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Autore: Claudia    19/03/2011    0 recensioni
Quando si ha a che fare con un amore dal gusto proibito, si tenta di mantenerlo nascosto il più possibile, lontano da occhi indiscreti ed inquisitori. E' ciò che tentano di fare Rose e Scorpius, ma, a loro insaputa, senza successo.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Note ad inizio pagina — Questa storia è stata articolata in tre capitoli, capitoli un po' particolari che richiedono questa premessa. Innanzitutto, questa fanfiction è stata scritta per il challenge THE COW-T: The Clash of the Writing Titans @ Maridichallenge per il prompt settimanale Tre personaggi, ovvero come riportato nelle note degli stessi ideatori "(*)I tre personaggi possono essere visti come una threesome nel senso proprio del termine, oppure come due personaggi che se ne contendono un terzo, oppure ancora come una raccolta di tre drabble/flashfic/capitoli di una stessa storia, legati da un unico filo conduttore e che hanno per protagonisti tre personaggi diversi." In particolare, questa storia tratta quest'ultimo esempio. Non aggiungo altro, capirete leggendo!

Per i lettori di EFP — Questa storia è completa e posterò gli ultimi capitoli a partire da domani. Chi desiderasse leggerli in anticipo può semplicemente visitare il mio archivio personale (il link lo trovate nella mia pagina autore qui su EFP)!

 

 

ROSE

 

Rose contemplò la propria immagine nello specchio: le guance di un rosa acceso avevano istituito un'aperta competizione con i suoi capelli, di un rosso più scuro, ma certamente non meno inteso. Molte delle persone che conosceva attribuivano la sua bellezza a quella della madre, Hermione Granger. Nessuno, proprio nessuno, sembrava voler prendere in considerazione la sua somiglianza con il padre, Ron Weasley. Eppure, lei stessa si riscontrava moltissimo nel genitore, a partire da quelle efelidi leggere che ogni tanto - a seconda del proprio umore - le sbocciavano attorno al naso o alla bocca. A differenza di sua zia Ginny, a lei piacevano. Con un gesto esperto si ravvivò i capelli, infine fece qualche piroetta su se stessa.

"Mhm, qualcuno oggi non me la racconta giusta."

Colta sul fatto, Rose sobbalzò, voltandosi di scatto verso la porta della propria stanza. "Lily." Sbottò. "Mi hai spaventato."

Senza badare alle parole della cugina, Lily Potter si sedette sul letto di Rose, prendendo a guardarla con interesse. "Non sapevo che avessi interesse per il genere maschile, cuginetta. Non pensavi solo allo studio?"

"Ovviamente. Non ho nessuno appuntamento galante."

Lily rise. "Ma io non ho parlato di nessun appuntamento!" Rose si morse la lingua, in trappola. La giovane Potter abbandonò il letto e, di fianco a Rose, prese ad ammirare loro stesse allo specchio. "Avanti, chi è?" Disse, guardando la cugina attraverso il riflesso.

"Nessuno." Rispose Rose, abbassando lo sguardo e sfilando il vestito a fiori che si stava provando. Avrebbe dovuto rinunciarci.

Lily incrociò le braccia al petto. "Se non vuoi dirmi chi è... forse, è qualcuno che conosco. E' di Grifondoro?" Domandò. "O Tassorosso? I Tassorosso non sono molto svegli... forse, Corvonero? Sarebbe interessante. Oppure, no, dai, Serpeverde? Sarebbe da morire dal ridere!"

Rose si irrigidì, mentre si andò assestando la gonna della divisa. "Nessuno di loro."

"Un professore?!" Esclamò Lily, trionfante, per poi placarsi subito dopo. "Son tutti di una certa età, non credevo ti piacessero così maturi."

"Infatti, ti sbagli." Disse Rose, facendo passare la propria testa attraverso il cardigan. "Niente di tutto ciò."

"E allora, perché quel vestito?" Insistette Lily.

"Chiamala vanità." Disse Rose, afferrando la propria sacca.

"Dove stai andando?" Domandò Lily, incuriosita.

Rose sospirò. "Dalla professoressa McGonall. Sto sviluppando una ricerca avanzata e volevo esporla a lei. Soddisfatta?"

"Sei credibile," Sbottò Lily, annoiata. "Ed io che speravo in qualcosa di più piccante."

"Mi dispiace." Replicò Rose, scompigliando con affetto la chioma della cugina. "Ma stai pur tranquilla. Se un giorno decidessi di uscire con un ragazzo saresti la prima a saperlo." Mentì. Soddisfatta Lily la salutò, abbranciandola, lasciandola sola con il suo senso di colpa.

Sospirando, Rose estrasse la lettera che aveva ricevuto da Scorpius quella stessa mattina. Era felice di poter trascorrere del tempo sola con lui, ma il peso di quella relazione stava diventando sempre più pesante, tanto che spesso aveva paura di viverla appieno. Nella sua famiglia tutti credevano nella sana rivalità tra lei e Scorpius, nessuno avrebbe mai potuto pensare ad una relazione tra lei ed il celebre figlio di Draco Malfoy. E quando andava dicendo i suoi dubbi al diretto interessato, il giovane Serpeverde ritraeva gli aculei come un istrice in pericolo di vita.

"Dell'astuzia, ancor più l'onore." Memorizzò la parola d'ordine e ricacciò la lettera in fondo alle tasche della propria mantella, afferrò la sacca e si precipitò giù per la torre di Grifondoro.

