chiese con calma sorridendo.

“Ehm non mi sembra.” Rispose un po’ a disagio, Rose si morse il labro inferiore guardandosi ancora attorno.

“Dove diavolo può essere andato?” si chiese a voce alta, guardando ancora attorno.

“Credo che sia salito sul tetto.” Rispose invece Chris, la ragazza annuì senza guardarlo in viso.

“Grazie.” Disse semplicemente allontanandosi, ma lui la fermò.

“Rose, aspetta, vorrei parlarti.” Disse afferrandola per un braccio.

“Non abbiamo niente da dirci, mi dispiace.” Continuò lei con freddezza, voleva solo parlare con il Dottore, non voleva altro.

“Ti prego.” La supplicò lui.

“Devo trovare il Dottore.” Insistette lei, ma lui si avvicinò senza lasciarle il braccio.

“Ti prego Rose, cerca di capire, io lo fatto per te … per vederti felice.” le disse con calma in un sussurrò.

“Per essere felice io ho bisogno di lui.” Rispose semplicemente, si liberò della sua presa e andò via.

Uscì di corsa dalla sala, sperando di evitare altre noie. Andò sul tetto senza preoccuparsi del freddo che c’era, e del suo vestito non molto adatto alle temperature. Lo trovò proprio lì, con il naso all’insù, le mani in tasca, il papillon ormai disfatto, senza un adeguato soprabito, non curante del freddo che c’era quella notte.

“Trovato qualcosa d’interessante?” gli chiese cauta.

“Niente di particolare, il cielo è coperto da nuvole.” Rispose senza guardarla, non poteva certo dargli torto per questo, lo aveva spinto a una decisione tremenda, ma più di tutto la preoccupava che quel maledetto alieno gli aveva mostrato i suoi dubbi e le sue incertezze sul loro rapporto.

 “In questi giorni non abbiamo avuto modo di parlare.” Aggiunse lei con calma, voltandosi verso di lui.

“Già, credo che dovremmo.” Continuò sospirando, in quei giorni avevano ricominciato a comunicare, scherzava con lei, ma non la guardava mai negli occhi ed evitava di rimanere per troppo tempo da solo con lei.

“Mi dispiace per quello che ti ho fatto fare.” Si scusò con calma, ma lui continuava a non guardarla.

“E mi dispiace per quello che hai visto.” Continuò sapendo che questo lo aveva ferito più di ogni altra cosa.

“Pensi che andrò via?” le chiese direttamente, voltandosi per la prima volta verso di lei e guardandola fisso negli occhi. Non voleva rivelargli la verità, non voleva ferirlo ulteriormente, ma sapeva che non sarebbe stato giusto non dirgli niente.

“Si.” Rispose sinceramente, il Dottore abbassò lo sguardo come se si aspettasse quella risposta. Quanto si odiava per quello, quanto voleva solo dimenticarsi tutto e ricominciare da zero, soffocando quella sua paura.

“Sono sicuro che possa ripeterti che rimarrò qui, ma questo non basterebbe.” Disse con convinzione. Voleva dirgli che non sarebbe stato sempre così, che lei si sarebbe fidata, ma sarebbe stato come mentirgli.

Si avvicinò a lei, mentre prendeva qualcosa dalla tasca interna della giacca.

“Tieni!” disse mostrandole un oggetto che lei aveva già visto.

“Questo … questo è il salto intergalattico.” Chiese conferma.

“Perfettamente funzionante.” Rispose lui.

“Mi è arrivato in una busta anonima  il giorno in cui tu sei stata male.” Iniziò a spiegarle, Rose aggrottò la fronte non capendo.

“Non sai chi l’ha mandato?” chiese ancora, ma lui scosse la testa.

“So solo che con questo potrei andare via, in qualsiasi posto.” Disse con calma fissandola.

“Chris aveva ragione.” Continuò, Rose deglutì lentamente, e fece un passo indietro, aspettandosi il peggio.

“Ho viaggiato per la maggior parte della mia vita.”disse e alzò gli occhi al cielo.

“Ho visto posti meravigliosi che sanno lasciarti senza fiato. Posti che la tua mente non riuscirebbe a immaginare.” Spiegò con la voce carica di emozioni, Rose abbassò lo sguardo, respingendo le lacrime che premevano per uscire.

