Butterflies unwanted.


Artemis non era mai stato innamorato.
Artemis non aveva mai sentito le farfalle nello stomaco per colpa di una ragazza, non aveva mai sognato i suoi occhi ne desiderato ardentemente appropriarsi delle sue labbra, mai.
Poi tutto ad un tratto all’interno del suo povero e sconvolto stomaco si erano intrufolate silenziose una moltitudine di farfalle eccitate, forse proprio nel preciso momento in qui il capitano Spinella Tappo l’aveva guardato strabuzzando gli occhi, dopo averlo creduto morto.
Il cuore di Artemis aveva esultato di gioia, un sorriso malcelato era spuntato sulle labbra leggermente screpolate del ragazzo.
Si era perfino dichiarato, con poche, secche e forzatamente concise parole –non voleva certo passare per uno stupido bamboccio pregno di borbotti smielati, lui – glielo aveva detto a titolo informativo, per capriccio, per cercare di liberarsi da quelle farfalle che fastidiose circuivano continuamente il suo apparato digerente, glielo aveva detto solo per levarsi un fastidio, non poteva badare a cose tanto futili quale era l’amore se già aveva da rischiare la sua vita ogni giorno.
Lei  aveva sgranato gli occhi fino all’inimmaginabile e sbattendo forsennatamente le lunghe  ciglia color nocciola aveva boccheggiato un po’ d’aria, aveva chiuso la bocca e portandosi una ciocca di capelli color cioccolato dietro l’orecchio destro aveva praticamente sibilato un qualcosa di leggermente sconnesso che assomigliava molto a qualcosa del tipo –“ d’arvit! Sei troppo giovane per fare dichiarazioni così perfette!- .
Artemis Fowl dall’alto della sua statura umana e dall’altura della sua incredibile intelligenza si era piegato lentamente facendo pressione sulle ginocchia e scoccando un’ occhiata a Leale che facendo finta di non seguire attentamente il discorso fischiettava ridicolmente serio nei pressi di un cespuglio di lillà, si era semplicemente sporto un po’ in avanti facendo scontrare in un gesto impacciato le sue labbra con quelle di Spinella immobile davanti a lui.   
Quando si era rialzato maledicendo la polvere sui pantaloni di pregiata fattura italiana si era diretto verso Leale che teneva aperto lo sportello della limousine nera con un unico pensiero in testa.
Il comandante Spinella Tappo era già sparita dal giardino, lasciando solo la vecchia quercia sotto le stelle, Artemis nel silenzio dei suoi pensieri disturbati solo dal rombo del motore tedesco si chiedeva se il suo metodo di resistere al fascino era davvero efficace come pensava.
 
A quel punto non poteva farne altro che dubitarne, o almeno ne avrebbe dubitato finchè il ricordo della consistenza dannatamente e deliziosamente morbida  delle labbra –caparbiamente cocciute persino loro- del comandante Tappo non fosse completamente sparito.