Ormai non erano più in molti a girare per i corridoi di Hogwarts. Tanti studenti avevano preso la decisione di lasciare la Scuola un giorno prima, specialmente coloro che abitavano molto lontano e che impiegavano ore ed ore per giungere a casa. Al contrario, tutti i Weasley e tutti i Potter avevano deciso di partire assieme la sera del giorno seguente, poiché era stata presa la decisione di trascorrere il Natale ad Ottery St. Catchpole, in una Tana allargata per l'occasione.

Rose desiderò trascorrere le poche ore che la separavano dalla partenza con Scorpius; per nessuna ragione al mondo si sarebbe fatta sfuggire quell'occasione. Rimase appostata a poca distanza dalle scale che conducevano nei sotterranei dove si trovava il dormitorio di Serpeverde, infine, raccolse tutto il proprio coraggio e le scese di corsa. Sentì il cuore batterle in gola.

Rose sollevò lo sguardo sulla parete di pietra, balbettò la parola d'ordine ed entrò. Nella sala comune si guardò attorno, rendendosi conto per la prima volta di quanti posti potevano esistere, estremamente diversi dagli ambienti di Grifondoro. Osservò il possente camino ormai spento, la luce verdognola che a malapena illuminava la sala ed i divani che, seppur neri, parevano molto comodi. Scosse la testa, cercando un segno che indicasse la direzione del dormitorio maschile; quando udì alle spalle il suono della parete di pietra il suo cuore mancò di un battito. Impaurita dalla possibilità di venir scoperta, si nascose dietro allo schienale di un divano, pregando che nessuno la vedesse. Quando si sporse leggermente per vedere chi fosse, Rose intravide la propria sacca nel mezzo alla sala e soffocò un grido di meraviglia. Si ritrasse nuovamente, quando la figura di Albus Potter le passò vicino, quel poco che bastava per scoprirla.

Stupita, osservò il cugino dirigersi verso alcune scale alla destra dell'ingresso. Sapeva quanto Albus e Scorpius fossero amici, ma certo non immaginava fino a che punto. Al punto di sapere la parola d'ordine. Ricacciò la gelosia assurda che provò per un istante e con attenzione recuperò la sacca lasciata a pochi passi di distanza. Si accomodò dietro al divano e attese che la strada diventasse libera.

Dopo minuti che le apparvero ore, Rose vide nuovamente la figura del cugino, mentre quest'ultimo andava recandosi all'esterno. Lo vide soffermarsi per qualche secondo, gesto che le fece trattenere il respiro, per poi scomparire dietro alla parete di pietra.

Ignorando le gambe indolenzite, Rose corse nella direzione da cui era venuto Albus e prese ad ispezionare le porte, controllando il disegno sulla lettera di Scorpius. Quello stupido, pensò, poteva anche farsi trovare da qualche parte. Tuttavia, quando sollevò lo sguardo lo vide, con sempre addosso la divisa della Scuola. Arrossì senza un motivo preciso, correndo nella sua direzione. Nel vederlo, si tranquillizzò. La giovane Weasley sentì la presa del ragazzo attorno al suo braccio ed infine la sua schiena, pressata contro il legno della porta alle sue spalle, mentre le braccia di Scorpius l'avvolsero completamente.

"Scorpius... mi fai male." Balbettò Rose, mentre Scorpius si andò allontanando velocemente.

"Oh, sì, scusa! Hai per caso incontrato nessuno mentre salivi?" Domandò Scorpius. Rose fece per parlare, pensando di dirgli del cugino e del fatto che fosse rimasta nascosta dietro ad un divano, ma cambiò idea. D'altronde, non era stata scoperta. Non esisteva alcun motivo per cui Scorpius si fosse dovuto preoccupare. Scosse dunque la testa, in segno di diniego. "No, nessuno."

Avvicinandosi a Scorpius, Rose gli circondò le spalle con le braccia, sfiorando le sue labbra con quelle di lui. "Ehi, non è così male il dormitorio di Serpeverde."

Osservò il sorriso di Scorpius e sentì la sua pelle elettrizzarsi, quando una mano di lui le toccò la schiena. "Oh, e sono sicura che ti piacerà ancora di più." Le disse, trasciandola verso quello che doveva essere il suo letto. Senza opporre resistanza, Rose si lasciò cadere sulle soffici coperte e permise a Scorpius di baciarle il collo, ammesso che vi riuscisse visto i ciuffi di capelli ribelli che solevano nasconderlo.

Quando sentì le labbra di Scorpius venire meno contro la sua pelle, Rose abbassò lo sguardo sul giovane.

"C'era Albus, prima." Confessò il ragazzo, fermandosi.

"Albus?" Domandò Rose, fingendo sorpresa. "Lui ha-?"

"No, niente. Se n'è andato prima che tu arrivassi. Per fortuna, non avrei saputo spiegargli la situazione."

Rose passò una mano tra i capelli del Serpeverde, sorridendo. "Tu ti crei troppi problemi, sono sicura che Albus capirebbe."

"Come fai ad esserne così sicura?" Domandò Scorpius, confortato da quella carezza.

"Così, forse perché siamo parenti o forse perché-" Rose si interruppe, mentre le labbra del ragazzo premettero contro le sue.

"Non ho voglia di parlare di tuo cugino, né del mio amico." La ragazza notò a malapena l'espressione di Scorpius, mentre quest'ultimo andò abbassandole la spallina della propria divisa. La giovane Grifondoro sospirò, pensando al vestito di fiori che sicuramente sarebbe stato più adatto alla situazione. Infine, ridacchiò un po' per il solletico che provò, un po' per il piacere. "Hai ragione." Bisbigliò, perdendosi in un sospiro.

  
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