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Autore: _Ella_    01/04/2011    8 recensioni
[...]
Cominciamo dalla base. Fondamentalmente, ci sono tre tipi di AkuRoku:
-Loro sono migliori amici;
-Loro sono nemici;
-Loro non si conoscono e si innamorano a prima vista.
[...]
l’AkuRoku sta modificando geneticamente le menti di noi fangirl che spargiamo allegramente cuoricini, yaoi e biscottini in abbondanza, magari anche panettoni, colombe e uova pasquali e vorremmo anche noi una storia struggente come la loro, fatta di amore, sesso, resurrezioni da far invidia a quel povero birbantello di Gesù che, ahimè, non fa più notizia con tutti i suoi miracoli.
Genere: Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Roxas, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Punti base del secondo tipo di AkuRoku:
- Axel e Roxas si odiano;
- Scopriranno di piacersi a vicenda;
- Faranno violentemente sesso.



 Cose, fatti e circostanze sono da considerarsi (non)puramente casuali
e (purtroppo) frutto della fervida quanto assurda immaginazione dell’autrice.

 

-
Second Type: Capitan Findus e i nodi.

 
Roxas era fuori scuola, mentre gli altri del gruppetto parlottavano tra di loro, lui – da bravo emarginato – se ne stava in disparte a guardare il nulla.
Ognuno ha i suoi passatempi, in fondo.
Era un bravo ragazzo, lui, sempre dalla parte del bene come una prode Sailor, il potere della luna a fargli compagnia. Se c’era una cosa, anzi qualcuno che odiasse, era proprio Axel. Sì, esattamente lui.
Non suo fratello che gli riempiva il computer di virus per vedersi i film porno.
Non sua sorella che lo truccava durante la notte.
Ma odiava Axel. Perché Axel era un bullo e a lui i bulli stavano particolarmente sul cazzo. Non era mica un ragazzo coi pregiudizi, lui! Ricordiamo che era una paladina del bene.
Seguendo i suoi allegri pensieri, si imbatté proprio nel rosso che – guarda caso – gli diede addosso.
«Cioè, TU hai osato GUARDARMI?!»
«…The Game»
«…D’oh!».
E lo percosse con violenza a suon di mazzate.
Un po’ quello che vorremmo fare tutti noi quando si nomina “Il Gioco”. L’ho rifatto, già.
E Roxas, anche se mezzo dolorante ed impaurito, riuscì comunque a pensare una cosa di vitale importanza: i suoi occhi verdi e sbrilluccicosi come smeraldi erano sublimi. Cioè, era troppo bello lui, con quell’aria da “io sono Axel the best in the world”, i tatuaggi alla cazzo sotto gli occhi e quello strato di trucco molto seccsi.
Dio, che cazzata.
Insomma, lo odiavi fino a tre secondi prima, t’ha picchiato, e pensi che sia un figo?!
Roxas aveva bisogno di rivedere per un momento le sue priorità.
Era praticamente il giorno dopo – giusto il tempo per Roxas di chiedersi se uno spicciolo di eterosessualità presunta gli fosse rimasta – quando Roxas si ritrovò in un’aula vuota, incollato fra il muro e il petto bollente di Axel, che poco prima aveva cercato di darsi fuoco perché la sua vita faceva schifo, ma nessuno lo sapeva e, soprattutto, nessuno se ne importava di lui, perché tanto era solo un povero transessuale dalla sessualità confusa che andava in giro armato di benzina. Cioè, era proprio pazzo!
Con quello che costa la benzina oggi, poi!
Ah… i giovani d’oggi.
«Sei un pezzo di merda, Roxas!»
«Ma che cazzo vuoi, idiota?!».
E ci fu il bacio.
Anche se, propriamente, il rosso aveva azzannato il più piccolo, che gli aveva urlato contro tutte le bestemmie possibili – lui il labello l’aveva finito, insomma! – e, indignato, corse via.
Ma, il piccolo cucciolotto, non poteva nemmeno immaginare quello che gli sarebbe successo poco dopo.
Era tutto un bollore, era eccitato per quel morso – masochista? – e, praticamente, ebbe un sovraccarico di ormoni, che gli causarono un paio di svenimenti motto carini (WOTTAFACK?!).
E Roxas era sconvolto – oh my GOD! – perché lui non poteva essersi fatto piacere quel bacio, perché per lui Axel era solo una scocciatura sottoforma di ananas, una scocciatura che però aveva due occhi bellissimi ed una bocca bollente.
Deciditi, cretino!
