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Autore: _Shantel    01/04/2011    27 recensioni
Liceo scientifico L.
Prendete Alice, liceale di diciotto anni che vive in un mondo fantastico; aggiungete Davide, il bello-e-dannato della scuola che è il suo sogno proibito: sommate anche Federico, il migliore amico di Alice, di cui lei si invaghisce; infine moltiplicate per Edoardo, il fidanzato immaginario della ragazza che assume le fattezze dell'affascinante "Blaine", uno gigolò. Risultato?! Un gran pasticcio per la povera Alice da lei stessa creato, senza immaginarsi quello che poteva succedere. Ma in questo caos riuscirà anche a scoprire l'amore per la prima volta. Già perchè, come dice lei stessa...
Mi chiamo Alice Livraghi e non ho mai baciato un ragazzo
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti!
Rieccomi con una nuova storia che mi ha colto durante il viaggio di ritorno dall'università.
Una storia senza pretese che spero possa strapparvi qualche sorriso. Ebbene sì, anche io ho deciso di scrivere qualcosa sugli amori adolescenziali della nostra protagonista Alice, una combina guai di prima categoria. E infatti la maggior parte della storia si evolverà su una sua menzogna che le sconvolgerà la vita e la farà innamorare per la prima volta, la farà soffrire per la prima volta, le farà sorgere dei dubbi per la prima volta.
Spero che possa piacervi, anche se è solo il prologo e qualche recensione, bella o brutta che sia mi farebbe piacere!
Vi lascio al prologo in cui si presenta la protagonista. È abbastanza corto, ma i capitoli saranno sostanziosi.
Ora un momento di pubblicità:

Crash
Pagina Facebook dove potete trovare le foto dei personaggi ^^
Bye ^-^


P r o l o g o


Fingere mi risultava facile.
Forse avrei dovuto diventare un'attrice, magari avrei dato una svolta significativa alla mia monotona e noiosa vita. Ma, riflettendoci, sono troppo timida per quel mestiere e soprattutto chi ha voglia di perdere interi pomeriggi davanti ad una macchina da presa invece di spenderli davanti al computer, ad aggiornare la pagina di internet ogni secondo nell'attesa di una richiesta di amicizia su Facebook o di una recensione su EFP?
Sorridevo mentre le mie amiche, durante quella stupida assemblea d'istituto che avrebbe rovinato la mia vita, parlavano di ragazzi, di appuntamenti, di coccole sfrenate, di quello e quell'altro che mandavano loro sms. Loro ricevevano messaggi in continuazione, mentre io guardavo il mio cellulare solo per controllare l'ora. Avevo un sacco di numeri di telefono sul cellulare, ma la maggior parte di questi non mi ricordavo nemmeno a chi appartenessero. E per non sembrare diversa, facevo finta di ricevere dei messaggi, anche se su quel maledetto display compariva sempre e solo il faccione del mio gatto.
Annuivo anche a sentire i luoghi comuni degli uomini, convinta, uscendo qualche volta con Anche il mio ex lo faceva, ridacchiando poi come una gallina. Peccato che io non avessi mai avuto un ex! Parlavo di cose che nemmeno sapevo, di sesso che avevo visto fare solamente nei film romantici quando poi mi imbarazzava sentire la mia prof di biologia parlare dell'apparato riproduttore maschile. Che, ero sicura, avrei visto solamente disegnato su un libro di scienze a meno di non guardarmi filmati su Youporn. Ma, no grazie! Quello lo lascio fare a mio fratello. La cosa che mi consolava era che, almeno, ero convincente. E se mi facevano domande sulla mia vita privata, le zittivo contraendo il volto in una smorfia affranta dicendo Non mi va di parlarne, strappando loro qualche Oh! Poverina chissà come hai sofferto e facce contrite.
Conducevo, praticamente, una doppia vita: la mia, quella squallida fatta di Pomeriggio Cinque e barrette al cioccolato e quella fantastica che proponevo alle mie compagne, fatta di appuntamenti e uscite tra amici il sabato sera. Cosa assolutamente non vera. Il sabato sera, alle 20 in punto, vestivo già il mio splendido pigiama e guardavo depressa le storie strappalacrime di Maria De Filippi nel mio lettino caldo coperto dalle lenzuola di Winnie the Pooh. Ogni giorno vivevo con la speranza che un postino in bicicletta venisse da me con una busta enorme e mi invitasse a C'è posta per te per poter incontrare qualche celebrità con la quale mi facevo un'infinità di s*ghe mentali, a volte arrivando anche a crederci.
Se per caso volete farmi conoscere qualcuno, vi butto lì qualche nome: Jared Leto, Johnny Depp, Duncan James, Tom Felton, Willwoosh, qualsiasi persona! Tanto per avere una piccola sorpresa che mi faccia sentire importante!
Ma torniamo alla mia vita. Ero una di quelle ragazze diciottenni sempre tappata in casa a deprimersi a guardare l'ennesimo scoop su Belen Rodriguez, strafogandomi di schifezze ipercaloriche, facendo credere, in realtà, di essere uscita a fare baldoria alle quattro di pomeriggio con una serie infinita di persone. Poi mi ritrovavo a Giugno a dover perdere i dieci chili presi durante quell'inverno balordo per risultare almeno presentabile durante l'estate. E quindi sedute intense in palestra a grondare di sudore e diventare appiccicaticcia come una donna lumaca, saune improponibili e impacchettamenti vari nel celofan a mò di cotechino avanzato dalla sera di Capodanno. E le mie cosce ne risentivano, eccome! Avevo dei crateri abnormi che mi solcavano le gambe facendomi sembrare la crosta lunare, tanto che una volta il mio fratello imbecille mi ha conficcato una bandierina da panino nella coscia destra, esultando per aver conquistato il suolo lunare. Ho ancora il segno di quella stupida bandiera!
Starete pensando che io sia un cesso grasso e brufoloso con i culi di bottiglia al posto degli occhiali che ha tutti 10 a scuola. Partendo dal fatto che il voto massimo che prendo è un misero sette solo in italiano – e per giunta sono l'unico essere vivente ad avere il debito in educazione fisica – non sono nemmeno così brutta, esteticamente parlando sono nella media. Ma chissà perchè, nessuno mi caga. Quelle rare volte che uscivo mi veniva detto che io ero quella simpatica. Sinonimo del fatto che non avrei mai visto uno straccio di ragazzo!
Mi ripetevo, nei momenti in cui ero felice della mia zitellaggine, in cui non transitavo nella fase depressiva per la mia solitudine, che l'importante era che le mie compagne di scuola non sapessero nulla di questo enorme segreto, non volevo che la mia reputazione già abbastanza rasente al suolo andasse a finire a far compagnia alle talpe sottoterra.
Ma le menzogne mi si erano rivoltate contro e ora tutti avrebbero scoperto la mia doppia vita. Maledetta la bocca mia, parlo troppo! Maledetta la mia fantasia! Maledetto Edoardo, chiunque tu sia! Sono in un mare di gianduia! Detto più finemente sono nella merda fino al collo!
Mi chiamo Alice Livraghi e non ho mai baciato un ragazzo. .

   
 
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