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Autore: Minako_86    29/03/2011    9 recensioni
Tre canzoni, tre flash, tre briciole di vita. Una sola coppia.♥
Semplicemente un giochino che ho voluto sperimentare per mettermi alla prova!Enjoy.♥
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mi stavo scordando. v.v Avevo questa chicchina (che è un'elegante metafora per dire "roba insignifiante" *annuisce*) da postare. Niente di speciale, solo un giochino curioso che mi andava di fare come sfida a me stessa e che potrebbe essere ripetuto in un non lontano futuro.x3

Se vi interessa, le istruzioni sono semplici. {  Innanzitutto scegliere una coppia/un personaggio su cui scrivere. Poi prendere l'i-pod, selezionare l'intero elenco delle canzoni e mettere la riproduzione casuale. Per i primi tre titoli che escono, scrivere un flash ciascuno, estrapolando un verso o una parte. Non vale skippare o cambiare brani.  }

E' divertente ed è una sfida come autrice, a tirare fuori una storia da qualsiasi cosa capiti.♥

 

Eeee, niente. Sarà breve, ma buona lettura.♥ Aspetto commenti.*w*

 

Ah, PS: io ho scelto un tema comune. Un elemento che ho ripreso in tutte e tre le flash perchè mi piaceva così.♥ Sono circa 500 parole - una più una meno - per ciascuna. Enjoy.

 

 

 

 

 

~ Faithfully, Glee Cast.

 

 

 

They say that the road ain't no place to start a family...
Right down the line, it's been you and me.

And lovin' a music man ain't always what it's supposed to be.
Oh, girl, you stand by me.
I'm forever yours.
Faithfully.

 

 

- Ne sei sicuro, Joe...? -

 

Il bus prese un buco nell'asfalto umido. Sbandò e spedì la mia testa a cozzare sul finestrino. Nicholas continuò impassibile a pizzicare le corde della sua chitarra, lo sguardo scuro fisso su di me.

 

- Tre anni. - Risposi. - E pensi che non dovrei impegnarmi sul serio? -

 

- Non ho detto questo. - Strimpellò un accordo, le gambe allungate sul tavolino di linoleum. Mamma l'aveva lucidato sino a renderlo asettico. - Ma pensaci...! -

 

- E a cosa dovrei pensare, sentiamo? - Un pugno alla parete. - Se è quella giusta? Se la amo? Se la voglio per tutta la vita? Cazzo, sì. -

 

- Giriamo il mondo su questo affare duecento giorni l'anno,  i restanti li passiamo davanti alle telecamere. Sarebbe un grande sacrificio per te... E per lei. -

 

Presi a mordermi il labbro, il sapore metallico del sangue sulla lingua. Pioveva, sulla Route 66 e la California era un ricordo lontano. Non saremmo tornati prima di due mesi: dormire poco, riposarsi mai. Cantare, esibirsi, rilasciare interviste. Di tempo per Mar non ne sarebbe rimasto molto, vero. Possibile che Nicky si fosse dimostrato per l'ennesima volta più saggio di me? Più maturo del suo stupido fratello ventiseienne, proprio come da bambini. Affondai il viso fra le braccia e premetti la guancia sulla superficie fredda, sperando in qualche modo di svegliarmi e trovare la risposta a tutti i miei dubbi.

 

- Mar è l'unica. - Borbottai.

 

- Me lo auguro, fratello. - Lo sentii alzarsi e poggiare la Gibson sul suo supporto. - Se la lasci, ora, t'ammazzo...! -

 

- Razza di stronzetto...! - Ghignai, senza muovermi:  instillarmi il dubbio per mettere alla prova il mio equilibrio era calcolato. Tanto perversamente, da essere del tutto tipico di lui.

 

°°°

 

- Ehi. - Mi si accoccolò fra le braccia, la testa bionda perfettamente incastrata nell'incavo della mia spalla. - Tra poco vai in onda...! -

 

- Mmmh, lo so. - Sorrisi. - Ma il cantante famoso vuole stare con la sua bella, adesso. -

 

Agitò appena il capo e mi strattonò delicatamente per il braccio. Finii in piedi di fronte a lei, che si sistemava la camicia bianca leggermente tirata sui fianchi sottili. Rubai un bacio al suo collo scoperto e sorrisi, ancora: tempo qualche mese e non le sarebbe più andata.