E proprio quella bocca, continuò ad azzannarlo per alcuni giorni, senza che Roxas si dimenasse più di tanto, perché “Oddio! L’odore di Axel è stupendoH!”.
E così, fra le pippette mentali e quelle materiali, un giorno Demyx – il beffiend forevaH di Axel – gli svelò un segreto.
«Tutti i migliori sono matti»
«Demyx ma che cazzo dici?!»
«Oh, scusa. Sbagliato film. Dicevo: Axel ti morde perché gli stai a genio»
«Non ha senso»
«Lo so, ma l’autrice ha deciso così, cazzo vuoi? Sempre a lamentarti, mathonna oh!».
Roxas scoprì che l’infanzia di Axel non era stata mottobbella, ma travagliata da sofferenze, traumi e robe così, tra cui la morte della madre che – di origine indigena e quindi cannibale – gli dava i morsi perché era buono. Quindi, da quando era morta per depressione (?) – perché il suo adorato marito le metteva le corna con la madre di Roxas che aveva tradito il marito che poi era stato ucciso dallo stesso padre di Axel che si era rivelato in futuro uno stupratore, un pedofilo, un kebabbaro, capitan Uncino oltre che assassino – il piccolo e dolcioso Axel aveva pigliato ad azzannare la gente manco fosse un pitbull messo in cattività, un serpente velenoso, oppure una vecchietta con dentiera in un raptus di nervosismo poiché le avevano soffiato il posto alla fila della posta.
Ad ogni modo, Roxas, dopo quella rivelazione sconvolgente (?) si rese conto che voleva dare tutto se stesso ad Axel (ehehe, porcellino), che voleva aiutarlo per non farlo soffrire, perché lui stava bene, con quel bullo estremamente seccsi.
Il suo cuore batteva fortissimo solo e soltanto per lui.
Così, prendendo in mano tutto il coraggio che aveva in serbo – peccato che quel bastardo di suo fratello avesse messo mano tra le sue cose e gliene avesse fatto perdere una buona parte che conservava per le occasioni speciali – andò da Axel.
«Ciao!»
«Che cazzo vuoi pezzo di merda?!»
«Ma chiudi quel cesso, DEFICIENTE!».
E si picchiarono.
Cioè, Axel picchiò Roxas, anche perché quello era peggio di una femminuccia, quindi speranze non ne aveva poi molte…
«Fottutissimo idiota mi hai fatto uscire il sangue! IO C’HO PAURA DEL SANGUE!-
«Ah, MH! E quindi, quindi?!»
«Quindi ti amo!»
«Anche io Roxie~!♥».
E si baciarono appassionatamente, stretti l’uno all’altra manco il capitan Findus avesse usato la sua ciurma di bimbi per annodarli.
Axel si rese conto che stava bene, col suo micetto, stava bene perché lo faceva sentire finalmente bene (Capitan ovvio è tra noi) – e fanculo Demyx che aveva buttato il sangue per stargli accanto –, con Roxas lui era felice, era tutto puccioso e tenerosho, tanto dolce che faceva invidia allo zucchero, che era stato costretto a cambiare lavoro perché ormai tutti usavano nel caffè o in qualsiasialtracosachedebbaesseredolce uno dei capelli che il rosso perdeva vicino alla spazzola. Praticamente Axel era diventato una piantagione di zucchero.
Ed adesso erano assieme, ancora legati l’uno all’altra da un noto fatto bene della piccola ciurma di bastoncini, e si guardavano negli occhi, fisso fisso, senza mai stancarsi di sorridere.
«Axel, mi sono rotto»
«Sì, pure io. Ma ho una paresi facciale»
«Oh…»
«Eh, sì».
Roxas fissò il cielo, pensando che era così strano che fino a poco prima si fossero odiati, che si fossero picchiati, che si fossero insultati. Non importava, non aveva alcuna importanza, l’importante era il presente.
Axel, un avolta ripreso dalla paresi, lo fissò ammiccando.
«Roxy, ti amo!»
«Pure io, Axel! Facciamolo!»
«Anche sì!».
E scoparono, sotto la luna che li fissava come il più entusiasta dei voyeur, le coperte bianche, e le stelline brilluccicose.

The End.
 



Chi magari l'ha letta in passato, si è forse reso conto che, sì, ho preso in giro una mia storia, una delle prime, la prima che mi ha dato tanta gioia e che ancora adesso adoro: Morsi Morbosi.
Devo ammettere che è stato più facile del previsto prenderla in giro... era davvero così cretina? .____.
Ringrazio tutti di cuore *-*
Un bacione! :D alla prossima esilarante (ma de che?) storia! *u*
   
 
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