Improvvisamente il Dottore strinse il salto intergalattico e lo lanciò nel vuoto, Rose lo guardò confusa.

“Quei posti di cui ti parlo, i posti che ho visto, in cui siamo stati, non sono così meravigliosi se tu non sei accanto a me.” Le disse con dolcezza, Rose si lasciò sfuggire una piccola lacrima.

“Rose” la chiamò con dolcezza mentre le asciugava la lacrima, la guardò fissa negli occhi e sorrise dolcemente.

“Svegliarmi ogni mattina, con te accanto, crescere una famiglia insieme, ma soprattutto invecchiare con te.” Le disse prendendole la mano.

“Per tutto il tempo in cui abbiamo viaggiato insieme, non ho desiderato altro che questo.” Continuò, Rose abbassò la testa e chiuse gli occhi respirando lentamente, tentando, inutilmente di rimanere calma.

“Non sarà sempre facile, ci saranno dei giorni in cui vorrai andare via, in cui il desiderio di correre tra le stelle sarà più forte di ogni altra cosa.” Disse lei ormai sopraffatta dalle sue paure e dalle lacrime.

“Ci sarà il momento in cui tutto questo non ti basterà più, in cui io non ti basterò più.” Continuò non riuscendo più a fermare quei pensieri e quelle lacrime. Il Dottore si piegò e le sussurrò una cosa nell’orecchio, Rose rabbrividì e spalancò gli occhi, aveva un suono particolare, un suono che aveva sentito solo una volta e continuava a riecheggiare nella sua mentre, il suono di quella parola le riempì il cuore e la mente. Lo guardò cercando di rimettere in ordine i suoi pensieri, rendendosi finalmente conto che quello era il più grande segreto del Dottore.

“C’è un solo motivo per cui direi il mio vero nome a qualcuno.” Le disse guardandola negli occhi. Lei non riusciva a dire niente, lo guardava solamente, il viso bagnato dalle lacrime e il labbro che ancora le tremava, nella sua mente confusione, ma il suo cuore, il suo cuore aveva cancellato ogni dubbio, ogni incertezza della loro relazione, solo al sentire quella parola.

“Tra noi non è mai stato facile, e adesso non ho alcuna intenzione di arrendermi con te.” Le disse sorridendo quasi in tono di sfida.

Dal cielo iniziarono a scendere dei leggeri fiocchi di neve, i due si guardarono attorno, la città di Londra, illuminata dalle luci di Natale, veniva ricoperta pian piano di quella leggera coltre bianca.

Rose sentì un braccio del Dottore cingerle la vita, si ritrovò a pochi centimetri dal suo viso, nei suoi occhi vide tanto amore e tanta passione.

“Rose Tyler, Ti amo!” Le disse in un sussurro facendola tremare. Prima che potesse rispondergli o dire qualcos’altro il Dottore la baciò con passione. Si sentì stretta a lui quasi disperatamente. Rispose a quel bacio e con la stessa passione si aggrappò al suo corpo, proprio come quella volta sulla spiaggia, quando lui le aveva detto di amarla per la prima volta, ma adesso quelle parole assumevano un altro significato, tutto era diverso, adesso era più sicura di quello che sarebbe stato, adesso sarebbe stata in grado di affrontare le sue paure, con lui accanto. Finalmente avrebbero avuto il loro “per sempre” insieme, come era giusto che fosse.

 

Fine

 

 

Note Finali e ringraziamenti: Volevo che la scena finale fosse ambientata a Natale, per riprendere un po’ il finale di Christmas Invasion (tra le mie scene preferite tra Ten e Rose), perché quello è il momento in cui Rose accetta completamente il nuovo Dottore, e ho pensato che sarebbe stato un buon inizio anche per la sua nuova vita con questo Dottore umano.

 

Voglio ringraziare tutti voi che avete avuto la pazienza di seguire questa storia, non avrei mai pensato che sarebbe piaciuta così tanto, e spero tanto che il finale non deluda le vostre aspettative. Ringrazio tantissimo fenili che mi ha fatto da beta per questi ultimi due capitoli, e ringrazio ancora tanto le vostre recensioni che mi hanno fatto andare avanti.

Detto questo, vi saluto, a presto, anche perché c’è ancora la terza stagione che devo concludere.

 

Un bacio a tutti voi

KillerQueen86

                                                                                                                                                                                                                                                     

 

   
 
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