 

- Vai. Ci sono milioni di fan che ti aspettano... - Mormorò. Dopo tutto quel tempo, ancora arrossiva quando la toccavo. Meravigliosa.

 

- Ma io sono fedele a te. - Spinsi sulle sue labbra, socchiudendole di più.

 

Mi staccai solo quando Nick cacciò la testa in camerino e mi chiamò per la quarta volta. Le accarezzai il ventre, immaginandolo già leggermente gonfio sotto le mie mani e la lasciai che bloccava un riccio dorato dietro l'orecchio, rideva.

 

 

 

 

~ Everywhere, Michelle Branch.

 

 


You always light my way, I hope there never comes a day...
no matter where I go, I always feel you so.

Cause you're everywhere to me.
And when I close my eyes, it's you I see.

You're everything I know that makes me believe I'm not alone.

 

 

 

Non avevo visto l'alba più che una manciata di volte, in vita mia: il sole stava ancora pallido oltre i grattacieli, - in un cielo d'ovatta rosa - finiva per infrangersi contro i vetri del caseggiato di fronte. Mi rigirai nel letto ed aggrovigliai le cuffie bianche del'i-phone, le lanciai in  un angolo stropicciato fra il comodino ed una custodia per occhiali, vuota.

 

 

«Non può essere già mattino

 

 

Tuffai il viso nel cuscino e cercai di ignorare le fastidiose fitte alla base della schiena. Mi sarebbe mancato, presto, poter dormire a pancia in sotto. Sempre ammesso di riuscire a prendere sonno in un letto vuoto, perchè - ormai - occupare da sola una piazza come le persone normali, non era più da me. Io avevo bisogno di sentire il contatto ruvido della sua barba ancora non fatta sulla mia fronte, o la mia guancia... il mio collo. Il peso del suo braccio: secondo lui, impediva che mi alzassi per prima. Sorrisi.

 

- Scemo... - Presi il telefono e scrutai l'ora sul display. In California erano quasi le tre del mattino: non potevo chiamarlo.

 

Sospirai e tornai ad affondare nelle coperte scomposte. Pazienza, ancora un po'. Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi, tornando veloce all'ultima mattina di gennaio. Prima che partisse per un altro tour.

 

 

-Tu non esci, con questa neve...!

Richiuse le tende, deciso.

-Sono di sei settimane, Joe, non sei mesi. Che rischi vuoi che ci siano?

Sospirai e mi strinsi meglio la sciarpa attorno al collo.

-So solo che parto domani, amore. E quando tornerò, voglio trovare tutto a posto...!

- Lo sarà. Potrai vederlo da te, per allora.

Tre mesi e cinque giorni erano tanto tempo.

-Voglio solo che non combini sciocchezze.

Le sue labbra rubarono tutto il fiato che mi era rimasto.

 

 

Sorrisi, di nuovo. Ero quasi in stato di dormiveglia: mi era bastato pensarlo ed ora stava sdraiato al suo posto - accanto a me - i capelli scomposti e il respiro regolare. Mi sentivo tranquilla come una bambina, se solo Joe era con me e lui lo era sempre, ovunque. Comunque. Mi aveva giurato che non sarei mai stata sola: io gli credevo senza riserve, con tutta me stessa. Sentii il campanello almeno al terzo squillo, la luce entrava già per metà nella stanza quando scivolai a piedi nudi dal letto, sul pavimento.

 

- Sono in anticipo di qualche settimana...! - Il sole era sorto e aveva bussato alla mia porta.

 

 

 

 

~ Snow White Queen, Evanescence.

 

 

You belong to me, my snow white queen.
There's nowhere to run, so lets just get it over...
Soon I know you'll see you're just like me,
don't scream anymore, my love, cause all I want is you.

 

 

 

Mi alzai di scatto e mandai la sedia a sbattere contro il muro. Cinque paia d'occhi si alzarono simultaneamente su di me e fissarono sgomenti il bicchiere di plastica blu - che poco prima stringevo fra le mani - rotolare sul pavimento. Arrivai in fondo al corridoio ed afferrai la borsa dalla cuccetta, mi infilai le scarpe senza nemmeno accendere la luce.

 

- Aspetta! -

 

Lo scansai a testa bassa e mi feci largo nel piccolo spazio che separava la branda di Nicholas dalle ante lucide dell'armadio. Sentivo i miei passi rimbombare contro le pareti ed i tentativi goffi di Joe di scivolare altrettanto velocemente lungo il bus: se non più agile, ero almeno più sottile di lui. Mi buttai di peso contro il portellone e quello - appena accostato - cedette  quasi di schianto. Ruzzolai sui gradini ghiacciati e finii carponi nella neve fresca. Stava ancora scendendo dal cielo nero, mi inzuppava la sottile maglia a righe blu e penetrava gelida fin nelle ossa.

 

- Mar, cazzo...! - Lo vidi impallidire e scendere a razzo dal pullman, prima di buttarsi in ginocchio al mio fianco. - E' tutto a posto? Senti male da qualche parte? - Me lo scrollai di dosso, prima di rimettermi in piedi. I fiocchi scendevano impietosi dal cielo livido e si incastravano nel nero dei suoi capelli.

 

- Torno indietro e cerco un biglietto, un pullman. Ci sarà una corsa per New York, da qui a domattina...! -

 

- Sei pazza? - Annaspò. - Guardati: tremi talmente tanto che fatichi a reggerti in piedi. Vuoi camminare nella neve con solo quella maglia fradicia addosso? -

 

- Sempre meglio che stare qui ad ascoltare discorsi insensati sul nostro futuro...! - Mi strinsi nelle spalle, per tentare goffamente di reprimere i brividi. - E' evidente che la mia presenza qui è un problema, perciò- -

 

- Tu non sei un problema. SMETTILA...! -

 

- SMETTILA TU! - Urlai. Una fitta all'altezza dello stomaco mi impedì di spostarmi e finii intrappolata fra le sue braccia. - LASCIAMI! -

 

- Non puoi agitarti così, ti sta facendo male...! Porca miseria, che tu ci badi o meno, SEI INCINTA. -

 

- E' incinta...? -

 

Denise ci fissava, ferma sotto la neve: vidi le sue nocche sbiancare, mentre stringeva convulsamente il bordo della portiera che aveva appena aperto. Gli occhi le si fecero umidi, non appena  inquadrarono me ed il senso di colpa arrivò improvviso, violento come un proiettile appena esploso. Di tutti i modi in cui avrebbe potuto venire a saperlo, quello era il peggiore. Avremmo dovuto dirglielo, prima.

 

- Come è successo? - Furono tutti lì in un lampo, a fronteggiarci.

 

- Devo raccontarti la storiella dell'ape con il fiore, Nicholas? - Ringhiò Joe, teso. Sentii la sua mano cercare la mia e stringerla, quasi volesse aggrapparcisi. - Come vuoi che sia successo...! -

 

- Credo che la domanda più appropriata, ora, sia "da quando". - Paul raggiunse la moglie e l'abbracciò, compito. Sembrava una surreale fotografia di famiglia, con la neve che infuriava tutt'intorno.

 

- Se vuoi punirmi perchè ho rotto il voto, papà, coraggio: è quasi un anno che faccio l'amore con lei. - Dichiarò, deciso. Gli accarezzai il braccio e mi stupii nel vederlo arrossire. Quanto si stava esponendo, per me? - Ma questa cosa è... capitata. Abbiamo sempre preso delle precauzioni. -

 

Restammo in silenzio, come in attesa di una condanna che prevedevamo ci sarebbe piovuta addosso da un momento all'altro. In fondo, sapevamo benissimo di essere noi quelli che avevano commesso un errore e tradito la fiducia altrui. Inesorabilmente alla parte del torto. Il signor Jonas ci osservava, al di sopra delle lenti tonde, come a soppesare la questione. Mi lasciai abbracciare e smisi di tremare solo quando Joe prese a sussurrarmi all'orecchio di stare tranquilla, che ci avrebbe pensato lui. Mi avrebbe protetta. Scappare non serviva.

 

- Credo che diventare nonni scombinerà un po' i nostri piani. Avremo bisogno di voi due per parlarne. - Ciò che nessuno dei due si aspettava, era che Paul tendesse la mano e ci sorridesse a quel modo.

 

Il profumo di Denise era fresco e leggermente aranciato, le pelle stessa sapeva di buono. I capelli riccioluti erano soffici e le sue guancie umide di lacrime. Arrossii e sprofondai nel suo abbraccio, improvvisamente ebbi una surreale certezza. Piuttosto che odiarmi,  si sarebbe occupata di me.  

 

- Tesoro, congratulazioni...! -

  
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